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Un po' di storia dell'arte

  riflessioni Cammino tra le strade di una città che sembra aver dimenticato il peso della memoria. I muri, un tempo custodi di voci e colori, oggi sono lisci, levigati, pronti a ospitare pubblicità effimere e messaggi di consumo. Eppure, sotto quella superficie, pulsa ancora la forza dell’immagine narrante: la pittura che racconta, che denuncia, che resiste.  

Collisioni

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 Estetiche della dissonanza nel (rifiuto) ricomposto Tra armonie e dissonanze cromatiche si celebra la Bellezza . L’idea della Bellezza è fuorviante se si ha davanti agli occhi e nella testa la concezione del bello classico come descritto e studiato sui testi scolastici. La narrazione per immagini aveva senso nelle epoche storiche in cui l’analfabetismo era situazione comune nel popolo.

Empatia e rottura

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  Dal brut al polimaterico "part. J'accuse." L’arte come etica del margine: due visioni a confronto. Ci sono incontri che non si cercano, ma che accadono come rivelazioni. Il mio cammino nell’arte ha incrociato due figure che, pur distanti per tempo e geografia, parlano la stessa lingua dell’anima: Jan Dubuffet e Mario Iannino. Il primo mi ha raggiunto per caso, come una voce che risuona nel silenzio e apre varchi inattesi; il secondo è emerso come eco familiare, un compagno di pensiero che da tempo camminava accanto a me, invisibile ma presente.  Entrambi hanno fatto dell’arte un gesto di ascolto, un atto di resistenza, una forma di cura. In loro ho riconosciuto una tensione comune: quella di restituire dignità alle voci marginali, di cercare il senso nelle pieghe del non detto, di creare non per apparire, ma per comprendere. Il mio incontro con loro ha segnato l’inizio di un percorso che, pur non programmato, sembra scritto da una necessità profonda: quella di dare ...

J'accuse

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 "Chi osa intrappolare i sogni? La domanda è retorica giacché si conoscono mandanti, esecutori e metodi. Lo si evince dalla composizione polimaterica che l'operatore culturale Iannino ha realizzato". Testimonianza visiva e denuncia discorsiva La frase iniziale è già un incipit potente, una domanda che non cerca risposta, ma smaschera. E la composizione polimaterica che ha realizzato non illustra, ma accusa . Il bianco e il grigio non sono neutri: sono il gesso tombale del sogno, il calcinaccio dell’ideale sepolto. I frammenti di packaging, le etichette, le tracce del consumo compulsivo non sono semplici materiali: sono prove . Archivi di un crimine quotidiano contro l’immaginazione. Discorsività visiva e retorica etica Mandanti : il sistema che monetizza ogni desiderio, che trasforma l’infanzia in target e la creatività in merce. Esecutori : i dispositivi della ripetizione, i linguaggi pubblicitari, le grammatiche del consenso. Metodi : saturazione visiva, estetizza...

Tricivare: vocabolo affettuoso, inventato

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  Est/etica in atto: una visita all’officina del necessario. Il rapporto tra estetica ed etica, per chi crea con coscienza, non è una scelta ma una condizione. Nei creativi autentici, è un legame indissolubile, una tensione fertile che genera forma e pensiero. Anche Mario Iannino, da sempre seminatore di testimonianza visiva, cerca quell’equilibrio: non come compromesso, ma come crocevia. Oggi gli ho fatto visita. L’ho " tricìvato",  direi così, con questo verbo che mi viene dal cuore e dalla lingua viva, “ tricìvare ”: un vocabolo inventato che sa di visita affettuosa, di osservazione discreta e complice, per aggiungere una nota di testimonianza viva. L'ho trovato intento a lavorare su "est/etica". Era immerso nel gesto, tra cartone, rete, impasto. Non c’era spettacolo, ma concentrazione. Non c’era posa, ma cura. Il polimaterico semitombato prendeva forma sotto le sue mani, come se ogni frammento dovesse trovare il suo posto non solo sulla superficie, ma nella ...

Le necessità. La Necessità

   "riflessione sull’arte come “gioco inutile ma necessario”: L’arte come gioco necessario: tra creatività e resistenza Abstract In un’epoca dominata dalla razionalità economica e dalla logica dell’efficienza, l’arte viene spesso relegata a un ruolo marginale, considerata un’attività superflua, un “gioco” privo di utilità concreta. Questo articolo intende ribaltare tale prospettiva, sostenendo che proprio nella sua apparente inutilità risiede la funzione più profonda e necessaria dell’arte: quella di preservare l’umano, contrastare la distruzione e offrire visioni alternative alla realtà imposta dal potere. Attraverso un’analisi critica e interdisciplinare, si esplora il valore dell’arte come forma di resistenza simbolica e come spazio di libertà creativa.  L’arte e il sospetto dell’inutilità Nel dibattito contemporaneo sul ruolo della cultura, l’arte è spesso oggetto di un paradosso: celebrata come espressione sublime dello spirito umano, ma al contempo svalutat...

Conservare senza celebrare

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La tombatura visiva come pratica di testimonianza La materia come testimone: pratiche di tombatura visiva nel contemporaneo Il presente saggio esplora il concetto di tombatura visiva come pratica artistica e curatoriale che espone, conserva e stratifica materiali poveri e frammenti del quotidiano, senza ricorrere a retoriche celebrative o occultanti. Attraverso un’analisi teorica e una contestualizzazione dell’opera di Mario Iannino, si propone una lettura della tombatura come gesto civile, memoriale laico e dispositivo di resistenza alla logica del consumo e dell’oblio. Nel contesto dell’arte contemporanea, la materia ha assunto un ruolo centrale come veicolo di memoria, resistenza e testimonianza. La tombatura visiva si configura come una pratica che non cerca la sublimazione estetica, ma la persistenza etica del vissuto. È un gesto che espone ciò che resta, stratifica ciò che è stato, conserva ciò che rischia di essere dimenticato. A differenza di pratiche come l’impacchetta...

Tra il mare e il niente

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  Mario Iannino – Assemblaggio polimaterico su cartone da packaging (65x67 cm) L’opera di Mario Iannino si presenta come un assemblaggio polimaterico su cartone da packaging , ma ciò che si rivela al di là della superficie è una narrazione stratificata, complessa, profondamente umana. L’artista non si limita a comporre: egli costruisce un dispositivo visivo che interroga il nostro tempo, le sue ferite, le sue illusioni e le sue speranze. La scelta del cartone da imballaggio come supporto non è casuale. È un materiale povero, transitorio, destinato al trasporto e poi allo scarto. Qui diventa tela, fondamento, metafora di un mondo che consuma e abbandona. Su di esso si stratificano frammenti di packaging , brand riconoscibili , lingue diverse , immagini pubblicitarie : un mosaico del consumismo globale, dove ogni elemento è al tempo stesso familiare e disturbante. Tra questi frammenti emergono due cravatte : una ricavata da un sacchetto di plastica con la scritta Vanity , l’...

Scarti d'identità

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  50x67 Mario Iannino – Scarti d’identità   L’arte come archivio del quotidiano e resistenza visiva Nel lavoro di Mario Iannino, l’ assemblaggio polimaterico diventa linguaggio critico e poetico. L’artista calabrese costruisce le sue opere con materiali di scarto—capsule di caffè esauste, cartoni, etichette, manifesti strappati—trasformando il rifiuto in racconto, il frammento in memoria. La sua è una pratica che affonda le radici nell’ arte povera , ma si distingue per una forte componente territoriale e politica. La Calabria è il fulcro simbolico della sua ricerca: non solo come luogo geografico, ma come spazio identitario, storico e affettivo. Le sagome della regione, gli stencil , i riferimenti ai referendum e alle lotte civiche diventano strumenti di resistenza visiva. L’opera non si limita a rappresentare: interroga, provoca, coinvolge. In una delle sue recenti composizioni più emblematiche, una cravatta di carta arancione attraversa verticalmente la scen...

Navigare tra le forme

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  Testo critico sull’opera “ Navigare tra le Forme ” Tecnica mista su cartone, materiali di recupero In “Navigare tra le Forme”, l’artista Mario Iannino compone un microcosmo poetico dove oggetti comuni— cravatte di carta e una barchetta —diventano protagonisti di una narrazione visiva che sfida le convenzioni. L’opera si presenta come un assemblaggio di elementi apparentemente dissonanti, ma che trovano coerenza in una grammatica estetica fondata sul riuso, sull’ironia e sulla tensione tra ordine e libertà. Le tre cravatte , arrotolate e modellate con cura, evocano il mondo del lavoro, della formalità, dell’identità costruita. Sono simboli di ruoli sociali, di uniformità, ma qui vengono piegate, contorte, rese decorative: perdono la loro rigidità per diventare quasi fiori, segni di una metamorfosi. La barchetta , fragile e infantile, introduce un elemento di rottura. È il sogno che naviga tra le regole, il desiderio di evasione che si insinua tra le pieghe della struttura....

Tra arte, mercato, e visibilità condizionata

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  Arte e mercato: un legame ambivalente L’arte, per quanto si proclami libera e indipendente, è spesso intrappolata in logiche di visibilità, branding e capitalizzazione. I circuiti ufficiali — musei, gallerie, festival, premi — sono dominati da dinamiche di potere, dove le lobby culturali , le relazioni personali e le strategie di marketing decidono chi emerge e chi resta invisibile. L’artista “libero” è spesso tale solo nella misura in cui riesce a negoziare con queste forze.

Strappi su corpi astrali

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  Recensione dell'opera  di Mario Iannino:   "Strappi su corpi astrali"  "Strappi su corpi astrali" è una manipolazione digitale che si muove tra il visibile e l'invisibile, tra la carne e l’energia, tra la lacerazione e la rinascita. L’artista Mario Iannino, noto per la sua sensibilità visionaria e il suo approccio sperimentale, ci propone un’opera che non si limita a rappresentare: essa interroga .  Temi e suggestioni Corpi astrali : L’opera evoca dimensioni extracorporee, dove l’identità si dissolve in flussi energetici. I corpi non sono più contenitori, ma veicoli di memoria e trauma. Strappi : Le lacerazioni digitali sembrano ferite cosmiche, squarci che rivelano ciò che normalmente resta celato. È come se l’immagine stessa fosse stata attraversata da un evento emotivo o spirituale. Manipolazione digitale : Iannino usa la tecnologia non come mero strumento, ma come linguaggio espressivo. Le texture, le sovrapposizioni e le distorsioni creano un se...

Un artista fuori range

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  a tu per tu con Mario Iannino Riprendere, osservare, trasformare: il mio percorso artistico A volte riprendo alcuni lavori che avevo messo a “riposare”. Li osservo e noto che qualcosa non va secondo i miei criteri estetici. Non penso dove sarà collocato il lavoro. Penso che debba soddisfare la mia domanda estetica e di ricerca artistica. Dipingo da sempre, e nei primi anni ’70 ho iniziato a cimentarmi con i colori acrilici sulle tele. Sono passato quindi ai colori ad olio. Ma il dipinto con la base grafica, ad un certo punto, l’esercizio pittorico inteso in senso “tradizionale” non mi soddisfaceva. Ho iniziato una ricerca personale, dapprima sulla figura umana, stilizzandola, e dopo astraendo ogni riferimento figurale. Nel tempo mi sono lasciato catturare dalla natura, la materia, i materiali poveri e di scarto. Li ho “arricchiti” con dei simboli: le barchette di carta, le cravatte di carta, e gli avanzi del consumismo industriale e domestico. Dal pigmento alla testimonianz...

Lettera aperta alla comunità artistica

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  lettera-editoriale per una rivista d’arte. È pensata per essere pubblicata nella sezione “Opinioni”, “Testimonianze” o “Lettere aperte”, con voce poetica e civile, e, contemporaneamente, con una struttura che invita il lettore a riflettere e a riconoscersi. Gentile redazione, vi invio una lettera-editoriale che nasce da un’urgenza civile e poetica. È una riflessione sul ruolo dei creativi marginali, non come outsider, ma come testimoni. Il testo è già disponibile in versione bilingue (italiano/inglese), pensato per la pubblicazione nella sezione “Opinioni” o “Lettere aperte”. Spero possa trovare spazio nel vostro dialogo editoriale. Creativi marginali. Testimoni, non raccomandati Lettera aperta alla comunità artistica Gentile redazione, scrivo da una posizione che molti definirebbero marginale. Ma io preferisco chiamarla testimonianza. Non siamo outsider. Siamo testimoni. Non cerchiamo raccomandazioni, ma risonanze. Non chiediamo visibilità, ma ascolto. Non come prodotto,...

Creativi marginali Testimoni, non raccomandati

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 Artisti ai margini, ma necessari Dichiarazione per chi lavora ai margini del "mercato dell'arte"   L’arte non chiede permesso. Testimonianza da chi resiste fuori dai circuiti È una dinamica frustrante e fin troppo nota: il sistema dell’arte, pur proclamandosi aperto alla ricerca, spesso si chiude in circuiti di relazioni, visibilità e legittimazioni reciproche. E chi lavora con autenticità, fuori dai salotti e dalle strategie di mercato, viene ignorato o rimandato a una newsletter—come se bastasse un algoritmo per cogliere la profondità di un’opera. Questa dichiarazione non nasce da risentimento, ma da necessità. Parla per me, e per tanti altri che non hanno padrini, né gallerie di riferimento, né profili curati da uffici stampa. Parla per chi lavora con serietà, con rigore, con visione. Per chi usa la materia come memoria, il frammento come linguaggio, il gesto come testimonianza. Siamo artisti che non chiedono di essere “scoperti”, ma di essere ascoltati. Che ...

Pingitore, Trapasso e l'Amicizia

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  di mario iannino   Un Reel, una Risonanza: L’Amicizia che Persiste nell’Arte Il reel che Enzo Trapasso mi ha inviato, documentando la sua mostra al San Giovanni di Catanzaro del 2018 , è molto più di una sequenza di immagini e suoni. È una vibrazione condivisa, una risonanza che attraversa il tempo e lo spazio, toccando corde profonde della memoria e dell’affetto. In un frammento fugace, ho intravisto Pino Pingitore , caro amico e artista indimenticabile, la cui presenza continua a vivere nei luoghi dell’arte e nei gesti di chi lo ha amato.

Intime navigazioni

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 installazione, assemblaggio  "courtesy mario©iannino" saggio introduttivo curatoriale che  accompagna e dà voce all’installazione “Navigazioni Intime: Sogni in Pressione” , in un intreccio tra poetica e denuncia, memoria e metafora visiva: Navigazioni Intime: Sogni in Pressione Installazione di barchette, pipette, sogni e verità distillate Nel tempo della guerra spettacolarizzata e della diplomazia anestetizzata, questa installazione si propone come un gesto minimo e radicale: un assemblaggio di fragilità che resiste, una flottiglia di carta che sfida l’oceano dell’ipocrisia. Le barchette di carta , sospese dentro pipette da clistere , non sono giocattoli né reliquie. Sono veicoli di sogno e di denuncia , contenitori di desideri compressi, di memorie intime, di parole negate. Ogni pipetta diventa un’ampolla di verità, un distillato poetico che attraversa il corpo e la coscienza. Questa flottiglia non naviga verso Gaza, ma verso ogni luogo dove la verità viene cens...

L'orgia del potere in arte

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  Ecco una pagina approfondita che riassume e valorizza l’opera L’orgia del potere (1982) di Mario Iannino, integrando curatela critica, lettura poetica e contesto biografico: L’orgia del potere Olio su tela, 50x40 cm  Mario Iannino, 1982  Collezione privata Una tela come grido silenzioso Nel 1982, Mario Iannino realizza L’orgia del potere , un’opera che si impone come gesto di rottura e denuncia. Il volto umano, stilizzato e deformato, si presenta come una maschera grottesca: la lingua protrusa, la lacrima isolata, il naso accentuato, gli occhi assenti. Ogni elemento è amplificato, come se la pittura volesse gridare ciò che le parole non possono dire. I colori — rosa, blu, giallo — si fondono in una materia fluida e inquieta, evocando un’atmosfera onirica contaminata dalla violenza del potere. Il corpo non è più corpo: è caricatura, è frammento, è testimonianza di una perdita. L’opera non cerca la bellezza, ma la verità. È pittura come reazione, come resistenza ...

Arte, relazione e memoria del tempo

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  Mario Iannino –  Incontri  (1978) Olio su tela, 70x50 cm  Proprietà: Collezione Grillo Pagina originale Curatela e lettura poetica: L’opera  Incontri  è un frammento ritrovato, un affetto che riaffiora dopo decenni di silenzio. La tela, con le sue forme fluide e interconnesse, evoca il gesto pittorico come linguaggio universale, come ponte tra sensibilità elettive. I colori tenui e le sagome corporee stilizzate parlano di relazione, di memoria. Mario Iannino – Incontri  (1978) Olio su tela, 70x50 cm Descrizione: L’opera presenta una composizione astratta di forme organiche interconnesse, immerse in una gamma cromatica tenue e poetica: verdi, blu, rosa, gialli e beige si fondono in un equilibrio visivo che suggerisce movimento e relazione. Le sagome, pur non chiaramente figurative, evocano frammenti corporei e gesti, come se la materia stessa volesse raccontare una storia di contatto, di memoria, di trasformazione. Contesto e poetica: Realizza...

Parola negata

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  L’opera trasforma in riflessione visiva e denuncia poetica un malcostume. Il gesto cruento diventa linguaggio, e la materia ferita diventa testimonianza della " Parola negata" nell'opera di Mario Iannino   dalla serie: "Dentro e fuori – causa ed effetti" Delazione gratuita e sadismo sociale In questa composizione, Iannino mette in scena una tensione viscerale tra gesto e materia. Le forbici, conficcate in una massa rossa e pulsante, non sono solo strumento: sono metafora. Tagliano, feriscono, dividono. Ma non lo fanno per necessità: lo fanno per gusto. Il gusto amaro della delazione gratuita, dell’infamia lanciata senza motivo, con indolenza; fango gettato per passare il tempo. La massa rossa, cruda e viva, è l’essere umano esposto. È la carne della reputazione, della dignità, della voce. Il cartone, povero e corrugato, è il contesto sociale: un ambiente che non protegge, ma espone. Un palcoscenico dove il dolore viene spettacolarizzato, e la ferita diven...

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Chi siamo

Abbiamo aperto questo blog nell’aprile del 2009 con il desiderio di creare una piazza virtuale: uno spazio libero, apolitico, ma profondamente attento ai fermenti sociali, alla cultura, agli artisti e ai cittadini qualunque che vivono la Calabria. Tracciamo itinerari per riscoprire luoghi conosciuti, forse dimenticati. Lo facciamo senza cattiveria, ma con determinazione. E a volte con un pizzico di indignazione, quando ci troviamo di fronte a fenomeni deleteri montati con cinismo da chi insozza la società con le proprie azioni. Chi siamo nella vita reale non conta. È irrilevante. Ciò che conta è la passione, l’amore, la sincerità con cui dedichiamo il nostro tempo a parlare ai cuori di chi passa da questo spazio virtuale. Non cerchiamo visibilità, ma connessione. Non inseguiamo titoli, ma emozioni condivise. Come quel piccolo battello di carta con una piuma per vela, poggiato su una tastiera: fragile, ma deciso. Simbolo di un viaggio fatto di parole, idee e bellezza. Questo blog è nato per associare le positività esistenti in Calabria al resto del mondo, analizzarne pacatamente le criticità, e contribuire a sfatare quel luogo comune che lega la nostra terra alla ‘ndrangheta e al malaffare. Ci auguriamo che questo spazio diventi un appuntamento fisso, atteso. Come il caffè del mattino, come il tramonto che consola. Benvenuti e buon vento a quanti navigano ogni singola goccia di bellezza che alimenta serenamente l’oceano della vita. Qui si costruiscono ponti d’amore.

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