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Certo, con i tempi che corrono andrei volentieri anch’io a vivere nei Boschi con Mariaelena piuttosto che stare in città con la Giorgia. Scherzi a parte, sostenere tutte le spese imposte per vivere nella civiltà dei consumi è davvero una impresa pesante. A partire dalla bolletta dell’energia elettrica che su un consumo reale che si aggira attorno alle 80€ devi sborsarne 150€. E poi c’è il gas che non scherza; il telefono con la relativa connessione a internet … .
email al blog. Anche questa volta siamo sopravvissuti. Siamo usciti quasi indenni alla scorpacciata di notizie catapultate addosso alla plebe. Ornella Vanoni è morta all’età di 91anni. Pace a lei. I media si sono adoperati per divulgare la notizia e sono andati a spulciare oltre la cosiddetta privacy. D’altronde è una cantante. Una professionista che ha sacrificato la sua vita privata alla musica. E quindi, giù, valanghe di segreti svelati. Notizie tra il pruriginoso e il gossip hanno raggiunto anche chi “non gliene può fregar de meno”. Indubbiamente è stata una donna attiva. Ha saputo curare la carriera di cantante. E qualcuno l’ha amata e chi non eccessivamente, senza andare in delirio, ha apprezzato le sue canzoni che, come tutte le melodie pop hanno fatto da colonna sonora ad alcuni momenti salienti della propria vita. Donna di indiscusso fascino, ha fatto sognare molti uomini per la sua immagine sensuale ed emancipata in un Paese borghese e bigotto. Ultimamente era os...
Il bar profumava di caffè e zucchero tostato. Il barista, con gesto ormai rituale, mi porse il solito caffè al bacio accompagnato da un torroncino e un “divino amore”. Piccoli doni quotidiani, dolci come carezze. Mentre i denti affondavano nella pasta molliccia e zuccherosa, la sorpresa arrivò inattesa: un corpo estraneo, duro, che strideva tra i molari. “Un nocciolo, forse,” pensai, cercando di mantenere la discrezione. Lo sputai nel tovagliolino, pronto a trasformare l’imprevisto in battuta per il barista. Ma quando lo sguardo cadde su quel frammento, il sorriso si spense. Non era un nocciolo. Era la capsula del mio molare, staccata come un soldato caduto dalla sua postazione. Il dolce, che un attimo prima mi aveva regalato un piacere infantile, ora mi ricordava la fragilità del corpo, la necessità di correre dal dentista. Il barista, ignaro, continuava a lucidare bicchieri. Io, con il tovagliolino stretto tra le dita, pensai: la ...
Pensare è sovversivo. Non ho pregiudiziali. sono aperto ad ogni pensiero, purché sia costruttivo. le partigianerie senza senso mi fanno venire l'orticaria, e assistere a certe affermazioni elaborate e pubblicate sulle piattaforme social mi irritano quando ripetono stupidamente cose prive di senso. alcuni sembrano uscire dalle sceneggiature adatte a formare l'esercito, anzi un gregge di pecore felici di essere guidate al pascolo ed essere munte dal pastore che alla fine del ciclo vitale le porta al macello, senza contare il ratto degli innocenti a pasqua.
Dal silenzio dell’anima, controvento Agli invisibili resilienti "kintsugi; courtesy m.iannino©" A chi come me ha conosciuto il gelo dell’indifferenza, la fame che non è solo di pane, ma di ascolto, di dignità, di presenza. A chi ha camminato con scarpe rotte e sogni spezzati, a chi ha imparato a non chiedere più, perché il “no” fa più male della povertà. Scrivo dal silenzio dell’anima, quel luogo dove si accumulano le parole non dette, le lacrime trattenute, le speranze che non hanno trovato spazio. Scrivo perché quel silenzio non è vuoto: è pieno di vita, di lotta, di verità. Ho vissuto l’invisibilità. Ho visto gli sguardi che evitano, le parole che minimizzano, i gesti che ignorano. Ho chiesto aiuto, e ho ricevuto il rifiuto. Il giudizio sprezzante. Ho superato la vergogna, ho trovato il coraggio… e sono diventato muro. Da quel giorno, ho imparato a non espormi. A fingere forza, a ostentare sicurezza, a camminare con la testa alta anche quando dentro mi...
Tra gli anni sessanta e settanta non c'era la movida ma c'era la passeggiata su corso Mazzini, villa Trieste o Margherita, il mercato, il Masciari, il Supercinema, il politeama, il Comunale tutti ubicati nel centro storico catanzarese circoscritto da una fascia urbana che stava crescendo. Nel quartiere di San Leonardo qualche decennio prima iniziò l'urbanizzazione e fu sede del cinema Odeon (1952) prospicente ai giardini meta della generazione di quegli anni turbolenti altrove ma sonnacchiosi a Catanzaro che comunque stava aprendosi alle nuove tensioni sociali e culturali.
Ad intuito Pontegrande e Pontepiccolo erano due località con qualche attinenza in comune al nome che li contraddistingueva. Lo supponevo. Ma non ne ero certo. Erano due quartieri attaccati l’uno dietro l’altro lungo la strada che da Catanzaro porta a Sant’Elia. Compresi la toponomastica quando dovetti frequentare la terza media a Pontepiccolo. Iscritto d’ufficio, ricordo, perché fui “espulso” dal collegio. Correva l’anno … non ricordo quale anno corresse ma correva veloce per i miei 13/14 anni stracolmi di adrenalina e voglia di conquistare il mio posto nella società oltre le mura dei salesiani.
Lucio Dalla e la resistenza visiva di Iannino Lo specchio digitale e il mare
“mussimoddhi, virdeddhi, vermituri, dormituri, vovalaci, maruzze, queste alcune delle locuzioni più comuni nei dialetti calabresi per indicare le lumache. Questo è il tempo delle lumache, prima che entrino in letargo, s'affossano nel terreno e diventino "mporteddhati o monachedde" cioè si sigillano creando con la bava la porticina biancastra che li proteggerà fino al risveglio causato dalla pioggia.” E' una meraviglia questo scorcio di cultura calabrese! Le lumache, creature umili ma affascinanti, hanno un posto speciale nella tradizione popolare, e i nomi dialettali come *mussimoddhi*, *virdeddhi*, *vermituri*, *vovalaci* raccontano la ricchezza linguistica della regione. Ogni termine evoca un mondo di gesti, stagioni e saperi tramandati. “tracce”: Il tempo delle lumache è davvero un momento magico: prima del letargo, si preparano con cura, scavando nel terreno e costruendo quella piccola porta biancastra — ‘a *mporteddhata* — fatta di bava solidificata, ...
"scrittura creativa" La retorica del “risparmio” è spesso una scorciatoia semantica che confonde consapevolmente l’ottimizzazione contabile con il benessere umano. I fautori dell’ora legale mostrano grafici, curve, percentuali: energia risparmiata, costi abbattuti, efficienza aumentata. Ma raramente si interrogano sull’effetto che questa disciplina del tempo ha sul corpo, sulla mente, sul ritmo interno delle persone. Ci dicono che l’ora legale è utile perché si risparmia e che la luce è “ottimizzata” secondo le esigenze industriali e economiche. Che i grafici parlano chiaro, ma nessuno mostra il grafico del sonno interrotto. Del risveglio anticipato. Del corpo che non si adatta. Della mente che si disorienta! Il guadagno è sempre economico; mai umano, psicofisico. Ma mai reale. Abbiamo imparato a misurare tutto, tranne il disagio. Ecco che la saggezza antica ci soccorre con la voce di una nonnina saggia, concreta, con il passo lento e il pensiero lungo, che parla co...
Il compagno "Compagno", per noi ragazzi di quartiere, significava "migliore amico". Era il modo più diretto e affettuoso per presentare chi ci stava accanto. Crescendo, quel termine ha assunto un peso diverso: non solo amicizia, ma militanza. Il compagno era chi condivideva un’idea, un progetto, una visione del mondo. Oggi, quell’epoca sembra svanita. Ma qualcuno resiste.
Dal verbo essere al verbo venire: il moto che rompe la grammatica «A pratica rumpa a grammatica!» — si dice con ironia e orgoglio nei contesti dove la lingua non è solo norma, ma corpo vivo, gesto, necessità. E in effetti, il verbo venire ha soppiantato in molti casi la staticità granitica del verbo essere . Non si tratta solo di una variazione stilistica: è un mutamento di prospettiva, una torsione etica e narrativa del linguaggio.
Il ramo e il mare Il ramo pende come un pensiero antico, carico di foglie e di un solo frutto: un melograno, maturo, silenzioso. Sotto di lui, la terra respira piano, tra ciuffi d’erba secca e fiori rossi che sembrano trattenere il sole. Il sentiero, appena visibile, si snoda come una domanda non ancora fatta. L’uomo è lì, in piedi, con le mani dietro la schiena. Non cerca nulla, ma tutto trova. Il mare, in fondo, brilla come una promessa che non ha bisogno di parole. Il Golfo di Squillace si apre davanti a lui, azzurro e inquieto, come la memoria di chi ha lavorato, amato, resistito. Ogni foglia è una lettera. Ogni ramo, una frase. Ogni respiro, un capitolo . L’uomo non scrive con la penna, con lo sguardo alimenta il pensiero e culla la bellezza. Cura quel giardino come si curano le storie: con pazienza, con rispetto, con la certezza che anche il silenzio ha voce. Il melograno non è lì per essere colto. E' lì per essere visto. Come i mestieri che l’uomo ha fatto, uno dopo l’altr...
Luna calante o crescente? non l'ho mai capito anche se consulto spesso i siti astrologici. Ogni volta che guardo la luna me lo chiedo, non perché devo fare le provviste, quelle le faceva mia nonna e lei era davvero una conoscitrice delle fasi lunari. Mia nonna Angela, anima e cultura contadina, anche dopo essersi spostata in città continuava a fare le provviste. Non molte ma quanto bastavano per togliersi qualche sfizio. Ricordo i boccacci di olive schiacciate, lasciate in acqua per addolcirli e poi piggiate nei boccacci insieme agli aromi, finocchio e aglio con qualche foglia di alloro. Lei, mi raccontava, ai suoi tempi non c'erano così tanti boccacci di vetro come adesso, ma avevano i "salaturi", dei recipienti in cotto che servivano per le provviste di ogni genere, per la salsa di pomodoro e per conservare il grasso di maiale per condire le pietanze. Oggi, 11 ottobre 2025, la Luna è gibbosa calante , con un’illuminazione del 75% 🌖. Sta scendendo verso l’ultimo...
di mario iannino L’autunno è come una carezza: il vino che nasce, le castagne che crepitano, i colori che si fanno più intensi mentre l’aria si riempie di odori antichi. È il tempo della trasformazione e della memoria, dove il gesto di stappare il novello diventa rito conviviale, e le caldarroste fumanti sembrano piccole lanterne di terra scoppiettanti sul tripode del focolare su cui poggia, in un abbraccio, la padella bucata . Fiammelle s’infiltrano e vanno a lambire le castagne annerendo la buccia e cuociono la polpa.
Dedicato a chi conosce Marina di Catanzaro… e a chi vorrebbe conoscerla: "a ciminera da tonnina": sentinella di Marina È lì da sempre. Alta, immobile, silenziosa. La ciminiera della tonnina veglia sull’ingresso di Marina come una sentinella che non ha mai smesso di scrutare il mare. Per noi non è solo un rudere industriale: è un emblema, un punto fermo, una radice che affonda nel tempo. Un tempo fumava davvero. I pescatori vi cuocevano il tonno appena pescato, preparavano le conserve "i salaturi" delle sarde, e le alici sottosale. Il suo fumo aveva l’odore della salsedine, del lavoro sulle barche, del sale, dell'olio e della fatica. Oggi non fuma più, ma ogni volta che entro a Marina mi sembra di vederla ancora respirare. Non sono nato lì, ma è come se lo fossi. La pratico da sempre, da quando ero bambino. Insieme a tantissimi scendevamo da Catanzaro città a mare con la lettorina della CalabroLucana o con il pullman cittadino. In costume e ciabatte, c...
Una favola tratta da una storia vera. Non inizia, perciò, con : "c'era una volta" ma è parte degli avvenimenti della drammatica cronaca di Gaza. Quindi: c'è! "Il suo è un pianto silenzioso e dignitoso, adesso che deve accudire al fratellino. I genitori sono rimasti sepolti dalle macerie a gaza. Ora è lui il fulcro della famiglia residuale, è lui che deve prendersi cura del piccoletto e s'incammina, insieme alla interminabile fiumana, verso l'ignoto.".
Tra scaffali e sogni, una bambina trova il suo regno incantato. " il mondo attorno non esiste. La bambina ha eretto pareti invisibili attorno. con centrata sul mondo fatato che esce dalle pagine del libro ne è rapita. ha spento l'audio esterno, seduta ai piedi dell'espositore osserva i disegni colorati delle scene custodite nelle pagine del libriccino per bambini. Non le importa di essere in un supermercato strutturata a vendere generi alimentari per le famiglie, le è totalmente immersa ed è parte integrante della storia illustrata"
Ogni estate, tra le pietre calde del casolare e il respiro salato dello Jonio, qualcosa si muoveva dentro di me. Non era solo il ritorno a casa, ma un viaggio tra memorie, incontri, strade sterrate e silenzi che parlano. Questo è il racconto di un’estate che ha avuto il suono di una chitarra, il passo di un labrador fulvo, e lo sguardo di Teresa, che curava gli animali come si curano le ferite dell’anima. E' una storia comune a tanti calabresi emigrati che, come ogni anno, alla fine della scuola si spostano nei paesi d'origine, in Calabria,. La mia famiglia si spostava nella casa di campagna affacciata sullo jonio. Il panorama che si gode ancora oggi dalla sommità del costone roccioso è mozzafiato, e il silenzio è cadenzato dal canto delle cicale, dei grilli e sopra ai loro fastidiosi richiami si leva il dolce fischiettio degli uccelli. Il casolare è immerso nella campagna, su un alto spuntone roccioso quasi ricoperto da enormi piante di fichi d'india. Di anto in tanto...
le mie estati calabresi. narrativa, racconto breve, scrittura creativa Estate sullo Jonio Ogni anno, quando la scuola chiude i battenti e l’aria si fa più leggera, la mia famiglia parte verso sud, verso la nostra casa di campagna in Calabria. Il casolare, antico e solido, si erge su uno spuntone roccioso affacciato sullo Jonio, circondato da fichi d’India che sembrano sentinelle silenziose. Il panorama è un quadro vivo: il mare scintilla in lontananza, il cielo si fonde con l’orizzonte, e il silenzio è rotto solo dal canto delle cicale, dei grilli e dal fischiettio degli uccelli.
Chi siamo
Abbiamo aperto questo blog nell’aprile del 2009 con il desiderio di creare una piazza virtuale: uno spazio libero, apolitico, ma profondamente attento ai fermenti sociali, alla cultura, agli artisti e ai cittadini qualunque che vivono la Calabria.
Tracciamo itinerari per riscoprire luoghi conosciuti, forse dimenticati.
Lo facciamo senza cattiveria, ma con determinazione. E a volte con un pizzico di indignazione, quando ci troviamo di fronte a fenomeni deleteri montati con cinismo da chi insozza la società con le proprie azioni.
Chi siamo nella vita reale non conta. È irrilevante.
Ciò che conta è la passione, l’amore, la sincerità con cui dedichiamo il nostro tempo a parlare ai cuori di chi passa da questo spazio virtuale.
Non cerchiamo visibilità, ma connessione. Non inseguiamo titoli, ma emozioni condivise.
Come quel piccolo battello di carta con una piuma per vela, poggiato su una tastiera: fragile, ma deciso. Simbolo di un viaggio fatto di parole, idee e bellezza.
Questo blog è nato per associare le positività esistenti in Calabria al resto del mondo, analizzarne pacatamente le criticità, e contribuire a sfatare quel luogo comune che lega la nostra terra alla ‘ndrangheta e al malaffare.
Ci auguriamo che questo spazio diventi un appuntamento fisso, atteso. Come il caffè del mattino, come il tramonto che consola.
Benvenuti e buon vento a quanti navigano ogni singola goccia di bellezza che alimenta serenamente l’oceano della vita. Qui si costruiscono ponti d’amore.