mercoledì 31 marzo 2010

amore e creatività


Amore come creazione



La creazione è strettamente correlata alla nascita di qualcosa di nuovo; qualcosa che prima non esisteva; qualcosa che migliora la vita dal punto di vista emotivo e qualitativo.
La figura creativa per antonomasia è la donna fertile che, come madre terra, dà vita a un nuovo essere, lo fa germogliare e lo segue sempre finché ha forza e vita per prendersene cura. Fino a quando non dovrà, lui stesso, il nuovo, essere fruttifico per gli altri. Ma spesso si dimentica il vero senso della vita e qualcuno crea falsi miti, false ideologie e false operazioni culturali che sortiscono in politiche dannose per la crescita intellettuale della comunità.
Infatti, non arrivano buoni esempi dalla società che si riflette nei mass media. Le notizie, ma anche gli spettacolini leggeri evidenziano un solo punto: la supremazia individuale dell’uomo amplificata da chi gestisce il palinsesto. Persino i risultati delle recenti competizioni politiche sono sbandierate ad uso e consumo delle parti: hanno vinto tutti! Tutti hanno ragione!

Il dato reale consiste nell’implosione della politica, del pensiero politico svincolato dalla morale comune e dalla visione ideologica della politica stessa. Una politica che sappia gestire i cambiamenti sociali, le implementazioni tecniche/scientifiche, insomma una classe politica intellettualmente pura al servizio della gente.

martedì 30 marzo 2010

consiglieri eletti regione Calabria 2010


Ecco come si compone l’assise regionale della Calabria dopo le elezioni del 28 e 29 marzo 2010 che hanno decretato la vittoria di Giuseppe Scopelliti, candidato del centrodestra alla carica di presidente.

Il Consiglio regionale della Calabria, è composto di cinquanta seggi, secondo le ultime modifche che regolamentano le leggi di voto regionale, da suddividere tra le coalizioni.

Secondo il sito ufficiale della Regione, che ha gestito direttamente la raccolta dei dati, gli eletti sono:
per Italia dei valori, che sosteneva la candidatura di Pippo Callipo, risultano eletti Emilio De Masi (1.673 voti); Domenico Talarico (4.669) e Giuseppe Giordano (2.279).

Per la coalizione di centrosinistra:
Rifondazione comunista e Comunisti italiani Antonino De Gaetano (8.765) e Ferdinando Aiello (3.958);
Autonomia e diritti: Loiero presidente uscente, Francesco Curcio (2.578), Antonio Vincenzo Ciconte (6.428), Antonio Francesco Rosario Mirabelli (4.374) e Mario Franchino (3.220);
Partito democratico: Bruno Censore (8.164), Francesco Sulla (4.420), Antonio Scalzo (11.109), Peppino Vallone (4.198), Demetrio Battaglia (9.710), Giuseppe Bova (8.770), Nicola Adamo (8.951), Sandro Principe (8.763), Carlo Guccione (7.527), Mario Maiolo (6.320).

Per la maggioranza di centrodestra sono stati eletti:
lista Insieme per la Calabria Giulio Serra (5.878) e Antonio Rappoccio (3.726);
Udc: Alfonso Dattolo (3.484), Francesco Talarico (8.473), Francescantonio Stillitani (3.747), Pasquale Maria Tripodi (10.393), Michele Trematerra (10.729), Gianluca Gallo (5.494);
lista civica Scopelliti presidente: Francesco Pugliano (6.904), Giovanni Emanuele Bilardi (8.123), Claudio Parente (3.946), Candeloro Imbalzano (4.780), Salvatore Magaro' (4.948), Piercarlo Chiappetta (4.072);
Popolo della libertà: Nazzareno Salerno (6.224), Pietro Aiello (10.405), Domenico Tallini (8.773), Salvatore Pacenza (3.399), Giuseppe Gentile (14.310), Antonio Stefano Caridi (11.215), Santi Zappala' (11.078), Francesco Morelli (13.211), Giuseppe Caputo (10.430), Alessandro Nicolo' (8.082), Giovanni Nucera (7.717), Luigi Fedele (7.671), Gianpaolo Chiappetta (7.174), Giuseppe Morrone (6.916), Fausto Orsomarso (6.795).

Giuseppe Scopelliti è il nuovo presidente della Calabria


Qualcosa non quadra: Scopelliti 60% e Loiero 30% in Calabria. Banalissimi numeri che danno contezza della decisione degli elettori di bocciare Loiero e promuovere Scopelliti a presidente della regione. Eppure il capo ufficio stampa di Loiero aveva espresso una previsione positiva che, tutto sommato ci poteva stare viste le difficoltà oggettive esistenti nel territorio calabrese.

L’enorme divario tra i due contendenti lascia intendere che neanche la coalizione ha appoggiato il presidente uscente tant’è che Scopelliti nel ringraziare gli elettori ha enfatizzato la quantità dei voti disgiunti che gli hanno permesso la vittoria incondizionata sull’avversario politico.
L’elettorato(?) ha voluto cambiare, ha acclamato con forza il sindaco di Reggio Calabria a presidente della regione.

Ora non resta che aspettare e vedere se realmente le accuse esternate in campagna elettorale si trasformeranno, nel prossimo futuro, in proposte concrete atte a recuperare i mali che secondo lui avrebbe partorito la cattiva gestione di Loiero e della sinistra.

Buon lavoro Presidente Scopelliti!

lunedì 29 marzo 2010

sfiducia: meno 9% di affluenza alle urne rispetto alle regionali del 2005


La demotivazione, anzi la sfiducia nei confronti degli uomini che hanno gestito la nazione è lampante: meno il 9% rispetto alle regionali del 2005 nella prima giornata elettorale! Oggi alle 15 i seggi saranno chiusi come da regolamento e inizierà lo scrutinio elettorale accompagnato dai soliti caroselli di cifre, priezioni e esternazioni incuranti degli umori reali del paese.

Gli italiani soffrono di un male generato dall’insipienza di chi avrebbe dovuto governare cultura e lavoro, giustizia e educazione, giacché eletti democraticamente tra gli scranni istituzionali o già alla guida d’imprese. Il ruolo, loro assegnato, li rende moralmente responsabili del futuro lavorativo ed economico delle famiglie e dei cittadini che vivono in Italia. È inammissibile per un governo attento alle necessità del territorio lasciare l’assoluta libertà gestionale di aziende ad avventurieri privi di scrupoli che chiudono attività lavorative sane dal punto di vista produttive ed economiche per trasferirle nei paesi poveri così da guadagnare di più grazie al basso costo della mano d’opera e agli incentivi statali che questi governi offrono.

A questo punto è opportuno ricordare che salvo pochissimi casi in Italia nessuno, prendendo come riferimento il dopoguerra, avrebbe potuto fare impresa e arricchirsi senza gli aiuti dello Stato. Tutti, grandi e piccoli imprenditori devono la loro ricchezza a leggi o favori delle lobby che hanno dirottato e impegnato i capitali comuni nelle varie operazioni produttive. Ciò ha fatto sì che crescesse anche l’Italia; ha dato la possibilità a chiunque di sperare nel futuro, fare qualche cambiale per acquisire la macchina o la lavatrice, il televisore, i mobili, accendere un mutuo per comprare casa, ma se manca la certezza del lavoro a che servono gli incentivi statali? Come può la gente procurarsi i soldi per campare?

Sarei veramente grato se i signori della politica rispondessero con i fatti a queste semplicissime esigenze!

sabato 27 marzo 2010

graffiti e lacerazioni: omaggio a Mimmo Rotella

©archivio M.Iannino


Oggi, come non mai, i linguaggi sono veloci quanto il pensiero. Programmare un evento significa correre col tempo, gareggiare con la tecnologia e il mercato globale concepito dai recenti saperi. La pittura, le immagini cinematografiche o televisive sono linguaggi obsoleti se paragonati alla duttilità della rete internet

Infatti, superata la fase progettuale, l’idea divenuta realtà, è immessa nei canali mercantili a completo uso e consumo dell’utenza. In ciò, la pubblicità gioca un ruolo importante, primario nella divulgazione di un prodotto qualsiasi, libro, opera d’arte, scoperta scientifica o un oggetto di uso comune; infatti è d’obbligo impostare una campagna pubblicitaria ad hoc che catturi e invogli la collettività al consumo.

Nel passato si adoperava appieno il disegno e la scrittura per evidenziare le qualità peculiari del bene in questione, attualmente, assistiamo ad una proliferazione effervescente di creatività, mezzi mediatici e ingegno umano, esaltano appieno vantaggi e privilegi spesso disattesi nella praticità quotidiana.

            Anche chi non naviga in internet, vede la tv, ascolta la radio, quotidianamente, è bombardato da un’infinità di messaggi, scritti o associati ad immagini statiche o in movimento.

L’innumerevole pubblicità destinata al grande pubblico, a parte quella televisiva, ha come veicolo preferenziale il muro.

Il muro, tappezzato da affiches canoniche o decorato con le bombolette spray, trasmette un messaggio immediato. Talvolta, si tratta di messaggi commerciali, altre volte politici oppure manifestano, più umanamente, gli impulsi emotivi dei giovani.      
            Negli anni 70, la forma prediletta dei giovani contestatori consisteva nel grafiare, magari con qualche accenno cromatico, un dato politico alla maniera dei murales latinoamericani, oppure ai dazebao (giornale o manifesto a grandi caratteri in uso durante la rivoluzione cinese di Mao).

Le metodiche appena accennate consentirono la trasmissione di pensieri, metafore, assonanze, proteste ma anche oscenità, amore, esibizionismo altrimenti impossibile ai giovani contestatari.
Il muro, diventa, per questi ragazzi, un medium aperto per dissentire o semplicemente imbrattare. Insomma, una superficie “democratica” su cui intervenire al riparo, però, da occhi indiscreti, mantenendo l’anonimato poiché, deturpare o invadere le coscienze altrui con linguaggi a volte violenti è vietato dalle leggi vigenti.
Per cui, la firma, sostituita in un secondo momento dallo pseudonimo, diventa un fattore determinante nell’esternazione di “esistenza e proprietà”, appartenenza al territorio e al gruppo, in cui è proibito l’accesso agli estranei.
Il fenomeno dei graffiti, in atto tra i lustrascarpe americani indicava il proprio raggio d’azione, contrassegnava il territorio del singolo e intimava l’alt all’intruso.

Graffiare sul muro una sigla significava, per i lustrascarpe, preservare una fonte di sostentamento poiché nelle realtà degradate anche l’angolo di una strada era fonte di sostentamento.
Poco alla volta il gesto grafico evolve; il graffio solcato con la pietra, la traccia nera della matita o del pennello, cede il campo agli spray colorati. Le colorazioni esplodono nello spazio figurativo e con loro anche il segno grafico muta. La tag non rimane statica ma si trasforma; grida, scherza, propone e dissacra; le lettere alfabetiche perdono i connotati originali, si rinnovano e diventano immagine.
L’immagine scaturita dal disegno autonomo è una realtà intima, esistente nel proprio microcosmo in sintonia con la cultura e l’ambiente sociale di vita e trova i suoi fondamenti nel campo specifico del linguaggio figurativo.

A questo punto la sfida pacifista, canalizza i fattori negativi della violenza nella progettazione creativa di una figurazione linguistica a passo coi tempi, svincolata, però, dalle correnti di pensiero delle scuole d’arte istituzionali.
In sintesi, il graffito metropolitano si alimenta delle pulsazioni della città; veloce e asciutto, esprime una fusione caratteriale del modello autoctono. Di conseguenza, gli influssi esterni alla poetica derivanti dalla mercificazione del prodotto o da contaminazioni di modelli effimeri, se non mediati dal vissuto storico affine, nel mortificare la riflessione sul costume, vanificano il potere espressivo del graffio che, ridotto ad equazioni tecniche consolidate dalla manualità, perde valore.

Altra poetica è l’intuizione zen, come amava definirla Mimmo Rotella, trasmessa dalla pubblicità.
Le stratificazioni cartacee, lacerate dalle intemperie o dall’uomo, trasmettono attimi di vissuto metropolitano. Rappresentano appieno lo scorrere del tempo; evidenzia le proposte della società consumistica e culturale corrente; una società consumistica per certi aspetti arrogante che si appropria del muro e schiavizza le menti dei passanti.
Come sfuggire a tanta violenza? Semplice: sublimando il linguaggio metropolitano attraverso l’intervento catartico dell’artista! (…)


(Mario Iannino)

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venerdì 26 marzo 2010

rai per una notte: la risposta democratica degli italiani alle censure di annozero, ballarò, porta a porta


Centomila connessioni in contemporanea, record assoluto in Italia, sono la risposta corale del web alle decisioni dispotiche di una classe dirigente priva di spina dorsale.

Gli internauti, ma anche i cittadini che non usano internet, hanno voluto seguire l’evento mediatico attraverso canali non lottizzati dai poteri assediati dalle lobby e mandare, con la loro presenza, un segnale forte d’insofferenza al Capo dello Stato, ultimo e sommo garante delle regole democratiche.

Non è con l’eliminazione fisica o l’oscuramento mediatico che si risolvono i problemi dei cittadini!
Con la propaganda faziosa e servile si uccide la libertà!, e si aprono voragini enormi nei tessuti sociali democratici che conducono, inesorabilmente, verso reggimi dittatoriali.

Per evitare ciò e dare risposte ferme, gli Italiani si sono mobilitati, hanno dato il loro appoggio alla manifestazione sindacale a salvaguardia della libertà d’espressione.

L’evento, nato a seguito delle censure nei confronti dei programmi di approfondimento, quali annozero, ballarò e porta a porta, sospesi durante la campagna politica regionale, che comunque non c'è stata perché gl'interventi dei politici vertevano e vertono sulle esternazioni delle controparti, ha ospitato Benigni che cita l’indimenticabile Enzo Biagi quale defenestrato per eccellenza dai programmi rai . L’incontenibile performance di Luttazzi, la satira di Cornacchione e gli interventi degli ospiti, in vari modi hanno reso concreto il malcontento plumbeo degli italiani alle prese con i problemi reali della disoccupazione oltre che della libertà.

La fusione delle tecniche video, quindi, realtà e collegamenti web, è l’unica opposizione reale a disposizione dei cittadini per manifestare contro la tracotanza del potere nell’Italia 2010.

giovedì 25 marzo 2010

la dittatura democratica del capo


Solitamente, quando si dice “popolo”, si pensa a una cosa amorfa priva di pensieri propri. Una “cosa” che richiede una guida; al pari di una macchina complessa che ha bisogno di un buon pilota, insomma qualcuno che la sappia pilotare verso nuovi traguardi. Traguardi, naturalmente positivi per la collettività e non per pochi eletti.
No, perché questi pensano che essere eletti dal popolo, non significa tutelare gl’interessi collettivi, nazionali, anche di coloro che hanno votato contro! No, questo concetto è incomprensibile per gli agitatori di tessere che alimentano polemiche odiose e non accettano correzioni o puntualizzazioni al proprio operato; e d’altronde le ultime notizie, senza contare le precedenti, divulgano le esternazioni del capo del governo contro i prefetti, i pm, i parlamentari i giornalisti che non si genuflettono…

No! Certamente una Nazione non può dipendere dagli umori del singolo. La democrazia è sinonimo di pluralità; confronto; ricerca e perseveranza, tutela del bene comune! E l’attuale governo, gli uomini dell’attuale governo hanno dimostrato il contrario.
Si sono resi ridicoli con vicende da avanspettacolo e sponsorizzazioni allucinanti come la lettura corale del giuramento "all'imperatore" fatto sul palco dai candidati (presidenti o vassalli?) regionali o il ministro incendiario che appicca il fuoco a un muro di cartone piuttosto che lavorare sodo e in sordina. Questi signori spettacolarizzano tutto, persino i fatti più intimi. Quei fatti che dovrebbero essere celati con pudore, per il proprio e l’altrui rispetto; lontani dalla morbosità voyeuristica dei talk show idioti.

mandiamo i falsi co co co a quel paese!

È una questione di serietà!

Gli abusi di potere, come le bugie, alla lunga stufano persino gli italiani. Cittadini pazienti, che formano un popolo autoironico, libero! Un popolo con la testa; che non si lascia imbambolare dalle storielle o dalle barzellette di un agitatore di tessere. Un popolo che ama la sua storia e i sacrifici dei Padri Costituzionalisti. Una moltitudine di persone che dicono basta all’arroganza del potere! Alle censure! Ai diktat e ai doppiogiochisti.
Lavoriamo insieme per il ripristino della legalità, del rispetto delle minoranze, del dialogo, della solidarietà! Solo così si può costruire il futuro etico e solidale auspicato da tutti ma mai attuato.

la nostra forza consiste nella libertà! libertà di pensiero! libertà di esternazione rispettosa: libertà di mandare a casa i ciarlatani!


martedì 23 marzo 2010

il volo: nella filmografia di Wenders e negli atti solidali di Loiero e dei calabresi



Sì!, tra chi respinge in mare zattere cariche di bambini, donne, anziani e uomini disperati alla ricerca di un po’ di normalità, preferisco decisamente le braccia aperte di chi accoglie, memore dell’ambage dei padri costretti a lasciare le famiglie per cercare fortuna e accettare lavori umili pur di mandare pochi spiccioli a casa.

Chi ama veramente non getta in bocca ai pesci persone disperate. Persone costrette alla morte certa se costretti a tornare nei luoghi d’origine.
Ecco, questo ha fatto il cosiddetto partito dell’amore che governa oggi l’Italia. Un partito composto di gente crudele che veste panni d’agnello per imbrogliare gli elettori incerti. Promette e smentisce quanto proclamato nelle campagne pubblicitarie di bassa politica.
Il loro concetto di democrazia è limitatissimo: o sei con me e ti tutelo oppure sei nemico e ti annullo!
Per ultimo, inveiscono contro chi smentisce, giustamente visto la metratura della piazza, il milione di manifestanti enfatizzato dall’organizzatore della festa dell’amore; lo stesso incappato nelle attenzioni della giustizia inerenti alle indagini sui lavori di estrema urgenza gestiti da Bertolaso: Verdini.

Ma lasciamo da parte questi soggetti e concentriamo l’attenzione su qualcosa di serio: il messaggio dell’accoglienza che diventa dato di fatto reale in Calabria e breve film, appena mezz’ora di visione. Un film sull’integrazione che Wim Wenders gira in Calabria nei paesi ripopolati da rifugiati africani, curdi, afgani, palestinesi accolti a Badolato fin dai primi anni '90, un piccolo centro in provincia di Catanzaro, che anni addietro, provocatoriamente fu messo in vendita dagli amministratori comunali per mancanza di cittadini.

Badolato, Riace, Caulonia, la Calabria tutta è luogo adottivo per quanti arrivano dal mare per lenire le ansie e trovare pace; e nel film in 3D di Wenders si evidenzia un mondo naturale e umano tutto ciò, grazie anche alla maestria di Ben Gazzara, Luca Zingaretti, al bravissimo Giancarlo Giannini che ha prestato la voce a Ben Gazzara nel ruolo di primo cittadino; ai neofiti Salvatore Fiore e Ramadullah Ahmadzai, il bambino cittadino di Riace, nel film e nella realtà che durante le riprese ha detto a Wim Wenders:

“È molto bello quello che stai facendo. Ma io sono venuto qui per te. Adesso, se sei una persona seria, devi venire tu a Riace, al mio paese”. Queste parole, dette a Wenders sulla spiaggia di Scilla dal ragazzo afgano impegnato nel film, hanno toccato la coscienza del regista e l’hanno indotto a cambiare la sceneggiatura, trasformare una fiction di pochissimi minuti, 4 iniziali, in testimonianza artistica, destinata a levare il marchio di clandestinità e conferire loro una cittadinanza.

Ecco, tra le due correnti di pensiero preferisco, con assoluta convinzione l’accoglienza! Esternazione di amore solidale per i più deboli attuata concretamente dalla giunta regionale calabrese guidata da Agazio Loiero che, tra l'altro, ha coprodotto, insieme alla fondazione calabria film commission e Technos produzioni cinematografiche, con il contributo del comune di Badolato, il film di Wim Wenders, il volo; da un'idea di Eugenio Melloni.

domenica 21 marzo 2010

empatia e cultura, per comprendere i linguaggi dell'anima



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Ancora oggi molte persone rimangono inebetiti davanti a opere non figurative. Eppure sono trascorsi molti anni dalla presentazione dei primi manifesti di arte d’avanguardia ad iniziare dal movimento che ruppe col passato accademico: l’impressionismo, che aprì le frontiere dei linguaggi visivi artistici contemporanei.
Gl’impressionisti, così definiti da un critico ottuso che volle denigrare il movimento culturale nato nella seconda metà dell’ottocento, guardarono il mondo con occhi diversi e cercarono, riuscendovi con perizia, di cogliere l’attimo della visione secondo la naturale impressione cromatica trasmessa dall’esposizione dei soggetti alla luce.
Impressione del sole nascente, da cui prende il nome tutto il pensiero pittorico, è una tela di Monet dai contorni soffusi, l’alba è più mistica che reale, se rapportata ai canoni accademici in atto nella pittura Francese ed Europea del tempo. Insomma, gl’impressionisti stravolsero concetti consolidati che fino ad allora servirono anche ad educare le masse. Viene da sé che i quadri che non rappresentano un contesto conosciuto e lontani dalla cultura visiva corrente incontrano derisione ostile e superficiale elusione di quanti capitano per caso a visitare un vernissage.
La pigrizia intellettuale di quanti non si sono mai appassionati o interessati ai linguaggi visivi e, quindi, alle avanguardie artistiche, induce a scrollare le spalle e passare oltre, per soffermarsi laddove c’è il segno tangibile della figura conosciuta, quindi un bel tramonto, un bimbo con le lacrime sulle gote, una composizione floreale, un ritratto e esclamare: quanto è bello, che bravo, questa è arte!
Ecco, lo stordimento iniziale di chi è privo della chiave di lettura delle poetiche visive trasforma repentinamente l’ignorante in navigato conoscitore di linguaggi visivi; eppure, la storia dell’arte nel testimoniare le esperienze umane chiarisce intenti e moti, pensieri, analisi e azioni di artisti e studiosi; distinguendo tra maestria artigianale, tecnica e creazione.

l’indifferenza causata dalla mancata acquisizione degli strumenti educativi rende il lavoro artistico sperimentale o d’avanguardia poco fruibile, perché, inadeguato alle aspettative della massa non avvezza a rappresentazioni visive gestuali prive di soggetti formali immediatamente assimilabili.

La gente si sente rassicurata dalla visione di figure affini alla realtà e pur disconoscendo il linguaggio dell’arte crede di interagire, capire quanto l’artista volesse dire o trasmettere con gli strumenti della pittura o della scultura, musica, letteratura, teatro.
Capire un’opera è conoscenza. Conoscenza e contestualizzazione storica dell’artista. Quindi, piuttosto che chiedersi o chiedere la significazione è opportuno munirsi degli strumenti culturali adeguati che associati alla sensibilità individuale conducono il dialogo sui binari dell’empatia.




(mario iannino)

sabato 20 marzo 2010

l'amore soggettivizzato: ecco come il politichese stravolge l'italiano


Quando il politichese si appropria di simboli esistenziali, è d’obbligo essere guardinghi.

I significati cambiano, mutano in senso lessicale il concetto; le parole adottate assumono valenze opposte a quelle che di solito siamo avvezzi a conferire. In effetti, non è tanto chiaro il concetto d’amore urlato da Alemanno, il sindaco di Roma, dal palco al popolo in delirio. Cito testualmente: siamo il partito dell’amore che ha abbandonato il buonismo del passato, abbiamo eliminato il più grande campo nomadi dell’Italia: quello del Casilino…

Ma c’è da chiedersi: chi viveva in quel campo? Animali, persone, bambini, anziani? E se erano persone, perché la politica non ha fatto in modo di integrare questa gente? Integrarli con progetti culturali oltre che di pratica vita giornaliera. D’altronde, chi ha predicato davvero il vangelo dell’amore non faceva distinzioni di ceto, razza o cultura; anzi andava laddove c’era la sofferenza, mangiava insieme ai miseri, i diseredati! E condivideva sofferenze, cibo e intelletto.

Oggi, nell’era dell’idolatria gnomica si enfatizza il successo dell’uomo sull’uomo; si proclama, a parole, la meritocrazia e nei fatti si cercano i più servili, meglio se ignoranti, per far ricoprire loro importanti cariche pubbliche; metterli a capo di mass media e commissioni gestite dai partiti al potere.

Siamo in recessione, la povertà si tocca con mano e mentre una gran fetta di cittadini è sotto la soglia della sopravvivenza, guarda caso, c’è qualcuno che riesce a guadagnare 9milioni di euro in più rispetto all’anno precedente… ma come avrà fatto? Se è così bravo a guadagnare una cifra che sfamerebbe una cittadina intera pur essendo oppresso dai problemi che gli conferisce l’alta carica istituzionale come mai non riesce a traghettare gli italiani fuori dalla crisi economica e morale?
Bèh, senz’altro si giustificherà dicendo che nell’altra parte di tempo libero deve difendersi dai malefici che tramano contro la libertà…sua

Per concludere: è la prima volta che nella storia della Repubblica Italiana un intero governo scende in piazza per contarsi, vedere quanti ancora sono drogati dal mito dell’uomo e lo sostengono.
In uno Stato Democratico Serio i bagni di folla non servono perché non risolvono i problemi dei deboli. Per uscire dalla crisi servono fatti veri e non proclami, accuse e falsità. Né tantomeno bavagli ai cantautori dissenzienti.

La diversità è il sale della vita: aiuta a vincere le difficoltà

giovedì 18 marzo 2010

la pancia della Calabria che produce

La pancia della Calabria che produce

Se escludiamo le macchine agricole e le ibridazioni fatte nei laboratori di ricerca, il mondo contadino sembra essere fermo a trenta quaranta anni addietro. I coltivatori, gli allevatori, continuano a spargere sudore e ansie sui terreni per pochi spiccioli confidando nella buona annata priva di piogge o grandine fuori stagione.
Con un buon raccolto il coltivatore riesce appena a campare mentre il consumatore finale è prosciugato economicamente dalla filiera distributiva. È inutile elencare gl’ingranaggi che fanno lievitare i prezzi; la realtà è amara per il contadino e il consumatore.
Eppure, lontani dal voler fare una sterile demagogia, il mondo contadino è un importante pilastro enogastronomico della Calabria ma anche dell’Italia costretto a vivere di stenti e sacrifici. Spesso gli sforzi dell’agricoltore e dell’allevatore non sono remunerati come dovrebbero. Ai lavoratori del comparto agroalimentare è concesso l’accesso al credito solo dopo pesanti costrizioni ipotecarie, che le banche adottano in ottemperanza ai programmi dell’istituto di credito.
Insomma è una situazione desolante di povertà e fatica per la maggior parte di questi lavoratori.
Le loro esigenze diventano moneta di scambio politico: da una parte i latifondisti e dall’altra i braccianti: entrambi sulla stessa barca ma con ruoli differenti. I primi cercano di aggregarsi ad associazioni o gruppi che possano appoggiare le loro esigenze e i secondi, oppressi dalle necessità congetturali, divengono, loro malgrado, oggetto di scambio nelle competizioni elettorali.
Tutto ciò è umanamente comprensibile! Com’è comprensibile la volontà di certa “dirigenza” di mantenere lo status attuale a dispetto delle belle parole e degli slogan urlati con passione nelle campagne elettorali.

mercoledì 17 marzo 2010

agricoltura biologica in Calabria per uscire dalla crisi





Oggi Catanzaro è vestita di giallo! L’associazione dei coltivatori calabresi ha allestito stand e dato vita al dibattito: come fare uscire dalla crisi l’agricoltura in Calabria. E mentre all’interno dell’auditorium “G. Casalinuovo”, gli esponenti politici e sindacali espongono le strategie programmatiche, all’esterno, nello spiazzo dell’auditorium, coltivatori e imprenditori agricoli invitano a assaggiare i prodotti della terra rigorosamente frutto di colture biologiche.

Uomini e donne forti, dai lineamenti scolpiti dalle fatiche nei campi; orgogliosi dei frutti del loro lavoro porgono ortaggi novelli con una grazia sacrale difficilmente riscontrabile nelle grandi catene dei centri commerciali. Nei banconi asettici delle megastrutture commerciali trovi la retina dell’aglio proveniente dalla Cina, delle cipolle, degli agrumi lavati e lucidati coltivati oltre confine con metodiche differenti dalle nostre.
Nei supermercati difficilmente trovi la cipolla dolce di Tropea, la treccia d’aglio nostrano o di peperoncino piccante, persino il basilico è importato dai paesi orientali. Tutti prodotti privi di odori e sapori. Aromi e colori che oggi hanno pervaso l’area degli stand montati nell'area prospiciente l’auditorium del “Casalinuovo”.

Sì! è decisamente necessario riappropriarci delle tradizioni; interagire con quanti preservano il bene caro della natura, che osservano le regole e seminano secondo le antiche usanze, in ossequio ai cicli lunari e ai criteri migliorativi delle colture biologiche naturali, perché, in quanto madre, la natura non ha mai tradito le aspettative di chi la rispetta; di contro, si è ampiamente visto come le manipolazioni trasgeniche evidenziano in maniera irreversibile il male canceroso delle sperimentazioni ad uso alimentare che immesso nella filiera tocca indistintamente tutti: vegetali, animali e infine l'uomo!



martedì 16 marzo 2010

la quiete dopo la tempesta

una giornata al mare.
©archivio M.Iannino

Odore di salsedine; di iodio; respiro a fondo e trattengo il fiato. il mondo è fuori; si spengono le voci tra il martellare degli operai che posizionano le pedane degli stabilimenti.

Tra qualche mese non sarà così.
Scenderanno in Calabria gli amici; qualcuno si farà precedere da moglie e figli perché costretto a Bologna dagli impegni di lavoro; qualcun'altro farà delle puntate veloci. Insomma riprende la vita di sempre: mare, monti in completo relax.



sole silenzio mare ma quando serve il casino è a due passi! a ognuno il suo...




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domenica 14 marzo 2010

coraggiosi azzardi architettonici negli anni 50/60 sulla costa jonica calabrese

"la cappelliera di Stalettì"
©archivio M.Iannino

Questo, ovviamente non è il suo nome ma la forma riporta alla mente le cappelliere da viaggio in voga fino negli anni 50/60 (stesso anno di costruzione della casa). pare che la costruzione abbia subito altalenanti vicende per quanto concerne aspetto architettonico e liceità ambientale.
La villetta sorge ai bordi della vecchia sede stradale 106 jonica nel comune di Stalettì, in provincia di Catanzaro. Sulla destra, oltre il promontorio c'è la bellissima spiaggia di Pietragrande, tra i comuni di Staletti e Montauro.





la politica dei venditori di prodotti aziendali


L’attacco costante agli organismi di garanzia democratica di uno Stato mina la crescita dei cittadini.

I cittadini, per opportunismo, ignoranza o fiducia incondizionata verso un leader tendono a schierarsi e giustificare le azioni dell’agitatore di tessere vicino al loro modello di vita; nonostante gli effetti deleteri testimoniati dalla storia e sebbene, la storia stessa, sia scritta dai vincitori che spesso ne sublimano gli eventi, mondandola da crimini di guerra e motivi sociali che l’hanno provocata, flussi e riflussi storici si ripropongono costantemente a riprova della stupidità del “popolo”!

L’individuo, gettato nell’agorà, diventa un peso politico specifico privo di raziocinio! Il cittadino inizia a essere tale nell’attimo in cui è libero di esternare il proprio convincimento politico ed è tenuto in considerazione dai gestori temporanei della cosa pubblica che prestano la loro opera di co. co. pro tempore tra gli scranni di Montecitorio. Ma non è così, lo sappiamo bene tutti! E tutti siamo coscienti che l’agone politico è spesso strumentale, però non facciamo nulla per riparare davvero l’incongruenza democratica, anzi, in molti casi il silenzio diventa assenso, connivenza!

Il gruppo di potere si appropria del Paese! L’allegra combriccola, facendosi forte dei voti raccolti condiziona anche quella parte di popolo che gli ha dato l’ok alla scalata; vanifica i dissidi interni, accusa indistintamente chiunque non approva il comportamento del governo ed elimina gli spazi del dibattito democratico nei palinsesti.
Ecco!, il volto del tiranno si manifesta così!
È inutile cercare di addolcire la pillola: gli abusi di potere, se pur compiuti con le migliori intenzioni, anziché migliorare, danneggiano lo stato di diritto dei cittadini e provocano scompensi irreversibili nelle menti dei singoli non avvezzi agli stratagemmi dei venditori di piazza.

sabato 13 marzo 2010

privacy e intercettazioni ambientali


Privacy… cos’è la privacy oggi?

Siamo tutti controllati speciali, 24ore su 24 la nostra esistenza lascia segni indelebili. Il nostro passaggio è costantemente monitorato dalle tessere fedeltà, dai supermercati al benzinaio; come pure in banca; per strada e nei luoghi dotati di sistemi di videosorveglianza: incroci, piazze, ritrovi a rischio, monumenti ecc. senza dimenticare il personal computer, la navigazione in internet e il telefonino.
Bèh, potremmo convenire che non c’è nulla di male! Se qualcuno ha paura di essere controllato può fare a meno di tutte le comodità tecnologiche, può strasene rintanato in casa o fare l’eremita in qualche località sperduta. È una questione di scelta! D'altronde, perché avere il terrore di far conoscere agli altri i propri movimenti o le scelte ideologiche?

Il problema sorge quando lo strumento tracciante è usato per scopi non ortodossi. Quando serve a schiavizzare, condizionare, ricattare, manipolare la libertà altrui; insomma a vanificare il libero arbitrio. Delinquere!

Altrimenti, le intercettazioni ambientali diventano un ottimo strumento per la legalità che aiuta a prevenire il crimine, recuperare risorse accaparrate indebitamente da loschi figuri, fare luce su fatti criminosi! Arricchimenti, traffici illeciti!

Anche “le iene” e “striscia la notizia”, se pur spettacolarizzando gli eventi per far presa sul grande pubblico, usano videoregistrazioni non autorizzate per sbugiardare millantatori; personaggi infami che sfruttano debolezze, sogni, necessità ma anche l’ignoranza della massa!

Ecco, persino note trasmissioni televisive devono il loro successo alla puntuale denuncia, resa possibile grazie alle intercettazioni ambientali.

giovedì 11 marzo 2010

Ambiguità dei politici, disgusto!


Mi ero ripromesso di non cadere nella trappola e di non scrivere più nulla in merito alla questione politica italiana, tanto è inutile: i despoti continuano a ignorare i suggerimenti che, spassionatamente, arrivano dai cittadini onesti. Cittadini che vorrebbero contribuire alla crescita culturale del Paese ma che si vedono tarpare le ali dall’arroganza del potere.

Come si può stare zitti e non urlare il disgusto che cresce dentro ognuno di noi, attimo dopo attimo, in relazione ai fattacci perpetrati dai potenti signori egocentrici e autoreferenziali che spadroneggiando usano un intero Paese come se fosse una cosetta da niente? un giocattolo personale?
E mentre loro giocano a fare gli statisti c'è chi soffre la fame in un clima assurdo, deprimente. In pochi anni sono riusciti a vanificare le poche conquiste sociali e culturali, magari discutibili, sicuramente migliorabili, che i lavoratori, la piccola borghesia e le piccole e medie imprese avevano raggiunto con i governi precedenti. Oggi, siamo miseramente davanti un quadro sociale e politico desolante:

La destra continua imperterrita a decretare leggi per una persona che dovrebbe vergognarsi perché ha gettato nel ridicolo una Nazione intera con le sue esternazioni fuori luogo e per gli atteggiamenti inusuali adottati nei confronti di alte personalità istituzionali.

La sinistra risponde debolmente all’arroganza di chi è momentaneamente chiamato a “governare” dirigere uno Stato! In ossequio alle leggi democratiche.

Una sinistra succube, che ha la sua voce ferma e decisa in Di Pietro ma che rischia una Caporetto per l’eccessiva enfasi adottata dall’ex magistrato proteso a contestare le iniquità dei decreti voluti arrogantemente dal governo in carica.
Eppure un tempo bastava poco per far cadere un governo. Persino un Capo di Stato si è dovuto dimettere!

Come mai ora non si riesce a tamponare il male che questi signori stanno operando nel tessuto sociale, in primis attraverso il cattivo esempio morale denunciato dagli scandali di cui i giornali sono pieni?

Personalmente sono disgustato!
Spero che i Cittadini si sveglino dal torpore e diano una salutare sterzata alla macchina democratica nelle imminenti elezioni.

mercoledì 10 marzo 2010

verso le regionali del 2010, consapevolmente!


Non credo di essere il solo a non avere capito la strategia dei dirigenti nazionali dei partiti interessati alla competizione politica delle regioni d’Italia.

La querelle politica vede interessate le realtà locali, figure conosciute, concittadini, conoscenti, parenti e amici che conoscono benissimo le problematiche inerenti al territorio. Conoscono le persone perbene e le malavitose; gli imprenditori seri e i farabutti. In poche parole, sono parte integrante del tessuto sociale nostrano. Quindi, basta fare 2+2 per capire se il risultato è 4 oppure un numero approssimativo.
A dire il vero, da diversi anni i personaggi sono sempre gli stessi ma nulla cambia in concreto nella società calabrese e italiana.

Unico dato certo, nello spettacolo della politica, sono i continui litigi con relativo contorno melmoso condito di malcostume giornalistico.
A sentirli hanno tutti ragione. Urlano insulti e impongono leggi estranei al volere politico di un’enorme maggioranza di cittadini; gridano episodi personali per annichilire il nemico, toccando indegnamente la sfera privata. Affari, amori leciti e no; incontri sessuali prezzolati; insomma il peggio della turpitudine. D'altronde, gli agitatori di tessere sono dei maestri nel depistare l’opinione pubblica: si scopre uno scandalo e ne inventano un altro più accattivante per stuzzicare le fantasie morbose e catalizzare l’interesse della maggioranza acefala su questioni effimere.

La mancanza di rispetto dei fomentatori verso i cittadini è palese! Per averne contezza è sufficiente rivisitare le notizie degli ultimi anni e confrontare le proposte elettoralistiche con la realtà odierna; analizzare se le promesse sono state davvero mantenute; se sono state debellate almeno alcune incongruenze sociali e se le politiche nazionali seguono davvero il solco democratico auspicato dalla Carta Costituzionale e, quindi, in sintonia con le esigenze delle famiglie e dei cittadini.

Riprendendo il discorso sulla politica locale, al di là dei rapporti interpersonali che possono essere positivi o negativi, umanamente consequenziali alla vicinanza ideologica o amicale, è opportuno, specialmente qui, in virtù della conoscenza diretta e immediata, valutare concretamente le azioni dei candidati e sapere discernere la propaganda vaporosa dai progetti attuati e attuabili.

martedì 9 marzo 2010

manipolazione genetica o procreazione naturale?


La nascita è il minimo comune denominatore biologico che accomuna esseri umani, animali, vegetali e persino minerali nell’attimo della loro alterazione formale o biologica.
All’inizio, la vita è una sorta di pasta informe che assume segni e peculiarità nel tempo, fino a disegnare fattezze consone al modello corporeo conosciuto. Insomma, qualsiasi forma di vita, nel nascere si manifesta come una sorta di semilavorato che prende sembianze ben definite nel tempo, in ossequio al suo dna.
Non basta nascere, dunque, per avere un corpo, un’origine, intesa come posizione sociale o geografica; è necessario costruire, conformare all'idea di corpo quel processo genetico conosciuto cui, infine s’impone un nome ben definito.

Nei vari linguaggi conosciuti dall’uomo, l’origine della vita risiede nella “madre”. Madre intesa come natura, prodiga nell’elargire una moltitudine di frutti.
Donna, madre di famiglia, incline ad accudire i figli, educarli, anche se non necessariamente o espressamente biologica.

Niente e nessuno è solo un corpo venuto al mondo per caso. Ogni cosa ha un’origine, un iter e un epilogo. Un’entità sociale che interagisce, si ammala; e da ammalati ci si rende conto di non essere soli. Si volge lo sguardo al cielo e s’indirizzano parole accorate alla mamma; insomma si penetra quel campo invisibile che trascende la materia; si dialoga con i cari estinti, con le Grandi Anime che abbiamo conosciuto in vita. Con la Mamma di tutti: Natuzza.

Natuzza, donna umile, mamma che piangeva di gioia quando era al cospetto della Mamma Celeste e di suo Figlio.
Natuzza, tratto d’unione tra individuo e società con i cenacoli di preghiera; presenza fisica intesa come sinonimo di esigenza materiale e spirituale per quanti hanno avuto la fortuna di conoscerla.

Antropologicamente, l’idea di “corpo vitale” trascende e plasma gli individui in carne ed ossa secondo canoni prestabiliti. Tutto il processo riproduttivo verte su forme di controllo antiche, comprendenti preparazione, semina e cura delle colture vegetali e animali.
Oggi, il modello di bellezza impone canoni visivi differenti dal passato.

Dall’imposizione della bellezza alla riproduzione, dal vigore al pudore, dalla salute al look. Insomma, modificazioni strutturali del corpo, basate su leggi estetiche non scritte ma che trovano riscontri apprezzabili nell’altro sesso. E se in passato alla parola “uomo” si associava un corpo mortale e anima immortale, quindi concetto trascendente a immagine e somiglianza di Dio, la filosofia di vita contemporanea ha segnato il trionfo dell’immanenza, la morte di Dio e dell'anima.

Oggi il mistero del corpo, della vita stessa è pura scienza, codice genetico. Medici e scienziati sono i nuovi sacerdoti che determinano la nuova realtà vitale, interpretano i codici del Dna e li modificano secondo un modello biologico di perfettibilità. Creano il granoturco e la patata trans genici, dimenticando gli effetti che il consumo di carni adulterate conosciute col termine “mucca pazza” hanno prodotto sull’uomo.

interpretazione creativa del vivere


Libera interpretazione poetica del vivere terreno


L’uomo, giacché immagine, quasi fedele, dell’Essere Supremo, tenta di eguagliare le gesta del Creatore. Alcuni si sentono talmente grandi da voler sottomettere il mondo intero, altri includono l’universo mentre una piccola parte si accontenta di dialogare con Lui.

I pochi uomini che si raccolgono in meditazione riescono a volare alto; veleggiare sopra le meschinità, le tracotanti beghe e le irresponsabili decisioni assunte da emeriti strunz. Strunz dalle gesta platealmente sconsiderate che riescono con estrema naturalezza a deturpare presente e futuro ambientale, economico e sociale d’intere nazioni.

Sulla terra ferma siamo concretamente avvezzi a celebrare ricorrenze, fare proposte d’intenti; raccogliere fondi per gli struzzi in via d’estinzione e nel frattempo comprare mitragliette per il tiro al bersaglio sui bambini del terzo, quarto e quinto mondo. Insomma, siamo orgogliosamente padroni di calpestare allegramente la dignità altrui!
E sì; l’uomo terreno interpreta creativamente le regole comunitarie e le modifica secondo il proprio esclusivo interesse. E se il risultato finale non collima con il resto della plebe pazienza! Come disse il marchese del Grillo: mi dispiace ma io so io e voi non siete un cazzo!

lunedì 8 marzo 2010

Sognatori, poeti, liberi pensatori, artisti: categorie estinte?



Libera interpretazione poetica del vivere terreno

L’uomo, giacché immagine, quasi fedele, dell’Essere Supremo, tenta di eguagliare le gesta del Creatore. Alcuni si sentono talmente grandi da voler sottomettere il mondo intero, altri includono l’universo mentre una piccola parte si accontenta di dialogare con Lui.

I pochi uomini che si raccolgono in meditazione riescono a volare alto; veleggiare sopra le meschinità, le tracotanti beghe e le irresponsabili decisioni assunte da emeriti strunz. Strunz dalle gesta platealmente sconsiderate che riescono con estrema naturalezza a deturpare presente e futuro ambientale, economico e sociale d’intere nazioni.

Sulla terra ferma siamo concretamente avvezzi a celebrare ricorrenze, fare proposte d’intenti; raccogliere fondi per gli struzzi in via d’estinzione e nel frattempo comprare mitragliette per il tiro al bersaglio sui bambini del terzo, quarto e quinto mondo. Insomma, siamo orgogliosamente padroni di calpestare allegramente la dignità altrui!
E sì; l’uomo terreno interpreta creativamente le regole comunitarie e le modifica secondo il proprio esclusivo interesse. E se il risultato finale non collima con il resto della plebe pazienza! Come disse il marchese del Grillo: mi dispiace ma io so io e voi non siete un cazzo!

domenica 7 marzo 2010

effetti collaterali del decreto interpretativo


Il decreto legge interpretativo, varato dal governo per sopperire al pasticcio combinato dai dirigenti del pdl delle regioni Lazio e Lombardia esprime l’ennesima azione unilaterale atta a salvaguardare, per certi aspetti, la libertà d’espressione degli elettori che si riconoscono nelle linee guida del partito di governo e l’arroganza del potere di chi impone pezze giustificative in tempi e metodi inopportuni.

Gli effetti collaterali, riscontrabili a pelle nell’opinione pubblica, evidenziano un generico allontanamento dei cittadini dalla politica, demotivati da assenza di dialogo e democrazia, coinvolgimento reale nella soluzione dei problemi e, ancor di più, scoraggiati dalla gestione dilettantesca e vessatoria che rende insopportabile persino la visione di parolai tronfi e demagoghi nei mass media.

Decreto inopportuno, quindi, ma che evita una competizione elettorale priva di concorrenti dal sapore dittatoriale. È inimmaginabile, in Italia, gareggiare da soli; un monologo; sarebbe come giocare a palla col muro. Decidere da soli quando iniziare e finire il gioco… (?)
La democrazia è tale se vi sono molteplici correnti di pensiero. Per cui, da una parte può essere ritenuta giusta e saggia la decisione del Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napoletano di apporre la firma al decreto e dall’altra rimane ferma la considerazione che diventa diseducativo cambiare le regole del gioco mentre la partita è in atto e peggio ancora imporle.

Se fosse stata una decisione corale, frutto di un’intesa democratica, non avrebbe dato adito a schieramenti, più o meno condivisibili.

sabato 6 marzo 2010

io dissento! e tu?

©archivio M.Iannino

Io Dissento! E tu?

Nel bel Paese si ride ancora, in barba alle tempeste meteorologiche politiche e giudiziarie cadute negli ultimi tempi sui cittadini che, esterrefatti, subiscono nonostante il loro conclamato dissenso esternato con contestazioni di piazza dai movimenti spontanei e l’analisi di artisti e intellettuali che disapprovano il criterio “creativo” gestionale delle leggi dello Stato, rivedute e corrette di volta in volta dalla classe politica italiana.

Premesso che le leggi sono scritte dagli uomini e quindi soggette a modifiche migliorative al passo coi tempi, i legiferatori, con l’ormai consueto ricorso urgente ai decreti legge tampone, sembrano ignorare l’elemento principe delle libertà consistenti nel rispetto delle altrui libertà e dei criteri democratici in atto nella Repubblica Italiana.

Le parti litigano senza esclusioni di colpi. I ministri incitano la piazza e l’opposizione sfrutta l’onda anomala della cattiva gestione per gonfiare demagogicamente i fatti, ma c’è da dire che, in quanto a populismo, nessuna delle componenti politiche scherza. Il popolo è tirato in ballo spesso! Ma questo benedetto popolo è davvero così determinato e vicino al pensiero degli agitatori di tessere?

giovedì 4 marzo 2010

competizioni politiche: ingenuità o furbe strategie?


Mi viene in mente quando da ragazzi si giocava a pallone per strada o nei campetti di periferia per impegnare i pomeriggi d’estate. Si formavano le squadre e col benestare del proprietario del pallone si batteva il calcio d’inizio. Ognuno di noi si appropriava del nome del proprio idolo: Baggio, Buffon, Cannavaro, Del Piero… si giocava con impegno e passione fino a quando il ragazzone grande e grosso non perdeva in maniera clamorosa. A quel punto, forte della prestanza fisica, si proclamava arbitro indiscusso e si assegnava rigori da centrocampo, fermava il gioco quando gli avversari si trovavano sottoporta e annullava goal finché non portava l’esito della partita a suo favore.

L’orgoglio e la presunzione inducevano il ragazzone prepotente a gonfiare i muscoli e a prendere con la forza un risultato immeritato.

Ecco, la partita politica che il centrodestra sta giocando ci somiglia molto, anche se lascia spazio a dubbi e perplessità:
1. possibile che una formazione politica come quella del PdL, che ha al suo interno gente competente e che fa attività politica e sindacale da una vita sia sprovveduta fino a dimenticare di corredare le liste con contrassegni e firme secondo le leggi vigenti?
2. com’è pensabile che gl’incaricati del partito delle libertà, ben conoscendo le regole e gli orari di chiusura degli uffici, possano pensare di lasciare tranquillamente le stanze istituzionali preposte all’accettazione delle liste e dei relativi candidati alla presidenza per andare a mangiare un panino e pretendere di rientrare oltre l’orario stabilito dalla legge elettorale?
3. forse sono invasi da demenza senile?
4. oppure sono pervasi dai superpoteri?
5. o semplicemente si sono resi conto di avere esagerato con l’uso arrogante del potere e sono consapevoli di perdere la partita?
6. e, da buoni strateghi, per evitare di perdere la faccia davanti ad una solenne bocciatura popolare hanno creato un polverino mediatico, esportabile ovunque, anche nella nebbiosa Lombardia…

Le perplessità esposte non giustificano in ogni modo la strategia politica della sinistra che, in molti casi, è sembrata impacciata e poco attenta ai proclami ritenuti di sinistra come la tutela del lavoro delle classi meno abbienti, l’equità fiscale, l’emancipazione sociale dei deboli e tutte le belle parole di prammatica che spiattellano nei dibattiti pubblici.

Ancora, purtroppo, la classe politica non ha voluto cogliere l’umore degli uomini e delle donne che vivono in Italia; non si sono resi conto che è finito il tempo dei bei proclami! A questi devono seguire i fatti! Fatti non eclatanti ma semplici e seri nel pieno rispetto delle dignità sociali che vivono nel nostro Paese!

Ecco, per rimanere in tema con l’introduzione calcistica, ci si è trovati a sperare nel compagno di squadra con le spalle grosse ma, che purtroppo, rimane a guardare in silenzio.

mercoledì 3 marzo 2010

Fare creativo, autostima e crescita armonica nei laboratori ri/creativi




Oggi più che mai è indicato un ritorno alla quiete interiore; allontanarsi dal rumore mediatico e valutare serenamente le opportunità esistenziali racchiuse dentro di noi.

Valutare se davvero conveniente impegnare energie per il raggiungimento esclusivo del benessere materiale, diventare schiavi delle economie aziendali; essere drogati dalle luci della ribalta mediatica, che pare abbiano contaminato anche il web con lusinghiere esposizioni di blogger controcorrente e intellettualmente sani.
Insomma, essere condizionati dai miraggi o prendere piena coscienza delle nostre potenzialità e svilupparle in armonia con il bene supremo, vale a dire: l’amore per la vita?

Pensatori, filosofi, pedagoghi hanno lasciato indirizzi insegnamenti validi per eliminare ostacoli e sovrastrutture mentali inadatte al raggiungimento della serenità ma pare che l’uomo, se non soffre, non è contento!
Sembra assurdo ma spesso ci facciamo del male inutilmente. Rincorriamo traguardi fasulli e per raggiungerli siamo disposti a ogni bassezza. Mentiamo. Accusiamo innocenti. Violentiamo le coscienze. Smerciamo scorie tossiche. Provochiamo pandemie. Favoriamo ricerche scientifiche dubbie… Che dire: non è un bell’esempio di correttezza morale!

Nel frattempo, nelle periferie, i deboli, i diseredati soffrono la fame, il freddo e muoiono a causa di un semplice raffreddore, mentre i benestanti sprecano cibo, indumenti e prodotti tecnologici in tutta tranquillità.

Tutto ciò è con certezza la conseguenza logica di una serie incessante di teorie evolutive sbagliate, con le quali, l’uomo arrogante tenta di dare forme veritiere alla dissacrazione intellettuale e al saccheggio pratico dell’eco sistema terrestre. Ecco, quindi, che il fetente in questione assume un aspetto ben definito e che chiameremo: uomo arrogante! Senz’altro lontano dalle scuole di pensiero citate di seguito, non per esporre metodi e teorie in contrapposizione ma allo scopo di stimolare la riflessione e il dibattito circa la corretta prosecuzione naturale della specie secondo criteri, che personalmente ritengo saggi, del vivere civile.

Il concetto appare chiaro già nella ricerca di Rudolf Steiner proteso a elaborare una pedagogia che insegna ad apprendere continuamente dal vissuto quotidiano per tutta la vita.

Nella formazione steineriana non vi è traccia alcuna di nozionismo e questo, nelle intenzioni delle scuole, dovrebbe portare a uno sviluppo ottimale della personalità e della componente umanistica, scientifica, culturale oltre che artistica dello studente; inoltre non sono previste bocciature o altri rallentamenti nel percorso scolastico (tranne al liceo), poiché l'insegnamento è in relazione all'età dell'alunno. Nella formazione degli insegnanti steineriani è molto fondamentale il percorso di autoeducazione per risvegliare interesse, entusiasmo e spirito d’iniziativa in campo pedagogico.
Per Steiner la pedagogia è un‘arte ed il maestro vi deve essere portato ed avere una sorta di “vocazione". Un cattivo maestro genera cattivi alunni: una persona, pur preparata, che insegna per portare a casa lo stipendio, senza metterci la propria passione, non è degno di insegnare. L'insegnamento non è solo un freddo passaggio d’informazioni, ma è una relazione tra due esseri umani, in cui uno è assetato di conoscenza e l'altro è portato a trasferire tutto il proprio sapere umano ed intellettuale.

Anche Maria Montessori curò l’aspetto educativo dei deboli.
• S’interessò in particolare ai bambini con problemi psichici, ma stese delle teorie più generali.
• Il pensiero pedagogico montessoriano riparte dalla pedagogia scientifica come primo passo fondamentale per costruire un'osservazione obbiettiva dell'oggetto.
• L'oggetto dell'osservazione non è il bambino in sé, ma è costituito dalla scoperta del bambino nella sua spontaneità ed autenticità.
• Il principio fondamentale è la libertà dell'allievo.

Ancor prima, Tommaso Campanella nella stesura della società ideale esplicitata in “La Città del Sole” così teorizza il metodo educativo da adottare con i bambini:

• I piccoli «Solari» imparano giocando, correndo per le vie della città. Tutte le mura sono, infatti, istoriate, in modo da costituire una vera e propria enciclopedia visiva. Nel primo girone sono rappresentate le figure matematiche, una carta geografica di tutta la terra e le tavole riguardanti ogni provincia con i rispettivi riti, i costumi, le leggi e gli alfabeti delle varie lingue. Nel secondo girone sono raffigurati i minerali, le pietre ed i metalli, i mari, i laghi e i fiumi. Nel terzo, gli alberi, le erbe e le loro virtù medicinali, i pesci e il loro modo di vivere. Nel quarto sono riprodotti le varie specie di uccelli, rettili e insetti. Nel quinto gli altri animali terrestri. Le mura del sesto girone illustrano le arti meccaniche e gli inventori delle leggi, delle scienze e delle armi.

Altri formatori e pedagoghi moderni, intendono la scuola e le attività correlate come momento istituzionale con il compito di conferire agli allievi le conoscenze per accedere al mondo del lavoro.
L’una non pregiudica l’altra. L’importante è non eccedere nelle teorizzazioni strumentali degli allievi e pretendere concrete finalizzazioni tesaurizzanti piuttosto che reali crescite intellettive.

(Mario Iannino)

martedì 2 marzo 2010

Solidarietà e crescita sociale


La formazione culturale contemporanea massificata è inidonea alla genesi etica dei cittadini; non aiuta i bambini nella crescita intellettuale e mortifica i giovani che si affacciano a vivere nella variegata società multietnica; una collettività avida, che ha come modello la figura distorta e arrogante dell’arrampicatore sociale,  figura egocentrica e vittoriosa, propinata dai mass-media in tutte le salse, quasi a festeggiare o sottolineare negativamente, a seconda dei momenti, le prevaricazioni furbesche di determinati personaggi.

Sembra un paradosso ma è così! Nonostante gli approfonditi studi pedagogici supportati da osservazioni scientifiche o dalla consapevolezza di una filosofia basata sulla libertà del bambino, l’educazione globale sembra subire una battuta d’arresto.
D'altronde i cattivi maestri non mancano:
• programmi tv spazzatura
• mass media devianti (giornali, tv, editoria)
• arroganti personaggi reali
• artificiosi personaggi costruiti dal mondo dello spettacolo e della pubblicità.

Arrivismo e consumismo, caratterizzano l'attualità e inducono spesso i genitori a pretendere dai figli onorificenze e glorie, anche effimere, perfino dalla durata di un battito d’ali, purché provochino ammirazione e un pizzico d’invidia nei conoscenti.
Affinché ciò si avveri, i genitori, iscrivono i figli a danza, in palestra a scuola di calcio, canto… insomma laddove pensano di poter investire in visibilità e far primeggiare i rampolli; sottovalutando lo sviluppo ottimale della personalità dei figli intenti ad acquisire, attraverso il gioco, gratificanti esperienze e relativa autostima.
Genitori pronti a entusiasmarsi ed entusiasmare laddove c’è l’esasperazione dell’io ma mai attenti alle vere esigenze dei figli, suffragati da docenti e formatori demotivati ma attivi nell’alimentare l’idea furbesca nelle menti degli allievi in crescita, col motto "importante è arrivare primi".
Naturalmente, nel novero dei formatori gli attori principali sono i leader politici, sportivi, star dello spettacolo e quanti sono sovraesposti dai mezzi di comunicazione di massa. Vale a dire, quell’enorme popolo di figuranti che ruota e fa proseliti attorno ad un progetto in cui condensare aspettative, sogni, amori e avversioni comuni nella stragrande maggioranza narcotizzata dal baluginio effimero e videodipendente.

Il comportamento più o meno rispettoso dell’etica dei leader puntualmente si riflette nella società contemporanea e determina le regole del vivere civile; fortifica o indebolisce il rispetto della propria e altrui dignità che, idolatrata, può sfociare nella cattiva politica e nella volgare tv; atteggiamento, quest'ultimo, inteso e pilotato come verità dai media nell’amplificatore del fare umano, ovvero, la tv di regime.

Certo, i mezzi di comunicazione di massa non stanno a perdere tempo con la morale! L’etica non paga, non suscita emozioni e non è spendibile nel mercatino dell’ambiguità. Insomma non è un buon propellente per la giostra mediatica.
Allora che fare?
Ove possibile, meglio stare lontani dai suddetti mezzi e se proprio è necessario assumere un ruolo, è preferibile essere propositivi, vestire panni di speranzosa sagezza, guardare il mondo con occhi puri e mani sporche di bambini che svolgono giochi creativi, senz'altro ingenui ma non inutili.
Ritornare bambini, quindi, e non badare al materialmente utile ma all'atto meramente gratificante del fare creativo. Stupirsi, navigare e narrare a più mani cromatiche strade verso un mondo migliore.


(Mario Iannino)

lunedì 1 marzo 2010

Domande alla politica, ecco cosa chiedo


Questo è il momento migliore per porsi e fare qualche domanda alla politica.

La politica con la P maiuscola. Quella politica che diventa arte di governare la società, e poiché, in democrazia nessun atto di vita si sottrae alla politica, come asseriva Gandhi, tutti hanno il diritto/dovere di partecipare all'amministrazione della “polis”, della città e del territorio; i cittadini sono tenuti a intervenire e far sì che le decisioni siano veramente collettive e sovrane!
Evitare, in poche parole, “il governo di alcuni”, la cosiddetta “oligarchia” composta dai soliti personaggi imprigionati nella ragnatela delle lobby o peggio il governo di un solo uomo: la tirannide!
È impossibile nasconderlo: in molti Paesi si è rasentata l’oclocrazia, ovvero il governo peggiore che si possa immaginare in quanto a scandali e collusioni con l’antistato, perciò diventa necessario, improcrastinabile, impegnarsi in prima persona, essere partecipi e solerti più che mai in questo sondaggio elettorale.
Rammentare a tutti, indistintamente, che:

Politica è occuparsi fattivamente della famiglia, del quartiere, della città, della nazione e del mondo intero.
Politica è accoglienza; diritto alla vita.
Politica è operare per la Pace! Abolire le guerre. Cooperare!

E, in quanto a integrazione e cooperazione, è opportuno ricordare che la Calabria ha fatto il possibile: ha accolto Africani, gente proveniente dal nordest asiatico, Ucraini, Bielorussi, Bosniaci…
Ma si deve fare di più! Trovare giusti equilibri tra politiche sociali coraggiose e integrazione reale del popolo rom che, storicamente è presente sul territorio nazionale dalla notte dei tempi. Inutile, però, nascondersi dietro i vetri: la convivenza è difficile! Specie se le culture vertono su equilibri differenti, ed è a questo che serve la Politica: a sviluppare piani strategici mirati all’evoluzione culturale delle persone che vivono in Italia.


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