martedì 30 aprile 2013

Realpolitik, la prima volta di Enrico a Berlino

Incassata la fiducia anche al senato, Enrico Letta vola a Berlino per incontrare Angela Merkel.

In conferenza stampa, Enrico elenca le priorità dell'Europa.

E sono, secondo Lui, finanza, banche, politica e crescita. Insomma per un'Europa politica solidale che non guardi solo al potere economico ma soprattutto al welfare per eliminare la sensazione sbagliata che è montata negli animi e che si è manifestata in politica con il voto dei malpancisti populisti (questo è in parole povere il succo) italiani e non solo.

Insomma, l'Enrichetto dimentica gli errori della politica nostrana che ha dato molto da fare alla magistratura e tenta di dare la colpa all'Europa della moneta unica, l'€, che ha fatto schizzare il valore degli oggetti ma ha dimezzato il potere d'acquisto delle vecchie lire e messo in ginocchio Grecia, Portogallo, Spagna, Italia, Cipro, mentre l'Islanda ha fatto il referendum per uscirne senza pagare i debiti.

Angela, da parte sua, fa molti complimenti e tanti in bocca al lupo. Si dice contenta dell'Italia ma deve continuare sulla strada del pareggio di bilancio perché Europa significa tenere i conti in ordine e insieme all'austerità deve camminare la crescita, lo sviluppo, la ricerca. Mentre gli imprenditori devono implementare il lavoro e le imprese senza aspettare i finanziamenti pubblici.

Entrambi molto diplomatici nelle risposte ai giornalisti, rimangono nel vago specialmente nelle risposte date al cronista italiano che chiedeva se durante la cena serale Enrico Letta avrebbe spiegato alla Merkel dove avrebbe trovato i soldi per il rimborso dell'IMU e gli altri piccoli tagli promessi nella cerimonia d'insediamento. E alla Merkel come vedeva la formazione del governo italiano data la presenza di Berlusconi. Lei, senza nominare il leader PdL, ha dribblato dicendo che il governo italiano senz'altro saprà dare le risposte che servono all'Italia e all'Europa e che la formazione del governo è una questione interna.
Tutto sommato è stato un incontro diplomatico all'insegna del far play.

Nulla di nuovo sotto il cielo, quindi. Tranne la gitarella del nuovo premier per presentarsi ai partenrs europei che contano.

Dopo la Germania, andrà in Francia, Spagna e infine a Bruxelles. E speriamo che lì dica qualcosa di più concreto e riesca a spuntarla in merito alle tematiche che stanno a cuore a chi soffre per l'eccessivo rigore finanziario.

Martina non perdona e neanche noi

Martina: sono orgogliosa di mio padre.


E sfido io. Quale figlia o figlio non è orgoglioso del proprio padre!

Ma il punto non è questo, la cosa che fa incazzare sta nel modo in cui è trattato l’argomento.
I mass media girano il mestolo nella brodaglia della libido che si alimenta spiando dal buco della serratura gli affetti e le emotività altrui.


Certo, fa specie sapere che un uomo, un padre di famiglia, rischia l'incolumità nell'adempiere al suo lavoro. Evenienza contemplata, purtroppo, ma che può accadere e che deve essere intesa come un infortunio. Perché di questo si deve parlare. Di infortunio sul lavoro.

Per un muratore l’infortunio è dato dalla caduta di un’impalcatura o da qualche peso che gli cade sopra la testa. Insomma da qualcosa d’imprevedibile che sta in agguato.
E chi fa il carabiniere, passione a parte, perché anche il muratore è passione, sa bene che il suo rischio è quello d’imbattersi in un colpo vagante o essere vittima in qualche tafferuglio  scaturito dal disagio sociale.

Quindi, bando alle ciance, è ovvio che tutti indistintamente siamo addolorati per il brigadiere che rischia conseguenze gravi. Ma  principalmente, come italiani, siamo addolorati per il clima di tensione che esaspera padri e madri di qualsiasi ceto sociale. Lavoratrici, lavoratori, disoccupati, pensionati, studenti, sfruttati e malpagati.

Anche chi ha sparato, ed ha fatto malissimo, è stato ferito nell'animo prima e nel fisico poi, quando catturato dai carabinieri, nella voga della colluttazione è stato immobilizzato a terra.

Ma, ripeto, le ferite fisiche si curano e spesso passano. Diverse, sono le ferite interne, causate dall'ignavia di chi dovrebbe gestire il buon andamento della cosa pubblica piuttosto che giocarci fino a trasformarli in privilegi per sé o per una porzione di banderuoli che assediano le istituzioni.


lunedì 29 aprile 2013

Vediamo se faranno ridere pure l'Italia

La politica ha fatto un lifting.

 
"ma che c'avranno da sorridere"
Dopo innumerevoli giri di valzer, i miglior perdenti hanno piazzato dei volti noti ma giovani nel governo di Enrico Letta.
È un bel minestrone variegato: PD, PdL, partito di Monti e associati, radicali e qualche tecnico cooptato per pacificare qualcuno.

Sel e Lega si dicono all'opposizione ma anche loro presiedono importanti commissioni istituzionali.

Gli unici che si sono autoesclusi i “cittadini” parlamentari del M5S. sì, amano definirsi “cittadini” piuttosto che onorevoli. A me personalmente ‘sta cosa fa ridere! Ma a ben pensarci, dopo tutte le porcate che si son viste, il titolo “onorevole” non è quello più appropriato. Anche se loro, i grillini, fanno riferimento alla rivoluzione francese ma senza ghigliottina.


L’agenzia di rating Moody’s ci tiene sotto controllo per verificare se le capacità del governo Letta sono apprezzati dai mercati e in sintonia con le riforme strutturali fin ora portati avanti da Monti  e compagni. Ovviamente per compagni s’intendono i partiti che lo hanno appoggiato: PD e PDL per primi.

In proposito è giusto ricordare che il PDL, trovandosi in una situazione difficilissima a causa delle omissioni targate governo Berlusconi, ha ritenuto di dover cedere il passo al governo tecnico di Monti. A lui, Monti, il compito delle manovre impopolari che i partiti non avevano il coraggio di fare. E fin qui va bene!

Purtroppo, per noi cittadini, le manovre sono state tutte un taglio netto che andavano ad allargare le ferite sanguinolente delle già misere tartassate finanze familiari.

Il pareggio di bilancio ha sfottuto dipendenti, pensionati e poveri afflitti senza tutele. Ed ora, al nuovo, giovane Governo Letta Enrico, il compito di porre un po’ di equità sociale.
Perché, se non ci sono soldi in tasca degli italiani non  c’è neppure crescita sociale.

domenica 28 aprile 2013

Due Uomini a terra, un Popolo a terra!


Uno, 50 anni, carabiniere. L’altro, un civile, disoccupato disperato.

aore12
Le prime notizie, date a caldo dai giornalisti, descrivono l’azione insulsa di un pazzo che si è scagliato contro il cordone dei carabinieri impegnati a mantenere l’ordine nella piazza antistante palazzo Chigi dove sonno radunati i nuovi nominati per giurare davanti al presidente della repubblica Giorgio Napoletano, rinominato pure Lui dalla classe inetta che assedia gli organi istituzionali Repubblicani.

Due uomini a terra. Entrambi figli del popolo. Il primo a cadere è il carabiniere che per poco più di milleduecento euro al mese rischia la vita tutti i giorni per il Giuramento prestato all'Italia.
Il secondo, l’attentatore, è un muratore disoccupato, che ha perso il lavoro, la moglie e il figlio. Costretto dalla necessità economica a fare ritorno nella sua terra e vivere con la famiglia d’origine.

aore12E poi l’imprevisto(?) sale sul treno, con in tasca una 7,65 con la matricola cancellata, destinazione Roma.

Piazza Colonna, ore 12,45. due uomini a terra. L’uomo con la divisa da carabiniere perde sangue dal collo. Ricoverato prontamente, è in prognosi riservata perché il proiettile ha leso qualcosa d’importante della colonna vertebrale.

L’attentatore, ben vestito, come lo descrivono le agenzie è immobilizzato a pancia in giù, bloccato dai carabinieri e perde sangue dalla nuca, anche la mano destra è insanguinata.

E dentro, facce sorridenti gongolano per l’incarico ricevuto.

ROMA, SPARATORIA DAVANTI PALAZZO CHIGI

Disperato spara sui carabinieri mentre il governo Letta giura



Le prime notizie dicono che sia opera di uno squilibrato la sparatoria avvenuta davanti Palazzo Chigi mentre all'interno il governo Letta prestava giuramento.

carabiniere ferito al collo
È un uomo di 46 anni affetto da turbe psichiche, Luigi Preiti, originario del reggino calabrese, ben vestito e mischiato tra la folla, spara verso i carabinieri di presidio nella piazza e ne ferisce due. Uno più grave, al collo e uno alla gamba. Anche una passante è rimasta colpita da uno dei sette proiettili esplosi dal presunto pazzo.

Questi brevemente i fatti.

Un pazzo lucido. Che si è saputo destreggiare tra la folla di curiosi assiepata in piazza per assister al passaggio dei nuovi ministri.

luigi preiti immobilizzato
Ma sarà davvero l'azione spontanea e isolata di uno squilibrato?

Infatti, la smentita arriva direttamente dal fratello Arcangelo

 “Fino a ieri mattina mio fratello era una persona lucida e intraprendente... Ora sento queste notizie e mi crolla tutto addosso... - ha detto all'agenzia di stampa Adnkronos - Lui viveva a Predosa, poco lontano da me. Ha perso il lavoro e si è separato dalla moglie, è padre... Problemi psichici? No, no... Da 49 anni a questa parte no...», ribadisce Arcangelo Preiti. “Dopo aver perso il lavoro è tornato in Calabria a vivere con i miei genitori, non lo vedo e non lo sento da agosto. Mio fratello non è né squilibrato né terrorista. Si stanno raccontando tante cose non vere. Io non sento mio fratello da agosto, ma lui è sempre stata una persona normalissima”.

sabato 27 aprile 2013

Letta fa il Governo e Grillo s'incazza

Senz’altro, quanto sto per scrivere farà incazzare ancora di più Grillo e i grillini. Ma la mia intenzione non è questa. Bensì ripetere che quanto accaduto è la conseguenza dei ripetuti no alle proposte fatte da Bersani e Letta ai rappresentanti a cinque stelle.

Certo non fa una piega e non si può contestare chi dice di sentirsi tradito dal PD per aver fatto un governo con il PdL.
 All'interno del nuovo esecutivo ci sono giovani esponenti dei vecchi partiti politici con qualche vecchio nome tipo Alfano, Lupi, Cancellieri e altri nomi non tanto nuovi.
questo governo è quasi la riedizione dei 10 saggi di Napolitano che di saggio non hanno portato niente se non le solite prese di posizione degli schieramenti politici.



Che abbiano l'accortezza di guardare attentamente nelle basse sfere sociali e adottino un poco di buon senso nel distribuire il debito nazionale.

Adesso Grillo grida allo scandalo per essere stato messo alla porta. Ma perché ci voleva un veggente per capire che la sua linea lo avrebbe portato fuori dai giochi?

Caro Beppe, in democrazia il sistema si cambia dall'interno Ora è inutile che scrivi e urli che hanno trattato gli elettori e il M5S come dei coglioni.

giovedì 25 aprile 2013

OKNOtizie fa le bizze

Che sta succedendo su OKNOtizie?

È da ieri che tento di postare una notizia ma è impossibile accedere.
Ho controllato e ricontrollato password e codici ma la riposta della pagina di OK Notizie è sempre la stessa: codice di sicurezza errato. Si prega di riprovare.

Una forma sottile di censura oppure mi si è abbassata la vista?
Non saprei, però...

 a me non sembra....

Blogger, Scritori di realtà, fantasmi del web

la nuova pagina del blog aore12
BLOGGER, FANTASMI CHE SCRIVONO REALTA'.

In effetti ci si sente dei fantasmi, altro che democrazia liquida! Qualsiasi argomento trattato in rete, se non è suffragato da personalità accreditate dall'intellighenzia istituzionalizzata e inserita nei poteri forti, qualsiasi cosa scritta e gettata nelle maree dei blog è considerata spazzatura quando non è gradita e strumentalizzata dai grandi nomi.

Stiamo vivendo tempi tristi. La sfiducia tra i cittadini monta ogni secondo che passa. L'insoddisfazione e la protesta aumenta sempre di più ogniqualvolta chi dovrebbe rappresentarci si macchia di illegalità. Non dell'illegalità raffigurata in chi ruba per necessità e fame. Ma delle tantissime ruberie consentite o peggio fatte da chi ha carpito la buona fede dei cittadini, da quanti li rappresentano indegnamente perché affamano una larga fetta di famiglie per mantenere i privilegi delle caste.

I cittadini s'incazzano e vorrebbero che qualcosa cambiasse veramente, che ci fosse più equità tra la gente comune e dirigenti specialmente quando non sanno più che fare per superare gli ostacoli messi davanti a loro dai governanti che per uscire dalla crisi aumentano tasse e balzelli su beni già ampiamente pagati.

La classe dirigente è consapevole o no della situazione di sfascio reale che sta attraversando il cittadino medio?

Spesso ne abbiamo parlato su questo blog. Non per amor di polemica ma con l'intima speranza che il grido di dolore gettato in un post possa aiutare a capire quanti sono lontani dalla realtà delle famiglie e apra loro le menti.

Purtroppo sembriamo tanti fantasmi che si aggirano nel mare del sospetto. Gost writer's che scrivono sotto dettatura, per compiacersi o compiacere qualcuno, una porzione politica o sociale.

Non è questa la nostra intenzione. Perciò abbiamo deciso di cambiare la pagina del nostro blog.

La sagra dei Letta, è il turno del giovane Enrico

GOVERNO DI SCOPO, DI LARGHE INTESE, POLITICO, TECNICO... ABBIAMO GIA' DATO!

gianni letta


Qualcosa mi dice che ce la stanno mettendo n'altra volta n'saccoccia.

Troppo silenzio e troppi segreti di pulcinella stanno facendo compagnia al presidente incaricato Enrico Letta nipote di Gianni. Lo stesso che ha fatto da balia al Popolo della Libertà. Quel Gianni Letta instancabile che ha governato dietro le quinte le linee guida dei governi a marchio Berlusconi.

Se poi penso a tutta la manfrina delle elezioni per il presidente della repubblica e alle due squadre di saggi e all'incarico a Letta per formare il governo e prima ancora alle figuracce dei politici mi convinco sempre di più che è una manovra dei poteri forti. Forti nella convinzione che non ci sia altra strada da percorrere se non questa.

Una strada fatta di austerità per i poveri. E di benessere per chi sta bene.

Napolitano ha detto ai giornali di lasciare lavorare in pace Enrico Letta. E c'è un silenzio assurdo!
Monti lo appoggia incondizionatamente. Berlusconi pure, a condizioni che non ci siano tecnici al governo ma politici nominati da lui. Tant'è che Alfano è in pole position nel toto ministri.

Insomma l'Italia si sta incartando un'altra volta su veti e strategie. E il problema vero è rappresentato da chi vuole dare ascolto a chi ha portato l'Italia sull'orlo del baratro.
Bene le larghe intese, la politica delle convergenze divergenti. Ma come si può dare credito e pensare di poter governare la crisi con chi la crisi l'ha creata e continua a dirsi innocente?

Gli applausi a Montecitorio sono stati pane per la satira di tutto il mondo. Vogliamo davvero farci ridere ancora dietro?

mercoledì 24 aprile 2013

Calabria, itinerari turistici e culturali

Quattro passi in Calabria: chiesetta di S. Martino, scogliera di Cassiodoro.


La Calabria è tutta bella! Cieli tersi. Mare limpido (almeno per ora). E natura rigogliosa.

Il verde vivo dei giovani germogli contrasta con i rossi vermigli dei papaveri, i viola e l'amaranto, i gialli dei fiori che crescono spontanei a ravvivare prati e  colli.

È una bella giornata di sole. La costa jonica scuote i sonnacchiosi fianchi abbagliati dal sole della primavera mentre si prepara per la bella stagione estiva.

Manca poco per l'arrivo di turisti e emigranti impazienti di far ritorno e, magari, riprendere i lenti ritmi della naturale propensione contemplativa così da ricaricarsi psicologicamente e fisicamente.
Magari, perché no, sugli stessi sentieri della storia che stanno lì, a pochi metri dalla statale 106 jonica. Subito dopo l'uscita della galleria di Copanello di Stalettì, direzione Soverato.

È una stradina stretta piena di tornanti, quella che conduce nell'area della scogliera di Cassiodoro.Che, in piena estate, quando le case estive sono piene di ospiti, è quasi impossibile accedervi se non a piedi.
È una passeggiata salutare! Poche decine di metri separano da un panorama che, tolte le macchine e le case con relative discariche di rifiuti domestici, è reso sereno dalla intelligente riqualificazione dell'area cassiodorea.

Abbattuto l'ecomostro che ne deturpava il declivio, l'area presenta sbalzi contenuti in barriere ecologiche e i prati rasati e arredati con delle bordure di verde incorniciato dai percorsi in pietra sembrano convergere in una lunga scala che porta nei pressi della scogliera.

Ai margini dell'area attrezzata, i resti di una antichissima costruzione che gli studiosi indicano come il mausoleo del nobile Cassidoro e denominata “chiesetta di S. Martino” soffrono di un abbandono cronico, storico quanto le vasche del Monaco Filosofo fondatore del monastero Vivariense che, tra preghiere e contemplazioni, sfruttando gli anfratti naturali della roccia marina e la conformazione dell territorio seppe trarre sostentamento per se e la comunità lì raccolta.

Alzando lo sguardo, una striscia di terra penetra il golfo di Squillace: è Catanzaro Lido. Anch'essa sonnacchiosa aspetta il brulichio estivo.

Anche questa è cultura!

martedì 23 aprile 2013

47 o cazziatone, inizia la terza Repubblica

Giorgio Napolitano, il grande saggio.
Tra il serio e il faceto non ci si può esimere dalla rilettura della cronaca degli ultimi avvenimenti politici e raccontarla come potrebbe apparire agli occhi di una ipotetica platea di giocatori amanti della smorfia. ( e se no che bel paese saremmo noi che siamo cresciuti con la cultura dello sberleffo a volte anche con irriverente ma, sempre benevole e alla luce del sole, magari mordicchiando una pizza al suono del mandolino)

La rilettura dei fatti è salutare.
Potrebbe diventare una risorsa, non solo per chi gioca ma anche per chi fa satira e sdrammatizza le negatività del momento con una fragorosa risata.
E cosa non di poco conto rimpinguare le casse dello Stato che è il massimo gestore delle lotterie, e chissà che non ne abbia a beneficiarne anche il popolo spettatore.

Ripercorrendo la cronaca di ieri è obbligatorio iniziare con un bel 47, o cazziatone. Quanti l'avranno giocato al lotto questo numero che, secondo la smorfia, corrisponde al rimprovero, dopo aver ascoltato l'energico intervento che il Presidente Napolitano ha riservato ai grandi elettori riuniti ad ascoltare il suo discorso di reinsediamento alla presidenza della repubblica?

E come non giocare il 16, (o culo) di chi ha vinto una partita sbagliata che si pensava persa? E il 19 a resata, la risata liberatoria di quanti si sono spellati le mani ad ogni cazziatone del Presidente che cadeva come una mannaia sulle teste di quanti volevano autoassolversi?, associato al 20, la festa che hanno fatto al Presidente mentre li cazziava tutti, pari pari.

Ma siamo buoni e non vogliamo girare il coltello nella piaga, quindi ci avviamo alla conclusione con un bel 71, l'omm'e mmerd. Senza dimenticare il 39, 'a fune nganno (il cappio al collo) che o viecchio, 53, nel bastonarli tutti (38, e mmazzate) ha posto come condizione ultima dicendo loro:
Comportatevi bene! Fate quello che la Nazione vi chiede altrimenti trarrò le dovute conseguenze e dirò tutto la Paese! (che in termini esplicitamente popolari si potrebbe tradurre con un colorito vi manderò a vaff... per avermi tirato dalla giacchetta inutilmente).

lunedì 22 aprile 2013

Reprimenda di Napolitano, siate seri o me ne vado

aore12
Camera dei deputati, discorso d'insediamento
del Presidente Giorgio Napolitano

Giorgio Napolitano, severo come un buon Padre 


Giorgio Napolitano, che a causa degli avvenimenti ben noti, succede a se stesso, legge il suo discorso alla
Camera.

Interrotto più volte dallo scrosciare degli applausi da una platea allucinante, assurda per i modi che usa nei diversi momenti della vita pubblica. Un’assemblea, che per lo più, estorce o tenta di estorcere consensi e poltrone per se. Ma che Napolitano ha bacchettato aspramente.  

Lo ha detto chiaro: sono costretto qui perché voi me lo avete chiesto, perché vi siete avvitati a tal punto da non riuscire ad andare avanti mortificando il Paese.

È determinato Napolitano. E nonostante la commozione che lo assale in alcuni momenti non esita a rimproverare energicamente quelle parti politiche che lo applaudono ma che si sono comportate scorrettamente durante il tentativo della formazione del governo.

È stato chiaro il Presidente Giorgio Napolitano: resterò finché c’è bisogno di me e finché le forze me lo consentono.
Non sono mancate parole d’incitamento e benevolenza nei confronti dei giovani che siedono per la prima volta in parlamento. Li ha esortati a fare una politica costruttiva per il bene del Paese.
Ha parlato di larghe intese giacché l’obbrobrio della legge elettorale come tante altre riforme che servono al Paese non sono state effettuate.

Ha bacchettato duramente leader e parlamentari che hanno predicato bene ma agito male.
E stato deciso e duro come un buon padre che nell'incitare i figli a far bene e spendersi per migliorare la società non ha esitato a ricordare le promesse fatte da quanti si sono recati da lui col cappello in mano perché le liti intestine rendevano impossibile la formazione di un governo per l’Italia.

Auguri, Presidente, confidiamo ancora in te, nella tua passione e lungimirante lucidità politica. 

Rodotà, illuminante!, replica a Scalfari

Questa la lettera di Stefano Rodotà indirizzata a Eugenio Scalfari che lo aveva pesantemente attaccato per la sua scelta di offrire il fianco al Movimento 5 Stelle. È, più che una lettera, un'analisi puntuale e seria del momento attuale. Un flash che merita di essere divulgato.
Prof. Stefano Rodotà

Caro direttore,
non è mia abitudine replicare a chi critica le mie scelte o quel che scrivo. Ma l'articolo di ieri di Eugenio Scalfari esige alcune precisazioni, per ristabilire la verità dei fatti.
E, soprattutto, per cogliere il senso di quel che è accaduto negli ultimi giorni. Si irride alla mia sottolineatura del fatto che nessuno del Pd mi abbia cercato in occasione della candidatura alla presidenza della Repubblica (non ho parlato di amici che, insieme a tanti altri, mi stanno sommergendo con migliaia di messaggi). E allora: perché avrebbe dovuto chiamarmi Bersani? Per la stessa ragione per cui, con grande sensibilità, mi ha chiamato dal Mali Romano Prodi, al quale voglio qui confermare tutta la mia stima. 

Quando si determinano conflitti personali o politici all'interno del suo mondo, un vero dirigente politico non scappa, non dice «non c'è problema », non gira la testa dall'altra parte. Affronta il problema, altrimenti è lui a venir travolto dalla sua inconsapevolezza o pavidità. E sappiamo com'è andata concretamente a finire.

La mia candidatura era inaccettabile perché proposta da Grillo? E allora bisogna parlare seriamente di molte cose, che qui posso solo accennare. 
È infantile, in primo luogo, adottare questo criterio, che denota in un partito l'esistenza di un soggetto fragile, insicuro, timoroso di perdere una identità peraltro mai conquistata. 
Nella drammatica giornata seguita all'assassinio di Giovanni Falcone, l'esigenza di una risposta istituzionale rapida chiedeva l'immediata elezione del presidente della Repubblica, che si trascinava da una quindicina di votazioni. Di fronte alla candidatura di Oscar Luigi Scalfaro, più d'uno nel Pds osservava che non si poteva votare il candidato "imposto da Pannella". Mi adoperai con successo, insieme ad altri, per mostrare l'infantilismo politico di quella reazione, sì che poi il Pds votò compatto e senza esitazioni, contribuendo a legittimare sé e il Parlamento di fronte al Paese.

Incostituzionale il Movimento 5Stelle? Ma, se vogliamo fare l'esame del sangue di costituzionalità, dobbiamo partire dai partiti che saranno nell'imminente governo o maggioranza. Che dire della Lega, con le minacce di secessione, di valligiani armati, di usi impropri della bandiera, con il rifiuto della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, con le sue concrete politiche razziste e omofobe? È folklore o agire in sé incostituzionale? E tutto quello che ha documentato Repubblica nel corso di tanti anni sull'intrinseca e istituzionale incostituzionalità dell'agire dei diversi partiti berlusconiani? Di chi è la responsabilità del nostro andare a votare con una legge elettorale viziata di incostituzionalità, come ci ha appena ricordato lo stesso presidente della Corte costituzionale? 

Le dichiarazioni di appartenenti al Movimento 5 Stelle non si sono mai tradotte in atti che possano essere ritenuti incostituzionali, e il loro essere nel luogo costituzionale per eccellenza, il Parlamento, e il confronto e la dialettica che ciò comporta, dovrebbero essere da tutti considerati con serietà nella ardua fase di transizione politica e istituzionale che stiamo vivendo.

Peraltro, una analisi seria del modo in cui si è arrivati alla mia candidatura, che poteva essere anche quella di Gustavo Zagrebelsky o di Gian Carlo Caselli o di Emma Bonino o di Romano Prodi, smentisce la tesi di una candidatura studiata a tavolino e usata strumentalmente da Grillo, se appena si ha nozione dell'iter che l'ha preceduta e del fatto che da mesi, e non soltanto in rete, vi erano appelli per una mia candidatura. Piuttosto ci si dovrebbe chiedere come mai persone storicamente appartenenti all'area della sinistra italiana siano state snobbate dall'ultima sua incarnazione e abbiano, invece, sollecitato l'attenzione del Movimento 5Stelle. L'analisi politica dovrebbe essere sempre questa, lontana da malumori o anatemi.

Aggiungo che proprio questa vicenda ha smentito l'immagine di un Movimento tutto autoreferenziale, arroccato. Ha pubblicamente e ripetutamente dichiarato che non ero il candidato del Movimento, ma una personalità (bontà loro) nella quale si riconoscevano per la sua vita e la sua storia, mostrando così di voler aprire un dialogo con una società più larga. La prova è nel fatto che, con sempre maggiore chiarezza, i responsabili parlamentari e lo stesso Grillo hanno esplicitamente detto che la mia elezione li avrebbe resi pienamente disponibili per un via libera a un governo. Questo fatto politico, nuovo rispetto alle posizioni di qualche settimana fa, è stato ignorato, perché disturbava la strategia rovinosa, per sé e per la democrazia italiana, scelta dal Pd. E ora, libero della mia ingombrante presenza, forse il Pd dovrebbe seriamente interrogarsi su che cosa sia successo in questi giorni nella società italiana, senza giustificare la sua distrazione con l'alibi del Movimento 5Stelle e con il fantasma della Rete.

Non contesto il diritto di Scalfari di dire che mai avrebbe pensato a me di fronte a Napolitano. Forse poteva dirlo in modo meno sprezzante. E può darsi che, scrivendo di non trovare alcun altro nome al posto di Napolitano, non abbia considerato che, così facendo, poneva una pietra tombale sull'intero Pd, ritenuto incapace di esprimere qualsiasi nome per la presidenza della Repubblica.
Per conto mio, rimango quello che sono stato, sono e cercherò di rimanere: un uomo della sinistra italiana, che ha sempre voluto lavorare per essa, convinto che la cultura politica della sinistra debba essere proiettata verso il futuro. E alla politica continuerò a guardare come allo strumento che deve tramutare le traversie in opportunità.

Napolitano Giura, e che non siano lacrime per il popolo

L'uomo oculato non aspetta che sia lo spirito di conservazione a dare input per la sopravvivenza della specie ma lo anticipa preparandone i presupposti.

aore12


Gli animali marcano il loro territorio con i loro odori per segnalare ai potenziali rivali che quello è territorio di caccia riservato. E gli uomini, tornando all'animale più intelligente del creato, non potendo pisciare attorno ai loro, chiamiamoli genericamente, “interessi”, s'inventano le caste, gli albi, le professioni, i club, i partiti.

Ma non tutti rientrano nei sistemi associativi appena enunciati. Vuoi per motivi di natura personale o perché indesiderati dal sistema associativo in quanto ritenuti pericolosi per il sistema.

L'uomo non si limita a progettare forme associative più o meno solidali nei confronti del resto dell'umanità. Espande la sua creatività e la mette in pratica per alleviare tensioni e fatiche.
Inventa la ruota. Conserva il fuoco. Inventa motori. Perfeziona leggi. Istruisce discipline.

Inventa tante piccole cose che lo aiutano a stare meglio e comprende che i particolari sono importanti per qualsiasi “invenzione” come la valvola di sfiato.

Nelle pentole a pressione, nelle macchinette per il caffè come in tutte le macchine che lavorano a vapore, se si ottura o funziona male la valvola di sfiato e non si arresta subito il lavoro la macchina scoppia.

Su per giù come succede nella società civile.

Quando il popolo è eccessivamente “incazzato” se non trova rimedi al malessere esplode.

Il compito della politica e delle associazioni dovrebbe evitare che ciò accadesse. Dovrebbe saper governare e ascoltare il popolo. Farlo evolvere culturalmente e non trattarlo in funzione del PIL, dello SPREAD, e di ogni altra invenzione economica finanziaria che crea disuguaglianze mortali.

Negli ultimi decenni la politica non ha saputo governare gli eventi. Inutile stracciarsi le vesti adesso. Gridare al populismo e qualunquismo.
La demagogia è arma di tutti. Sta dentro e fuori le istituzioni.

Grillo è la valvola di sfogo della gente che non ce la fa più a sopportare le disparità sociali costruite dalle confraternite di cui sopra.

Il fenomeno Grillo è la conseguenza dei cattivi governi.

Governanti sordi alle grida di chi ha fame e chiede pane ma ben attenti e glorificare con cavalierati al merito del lavoro chi in nome del lavoro ha fatto scempio di diritti e doveri e mortificato donne uomini e ambiente.

Lo tenga ben in mente questo Napolitano all'atto della costituzione dell'imminente Governo.
Da un ex comunista ci si aspetta equità sociale! E non la nascita di una nuova valvola di sfogo per salvare quel che resta dalle macerie prodotte da una classe dirigente che si è dimostrata inadeguata.

domenica 21 aprile 2013

l'Italia ha detto no, ma loro continuano a ...

aore12
chi ha fatto la Resistenza... ricordi!
Quando, ieri, ho visto i grillini inscenare il sit-in a favore di Rodotà al grido di Presidente con tanto di cartelli alzati fuori da Montecitorio, ho detto immediatamente: so' ragazzi, così ottengono l'effetto contrario e lo bruciano.

E così fu!

Poi, immediatamente dopo il verdetto degli illustri elettori, ai quali, non conoscendo io le motivazioni serie, rimprovero il comportamento politicamente scorretto per la mancata condivisione di uno studioso delle leggi come lo è il prof. Stefano Rodotà, d'altronde usciamo, anzi siamo ancora guidati da un governo di tecnici composto per la maggior parte da illustri professori universitari, quindi, chiedo ancora, quale sarebbe il motivo di tanto ostracismo? Persino il suo collega Monti si è messo di traverso con la proposta Cancellieri.

Successivamente, dicevo, Grillo grida “al colpo di stato”. Va be' è un urlo folkloristico, come i “buffoni” gridati in Aula all'indirizzo dei grillini, ma niente di più.

Chi conosce appena la Carta Costituzionale ed ha buona memoria ricorda che si tratta solo di cattiva educazione e mancanza di rispetto per le regole, anche quelle non scritte!

E come dimenticare il dito alzato del senatur, le intemperanze verbali e fisiche di ministri e parlamentari targati lega nord e genericamente popolo delle libertà. Oppure i ministri che hanno respinto in mare i profughi e i miserabili che tentavano di sopravvivere qui da noi.


Volendo ricordare tutte le “marachelle dei politici che amano definirsi pomposamente classe dirigente”, che ci hanno fatto perdere la faccia e prostrato fino alla bagarre finale, non basterebbe un solo post, perciò vi rimando a quanto già scritto negli anni regressi su questo blog.

Basta un po' di pazienza, navigare col motore di ricerca "cerca tutto" digitando la parola chiave oppure cliccando tra le etichette, ne troverete di tutti i colori

sabato 20 aprile 2013

738 voti Napolitano fa gli straordinari

Superato il quorum un lungo applauso si leva dai banchi degli elettori. Napolitano vince su Rodotà.
Nel Parlamento si levano insulti dall'emiciclo nei confronti degli esponenti del M5S che restano impassibili e non si uniscono all'applauso del resto dell'Aula.
piazza monte citorio, roma

Fuori, in piazza Monte Citorio, contemporaneamente si levano fischi e parole di dissenso.
Ci sono i facinorosi?
Un ragazzo diciottenne dice candidamente di essere lì in quanto elettore del PD fortemente deluso per come si è comportato il suo partito e per non aver capito l'assurda presa di posizione dei dirigenti del pd nei confronti del Professore Stefano Rodotà.

Anche una signora di mezza età, intervistata, risponde così:

Sono stata presente all'elezione di Papa Francesco, quella sera Piazza San Pietro era gremita di gente credente e non credente. Tutti eravamo lì ad attendere il segno del cambiamento. Ed è arrivato!

La Chiesa ha saputo rinascere. La politica no!

Le parole più semplici, dette con estrema tranquillità sono state di una ragazza che si dice delusa da una politica che non ascolta la gente, il popolo, forse perché non è lo stesso che i politici chiamano in ballo quando conviene a loro.

È un golpe? Come dice qualcuno?
No! è un'occasione persa! Un'occasione, che avrebbe potuto riscattare una classe politica inaffidabile e priva di credito. Una casta col pelo sullo stomaco e che tra frasi fatte e molta retorica fa pagare il conto alla Nazione. Sia pure nei crismi della Costituzione.

ANCORA IL VECCHIO RE GIORGIO, GARANTE DELL'ITALIA

O NGUACCHIO




TUTTI A CASA!

È una accozzaglia di persone che non sa più che pesci pigliare. Quella accampata dentro Monte Citorio.

Se poi ricorrono a Napolitano, che ha confermato la sua indisponibilità a ricandidarsi, (ha 87 anni! E giustamente, come Lui ha affermato, è giunto il momento del sacrosanto riposo), per salvare capra e cavoli, vuol dire che non sono all'altezza della situazione.
Quindi, tutti a casa!

Si deve dare ragione a Grillo! E si deve convenire con Vendola. Basta con la vecchia marcia politica. Si salvino le idee sane e si cancellino per sempre quella marce.

ITALIA ASSEDIATA

Inaudito: il pd non appoggia Rodotà perché ex comunista? 

(lo ha detto Leone, pdl)


Bersani, dopo il "tradimento" ha deciso di dimettersi immediate dopo l'elezione del Presidente della Repubblica, è al Quirinale, a colloquio con Napolitano. E mentre scrivo, apprendo che anche Berlusconi, dopo Bersani è a colloquio col Presidente Giorgio Napolitano.

Gli incontri si prestano a più letture ma ognuna può essere smentita dall'altra. Quindi inutile addentrarci.
aula di Montecitorio


Stando ai fatti, nel cortile interno di Monte Citorio, i capannelli dei politici impegnati a cucire alleanze sembrano ghiaccio al sole.

Secondo Antonio Leone, pdl, la candidatura di Stefano Rodotà al Quirinale è sentita dal PD come una forzatura nei confronti di Berlusconi. Per questo motivo PD, PdL, Scelta Civica votano scheda bianca, differentemente da SEL e M5S che vedono nella figura del professore Rodotà il garante super partes.

E mentre i politici cercano di fottersi l'un l'altro il Paese muore. Si suicidano pensionati, disoccupati e imprenditori.

È di poche ore addietro che un uomo di 70 anni si è dato fuoco davanti a un supermercato di Corigliano Calabro in provincia di Cosenza, sembra, per motivi economici strettamente collegati alla sopravvivenza.

Anche Pordenone ha la sua vittima. È un imprenditore tormentato dal problema dei licenziamenti dei suoi compagni di lavoro e di vita che lo hanno accompagnato nella costruzione della sua azienda. Si tratta del mobiliere

Fermo Santarossa, 73 anni, fondatore e amministratore delegato dell'omonimo gruppo industriale che da lavoro a 500 addetti con un fatturato di circa 200 milioni annui, trovato annegato nello stagno della propria villa di Prata di Pordenone.

venerdì 19 aprile 2013

Prodi lascia. C'è Rodotà?

Terremoto nel PD.


Romano Prodi lascia. Rosy Bindi si dimette da presidente del partito.

Sarà per colpa dei numeri della quarta chiama senza il PDL?

Prodi 395, molto meno di previsti dai dirigenti del PD.
Rodotà 214, molto di più dei grillini che l'appoggiano.
Cancellieri 78, 9 in più rispetto ai votanti di Scelta Civica.
D'alema 15.

Prodi in una nota al PD dichiara: “lascio, non ci sono le condizioni.” e aggiunge “chi ha portato a questo se ne assuma le conseguenze”.

È una strategia della "classe dirigente che dirige" oppure è la vittoria del buon senso sull'insipienza che livella e fa giustizia?

SIGNORI, L'INCIUCIO E' SERVITO!

Prodi acerrimo nemico di Berlusconi?

Ma è una corbelleria bella e buona! Possibile che i giornalai nazionali non sanno cos'altro inventare per fare notizia?

Se non ricordo male, quando Prodi vinse e fece il governo, non si scostò di una virgola dal programma avviato dal suo predecessore Berlusconi, e lo testimonino le politiche europee sull'alta velocità, sugli accordi aziendali e sulle grandi opere. Nonché tutte le aspettative che ci si aspettava da un governo di sinistra ma che non hanno visto luce. Anzi, la tassazione e il lavoro sono le scottature che ancora bruciano sulla pelle dei sudditi.
Ed è per questi semplici motivi che allora cadde.

Insomma Prodi proseguiva nelle azioni imposte dal governo di destra infischiandosene delle aspettative degli elettori di sinistra.

Ma quest'aspetto è secondario se si considera l'interesse nazionale che a volte sovrasta l'unità degli intenti politici di destra o sinistra. Tant'è che anche oggi Fassina chiarisce che “essere classe dirigente significa dirigere e non lasciarsi guidare dalla base”.

aore12
Stefano Rodotà
Giusto! Ma Fassina o chi per lui dovrebbe anche spiegare agli elettori, al popolo della sinistra e a quanti hanno dato loro fiducia col voto e che avrebbero voluto Rodotà al Colle, figura limpida caldeggiata anche dal M5S, perché non è piaciuta a Bersani e alla classe dirigente del PD.

Forse la classe dirigente conosce qualcosa che noi sudditi privi di raziocinio non possiamo immaginare?

Se davvero Prodi avrà la meglio su Rodotà, non so se noi, cittadini non rappresentati da questa classe dirigente, avremo ancora il “diritto di avere diritti”.

Comunque, basta dire stronzate!
È ininfluente fare l'analisi dei voti, dei dissidenti e dei franchi tiratori o tentare voli pindarici per carpire i segreti di Monti che intima la Cancellieri al Colle quale sua espressione per Scelta Civica pena il suo ritiro dal partito.

Se il Pd fosse davvero un partito di sinistra che guarda ai deboli e ne tutela i diritti avrebbe accettato e sostenuto la candidatura del professore Stefano Rodotà.

Domani alle 10 sapremo cosa i dirigenti avranno partorito in nottata e chi sarà il Presidente della Repubblica per i prossimi sette anni, capiremo così il futuro dell'Italia e cosa ci aspetta subito dopo il passaggio di consegne del Presidente uscente Napolitano.

RODOTA' PRESIDENTE! E BASTA TATTICISMI

C'è ancora un senso parlare delle caste e della politica che venera se stessa?

Dalle recentissime eloquenti immagini si è visto con occhi quanto i cittadini hanno sempre saputo e contestato.

I tatticismi della politica sono lontani anni luce dalle esigenze di chi soffre per la perdita del lavoro insieme alla famiglia gli stenti derivanti dalla povertà.

Gli omicidi della politica, questo il vero termine da adottare quando qualcuno si uccide per vergogna o perché è allo stremo, si susseguono e mentre la disperazione avanza nel paese i partiti politici non riescono a eleggere il Presidente della Repubblica.

Eppure, dalla rete sono usciti nomi di tutto rispetto. La gente comune ha espresso preferenze che fanno la differenza tra quanto accade nelle stanze dei poteri e le esigenze vere dei cittadini.

Gabanelli, Strada, Rodotà! Ma anche Prodi e molti altri che non godono di fama riflessa dai mass media fanno la differenza qualitativa nei confronti di una classe politica allevata a strategia e inciuci.

Non è più tempo di machiavellici compromessi! 
chist' è ammico amme! (questo è amico mio)

giovedì 18 aprile 2013

a nostra insaputa, ci HANNO COPIATO!

Per tutti i copioni, siate più oculati e rispettosi del lavoro altrui

Da qualche giorno si è notato un calo di visite.

Ecco svelato l'arcano: digitando svogliatamente su Google aore12, con sorpresa, trovo dei link che portano a siti diversi dal mio blog ma con le stesse notizie e opinioni dei post pubblicati su aore12.

È chiaro che come amministratore del blog sono lusingato, però c'è un però.

A parte che non c'è nessun indirizzo mail dove poter scrivere le proprie rimostranze in merito, ed è per questo motivo che scrivo ai signori di cocomind sul mio blog per dire loro di non farlo più nei termini fin ora adoperati.

Ripeto, sono onorato, anzi onorati visto che si scrive a più mani, ciò non toglie che una cosa è estrapolarne un pezzetto, citare chi lo ha scritto e allegare un link di rimando alla fonte. Anche perché, spulciando nel sito ho avuto la sensazione che loro ci guadagnino qualcosa sul lavoro degli altri. Mentre chi ha realizzato il pezzo non riceve nessun beneficio o gratificazione giacché nulla rimane sul blog a testimonianza del copia e incolla fatto da cocomind in totale elusione dei principi di salvaguardia del copyright 

Garzie a coco & mind per "la mirata lusinghiera" attenzione prestata al nostro blog che senz'altro eviterà di riproporre ai suoi lettori un vergognoso copia e incolla all'insaputa dei diretti interessati e rispetterà il lavoro intellettuale altrui! 

Sia ben chiaro: il web è libertà, ma un conto è essere liberi di scrivere le proprie idee e un altro “rubare” e prendere in prestito all'insaputa degli autori.


mercoledì 17 aprile 2013

Arte Contemporanea, Saatchi sponsorizza Mueck

QUANDO CHARLES SAATCHI FA LA DIFFERENZA.


ron mueck


È risaputo. Il mondo dell'arte e il suo sottobosco è strapieno di gente che gioca con la creatività ma solo pochissimi emergono e quei pochi che ci riescono, oltre agli inopinabili meriti personali, devono ringraziare qualcuno che ha creduto in loro, li ha affiancati e portato per mano nei circuiti consacrati all'Arte.
Personalmente non credo ai colpi di fortuna. Credo, piuttosto, alle strategie messe in campo dai cerimonieri culturali. Alla benevolenza dei mass media e alla loro forza persuasiva.
Da sempre, nonostante le chiarissime teorie di Emile Zola in merito alla valenza di un'opera, in pittura e nelle arti in genere, il profano è mischiato al sacro, lo contamina fino a fagocitarlo.

È come nelle comuni attività sociali: chi sa vendere bene la propria merce fa progressi nell'immediato e chi investe patrimoni vuole vederli crescere, a prescindere dal valore reale. In seguito, forse, il tempo e l'emancipazione riusciranno a fare luce.

Non sta a me dire cosa è o determina un prodotto culturale e cosa lo fa assurgere ad opera d'arte.
Ci sono trattati curati e ragionati da perfetti luminari e chi ancora non ne ha consultato almeno uno è sempre in tempo per farlo.


A volte si cita l'iperrealismo, si parla di scultura, si enfatizzano misure e perfezionismi maniacali. Tutte cose che fanno “impressione” sul pubblico. Effetti speciali che lasciano a bocca aperta quanti non conoscono le tecniche di costruzione dei giganti costruiti per i racconti di celluloide.

Mueck è definito dalla critica ufficiale artista iperrealista.

Esordisce come artista nel '97. Realizza, con silicone crudo, un manichino che emula un uomo morto al quale dà il titolo: “Dead Dad” “papà morto”.

I lavori di Ron Mueck raffigurano la forma umana e la ritrae nei momenti più intimi, isolati, decontestualizzati e, perciò, vulnerabili.
L'approccio, può inserirsi, se proprio si vuole dare valore all'azione, nel contesto dada piuttosto che iper o surrealista. Iper descrittivo di corporeità che non mancano di descrivere momenti quoridiani amplificati nelle proporzioni.
Corpi siliconici vestiti con i sentimenti dell'umano, smorfie di dolore o di paura, riprodotti in grandezze esagerate per esaltarne i particolari.

rivisitazione dgt di un libero pensatore (sensazioni)
Chi li osserva, superato un primo senso di meraviglia e stupore, probabilmente si sentirà un lillipuziano al cospetto di Gulliver. Tanti Gulliver immobili, ignari di essere osservati e indagati nei momenti più intimi. Qualcuno sarà anche assalito da melanconia, proverà imbarazzo o vergogna per aver invaso la privacy degli innocui giganti di silicone.

Mueck è uno degli artisti più richiesti nel panorama contemporaneo; apprezzatissimo soprattutto da quando le sue opere sono commissionate da Charles Saatchi (fondatore della Saatchi & Saatchi, la più importante agenzia pubblicitaria del mondo).

Democrazia Genuflessa

courtesy Mario Iannino©
tra spread e pil. -da Mueck, cit. digitale courtesy M. Iannino-




Prima ci hanno drogati con la pubblicità, ci hanno detto che potevamo comprare ogni cosa prodotta dall'industria immessa sul mercato. Ci hanno fatto credito. Hanno inventato le cambiali; i pagamenti a breve, media e lunga scadenza. Le carte di credito e i bancomat.

Ogni traguardo sembrava raggiungibile. Ci è sembrato possibile addirittura farci un'opinione e poterla esprimere.

Abbiamo lottato per i diritti Costituzionali. Abbiamo creduto nel diritto alla Vita!
Abbiamo lottato per la cultura!

Ma messi in standby non appena le caste hanno avvertito il brivido della folla trasformarsi e diventare rabbia con le marce su Roma. E nulla, oltre alle vuote parole di sempre, la classe dirigente, ha prodotto.

Niente spartizione solidale. Niente lavoro. Nessun sogno!

Si naviga a vista, con qualche residuo guizzo di autentica dignità, nel mare apatico della quotidiana telenovella resa soporifera dalle ignobili appendici del potere arroccato in difesa delle ricchezze tolte all'altro.

Questo stato di cose si chiama: democrazia genuflessa.

In barba ai fulgidi esempi delle persone illuminate, il popolo non è Sovrano! Il popolo (ignorante) è reso schiavo di sé stesso.

martedì 16 aprile 2013

Gabanelli Presidente, tutta colpa dei media?

aore12
la classifica delle quirinarie del M5S
Secondo il M5S gli iscritti del movimento che hanno votato via web alle quirinarie pare abbiano optato per la Gabanelli. E questo la dice lunga sull'attenzione che i grillini pongono a temi sociali così importanti, seri e delicati per la vita dell'Italia qual è la Presidenza della Repubblica.

Ottima e scrupolosa giornalista, Milena Gabanelli, diventata nota al grande pubblico grazie al programma d'inchiesta televisiva che ha l'ardire di sciorinare al sole i panni sporchi di quanti, dirigenti o politici, dovrebbero governare il Paese e invece gestiscono il potere e i soldi pubblici secondo criteri discutibilissimi.

Ovviamente, la giornalista, da persona colta , si dice “commossa e onorata” e quando sarà interpellata dirà la sua in merito alla candidatura al Colle. D'altronde, che attinenza ci può essere tra una brava professionista affiancata da una troupe di altrettanti validi giornalisti con le qualità richieste per coprire l'incarico più alto della Repubblica?

domenica 14 aprile 2013

Vendola, custode della pace e garante del lavoro al Colle

È sufficiente una leggera pressione per entrare in mondi e culture differenti. Per fare questo non bisogna
aore12
Nichi allo specchio
conoscere i misteri della prestidigitazione, essere maghi o capitani nella stanza dei bottoni.

Basta possedere una scatolina magica conosciuta come tv, televisione o pc, personal computer, tablet o android, quindi, uno stipendio per poter pagare un canone e avere accesso alle notizie che i mass media diramano.

E per quanto concerne la qualità delle notizie?
Beh, per quanto concerne la qualità devi affidarti alle tue conoscenze, alla tua sensibilità, alla tua cultura e a come intendi il rapporto con gli altri.

Oggi, dopo aver assistito a un discreto giornalismo e apprezzato il pensiero politico schietto di Nichi Vendola, ospite in “mezz'ora” di Lucia Annunziata, e al suo parlare forbito, nonostante l'insistenza della conduttrice sulla metafora di Enea che fugge da Troia portandosi il padre Anchise sulle spalle, adottata dal leader di SEL per spiegare il cambiamento politico-sociale, la distruzione degli steccati ideologici e la volontà culturale che deve sorreggere il nuovo corso della politica e i dirigenti dei gruppi parlamentari nell'andare incontro alle nuove esigenze che tutti noi abbiamo, ma intesa dall'Annunziata come un'alleanza viscerale tra Vendola/Enea che lascia sel per ritornare in casa PD e traghettare e il segretario, Bersani/Anchise, verso nuove sponde così da formare un governo nuovo ma non di larghe intese, non certo con Berlusconi e il PDL che hanno saputo dividere parlando alla pancia del popolo e fregandolo.

Per Vendola, quindi, niente larghe intese con chi ha portato l'Italia alla rovina e nessun accordo per designare la massima carica della Repubblica! E dopo aver ricordato le urgenze e i conflitti, così risponde a Lucia Annunziata che lo incalza per farsi dire un nome per il Colle:

“Serve un custode della pace che ridia dignità al tema del lavoro Specie in questo momento dove torna il rischio di "una guerra nucleare", serve una figura in grado di far tornare in campo la vocazione pacifista del nostro Paese sancita dall'articolo 11 della Costituzione. Altra caratteristica del nuovo inquilino del Colle deve essere quella di ridare dignità al tema del lavoro togliendolo dalla condizione di vassallaggio nel quale è precipitato in questi anni.”

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