Satriano gioisce per la presenza di don Mimmo e, nel contempo, piange un altro suo illustre figlio: Peppino Chiaravalloti: Magistrato, politico per caso, Presidente della Giunta Regionale della Calabria e grande uomo dalla simpatia innata.
Satriano gioisce per la presenza di don Mimmo e, nel contempo, piange un altro suo illustre figlio: Peppino Chiaravalloti: Magistrato, politico per caso, Presidente della Giunta Regionale della Calabria e grande uomo dalla simpatia innata.
Don Mimmo , prete di strada, umile, concreto! Ho sentito parlare di lui appena si è interessato agli emarginati nel centro di solidarietà che ha sede nella periferia di Catanzaro. Erano gli anni ottanta e quel giovane prete faceva rumore, scuoteva le coscienze. Faceva paura! La sua determinazione nel voler riportare all’ovile le pecorelle smarrite. Che erano tante ! Invisibili agli occhi dei benpensanti "mporteddhati", chiusi, serrati volutamente dai pregiudizi. Era ed è rimasto un uomo concerto che mette in pratica, nella vita di tutti I giorni, la parola di Gesù.
"maschere, bozzetto su cartoncino" |
Che cosa avrebbe fatto Picasso davanti allo scempio che, per onestà intellettuale, è da definire mattanza per opera del macellaio operante nella striscia di Gaza e zone limitrofe? Quali altre esternazioni indignazioni e preghiere verso un Dio che sembra non vedere l’inumana questione in Medio Oriente? Quante lacrime, ancora, di genitori inermi davanti ai corpicini morti per il freddo di questi giorni e quelli sotterrati dalle macerie dalle bombe israelite?
1967. Erano passati 6 anni e ancora si ricordava con
sgomento la terribile sorte capitata ai ragazzi che scendevano da Soveria
Mannelli e Decollatura con il treno locale. Quel tragico giorno a ridosso delle
vacanze di Natale del 1961. Rimane scolpito nella memoria storica dei paese del
Reventino che videro perire una intera generazione.
Vacanze! che gli studenti attendono sempre con entusiasmo
per affrancarsi dalle fatiche della scuola e vivere senza stress i giorni
dedicati al SS Natale. E che quegli studenti non seppero mai quale sapore
potesse avere.
Il 1961 rimane indelebile negli annali regionali per l’immane tragedia.
HOBBISTI PER CASO
Dilettarsi in qualcosa per ingannare o impiegare il tempo libero in attività non retribuite ma comunque gratificanti è hobby. Diverse sono le attività: giardinaggio, corsa, podismo, recitazione, canto, meditazione, scrittura, lettura, e pittura.
Anche quest’anno siamo sopravvissuti. La sbornia generale
contagia tutti. Nessuno escluso. Ci si sente in dovere di fare il cosiddetto
pensierino per le persone vicine, intimante vicine. Amici, amanti, parenti. E
questo giochino dei pensierini asciuga della tredicesima mensilità le economie
domestiche.
L’opera “Dissonanze” di Mario Iannino (2021), realizzata con
tecnica mista su un supporto di 38x61 cm, si presenta come una denuncia visiva
potente delle contraddizioni e delle ingiustizie del mondo contemporaneo.
Attraverso una composizione materica e volutamente disordinata, l’artista traduce
in forma e materia il disagio esistenziale e le disparità sociali, che non sono
semplici dissonanze, ma vere e proprie violenze sistemiche.
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La scritta compare tra i disegni che li illustrano e gli altri indirizzi a cui fa capo il cassonetto della raccolta. Onlus. C’è scritto. Che tradotto significa: opera benefica. Quindi si presuppone una certa dignità anche in chi deposita vestiti, borse, scarpe e anche oggetti utili alla prima infanzia quali passeggini porta enfant e quant’altro. Anche giocattoli e libri. Onlus: organizzazione senza scopo di lucro di utilità sociale…
ARTISTI CALABRESI CONTEMPORANEI: Mario IANNINO
L'opera “9x30 ‘a Micaela’” di Mario Iannino, realizzata nel 2023, si presenta come un’installazione dal forte carattere concettuale e simbolico. Attraverso un assemblaggio di materiali di scarto, l’artista riflette sulle contraddizioni della società contemporanea e utilizza un linguaggio minimale per comunicare temi universali legati all’anima, alla fragilità e alla trasformazione.
La parola che inizia con la consonante “Hfà”
ha una f molto aspirata e nella maggior parte dei dialetti calabresi è
impercettibile e si pronuncia “à” soffiata in gola. È un suono gutturale: bocca
aperta, lingua a riposo e dalla gola esce un alito fonetico particolare,
vagamente simile all’arabo dai fonemi aulici.
Anche quando segue una consonante, la pronuncia, è
solitamente tronca, atona. I fonemi si differenziano. La pronuncia denota
contaminazioni lessicali dei conquistatori sui nativi. Ad esempio, la doppia
elle in alcune aree è pronunciata “gl’”
o doppia elle “ll tronca”
dal sapore vagamente spagnolo o francese.
La zeta, eccessivamente marcata, tradisce l'origine della
nostra calabresità. Se aggiungiamo le lettere aspirate e le consonanti atone o
rafforzate a secondo dei casi, senza ombra di dubbio, l'origine bruzia è consacrata. Le mille e una
cadenza indicano le origini territoriali e la gente che le parla. Mille e più
sfumature colorano la Calabria. Sfumature linguistiche e di costume. Tant’è che
un tempo, le donne si riconoscevano dall’abbigliamento e si assegnava per certo
il paese d’origine. Per non dimenticare, il mio, più che un esercizio è un
gioco mnemonico, scavo negli angoli reconditi della mia memoria e porto a galla
parole ormai desuete, le condivido con i tantissimi calabresi che non ricordano
sfumature dialettali poetiche ineguagliabili, in italiano e in altra lingua, e
siccome, mi auguro che non siano solo i calabresi a leggermi, ecco una sintesi:
La politica così com’è concepita non mi piace. Preferisco occuparmi di civismo. Del ruolo che ognuno di noi dovrebbe occupare in società. E testimoniare l’impegno posto al servizio della collettività bandendo i personalismi. Impegnati a migliorare la qualità della vita e non lasciare nessuno indietro a pietire opportunità e diritti legittimi.
"per le strade di Gaza è festa quando si ha del cibo" |
È davvero il caso di fare festa. Brindare a chi sta male e consolarci perché non è toccato a noi. Tra territori devastati dai bombardamenti e popoli che muoiono di fame per colpa di capipopolo determinati a imporre i propri voleri noi continuiamo a sonnecchiare apatici.
Il prodotto interno lordo è migliore al sud! ma davvero?
Gli esponenti del governo meloni hanno la faccia tosta e non si vergognano di enfatizzare concetti simili.
Beati i poveri (sob)
Dopo l'elogia alla povertà del cognato della Giorgia nazionale che asseriva la bontà dell'alimentazione naturale priva di sofisticazioni e che i poveri hanno la fortuna di poter fare perché si coltivano le verdure negli orti, arrivano a ruota libera gli altri dell'allegra banda a sciorinare stronzate. E a furia di dirle ci credono! E quel che è peggio in molti abboccano all'esca.
I ciucci si‘mbriganu e i varrili si sdoganu morza morza. (gli asini litigano e le otri si rompono, vanno in frantumi, e l'acqua si perde).
C'era una volta la lira.
Nostalgia canaglia, cantava Al Bano nel 1986.
La vita di ognuno è una somma di esperienze singolari e totalizzanti.
Il sacco esperienziale si riempie nel tempo spiluccando qua e là tra i diversi ambiti sociali, quindi culturali in senso ampio e di nicchia personalissima in quanto a gusti musicali, artistici e di mercato.
Pare che la natura abbia cancellato l'inverno. Il tempo degli straccioni, poveri e malvestiti non esiste più.
E negli armadi, alleggeriti dagli ingombranti paltò di mezzo tempo, gli abiti leggeri soddisfano i primi tiepidi freddi del cambio stagione.
ELOGIO
Liberatorio e spontaneo. È l'unica terapia efficace contro lo stress della vita moderna, altro che la bevanda del carciofo di nonno Ernesto Calindri.
In certi momenti esce da sola. Sibillina, la parolina, penetra i timpani, si fa roboante, rulla e diventa suono per chi la pronuncia. Un fischio Liberatorio. Impossibile da trattenere. Anche a denti stretti si fa spazio e irrompe come un fiume in piena: vafffancuuulùuu!"courtesy arc. iannino- digtArt- diritti negati" |
Mi piacerebbe vivere in un mondo più giusto. Con una società
pacificata. Senza guerre partigiane.
Mi piacerebbe alzarmi una mattina e incontrare per strada
facce sorridenti. Sentire le urla di gioia dei bambini nel parco. Gioire con
loro ed essere felice con niente.
Mi piacerebbe, e sarebbe la normalità, assistere alla comunione d’intenti delle classi dirigenti protese a unificare le genti di ogni paese. Piacerebbe ... e sarebbe possibile, se solo lo volessimo, dirottare le energie sprecate a tessere progetti iniqui nei campi produttivi dell’amore.
Mario Iannino, 2007, a scuola di seduzione C'è un universo abitato da più categorie di persone che lascia spazi a gestualità inusu...