Sarebbe stato meglio rimanere Burattini
Basta ipocrisie: serve una società che agisca, non che si commuova a intermittenza
Non serve andare lontano per vedere la violenza: a Catanzaro, un ragazzo è stato aggredito da una “ronda notturna” solo per il colore della pelle. Intanto, ci indigniamo per le stragi in Palestina e Ucraina, ci inteneriamo davanti ai bambini africani senza cure, e poi torniamo a sprecare cibo, risorse, tempo. Per pulirci la coscienza, doniamo vestiti vecchi e partecipiamo a cene di beneficenza con chef stellati. Ma questo non è cambiamento: è anestesia morale.
Cosa potremmo, anzi, cosa dobbiamo fare affinché cambi il modello sociale che si è creato.
La proposta è semplice, ma non accomodante:
- Educazione civica obbligatoria e continua, principalmente in famiglia non solo nelle scuole ma anche nei luoghi di lavoro e nei media. Perché non basta sapere cosa accade attorno a noi, bisogna capire.
- Controllare e condannare davvero i gruppi violenti, senza tolleranza ideologica. Chi aggredisce per razza o provenienza non è “disorientato”: è incivile e pericoloso!
- Bisogna redistribuire intelligentemente le risorse: non carità occasionale, ma investire in cooperazione e welfare, non in elemosine.
- alla base di ogni progetto c'è la responsabilità individuale e collettiva: non basta indignarsi online. Serve partecipazione, voto consapevole, pressione politica. A tal proposito è sembrata patetica la stretta di mano tra Ochiuto e Tridico (se ne stanno dicendo di tutti i colori, seminando sconcerto tra gli elettori comuni).
- E, Principalmene: Stop alla retorica del buonismo: non si tratta di “essere buoni”, ma di essere giusti, coerenti, efficaci.
Se questa è la società che abbiamo generato, allora è tempo di rigenerarla. Non con lacrime, ma con scelte.
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