venerdì 29 marzo 2019

Notizie dal passato

Amo conservare i giornali ed è così che mettendo ordine tra gli scaffali ho potuto rileggere una copia de “la Repubblica” del 2012. in quel tempo governava Monti. Non nego che nutrivo una certa fiducia in lui. Forse poteva esserci il giro di boa che tantissimi italiani aspettavamo dopo i ripetuti scandali e le promesse d'intenti dei politici di cambiare aria e fare pulizia nei luoghi preposti al governo della nazione. Anche i vescovi avevano dato il loro beneplacito.



Il prof. nel suo programma prometteva cambiamenti epocali rivoluzionari che ancora stiamo aspettando. Tra queste: la tassazione ai grandi patrimoni, la riforma elettorale, il taglio dei fondi ai partiti e il reddito minimo ai cittadini italiani.

Il resto è cronaca contemporanea. Storia di tutti i giorni che si ripete ininterrottamente nonostante la sfiducia e lo sconforto comune dei cittadini contro i personaggi che occupano indegnamente i posti di comando.

La fiducia è una cosa seria; una condizione da raggiungere malgrado l'inciviltà dei costumi correnti, un legame indissolubile tra i diversi gradi dello Stato e i cittadini. Ed è per questo che si auspica la rinascita culturale senza la quale nulla cambia. Non quindi attenzione ai numeri, allo spread, ai conti delle banche e delle aziende attente ai capitali economici. ma aperture mentali verso i deboli bisognosi di cure e accoglienza.

giovedì 28 marzo 2019

Pensieri in rete

Se sospendessimo per un attimo i pensieri, nonostante le ambagi e gli affanni quotidiani, il mondo assumerebbe connotati nuovi, positivi.

Il male non lo vediamo. Non esistono brutture e cattiverie. E siamo tutti inclini al bene. Proprio come quando siamo difronte ad un caro estinto, parente, amico o semplice conoscente, tendiamo a parlarne bene. Soffochiamo i ricordi negativi, se anche fosse stato in vita avaro, è stato altruista e sempre propenso ad aiutare il prossimo.



Amante del bello. Cultore di armonie e instancabile ricercatore d'arte. … eppure, per amore di quell'onestà tanto osannata, ma sottaciuta per l'occasione, forse qualcuno osa e sommessamente ci ricorda quanto siamo condizionati dalla materia. Quella materia che ci sostiene e condiziona l'esistenza della maggior parte di noi e che ci fa chiedere un compenso per i servigi prestati anche nel campo poetico delle arti che dovrebbero, se considerate davvero alta espressione della bellezza, vivere di vita propria.

Purtroppo no. Non è così!

La realtà è ben altra. Ed è per questo che i poeti creano mondi virtuali impenetrabili. Realtà incomprensibili per la grettitudine dei pseudo cultori del bello schiavi del profitto soggiogati dalla legge del mercato. E smaniosi di raggiungere successo fama potere.

solo per palati fini

Leccornie di Alta cucina.
Altissima arte culinaria servita su vassoio dorato: Lumache e lecca lecca.

Escargot & chups.
high culinary art in gilded tray painting. Haute cuisine: snails and candies
Alta cocina: caracoles y caramelos.

Lumache e lecca lecca.
high culinary art.
versi in pittura

martedì 26 marzo 2019

Triglie di fango o scoglio? ecco le differenze

Qual'è la differenza tra la triglia di scoglio e quella di fango?
Vi sono delle differenze che ad un occhio esperto non sfuggono ma chi va per la prima volta al mercato o sulla banchina tra i pescherecci con l'intenzione di comprarle fresche, a km zero come si suol dire, può capitargli di essere buggerato da qualche pescivendolo scaltro.


Le differenze, dicevo, sono strutturali. La triglia di fango, si chiama così non perché sta in mezzo al fango.

Spesso si cade in confusione parlando di questi mullidi, cercando giustificazione in base all'ambiente che abitano. Ma non è sempre corretto!

I caratteri che permettono la distinzione sono i colori: Nella triglia di scoglio la colorazione è bruno-rossastra con una serie di bande giallo dorato sia lungo i fianchi che sulla prima dorsale. La triglia di fango non ha queste bande colorate e le pinne sono spesso incolori.

Altro carattere da cui differiscono le due triglie è la bocca. Nella triglia di scoglio è piccola e protrattile, nella triglia di fango invece la bocca è terminale, tagliata orizzontalmente e poco protrattile.
La differenza al mercato è ancora più importante: le due specie hanno prezzi differenti e spesso sono vendute impropriamente una per l’altra.
E non è una sciocchezza!
Le due specie hanno costi completamente differenti. I prezzi al Kg per la triglia di scoglio e per la triglia di fango direttamente dal sito ismea sono questi:
La triglia di scoglio catturata in zona FAO 37 (mar mediterraneo), di taglia al pezzo compresa tra i 200 ed i 400 g ha un prezzo, ad oggi, compreso tra i 15 ed i 25 € al Kg invece la triglia di fango di pezzatura da 100-200 g ha un prezzo nettamente inferiore: tra i 5 ed i 10 euro euro al Kg.

domenica 24 marzo 2019

Ragazzi, sempre

Ragazzi. Esserlo è una questione anagrafica? Oppure è una sorta di stato mentale che nonostante il tempo e le legnate subite, (quindi: delusioni per i risvolti sociali e i tradimenti degli ideali di chi sostiene di parlare per te dalla “rivoluzione studentesca e operaia” ad oggi), ti fa sentire ancora vivo? Pronto a spendere, nonostante il marciume giornaliero testimoniato dai mass-media, energie fisiche e mentali nel tentativo di scongiurare la deriva intellettuale a cui sembriamo essere inesorabilmente destinati viste le teorie strumentali, usate dai capipopolo imperniate sui nazionalismi, tendenti al razzismo, forti della paura popolana dettata dall'autoconservazione giacché, una dopo l'altra, sono crollate le tutele e l'assistenza sociale ai più deboli?


venerdì 22 marzo 2019

Gratteri o Oliverio chi ha ragione?

Gratteri ha toppato?

Se per Mario Oliverio dopo il responso della Cassazione è iniziata la primavera è logico pensare che le accuse mosse a suo discapito non erano fondate. O, perlomeno, non avevano quel carattere estremamente fuorilegge che l'inchiesta gli aveva incollato addosso.

«È finito un lungo e freddo inverno. È arrivata la primavera. Verità e onestà non si calpestano», ha scritto Oliverio sul suo profilo Facebook. «La forza della giustizia si unisce a quella della verità. Non ho mai tradito la fiducia dei calabresi. La mia azione di governo è stata sempre ispirata all'affermazione della legalità e ai valori dell’onestà e della lealtà, necessari per il riscatto di questa terra ingiustamente segnata e martoriata, ma per la quale vale la pena battersi anche a costo di sacrifici estremi. Ringrazio quanti mi sono stati vicino, a partire dalla mia famiglia e dai miei cari, e i tantissimi cittadini che non sono stati mai sfiorati dal dubbio».
Quindi, c'è qualcosa che non funzione nell'inchiesta e nella giustizia in generale.
Ricordiamo che:
La Direzione distrettuale antimafia aveva riscontrato illeciti e irregolarità per gli appalti relativi all'ammodernamento dell'avio superficie di Scalea e degli impianti sciistici di Lorica. E considerato il ritardo del completamento di piazza Bilotti a Cosenza un «tornaconto politico». Coinvolti tecnici, funzionari regionali e un imprenditore ritenuto vicino al clan di Cetraro, ma per il quale è decaduta l’aggravante del metodo mafioso contestata dai magistrati inquirenti.

Le motivazioni saranno rese note tra un mese. Intanto la cronaca si nutre di supposizioni e illazioni ed i cittadini qualunque non sapranno a chi assegnare, parafrasando Trilussa, il trofeo della "lumachella". Per il momento il vassoio dorato della vanagloria rimane in sospeso (non se ne abbia a male nessuno. vuole essere soltanto una ingenua e ilare battuta per concludere una opinione che, dati i risvolti, sembra avere del grottesco). Lalumachella sta in attesa, e noi sapremo, forse tra qualche tempo chi avrà lasciato una traccia indelebile nella storia effimera.



martedì 19 marzo 2019

la legge del mare

Fuori le mura del porto oltre i bracci di cemento il mare è gonfio. Il peschereccio placido entra nel grembo marino da poco restaurato. I pennelli di cemento proteggono dalla furia degli elementi pescherecci e pescatori che, tra le acque calme, scaricano il pescato.
Sulla banchina c'è ancora qualche marinaio e un discreto andirivieni di curiosi che sbirciano nelle stive.

“Questo pesce non è in vendita al dettaglio. È destinato alla ristorazione.” dice un marinaio rivolgendosi ai passanti. Gli avventori scuotono la testa in segno di disapprovazione e mestamente lasciano il molo.

Lo specchio d'acqua piatto e trasparente trasmette serenità nonostante il fragore e gli schizzi che s'intravedono al di sopra dei blocchi di cemento frangiflutti.


È un pomeriggio qualunque qui in Italia. Un pomeriggio di sole. Molti pensionati o presunti tali approfittano per fare due passi, respirare aria iodata e prendere un po' di sole tiepido. Oggi la temperatura è mite. E pensare che solo ieri faceva freddo! E il vento gelava il naso.
Pensa a quei poveretti che sono bloccati al largo. 49, sono 49! Dice un signore al suo compagno di passeggio.
Certo, col mare mosso, costretti su una imbarcazione senza potere approdare in un qualsiasi porto perché qualcuno ha deciso così, non è una cosa che faccia stare allegri.
Il fine giustifica i mezzi?
Non so se Machiavelli avrebbe coniato comunque l'infelice frase se si fosse trovato in un barcone col marchio di migrante tatuato sulla pelle . O se fosse costretto a fare da scudo umano...  Però ancora c'è qualcuno che rispetta e onora la legge del mare:“I migranti sono i benvenuti a Lampedusa”. Questo il commento del sindaco Totò Martello.
Salvi?...ni. mah. ancora non sappiamo...
Intanto i gabbiani volano liberi. E le barche stanno in rada.

venerdì 15 marzo 2019

sulle spalle dei ragazzi

Ancora una volta i vecchi volponi hanno girato la frittata e fatto buon viso a cattivo gioco. E sì!, perché dei danni causati all'ambiente dalle fabbriche, ma più che dal progresso dall'ingordigia degli uomini che stanno a capo delle baracche di cartapesta, hanno dovuto prendersene carico i giovani!

È da qualche giorno che i mass-media coccolano la notizia della sedicenne svedese e del suo impegno a favore dell'ambiente. Greta Thunberg è riuscita a fare scendere in piazza i ragazzi di tutta l'Europa per dire basta agli inquinamenti e alla salvaguardia dell'ambiente.

sulle spalle dei ragazzi
"sulle spalle dei ragazzi"


Questa è senza alcuna ombra di dubbio una sonora sconfitta per i vecchi e per tutti noi che abbiamo permesso il degrado dell'ambiente attraverso il depauperamento delle materie prime e la loro trasformazione indiscriminata allo scopo di creare benessere e ricchezze per pochi.

Chi ci ha governato ha prestato il fianco abtorto collo. D'altronde c'era il ricatto sociale: lavoro o disoccupazione!
Ma quando l'inquinamento indiscriminato e criminale (ma remunerativo per i vertici aziendali, perché preservare e munire le fabbriche di sistemi efficaci per la depurazione e il trattamento dei fumi e delle scorie prodotte dal ciclo di lavorazione è costoso) è causa di malattie e morti a chi serve il lavoro?

Lo sapevamo tutti! Ci ha multato anche l'Europa. Eppure doveva incazzarsi una ragazzina per alzare il polverone e porre sotto i riflettori il problema ambientale che noi abbiamo fomentato giorno dopo giorno. E se lei è riuscita a smuovere le coscienze significa solo una cosa: siamo degli inetti. Inutile proporla per il nobel. Facciamo un mea culpa sentito. Pensiamo prima alle conseguenze dei nostri famelici intrecci affaristici senza lasciare che il tempo passi e demandare il problema sulle spalle delle generazioni future.  

martedì 12 marzo 2019

Prospettive future per i giovani

È nato un bambino. Poverino!, ha già un debito di 35milioni di lire... Questo di diceva nella prima repubblica. Però, in compenso il nuovo nato poteva sperare nella scalata sociale. Sì, perché lo Stato ancora garantiva alcuni punti fermi sanciti nella Carta della Repubblica Italiana.
Il diritto allo studio per i meno abbienti e la possibilità di salire qualche gradino della scala sociale grazie alla preparazione e alle attitudini dei singoli cittadini.
Insomma, quello che adesso è sotto la voce “meritocrazia”, altra parolaccia coniata dal politichese ma che difficilmente è attuata davvero.

"In Europa"
Riepilogando: i nuovi nati erano sì gravati da un debito pubblico che contagiava la collettività ma avevano un futuro possibile da fare proprio. C'era chi aspirava alla libera professione, dottori, avvocati, ingegneri ma anche parrucchieri, sarti, calzolai, estetiste. Sbocchi aperti a chiunque!

E oggi?

Oggi ci sono altre regole da rispettare!
Il diritto allo studio è solo sulla carta. E i mestieri non sono spendibili sul mercato se appresi nelle botteghe dei “mastri” maestri artigiani. Serve una qualifica, un attestato rilasciato da uno dei tantissimi corsi professionali istituzionalizzati dai sistemi e dagli organismi locai regionali e statali.

E i nuovi nati? Trovano ancora il debito pubblico ad attenderli ma non la fiducia del futuro. Le nuove mansioni richieste dal mercato del lavoro vedono i lavoratori ridotti a semplici numeri sottopagati e per niente tutelati. In compenso, se sono davvero poveri, vivono da soli con un reddito ISEE da fame, insomma al limite dell'indigenza, raggiunta la maggiore età possono provare ad accedere al reddito di cittadinanza. ...

sabato 2 marzo 2019

Sogno l'Europa solidale di Altiero Spinelli

Le parole di Altiero Spinelli da qualche giorno mi tornano in testa. E mi inducono a rileggere il manifesto di Ventotene scritto insieme ad altri prigionieri politici confinati dal regime fascista. Sorprende la sua lucida analisi sul federalismo degli stati uniti d'Europa che a distanza di anni risultano essere di estrema attualità e in alcuni momenti persino rivoluzionari. È rivoluzionario il modo di intendere l'essere umano al centro della vita sociale e culturale non solo dell'Europa.

Il suo pensiero antinazionalista è da studiare e prendere ad esempio, divulgarlo tra i giovani e quanti sembrano avere dimenticato o disconoscono la storia del ventennio oscurantista.

L'Europa di Alterio Spinelli è la mia. La nostra! Un'Europa solidale che guarda ai singoli non come sudditi ma cittadini attivi. Donne e uomini portatori di cultura e non numeri o merce sui quali lucrare.

Confido che questa Europa solidale nasca al più presto perché “Le baracche di cartapesta non resistono a lungo”.

“Oggi si cercano e si incontrano, cominciando a tessere la trama del futuro, coloro che hanno scorto i motivi dell’attuale crisi della civiltà europea, e che perciò raccolgono l’eredità di tutti i movimenti di elevazione dell’umanità, naufragati per incomprensione del fine da raggiungere o dei mezzi come raggiungerlo. La via da percorrere non è facile, né sicura. Ma deve essere percorsa, e lo sarà! (Spinelli – Rossi)”

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