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Sandokan e l’Università: il nuovo nemico del governo

 Tra fiction televisiva e realtà politica Mentre la tv rilancia vecchi eroi d’avventura, la politica inventa nuovi antagonisti: questa volta tocca all’Alma Mater. E, m entre scorrevano le solite strisce pubblicitarie che annunciavano il ritorno di Sandokan, il tigre della Malesia, ecco che dalle stanze del potere arrivava l’ennesima sfuriata governativa. Non contro pirati o corsari, ma contro un “nemico” ben più insolito: l’Università di Bologna. Il rifiuto dell’Alma Mater di attivare un corso di Filosofia riservato agli ufficiali dell’Accademia di Modena è stato subito trasformato in un caso politico. Il governo ha agitato lo spettro dell’ideologia, accusando l’ateneo di chiusura e arroganza. Ma la realtà è meno romanzesca: l’università ha semplicemente difeso il principio che la formazione accademica non si riserva, non si privatizza, non si piega a logiche di potere. Così, mentre la televisione ripropone vecchi miti d’avventura, la politica sembra inventarne di nuovi, trasf...

Università e militari: il sapere non si riserva

 Il rifiuto dell’Università di Bologna di attivare un corso esclusivo per gli ufficiali di Modena non è una chiusura ideologica, ma la difesa del principio che la formazione accademica resta pubblica, inclusiva e aperta a tutti. sulla vicenda dell’Università di Bologna e il corso per i militari: La polemica non riguarda tanto l’accesso dei militari all’università, quanto il principio di equità e la missione dell’istruzione superiore.  L’idea di un corso “riservato” agli ufficiali ha sollevato dubbi sulla compatibilità con l’autonomia accademica e con il carattere pubblico dell’università. La vicenda del corso di Filosofia negato dall’Università di Bologna agli ufficiali dell’Accademia di Modena è diventata un caso politico e culturale. Il governo ha parlato di “atto incomprensibile” e “lesivo dei doveri costituzionali”, mentre l’ateneo ha ribadito che nessuna iscrizione è stata mai negata : chiunque, militari compresi, può accedere ai corsi esistenti. Il nodo è un altro: la...

Università di Bologna, militari in aula?

 Il nodo non è l’accesso, ma il modello di formazione In breve: La polemica nasce dal fatto che l’Università di Bologna ha rifiutato di attivare un corso di laurea in Filosofia riservato a un gruppo di ufficiali dell’Accademia Militare di Modena. Il governo e i vertici dell’Esercito hanno criticato duramente la decisione, mentre l’ateneo ha chiarito che non ha mai negato iscrizioni individuali, ma ha respinto la richiesta di creare un percorso esclusivo per i militari.  Cosa è successo: La proposta: Il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale Carmine Masiello, aveva chiesto all’Università di Bologna di attivare un corso di laurea in Filosofia dedicato a 10-15 giovani ufficiali dell’Accademia Militare di Modena. L’obiettivo era arricchire la formazione militare con competenze umanistiche, favorendo il “pensiero laterale” e superando stereotipi. Il rifiuto: Il Dipartimento di Filosofia dell’ateneo ha respinto la proposta, ritenendo non opportuno creare un percorso t...

Vite segnate da barriere invisibili

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 Catene Invisibili: le diseguaglianze imposte. Qui da noi è domenica. Un giorno come un altro della settimana trascorso in una città della periferia italiana. Fa freddo. La temperatura è calata di colpo. E mentre noi osserviamo comodamente da casa nostra quanto accade nel mondo dalla finestra mediatica moltissime persone soffrono freddo e fame. Guerre e angherie a parte, anche in Italia c’è chi soffre la fame pur lavorando. Gente occupata e sfruttata che non ha la possibilità di vivere una esistenza dignitosa. Sottomessi allo sciacallaggio dei predatori in giacca e cravatta sono costretti a rivolgersi alle mense della caritas.

Il silenzio che parla

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  “chiudi con un silenzio che parla”. Suggerisce un messaggio mentre lavoro su una immagine. Sembra ci sia della telepatia. Sto manipolando una foto di lumache. Esseri indifesi e alla mercé di chiunque voglia raccoglierle per cibarsene, vendere, e persino calpestare.

La vita non è una favola

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Lettera al Direttore Non sento l’aria del Natale Da qualche anno non riesco più a percepire il calore delle feste. Non perché abbia esaurito i desideri, ma perché mi manca quell’allegria interiore che un tempo mi induceva a considerare bella la vita. Se penso alle popolazioni assoggettate alla brutalità della guerra, costrette a vivere nelle tende sotto un freddo inclemente, mi chiedo come si possa parlare di gioia. Eppure, le nostre vetrine brillano come se nulla fosse, mentre la crisi continua a mordere le tasche ma non le coscienze. È tutta una questione di marketing. L’umanità e la giustizia sociale sembrano concetti astratti, relegati in soffitta dopo la scorpacciata di notizie e la presunta indignazione dei primi momenti. O forse no: ci siamo indignati davvero davanti alle scene arroganti di sistemi capitalistici che vedono soltanto il profitto delle lobby e non il benessere collettivo. Non è un fenomeno isolato: accade anche nelle cosiddette “repubbliche sociali” di Russia ...

Le parole e la sostanza

  Dialogo tra un allievo e un maestro sul valore del linguaggio e la realtà delle cose Allievo: Maestro, non riesco a capire perché oggi si debba stare tanto attenti alle parole. Un tempo era semplice: si diceva “uomo” e si intendeva l’umanità intera, senza bisogno di distinguere. E chi aveva una menomazione veniva chiamato “cieco”, “sordo”, “paralitico”. Ora invece sembra che si facciano le pulci a ogni termine, come se la forma fosse più importante della sostanza. Maestro: Capisco la tua impressione. È vero, un tempo il linguaggio era più diretto. Ma pensa: le parole non sono solo etichette, sono strumenti che plasmano la percezione. Dire “uomo” per intendere tutti, in realtà, ha reso invisibile la donna. E definire una persona solo con la sua menomazione significa ridurla a quella condizione, dimenticando che prima di tutto è un individuo. Allievo: Ma maestro, cambiare le parole non cambia la realtà. Chi è cieco rimane cieco, chi è paralitico rimane paralitico. Non è fors...

C'era una volta la fatica quotidiana

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  Mi è capitata sotto gli occhi una foto in b&n: cattura una scena molto eloquente che storicizza la Calabria degli anni della fame, quella di fine dopoguerra e che ancora deve faticare per attingere alle “comodità” della rivoluzione industriale. Racconta di quando ancora si era costretti a ricorrere alle risorse naturali fuori dalle mura domestiche, insomma fare provviste e scorte oggi impensabili, quali: l’acqua da bere e per lavare, la legna per scaldarsi e cucinare, e mi è sovvenuto un ricordo che, gioco forza, si è intrecciato con la storia della famiglia nel bosco.

Me-Rc, Calabria e Sicilia e il ponte impossibile

 Il Ponte che divide Il Ponte sullo Stretto di Messina è tornato al centro del dibattito politico e istituzionale. Da un lato il ministro Salvini e la società Stretto di Messina, guidata da Pietro Ciucci, ribadiscono che i lavori partiranno secondo il cronoprogramma ufficiale. Dall’altro, la Corte dei Conti e le opposizioni mettono in dubbio la legittimità dell’iter e la sostenibilità economica del progetto. Ripercorriamo le tappe per sommi capi: Salvini definisce il Ponte “opera strategica” per ridurre i costi dell’insularità e integrare la Sicilia nel corridoio europeo Scandinavo-Mediterraneo. Ciucci conferma il completamento entro il 2033 , insistendo sulla validità degli atti e sulla continuità del progetto. Il cronoprogramma prevede cantieri imminenti e benefici dichiarati: risparmio di tempo per veicoli e treni, sviluppo economico e occupazionale. le criticità sollevate da analisti e organi dello Stato preposti alla valutazione del progetto: Corte dei Conti: ha blocca...

Manicheismo asociale

  Sulla vicenda della famiglia nel bosco di Palmoli (Chieti), che ha rifiutato lavori di riqualificazione e ha perso la difesa legale dopo la rinuncia del loro avvocato. Questa la fotografia sulla "solitudine scelta" che isola l'altro da me: La storia della famiglia che vive isolata nei boschi abruzzesi ha suscitato un dibattito acceso. Un casolare fatiscente, condizioni di vita precarie, figli allontanati dai servizi sociali. Eppure, nonostante le proposte di riqualificazione e l’intervento delle istituzioni, i coniugi hanno scelto di rifiutare ogni compromesso.  La loro volontà di rifiutare le mani tese ha fatto capitolare ogni possibilità di dialogo. in sintesi, ricordiamo che: Il Comune aveva offerto lavori di riqualificazione e soluzioni alternative per garantire condizioni minime di sicurezza. La coppia ha respinto ogni proposta, rivendicando il diritto a vivere secondo il proprio stile di vita. Persino l’avvocato incaricato della difesa ha rimesso il mandat...

Il prezzo dell’infanzia tradita

 Tra fake news e macerie: il silenzio del buon senso Parliamo ancora di buon senso: del buon senso soffocato  dagli interessi.   Il buon senso, un tempo bussola della convivenza, oggi sembra un concetto svuotato, relegato ai margini di un mondo che corre verso il sensazionalismo e l’interesse di parte. Lo vediamo nelle grandi scacchiere geopolitiche, dove le mosse dei leader si trasformano in giochi di potere che ignorano le conseguenze umane. Lo vediamo nelle cronache quotidiane, dove fake news e narrazioni costruite ad arte deformano la realtà e confondono le coscienze. 

Attenzione emotiva e buon senso

 "e-mail al blog"; domanda e risposta: Buon senso. E' un concetto che non indica più niente! lo si capisce da come va il mondo. quello "civilmente emancipato". due episodi che toccano le coscienze mi sovvengono: il gioco di Trump nella geopolitica mondiale e le "piccole" vicende nostrane;le fake news montate ad arte per trarne benefci, penso alle notizie montate con l'IA e quelle che stanno inondando i media in queste ore, ovvero la disavventura della famiglia che ha deciso di abitare e vivere i boschi per amore della natura e del vivere in sintonia con il creato. Capisco bene la tua riflessione: il “buon senso” sembra essersi smarrito, soprattutto quando lo confrontiamo con dinamiche globali e locali che mettono in crisi la fiducia collettiva.   Nella visione globale e degli influssi che ha la geopolitica e il “gioco” dei grandi, infatti, sento di dire che: - Le mosse di Trump nella geopolitica mondiale sono spesso percepite come spostamenti...

Tra la natura, nel bosco o nel web?

 C’è una notizia che rimbalza sui media. Una storia di prevaricazione, a mio avviso, ché,  diventa, un “abuso” di potere quando alcuni organismi dello Stato impongono direttive e non consentono alle famiglie di vivere secondo natura per donare tutto l'amore possibile ai propri figli in linea con i dettami del Creato.  Oggi è ritenuto normale vivere vite parallele, farsi cloni virtuali e stare 24h su 24 nelle bolle del web, lasciare che bambini di pochi anni facciano gli influencer,  truccarsi e dare consigli, farsi selfie come se fossero donne vissute ma non si concede ai genitori di educarli a contatto con la natura. Imparare dalla natura. Entrane in sintonia con essa. La famiglia che ha deciso di vivere nei boschi si è vista togliere d’imperio i figli.  Eppure dalle notizie a dalle immagini divulgate non traspare abbandono e disinteresse. Tutt’altro!  Entrambi i genitori dimostrano senso civico rafforzato da un rispetto profondo per l’ambiente. Un ambient...

Ornella, testimone di un tempo

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  Prima che il gallo canti, presto, molto presto la moka gorgoglia sul fuoco. L’aroma di caffè profuma casa. Scendo dalla cyclette. Riempio una tazza di caffè nero bollente. Metto su un lp e torno indietro con la mente. Quanti ricordi. Erano gli anni della rivoluzione studentesca. Emancipazione femminile e impegno civico trasformavano le piazze i immensi raduni. Il mondo della music faceva la sua parte: Guccini, De Andrè, De Gregori, Dalla, i nomadi, La PFM. Rappresentavano l’energia di quel tempo. E poi c’erano gli altri cantanti, quelli ritenuti meno impegnati politicamente ma cghe avevano un peso in quanto a narrazione di sentimenti. Ornella Vanoni era tra questi. E anche se non schierata apertamente la sua vita privata e sentimentale fece discutere.

Lettera con risposta

 email al blog. Anche questa volta siamo sopravvissuti. Siamo usciti quasi indenni alla scorpacciata di notizie catapultate addosso alla plebe. Ornella Vanoni è morta all’età di 91anni. Pace a lei. I media si sono adoperati per divulgare la notizia e sono andati a spulciare oltre la cosiddetta privacy. D’altronde è una cantante. Una professionista che ha sacrificato la sua vita privata alla musica. E quindi, giù, valanghe di segreti svelati. Notizie tra il pruriginoso e il gossip hanno raggiunto anche chi “non gliene può fregar de meno”. Indubbiamente è stata una donna attiva. Ha saputo curare la carriera di cantante. E qualcuno l’ha amata e chi non eccessivamente, senza andare in delirio, ha apprezzato le sue canzoni che, come tutte le melodie pop hanno fatto da colonna sonora ad alcuni momenti salienti della propria vita. Donna di indiscusso fascino, ha fatto sognare molti uomini per la sua immagine sensuale ed emancipata in un Paese borghese e bigotto. Ultimamente era os...

La democrazia non è un inganno: difendiamola dalla mistificazione.

  A, … mi rivolgo a tutti. In un primo momento ho pensato di indirizzare il messaggio al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e perché no, al Papa. Ma poi ho ritenuto opportuno parlare direttamente con tutti quelli che hanno a cuore il Dono della Vita e la libertà educati al civismo. Uso il termine civismo per evitare strumentalizzazioni, anche se sarebbe più indicata la parola “Politica”. Ma ormai si è arrivati a schierarsi uno contro l’atro. E farsi guerra. Violentare diritti che moltissimi avevano dato per scontati in una civiltà cresciuta nell a “ragione” del buonsenso maturato dopo le nefandezze delle guerre armate mondiali e dei miseri conflitti non meno dannosi dei localismi ottusi. La nostra è una “democrazia”. È vero! Una decrazia debole, azzoppata da una legge che conferisce i “pieni poteri” a chi riesce ad arrivare al governo attraverso elezioni. E chi vince, anche con un risicato 25% delle persone votanti, comanda! Impone la propria visione dello stare in ...

Un po' di storia dell'arte

  riflessioni Cammino tra le strade di una città che sembra aver dimenticato il peso della memoria. I muri, un tempo custodi di voci e colori, oggi sono lisci, levigati, pronti a ospitare pubblicità effimere e messaggi di consumo. Eppure, sotto quella superficie, pulsa ancora la forza dell’immagine narrante: la pittura che racconta, che denuncia, che resiste.  

Il popolo nell’acqua calda: democrazia a fuoco lento”

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Mentre le lumache bollivano e qualcuna tentava la fuga, ho colto un’immagine: i rumori mediatici, come un calore invisibile, avvolgono e guidano le menti passo dopo passo

Blackout programmati. Si può fare di meglio

  Interruzioni programmate dell’energia elettrica: si può fare meglio? Negli ultimi giorni, la zona sud di Catanzaro sta affrontando interruzioni di corrente programmate che durano fino a otto ore consecutive. Comprendiamo l’importanza della manutenzione e della sicurezza della rete, ma ci chiediamo: è davvero necessario lasciare interi quartieri senza energia per così tanto tempo? Le conseguenze sono pesanti, soprattutto per: Anziani e persone fragili Chi utilizza dispositivi medici elettrici Famiglie con bambini piccoli Lavoratori da remoto In un’epoca in cui la tecnologia consente interventi più mirati, ci auguriamo che E-Distribuzione possa rivedere le modalità operative, limitando i fermi a pause inferiori alle tre ore, magari suddivise per fasce orarie o micro-zone.  Cosa è successo? L’interruzione dell’energia elettrica sembra essere legata a un guasto agli impianti Sorical, con effetti anche sull’erogazione idrica. Ecco i dettagli: Guasto elettrico agli im...

La stupidità è contagiosa. Proteggiti

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  Pensare è sovversivo. Non ho pregiudiziali. sono aperto ad ogni pensiero, purché sia costruttivo. le partigianerie senza senso mi fanno venire l'orticaria, e assistere a certe affermazioni elaborate e pubblicate sulle piattaforme social mi irritano quando ripetono stupidamente cose prive di senso. alcuni sembrano uscire dalle sceneggiature adatte a formare l'esercito, anzi un gregge di pecore felici di essere guidate al pascolo ed essere munte dal pastore che alla fine del ciclo vitale le porta al macello, senza contare il ratto degli innocenti a pasqua.

Benvenuti!

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Chi siamo

Abbiamo aperto questo blog nell’aprile del 2009 con il desiderio di creare una piazza virtuale: uno spazio libero, apolitico, ma profondamente attento ai fermenti sociali, alla cultura, agli artisti e ai cittadini qualunque che vivono la Calabria. Tracciamo itinerari per riscoprire luoghi conosciuti, forse dimenticati. Lo facciamo senza cattiveria, ma con determinazione. E a volte con un pizzico di indignazione, quando ci troviamo di fronte a fenomeni deleteri montati con cinismo da chi insozza la società con le proprie azioni. Chi siamo nella vita reale non conta. È irrilevante. Ciò che conta è la passione, l’amore, la sincerità con cui dedichiamo il nostro tempo a parlare ai cuori di chi passa da questo spazio virtuale. Non cerchiamo visibilità, ma connessione. Non inseguiamo titoli, ma emozioni condivise. Come quel piccolo battello di carta con una piuma per vela, poggiato su una tastiera: fragile, ma deciso. Simbolo di un viaggio fatto di parole, idee e bellezza. Questo blog è nato per associare le positività esistenti in Calabria al resto del mondo, analizzarne pacatamente le criticità, e contribuire a sfatare quel luogo comune che lega la nostra terra alla ‘ndrangheta e al malaffare. Ci auguriamo che questo spazio diventi un appuntamento fisso, atteso. Come il caffè del mattino, come il tramonto che consola. Benvenuti e buon vento a quanti navigano ogni singola goccia di bellezza che alimenta serenamente l’oceano della vita. Qui si costruiscono ponti d’amore.

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