FS e altro, tagli indiscriminati per favorire profitti

 


Mauro Moretti, ex amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Italiane dal 2006 al 2014, è stato una figura centrale nella riorganizzazione del sistema ferroviario italiano. Durante la sua gestione, ha promosso una strategia aziendale orientata alla razionalizzazione dei costi e all'efficienza, che ha avuto impatti significativi — e controversi — sulla rete ferroviaria, soprattutto nel Sud Italia, inclusa la Calabria.

questi i tagli e le riorganizzazioni sotto Moretti:

  • Riduzione dei treni a lunga percorrenza: Molti collegamenti diretti tra il Sud e il Nord Italia sono stati soppressi o ridotti, penalizzando regioni come la Calabria che dipendono fortemente dal trasporto ferroviario per la mobilità interregionale.
  • Chiusura di tratte secondarie: Diverse linee minori, considerate poco redditizie, sono state chiuse o declassate, isolando ulteriormente aree interne e rurali.
  • Priorità all’alta velocità: L’investimento massiccio sull’alta velocità ha concentrato risorse sulle tratte tra le grandi città del Centro-Nord (Milano, Bologna, Firenze, Roma, Napoli), lasciando indietro il Sud.
  • Tagli al personale e alle manutenzioni: La razionalizzazione ha comportato anche una riduzione del personale e una minore attenzione alla manutenzione delle infrastrutture, con conseguenze sulla sicurezza e sull’efficienza.

 Impatto sulla Calabria e sull’Italia

  • Calabria più isolata: La regione ha visto diminuire i collegamenti diretti con Roma, Milano e Torino, rendendo più difficile il viaggio per lavoro, studio o turismo.
  • Effetti economici e sociali: La riduzione dei servizi ferroviari ha ostacolato lo sviluppo economico, limitato l’accesso ai mercati e ai servizi, e aumentato la dipendenza dal trasporto su gomma.
  • Disparità territoriali: Le scelte strategiche di Ferrovie dello Stato hanno accentuato il divario infrastrutturale tra Nord e Sud, alimentando un senso di abbandono istituzionale.

 Controversie e condanne

Moretti è stato recentemente condannato a cinque anni di reclusione per la strage ferroviaria di Viareggio del 2009, dove morirono 32 persone. La sentenza ha evidenziato una “condotta omissiva” e scelte aziendali che avrebbero ignorato norme di sicurezza per risparmiare sui costi.

La stagione dei tagli e delle riorganizzazioni ferroviarie sotto Mauro Moretti (AD di Ferrovie dello Stato dal 2006 al 2014) si è svolta in un contesto politico ed economico complesso, segnato da crisi finanziaria globale, spending review e pressioni per rendere le aziende pubbliche più efficienti.

Vediamo chi governava in quegli anni (2006–2014):

Durante il mandato di Moretti, si sono succeduti diversi governi:

PeriodoPresidente del ConsiglioPartito principale
2006–2008Romano ProdiCentrosinistra (Ulivo)
2008–2011Silvio BerlusconiCentrodestra (PdL)
2011–2013Mario MontiTecnico
2013–2014Enrico LettaCentrosinistra (PD)
2014 (inizio)Matteo RenziCentrosinistra (PD)

 Le direttive governative e il contesto

  • Spending Review: A partire dal governo Monti, lo Stato ha avviato una revisione della spesa pubblica per contenere il debito. Questo ha influenzato anche le aziende partecipate come Ferrovie dello Stato, con pressioni per ridurre costi e aumentare l’efficienza.
  • Tagli agli stipendi dei manager pubblici: Nel 2014, sotto Renzi, si è discusso di ridurre gli stipendi dei dirigenti pubblici. Moretti ha minacciato di dimettersi se il suo stipendio fosse stato tagliato, sostenendo che Ferrovie era un’impresa di mercato e doveva competere con standard europei.
  • Privatizzazione e logiche aziendali: Moretti ha sempre sostenuto che Ferrovie dovesse operare come un’impresa privata, con criteri di redditività. Questo ha giustificato la chiusura di tratte non redditizie e la concentrazione sull’alta velocità.

Ma Erano necessari i tagli?

Secondo Moretti, sì. Ha parlato di “drammatico risanamento” per evitare il fallimento del gruppo. Tuttavia, molti critici hanno contestato la scelta di sacrificare il servizio pubblico, soprattutto nel Sud Italia, dove la rete ferroviaria è più fragile e meno redditizia.

In sintesi, i tagli sono stati il frutto di una visione manageriale orientata al profitto, sostenuta da un contesto politico che spingeva verso la riduzione della spesa pubblica. Ma il prezzo pagato in termini di equità territoriale e accessibilità è stato alto.


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