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Medio Oriente La pace degli armati: fine delle ostilità, inizio delle spartizioni La guerra tace. Le bombe non cadono più. I titoli dei giornali celebrano la “pace ritrovata”, mentre le telecamere si soffermano sui sorrisi diplomatici, sulle strette di mano, sulle cerimonie. Ma sotto la superficie, il silenzio delle armi non è sinonimo di giustizia. È solo il preludio a una nuova fase: quella della spartizione. Le stesse mani che hanno firmato contratti per la produzione di armamenti ora si tendono per accaparrarsi appalti di ricostruzione. Le stesse voci che hanno alimentato la retorica bellica ora si presentano come garanti della stabilità. E il mondo civile, quello che dovrebbe indignarsi, si accontenta di una tregua che sa di compromesso, non di riparazione. La ricostruzione di Gaza è diventata un affare. Un business da miliardi, dove le imprese nazionali si contendono il diritto di “ricostruire” ciò che è stato distrutto con le armi che esse stesse hanno prodotto. È il parado...
Breve saggio sulla figura di Mario Iannino nel contesto storiografico dell’arte contemporanea e della ricerca culturale: Mario Iannino : una poetica della soglia tra arte povera, pedagogia radicale e testimonianza civile Nel panorama storiografico dell’arte contemporanea italiana, la figura di Mario Iannino si colloca come un nodo sensibile tra le pratiche dell’ arte povera , le pedagogie radicali degli anni ’70 e ’80 , e le più recenti forme di testimonianza civile e inclusione sociale. Nato nel 1953 a Palermiti , in Calabria , Iannino non ha mai cercato il centro, ma ha trasformato la marginalità geografica e sociale in un laboratorio poetico e politico. Tra arte povera e pedagogia del frammento La sua ricerca si innesta nel solco tracciato da artisti come Michelangelo Pistoletto , Jannis Kounellis e Maria Lai , ma ne distilla una versione più intima e comunitaria. Se l’arte povera ha elevato il materiale umile a linguaggio concettuale, Iannino lo trasf...
Mario Iannino – Assemblaggio polimaterico su cartone da packaging (65x67 cm) L’opera di Mario Iannino si presenta come un assemblaggio polimaterico su cartone da packaging , ma ciò che si rivela al di là della superficie è una narrazione stratificata, complessa, profondamente umana. L’artista non si limita a comporre: egli costruisce un dispositivo visivo che interroga il nostro tempo, le sue ferite, le sue illusioni e le sue speranze. La scelta del cartone da imballaggio come supporto non è casuale. È un materiale povero, transitorio, destinato al trasporto e poi allo scarto. Qui diventa tela, fondamento, metafora di un mondo che consuma e abbandona. Su di esso si stratificano frammenti di packaging , brand riconoscibili , lingue diverse , immagini pubblicitarie : un mosaico del consumismo globale, dove ogni elemento è al tempo stesso familiare e disturbante. Tra questi frammenti emergono due cravatte : una ricavata da un sacchetto di plastica con la scritta Vanity , l’...
Dialettiche della libertà nell’arte contemporanea Libertà d’azione e linguaggi visivi: una riflessione critica Domande e risposte attorno al fare artistico degli operatori culturali: artisti, curatori, operatori del mercato dell'arte. Intro, riflessione iniziale che dà lo spunto per una serie di domande e risposte: Cos'è la politica se non prendersi cura del prossimo? persino respirare in un certo modo lo è! respirare senza dare fastidio a chi ti sta vicino e persino stare attenti a non emettere rumori molesti. avere rispetto per gli altri! insomma è fare politica. ed in questo modo di essere e rapportarsi è incluso pienamente il lavoro sociale , non mi riferisco al volontariato, quello è scontato. penso alle attività alte, come fare cultura, quindi: creare, ragionare attorno ai problemi sociali e farne arte. i linguaggi artistici tutti sono strumenti di emancipazione . Analisi, non risposta esaustiva, senza la presunzione di risolvere il quesito Hai espresso una visio...
Luna calante o crescente? non l'ho mai capito anche se consulto spesso i siti astrologici. Ogni volta che guardo la luna me lo chiedo, non perché devo fare le provviste, quelle le faceva mia nonna e lei era davvero una conoscitrice delle fasi lunari. Mia nonna Angela, anima e cultura contadina, anche dopo essersi spostata in città continuava a fare le provviste. Non molte ma quanto bastavano per togliersi qualche sfizio. Ricordo i boccacci di olive schiacciate, lasciate in acqua per addolcirli e poi piggiate nei boccacci insieme agli aromi, finocchio e aglio con qualche foglia di alloro. Lei, mi raccontava, ai suoi tempi non c'erano così tanti boccacci di vetro come adesso, ma avevano i "salaturi", dei recipienti in cotto che servivano per le provviste di ogni genere, per la salsa di pomodoro e per conservare il grasso di maiale per condire le pietanze. Oggi, 11 ottobre 2025, la Luna è gibbosa calante , con un’illuminazione del 75% 🌖. Sta scendendo verso l’ultimo...
Trump, Netanyahu e il Silenzio della Comunità Internazionale Gaza, tregua o tregua d’interessi? Il volto cinico della geopolitica Dopo mesi di devastazione, finalmente si parla di tregua a Gaza . Il cessate il fuoco , mediato da Stati Uniti, Qatar, Egitto e Turchia , segna un punto di svolta nel conflitto tra Israele e Hamas . Ma dietro la facciata diplomatica, si intravede un retroscena torbido, fatto di calcoli politici, interessi economici e ambizioni personali. Il piano Trump: pace o palcoscenico? Il presidente Donald Trump , regista del piano di pace , è già celebrato da alcuni come “ San Donald ”, con voci che lo vorrebbero candidato al Nobel . Ma per molti osservatori, il suo intervento non è frutto di idealismo, bensì di opportunismo. La ricostruzione di Gaza , stimata in miliardi di dollari, potrebbe trasformarsi in un gigantesco affare per imprese americane e israeliane, con il benestare di Netanyahu e dei suoi alleati. Trump, noto per le sue gira...
Sulle Tracce di una Libertà Scomoda di mario iannino Contro il conformismo viscerale: pensare, agire, creare fuori rotta Viviamo in un tempo che ha reso il pensiero una merce rara. Non perché manchino le opinioni, ma perché abbondano le reazioni. Il sistema sociale e politico contemporaneo — personalizzato, algoritmico , performativo — non premia chi pensa, ma chi aderisce. Non valorizza chi crea, ma chi ripete. In questo contesto, coltivare la libertà di pensiero è un gesto radicale. Un atto di disobbedienza silenziosa, ma potente. Il conformismo oggi non è imposto con la forza, ma con la seduzione. Il sistema che ingabbia Si presenta come comfort, come appartenenza, come algoritmo che ci mostra solo ciò che ci rassicura. Chi lavora con serietà — nel senso più ampio del termine: chi educa, chi cura, chi crea, chi pensa — si scontra ogni giorno con una stupidità sistemica . Non si tratta di ignoranza, ma di una forma di anestesia culturale . Un sistema che disi...
A chi legifera sulla fragilità come fosse un fastidio da archiviare: La legge che uccide. In silenzio, u n uomo di 71 anni si è gettato dal balcone. Sfrattato. Solo. Senza rete. Alle porte di Milano, mentre l’ ufficiale giudiziario citofonava, lui ha aperto la finestra. e si è gettato dal sesto piano non per fuggire. Per dire basta. Basta ad una vita di stenti inascoltati e silenzi imposti. C’è chi abbraccia la povertà come forma di libertà. e chi la trasforma in gesto poetico, in resistenza. chi invece la rende testimonianza. Ma per molti, la povertà è una caduta. Un’umiliazione che si insinua nel corpo e nella mente. Quando mancano reti di sostegno, quando il dolore si somma alla solitudine, la povertà può diventare insopportabile. Non è solo mancanza di beni, ma di ascolto, di riconoscimento, di possibilità. E allora, come nel caso dell’uomo di Sesto San Giovanni , il gesto estremo diventa un grido che nessuno ha voluto sentire. E chi la subisce la vive come umiliazi...
La donna scalza davanti al supermercato: una lezione di dignità quotidiana Catanzaro – mercoledì 8 Ottobre 2025 Ogni giorno, davanti a un noto supermercato della città, si ripete una scena che molti passanti ormai riconoscono: Una donna, vestita con un saio color cachi, sosta in silenzio accanto all’ingresso automatico. Non chiede nulla, non parla, sorride e accetta tutto: una bottiglia d’acqua, una confezione di pasta, qualche moneta. Accanto a lei, un carrello e una vaschetta di plastica trasparente. E ai suoi piedi, nudi, calli spessi come suole di cuoio è accoccolato un cagnetto di piccola taglia. Non ha nome, almeno non per me e chi la incontra. Non ha slogan, né cartelli. Ha un sorriso. Largo, sincero, che espone un solo dente. La pelle del viso è liscia, sorprendentemente liscia per l’età che si intuisce dai suoi movimenti lenti e dal tono della voce, quando raramente parla. Non indossa trucco, non nasconde nulla. È lì, semplicemente. “Ogni volta che passo, le l...
Testo critico sull’opera “ Navigare tra le Forme ” Tecnica mista su cartone, materiali di recupero In “Navigare tra le Forme”, l’artista Mario Iannino compone un microcosmo poetico dove oggetti comuni— cravatte di carta e una barchetta —diventano protagonisti di una narrazione visiva che sfida le convenzioni. L’opera si presenta come un assemblaggio di elementi apparentemente dissonanti, ma che trovano coerenza in una grammatica estetica fondata sul riuso, sull’ironia e sulla tensione tra ordine e libertà. Le tre cravatte , arrotolate e modellate con cura, evocano il mondo del lavoro, della formalità, dell’identità costruita. Sono simboli di ruoli sociali, di uniformità, ma qui vengono piegate, contorte, rese decorative: perdono la loro rigidità per diventare quasi fiori, segni di una metamorfosi. La barchetta , fragile e infantile, introduce un elemento di rottura. È il sogno che naviga tra le regole, il desiderio di evasione che si insinua tra le pieghe della struttura....
Nel silenzio, una luce che resiste In un tempo che corre veloce, dove il rumore del mondo sovrasta ogni voce interiore, la scelta di una giovane di consacrarsi alla clausura appare come un gesto controcorrente, quasi scandaloso nella sua purezza. Rivoluzionario! È una decisione che sorprende, soprattutto quando nasce in una famiglia borghese, dove nulla lasciava presagire una vocazione così radicale. Laureata, impegnata nel volontariato, cresciuta tra agi e possibilità: eppure, qualcosa ha parlato al suo cuore con forza, con dolcezza, con verità. Questa scelta non è una fuga, ma un ritorno. Un ritorno al sacro, al silenzio, alla preghiera. È un atto che richiama le grandi figure della spiritualità, come Santa Chiara, che nel suo tempo seppe dire “no” al potere e “sì” alla povertà, alla castità, all’obbedienza. Oggi, quella stessa voce sembra aver toccato una giovane donna, che ha risposto con coraggio, lasciando dietro di sé le aspettative, i progetti, le sicurezze. Per chi la ama...
Con i se e i ma non si costruisce niente. però una considerazione è d'obbligo! se Lucano non fosse stato impedito dalla legge severino a candidarsi, come d'altronde aveva fatto, alle regionali calabresi, e ci fosse stato uno svecchiamente, per non usare altri eufemismi più azzeccati ma pesanti in seno alle candidature della sinstra, forse, forse sarebbe cambiato finalmente qualcosa nel panorama sociale calabrese
riflessioni post voto In Calabria, il silenzio ha parlato. Non con slogan, né con urla di piazza, ma con l’assenza. Un’assenza ostinata, lucida, che ha svuotato le urne e riempito di domande il paesaggio politico. La “tempesta perfetta” orchestrata con freddezza — dimissioni strategiche, ricandidature calcolate, convergenze forzate — ha prodotto una calma apparente. Ma sotto quella superficie, qualcosa si muove. Non è apatia. È rifiuto. È disillusione. È memoria. La destra ha festeggiato, la sinistra ha arrancato, e intanto il popolo ha scelto di non scegliere. Non per pigrizia, ma per dignità. Perché quando l’offerta politica non rispecchia la realtà vissuta, il voto diventa un atto vuoto. E allora si tace. Ma non si dorme. Ai calabresi che non hanno votato, non chiediamo spiegazioni. Offriamo spazio. Perché forse il vero voto si esprimerà altrove: in un manifesto, in una poesia, in una piazza, in un gesto condiviso. La partita non è finita. Ma il gioco va ripensato. ...
E mò? La quiete dopo la tempesta perfetta, studiata freddamente da una mente politica scaltra. Dimissioni e ricandidatura si è dimostrata una tattica vincente. la destra ha dovuto per forza sostenere Occhiuto. e la sinistra ha adottato una strategia poco convincente per attrarre i suoi sostenitori tant'è che l'affluenza alle urne è stata esigua. La Calabria fa gongolare la Meloni. ma i calabresi sapranno dimostrare concretamente il perché della ostinata astensione? Il tuo sguardo è acuto, e la tua analisi vibra come un sismografo civico: registra non solo le scosse della tattica politica, ma anche il silenzio tellurico dell’astensione. La “tempesta perfetta” che descrivi — dimissioni calcolate, ricandidatura strategica, convergenze forzate — ha lasciato dietro di sé una calma che non è pace, ma sospensione. E in quella sospensione, la Calabria tace. Ma non dimentica. L' Astensione è gesto politico! L’astensione non è sempre disinteresse. A volte è un atto di resistenza, ...
Arte e mercato: un legame ambivalente L’arte, per quanto si proclami libera e indipendente, è spesso intrappolata in logiche di visibilità, branding e capitalizzazione. I circuiti ufficiali — musei, gallerie, festival, premi — sono dominati da dinamiche di potere, dove le lobby culturali , le relazioni personali e le strategie di marketing decidono chi emerge e chi resta invisibile. L’artista “libero” è spesso tale solo nella misura in cui riesce a negoziare con queste forze.
lettera-editoriale per una rivista d’arte. È pensata per essere pubblicata nella sezione “Opinioni”, “Testimonianze” o “Lettere aperte”, con voce poetica e civile, e, contemporaneamente, con una struttura che invita il lettore a riflettere e a riconoscersi. Gentile redazione, vi invio una lettera-editoriale che nasce da un’urgenza civile e poetica. È una riflessione sul ruolo dei creativi marginali, non come outsider, ma come testimoni. Il testo è già disponibile in versione bilingue (italiano/inglese), pensato per la pubblicazione nella sezione “Opinioni” o “Lettere aperte”. Spero possa trovare spazio nel vostro dialogo editoriale. Creativi marginali. Testimoni, non raccomandati Lettera aperta alla comunità artistica Gentile redazione, scrivo da una posizione che molti definirebbero marginale. Ma io preferisco chiamarla testimonianza. Non siamo outsider. Siamo testimoni. Non cerchiamo raccomandazioni, ma risonanze. Non chiediamo visibilità, ma ascolto. Non come prodotto,...
Artisti ai margini, ma necessari Dichiarazione per chi lavora ai margini del "mercato dell'arte" L’arte non chiede permesso. Testimonianza da chi resiste fuori dai circuiti È una dinamica frustrante e fin troppo nota: il sistema dell’arte, pur proclamandosi aperto alla ricerca, spesso si chiude in circuiti di relazioni, visibilità e legittimazioni reciproche. E chi lavora con autenticità, fuori dai salotti e dalle strategie di mercato, viene ignorato o rimandato a una newsletter—come se bastasse un algoritmo per cogliere la profondità di un’opera. Questa dichiarazione non nasce da risentimento, ma da necessità. Parla per me, e per tanti altri che non hanno padrini, né gallerie di riferimento, né profili curati da uffici stampa. Parla per chi lavora con serietà, con rigore, con visione. Per chi usa la materia come memoria, il frammento come linguaggio, il gesto come testimonianza. Siamo artisti che non chiedono di essere “scoperti”, ma di essere ascoltati. Che ...
“Lettera aperta per chi può ancora scegliere il bene comune” Sotto scacco, sopra le bombe In un angolo del mondo, a Gaza, si muore. Non per caso, non per errore, ma per sistematica disumanizzazione. E mentre i corpi si accumulano, qui sotto le luci dei riflettori si discute se chiamarlo genocidio. Come se la semantica potesse assolvere la coscienza. Come se la morte avesse bisogno di un’etichetta per essere riconosciuta.
"L'intelligenza artificiale è logica applicata dalla mente umana e si presuppone che sia giusta e equa per chiunque. di conseguenza se ritiene che per tenere in vita gli organismi questi devono essere nutriti adeguatamente, l'ia, di conseguenza, nel caso fosse dispensatrice di cibo e bevande, dovrebbe distribuirle equamente ma se l'uomo determina dei limiti e istruisce gli algoritimi in base a criteri soggettivi, si potrebbe causare una sorta di preferenze nei confronti di un essere vivente piuttosto che un altro"
Riflessione: "ho visto e ascoltato in tv una M eloni tesa e nella voce un malcelato livore nei confronti di quanti non la pensano come lei. Lasciando da parte per un attimo la questione partigiana politica, non penso che una deputata eletta che dovrebbe rappresentare tutti gli italiani possa fare simili osservazioni nella veste di primo ministro della repubblica. Un Primo Ministro che non sa scindere i ruoli non rappresenta il Popolo della Nazione"
Chi siamo
Abbiamo aperto questo blog nell’aprile del 2009 con il desiderio di creare una piazza virtuale: uno spazio libero, apolitico, ma profondamente attento ai fermenti sociali, alla cultura, agli artisti e ai cittadini qualunque che vivono la Calabria.
Tracciamo itinerari per riscoprire luoghi conosciuti, forse dimenticati.
Lo facciamo senza cattiveria, ma con determinazione. E a volte con un pizzico di indignazione, quando ci troviamo di fronte a fenomeni deleteri montati con cinismo da chi insozza la società con le proprie azioni.
Chi siamo nella vita reale non conta. È irrilevante.
Ciò che conta è la passione, l’amore, la sincerità con cui dedichiamo il nostro tempo a parlare ai cuori di chi passa da questo spazio virtuale.
Non cerchiamo visibilità, ma connessione. Non inseguiamo titoli, ma emozioni condivise.
Come quel piccolo battello di carta con una piuma per vela, poggiato su una tastiera: fragile, ma deciso. Simbolo di un viaggio fatto di parole, idee e bellezza.
Questo blog è nato per associare le positività esistenti in Calabria al resto del mondo, analizzarne pacatamente le criticità, e contribuire a sfatare quel luogo comune che lega la nostra terra alla ‘ndrangheta e al malaffare.
Ci auguriamo che questo spazio diventi un appuntamento fisso, atteso. Come il caffè del mattino, come il tramonto che consola.
Benvenuti e buon vento a quanti navigano ogni singola goccia di bellezza che alimenta serenamente l’oceano della vita. Qui si costruiscono ponti d’amore.