Intime navigazioni
installazione, assemblaggio
![]() |
"courtesy mario©iannino" |
saggio introduttivo curatoriale che accompagna e dà voce all’installazione “Navigazioni Intime: Sogni in Pressione”, in un intreccio tra poetica e denuncia, memoria e metafora visiva:
Navigazioni Intime: Sogni in Pressione
Installazione di barchette, pipette, sogni e verità distillate
Nel tempo della guerra spettacolarizzata e della diplomazia anestetizzata, questa installazione si propone come un gesto minimo e radicale: un assemblaggio di fragilità che resiste, una flottiglia di carta che sfida l’oceano dell’ipocrisia.
Le barchette di carta, sospese dentro pipette da clistere, non sono giocattoli né reliquie. Sono veicoli di sogno e di denuncia, contenitori di desideri compressi, di memorie intime, di parole negate. Ogni pipetta diventa un’ampolla di verità, un distillato poetico che attraversa il corpo e la coscienza.
Questa flottiglia non naviga verso Gaza, ma verso ogni luogo dove la verità viene censurata, dove la compassione è derisa, dove la barbarie si traveste da sicurezza. Le barchette evocano la Flotilla Freedom, ma qui non portano aiuti umanitari: portano sogni umani, testimonianze invisibili, resistenze silenziose.
Il materiale medico — pipette, clisteri, contenitori — viene sottratto alla sua funzione originaria e trasformato in metafora del controllo, del trauma, della cura negata. È il corpo che parla, che sogna, che si ribella. È il corpo che ricorda.
Ogni elemento dell’installazione è accompagnato da un frammento poetico, una voce che emerge dal liquido, dal vetro, dalla carta piegata. Sono parole che non chiedono permesso, che non cercano consenso, ma che squarciano il velo della retorica, come vele che si strappano nel vento della verità.
Questa opera curatoriale non offre risposte, ma domande distillate. Non cerca lo spettacolo, ma l’intimità del dissenso. È un invito a guardare dentro — dentro le pipette, dentro le barchette, dentro noi stessi — e a riconoscere che anche il sogno più fragile può navigare controcorrente.
![]() |
“Rotte di carta, vele di verità”
Navigano barchette fragili,
non per gioco, ma per giuramento.
Sono sogni piegati a mano,
con dentro il sale di chi non ha più mare.
La flottiglia non è solo legno e tela,
è carne che sfida il silenzio,
è voce che attraversa le acque
dove i governi galleggiano sull’ipocrisia.
Mentre Netanyahu orchestra la barbarie
con droni e fuoco,
le rotte umanitarie diventano bersagli,
e chi porta pane viene chiamato terrorista.
I governi che si dicono neutrali
indossano maschere di assistenza,
ma sotto il trucco c’è il complice,
c’è il calcolo, c’è il commercio.
La flottiglia è un bisturi nel ventre della menzogna,
una vela che squarcia il cielo diplomatico,
una pipetta che distilla sogni resistenti
nel corpo malato della geopolitica.
... barchette sospese, sogni distillati, nelle pipette, contenitrici di verità negata. ...
Commenti
Posta un commento
LA PAROLA AI LETTORI.
I commenti sono abilitati per chiunque passa da qui, si sofferma, legge e vuole lasciare un contributo all'autore del post.
ATTENZIONE! Chi commenta i post del blog è responsabile di quanto scrive. Pertanto non è prevista nessuna moderazione o censura ai commenti salvo evidenti illiceità.