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martedì 20 febbraio 2024

Lettera a un Gabbiano

 


Sei un qualunquista! Si diceva in maniera dispregiativa a chi pensava e curava solo i cazzi suoi.

Politicamente era un'accusa a quanti non avevano a cuore il buon andamento della comunità e, in senso più ampio, della società tutta e dei valori aggreganti che determinano l'importanza intellettuale dello stare insieme.

giovedì 26 ottobre 2023

Avere o essere?

 


Cicala o formica?

In mezzo sta la virtù, si diceva una volta.

Le generazioni che sono cresciute vergognandosi dalle pezze al culo non avrebbero mai potuto credere che le generazioni future le avrebbero attaccate e ostentate con orgoglio. E le avrebbero pagate assai. La moda costa!

Molte cose sono state stravolte e quello che un tempo era nobile, uitile, consono adesso è un sentimento insignificante. Non è il caso di vergognarsi nel mostrare e ostentare la pochezza del pensiero dominante se l'esposizione mediatica porta benefici economici. L'immagine esteriore è importante. E chi sa esporre un bel corpo, un bel sorriso e, lascia intendere di vivere una favola è ben voluto e accettato ovunque.

mercoledì 27 settembre 2023

Infanzia ritrovata

 “Si dissuru li missi a Palermiti 'on 'sin'da'dinnu cchhji missi cantati”.

La maestosità dei giochi pirotecnici illumina a giorno le case e i boschi di Palermiti chiudendo nello sfavillio colorato novene e canti lasciando così posto al preludio verso la normalità e aprendo i cuori ai commiati, rattristandoli.

La festa della Madonna della Luce, celebrata nell'ultima domenica d'agosto in Palermiti raccoglie devoti di ogni dove e mette i sigilli a tutte le feste patronali del comprensorio catanzarese: Squillace, Vallefiorita, Montauro, Centrache, Girifalco, Borgia, Cortale ... Brognaturo, Chiaravalle, Soverato, Torre di Ruggiero, Serra S. Bruno, dal mare all'entroterra delle serre calabresi e silane ogni singolo paese ha reso omaggio religioso ai rispettivi protettori e la festa palermitese, essendo l'ultima, mette la parola fine a sagre civiche e festeggiamenti religiosi. È questo il vero significato dell'antico detto in epigrafe: "si dissaru li missi a Palermiti".

Emigranti e residenti riprendono quindi la routine di tutti i giorni, chi rimane con gli affetti e chi ritorna nei luoghi in cui ha trovato lavoro e, grazie a ciò, garantisce in po' di benessere alle famiglie ricollocandolo in: Svizzera, Germania e qualcuno anche in America, Argentina o Brasile e, chi, a Milano, Torino, Roma, Rho etc.

sabato 11 febbraio 2023

Nel sole

 

 Il mare è stato irrequieto in questi giorni. le onde alte hanno depositato acqua e sabbia oltre il muretto che delimita la passeggiata del lungomare e la spiaggia sottostante. 



domenica 1 gennaio 2023

Calabria, Sul filo della memoria

 

Verso sud. 



Il sole del sud lancia riverberi scintillanti sull'acqua del mare e sui cespugli di ginestra abbarbicati sul pendio collinare a ridosso della strada statale che inanella le case sparse sul litorale jonico catanzarese.

Quanto tempo è passato? Solitamente non mi piace fare calcoli temporali. A farli si soffre di più e il tempo infligge la sua lama tagliente nella carne viva dei ricordi.

Preferisco chiudere gli occhi e osservare dalla fessura delle palpebre il caleidoscopio delle immagini immagazzinate nella memoria.

domenica 25 dicembre 2022

La bugia del Natale

 

"la bu(ma)gia del Natale" by m.iannino

Le piazze social sono stracariche di post. Nella maggior parte dei casi c'è poco da leggere e molto da osservare. Le foto caricate nei vari account mostrano momenti importanti per chi le ha postate: piatti tipici delle festività che rimandano alle tradizioni locali, quindi zeppole fritte, zampone, capitoni, agnello o capretto etc. etc. E poi ci sono le inquadrature su presepi e alberi nelle forme più disparate.

Verrebbe da dire: sono lontani i tempi in cui il caldo odore di fritto che dalle cucine invadeva le case e le strade dei rioni lasciava intendere l'atmosfera che si respirava nelle case. S'intuiva, camminando nei pressi delle abitazioni, il menù completo che non differiva di tanto dagli altri. Alla vigilia di Natale si impastava la farina per i frittini. La pastella, fatta con farina di grano e patate bollite passate serviva per le frittelle farcite con alici, tonno ma anche vuote. I fritti servivano a tappare il buco di mezzogiorno che, accompagnati da un buon rosso, aiutavano ad arrivare al cenone serale.

domenica 4 dicembre 2022

E' Natale

 

"una fiaba" courtesy mario iannino

Tra qualche manciata di giorni è natale e a natale, per definizione, siamo tutti più buoni.

Dovremmo esserlo … Intanto le disparità sociali continuano a mietere vittime in ogni angolo del mondo. Il terrore è una miscela che alimenta la parte animalesca umana. Alcuni incasellano successi letterari sguazzando sulle malefatte, tagliando e copiando numeri drammaticamente veri a testimonianza dei crimini documentati sulle pagine di libri e quotidiani.

mercoledì 23 novembre 2022

Alcune strade si imboccano malgrado noi

 Destini o scelte?

Qualcuno ha detto che il viaggio è nella testa. Si può viaggiare anche rimanendo fermi. Immaginare luoghi e persone. Paesaggi e storia affini ai luoghi o al proprio modo d'essere ma quando si intraprendono viaggi coi relativi ambagi derivanti dalle nuove situazioni fisiche e ambientali qualcosa cambia dentro la testa.

Sempre più spesso si assiste allo spopolamento demografico di certe regioni del sud a favore delle più performanti regioni del nord e anche del centro Italia. Ragazze e ragazzi che per motivi di studio si son dovuti spostare dalle rispettive sedi una volta acclimatati nella nuova realtà sociale lentamente recidono le originarie radici. Il lavoro li assorbe completamente e fanno propri usi e dizione della residenza adottiva. D'altronde come biasimarli!



lunedì 24 ottobre 2022

Saperi e sapori conditi di storia

 Dalla bocca dei protagonisti.

I racconti di nonna Angela.

"courtesy ©valentina's photo"

La sera si tinge di rosso. Un rosso simile al fuoco che arde dentro il forno del pane quando la legna brucia e le fiamme si alzano allegre danzando.

Quell'immagine è viva dentro la mente di nonna per le tante volte che ha assistito la mamma a sfornare pane per la famiglia e per le tantissime volte che l'ha infornato lei da quando si è maritata e ha tirato su una famiglia sua.

Piccolo mondo antico

In soffitta.

*'Nto chjankatu nc'era tuttu. Puma, castangni nsierti, hjcundiani, paniculu e puru i passuli. Na vota on c'era u frigoriferu e a provvista po nviernu era chissa.

L'anziana donna, pelle e ossa dai capelli sottili color neve, racconta e affida al vento gli anni della sua gioventù. Gesticola com'è d'uso. Fa gesti lenti e misurati come se avesse davanti qualcuno.

Seduta sull'uscio osserva i cambiamenti epocali.

Ti para ca è tuttu buoni? E no cara mia! O n'è tuttu buoni. Nc'è u buoni e u malu. E tu ammu u sai.

Nanna cu ccu parri?

Nenta figghja mia parrava sula. Duva vai?

Vinni u ti truovu cuomu a cappuccettu russu. Ahahahh. Però vinni senza u lupu ahahahah.

Cchi si beddha ti piacia u chjcchjiarijj sempa attia. Buonu buonu megghjiu eccussì.

Scene usuali queste, nei paesi dove ancora i rapporti sociali sono coltivati con empatia.

domenica 9 ottobre 2022

In viaggio nel tempo

 


Tempo di vendemmia di festa e incontri.


Da nord a sud in autunno si ripropone la sagra dell'uva. Molti vitivinicoltori associati mettono in campo strategie mirate per la conoscenza e la commercializzazione dei brand prodotti nelle rispettive cantine. 

Anche in Calabria le più note e blasonate case vitivinicole partecipano alle sagre calendarizzate a livello nazionale con eventi mirati. E per divulgare il proprio prodotto in seno alla festa nazionale del vino nelle proprie cantine aprono a mostre, assaggi e guide assistite.

Le zone più rinomate sono definite in mappe territoriali geografiche mirate e circoscritte che vanno dal cirotano al lametino e, giù, al reggino. Ma questo itinerario geografico è ben noto ai più .

Io, invece, voglio raccontare del vino fatto in casa. Un'operazione di nicchia, esclusivamente elaborata e portata a termine non per scopi commerciali ma per la famiglia, da bere insieme a tavola e da offrire agli ospiti! 

Mi piace ricordare ogni cosa delle giornate d'autunno trascorse in campagna tra filari di viti e l'odore degli acini strappati coi denti!

Della raccolta dell'uva e dell'allegria che si respirava tra i filari e nell'aia; del profumo dell'uva appena raccolta adagiata nelle ceste di vimini, dall'odore delicato degli acini appena pigiati...

E dell'attività frenetica dei paesani che, quasi tutti, tra settembre e ottobre s'impegnavano le "giornate" e preparavano i “commodi” per raccogliere i grappoli d'uva, lasciare maturare il mosto e ... Ma andiamo per gradi.

La mia storia è ambientata in una campagna che potrebbe essere situata in un paese qualunque della Calabria. Però, essendo nato in un paesino montano del catanzarese,la mia storia si avvale di spunti autobiografici.


Per arrivarci, nelle vigne, il percorso era agevole e semplice. Quasi tutti i vigneti costeggiavano la strada principale: “A vianova” questo il nome che davamo alla nuova strada provinciale che tagliava in due il paese passando per la “Cona”, la piazza principale sede di bar e unico spazio logistico per l'installazione del palco eretto in occasione dei festeggiamenti popolari in onore della Madonna della Luce. L'uso del passato è d'obbligo! Molti di quei vigneti non ci sono più.

Il primo esteso appezzamento di terreno adibito a vigneto lo incontravamo al bivio, prima di imboccare il “rettifilo di Manno”. Gli altri vigneti erano disseminati all'interno delle campagne, al riparo degli agenti atmosferici e dalle ipotetiche ruberie.

E poi su, dopo l'agglomerato urbano, tra i castagneti. Lì la terra rossiccia sembrava esaltare gli acini viola appesi sui verdi filari.

La raccolta dell'uva, nel mio “immaginario vissuto”, presupponeva una predisposizione dell'anima totalizzante. Ogni azione, parola, canzone era in sintonia con la natura. E la stanchezza fisica, nonostante ci fosse, sembrava inesistente.

Le donne, instancabili, facevano la spola tra i filari e “u katojiu” il punto di raccolta che ospitava il tino per la pigiatura; “i fhimmini” si “caricavano” sulla testa enormi cesti di vimini colmi d'uva come se niente fosse! (per lo meno, ai miei occhi erano davvero grandi, ché facevo fatica a trasportare il paniere in cui riponevo i pochi grappoli da un “piede di vite all'altro).

La mia esperienza è limitata a brevi momenti di vita vissuta. A pochi fine settimana che, approfittando delle belle giornate, in macchina, una fiat 850 special, si faceva un salto al paese per stare coi parenti rimasti.

lunedì 19 settembre 2022

Fino all'ultima boccata, vizi e virtù

 

Bacco, tabacco e …


Lo sballo per certi ceti consiste nel poter permettersi del fumo e qualche bicchiere di rosso. Il resto è affidato alla buona sorte.

Ne sanno qualcosa i nati negli anni cinquanta/sessanta e giù di lì.

Ricordo con piacere i racconti di vita narrati dall'anziano vicino di casa:

era un signore piccoletto divenuto cieco in tarda età che, durante i momenti di pausa dallo studio, andavo a trovare. Aveva un fare sereno persino nell'arrotolare il tabacco nella carta velina. Io osservavo incantato le sue dita intaccate dall'artrosi prendere pizzichi di tabacco dalla scatola di latta lucida dopo avere separato e estratto dalla clip la velina tenuta serrata insieme alle altre nella parte interna del coperchio.

Lui parlava mentre confezionava la sigaretta. Ieratico, come se fissasse un punto immaginario, raccontava della sua esperienza.

Mi parlò della sua infanzia. Di quanto sia stata dura la guerra e del ritorno a casa dopo anni di stenti, fatiche e violenza inflitta e subita.


“Vedi, oggi è un lusso il fumo! Alcuno fumano per sport! Per sentirsi importanti come fanno i ragazzini alle feste e sprecano soldi e tabacco... se avessero sofferto la carestia non butterebbero le sigarette a metà; quando ero giovane ci passavamo la sigaretta tra compagni e, vedi questo?” disse indicandomi un ago infilato nel colletto della giacca; “questo no serviva solo per cucire gli strappi o attaccare bottoni. Questo serviva per fumare fino all'ultimo la cicca!”.

giovedì 1 settembre 2022

Voglio guardare il mondo con occhi di bambino

 


Da grande voglio essere...


Il quesito ricorrente di quando si è bambini, anche se non lo pongono gli altri tipo i genitori o gli amici di famiglia “zii” acquisiti, ce lo poniamo da soli.

Sogniamo di fare il benzinaio, il ferroviere, l'elettricista, l'infermiere, il dottore, l'avvocato... e magari qualcuno ci riesce.

Arriva alla meta prefissata dopo tenaci sacrifici e approfonditi studi.

Volli sempre volli fortissimamente volli!

E chi non vorrebbe occupare un posto di rilievo nella società?

Qualcuno è anche disposto a vendere l'anima o ad ipotecare parte della dignità.

Pochi, pochissimi sono convinti che rimanere puri dentro come i bambini che guardano il mondo esterno con meraviglia e sempre pronti allo scambio emotivo disinteressato sia un valore inestimabile.

Rarissime personalità, raggiunta l'agognata meta terrena posta da essi stessi in cima alla scala dei valori terreni, rimangono eterni bambini.

I pochi “illuminati” non fanno nulla per rimanere con l'animo puro. È un percorso che sembra essere guidato da entità astratte. Flussi vitali creativi indirizzano gli umili sui percorsi della saggezza che fa guardare amorevolmente il mondo: occhi puri di bambino che, nonostante gli ineluttabili ambagi, serenamente continua a esistere.

sabato 28 maggio 2022

Messaggi dal cielo

 

Figure ancestrali visibili ai bambini e alle anime pure sovrastano la corteccia materiale della fisicità.




Bagliori inaspettati plasmano impalpabili visioni; evocano sensazioni sopite.

Buongiorno! Alla vita.

Figure familiari prendono forme, ammantano negatività e pensieri consci.

Sprazzi di luce tagliente danzano, s'inchinano al nuovo giorno.

Buongiorno giorno...

in groppa al destriero con ali dispiegate

il pensiero vola sulle bellezze del Creato.

lunedì 7 febbraio 2022

Mani forgiate dall'amore della terra

 


Nicchi nicchi nacchi mammà tua t'accatta i vacchi papà tua a masseria ricca ricca a figghja mia.

Nella vasta aia attorno alla casa la vecchia donna culla la bambina mentre canticchia una nenia dal sapore antico.

Il capiente cesto intrecciato con vimini e canne è appeso ad un grosso ramo di gelso. Fissata saldamente con corde di ginestra, la spartana culla, soggetta al dondolio ritmato dalla donna è abbraccio sicuro per sonni tranquilli. Nicchi nicchi nacchi … continua a canticchiare l'anziana nonnina che nel frattempo sgrana fagioli.

Il casolare di campagna accoglie una famiglia di stampo patriarcale. Tutt'attorno è un fiorire di natura ben tenuta e coltivata da sapienti mani. La cultura contadina è amore per la terra e le piantagioni disseminate nella campagna circostante testimoniano il lavoro delle generazioni che lì hanno vissuto e tratto sostentamento.

Qualche gallina razzola. Ispeziona col becco il terreno. Cattura qualcosa e se ne ciba.

Il cane, un meticcio peloso, dormicchia ai piedi del gelso. Un belato arriva debole alle orecchie della donna. Bianchina, la capretta che fornisce il latte alla piccola e al resto della famiglia, è al pascolo oltre la collina. Conosce la strada di casa Bianchina e sa quando è l'ora per rientrare.


Sui fornelli della cucina economica in una pentola con acqua le patate finiscono di cuocere. Una giovane sposa entra dalla porta che dà sul cortile. Ha una cesta sulla testa. S'inchina. La solleva di poco e poggia la cesta su un tavolo. Srotola il canovaccio che aveva sistemato a mo' di ciambella sul capo per trasportare la cesta. Lo adagia su una spalla e getta nella ciotola in terracotta le verdure appena colte.

È quasi mezzodì. Al suono del rintocco delle campane tutti smettono il lavoro nei campi e nelle botteghe. Le donne un po' prima. Loro vanno a casa per preparare il pranzo. Una zuppa di fagioli con verdure. Insalata di patate... . Roba nostrana, coltivata con le proprie mani. Mani rugose. Dure. Callose e forti forgiate negli anni dall'esperienza contadina che le hanno rese preziose e impagabili.

giovedì 13 gennaio 2022

Incomprensioni al volante

 

Sono innocente ma...

Chi non ha mai ricevuto un vaff nella sua vita alzi la mano. Io ne ho ricevuto parecchi. L'ultimo l'ho ricevuto stamattina.

Sì! Ho ricevuto un dito medio gratis! Si proprio così. Stamane un tizio mi ha mandato a quel paese e io ero in assoluta buonafede.

Andiamo per ordine:

La macchina davanti a me frena e toglie la freccia.

Penso: deve svoltare per immettersi nel parcheggio del tabaccaio. Quindi lo supero sulla destra. Lui inizia a lampeggiare e suonare proprio mentre lo supero e solo allora vedo un pedone davanti a lui. Allora non stava svoltando a sinistra per andare dal tabaccaio... e perché ha tolto la freccia?

Ormai l'avevo fatta! Cammino piano davanti a lui anche perché siamo in centro abitato. Il tizio mi sorpassa nervoso sfiorandomi. Lo guardo mentre lo lascio fare. Si piazza davanti e inchioda.

Questo cerca rogne. Mi dico. Ma non ho alcuna voglia di litigare. Rimango dietro e lo ascio fare.

All'incrocio prende a destra. Io continuo dritto sulla mia corsia. Lo guardo e vedo una testa pelata col pizzetto lungo nero che alza la mano sinistra. Pugno chiuso tranne che il dito medio. Ma c'era bisogno? Bastava che indicasse la sua enorme testa.

La testa oblunga e lucida. La testa di uno stronzo qualunque strapazzato dallo stress.

giovedì 6 gennaio 2022

Amori in agonia, confessioni salvifiche

 

Vai a puttane! Se ti va di finire. disse stizzita e si divincolò con decisione dall'abbraccio.


"Amanti. pittura: olio su tela. anno 1978. coll. privata."

Lui rimase di sasso.

La donna perentoriamente bloccò le avances dell'uomo. Le labbra di lui si bloccarono in una smorfia incredula. E nello stesso istante le mani smisero di accarezzarle la schiena snella.

Stavano insieme da un bel po', forse qualche decennio, ma per lui era ancora come la prima volta. Il fuoco della passione continuava ad ardere in lui ma non più in lei.

Altro che doccia fredda. Era stata una secchiata d'acqua gelata! Caduta all'improvviso sulle amorevoli attenzioni di un uomo ancora innamorato della propria donna.

Inutile ogni reazione. Pure le parole si erano annichilite davanti ad un rifiuto così categorico.

Superato il primo momento di smarrimento l'uomo farfugliò:

Puttane? Puttane? Perché mai! Meglio una sega. Sì preferisco una sega piuttosto che sprecare energie emotive tra la carne prezzolata di una puttana qualsiasi! Non è l'atto in sé che mi stimola. Sei tu! È il tuo modo di essere! lo sai bene: non è tanto il corpo che stimola l'eros ... ma vedo che ormai siamo su lunghezze differenti. Il mio pensiero il mio modo di essere e di sentirti è totalmente diverso dal tuo. Ti sei persa ... cerca di ripristinare quell'equilibrio mentale che ti rendeva unica ai miei occhi.

No decisamente non cerco una valvola di scarico per la mia libido. Voglio una donna che sia compagna di vita. Una femmina. Una mamma amorevole per i miei figli. Voglio te com'eri prima di questo assurdo tempo incerto caratterizzato dalla tensione trasmessa e ingigantita dalla pandemia che riesce a trasformare un banalissimo malanno in qualcosa di micidiale.

Voglio te amica mia. Te che sei stata compagna di vita e confidente. Te che sei stata sempre presente fino a qualche attimo fa... Perlomeno questo pensavo prima che esordissi con quel “vai a puttane!”.

Sono qui. Ti aspetto;  non so fino a quando. Tu non lasciare che la pazienza si trasformi in apatia e la comprensione in rassegnazione o sconfitta. Coraggio! Reagisci.

sabato 25 dicembre 2021

Auguri! anche questa volta ne usciamo vivi (colesterolo a parte)

 


Però, quant'è bello il Natale! I buoni propositi si sprecano. In questo periodo ci sentiamo tutti migliori. Auguriamo il meglio anche alle persone che torneranno ad esserci indifferenti già a S. Stefano.

Whats app non smette di notificare messaggi:

... ce l'ho. Ce l'ho. Mi manca …

La raccolta di immagini diventa interessante. Sembra di tornare alle medie. A quando scambiavamo le figurine dei calciatori.

Ricicliamo messaggi e immagini quasi con tedio. La noia ci assale ma dobbiamo comunque scambiarci gli auguri pur sapendo che tra qualche giorno dovremo fare i conti con l'amara realtà: pagare le bollette e le tasse del nuovo anno. Però, brindiamo. Brindiamo e ci scambiamo auguri con la speranza che qualcosa cambi e porti sollievo ai nostri affanni terreni.

Scambiare auguri non costa niente. Persino la chat è compresa nel prezzo.

Tantissimi auguri e che l'inizio del nuovo anno sia scoppiettante, inarrestabile come la vita fin quando il cuore pulsa.

Buona vita a tutti, a quelli che credono che il Messia è tra noi, agli increduli, a quelli così così, agli atei e anche a quelli che non si accontentano mai. E, aspettative personali a parte, ricordiamo sempre che un bel sorriso è come un buon bicchiere di rosso: fa buon sangue e scaccia le negatività!

venerdì 24 dicembre 2021

Baccalà e patate, secondo tradizione

Natale? È la sagra del consumismo!

Quanti vivono questi giorni segnati in calendario come l'avvento del Salvatore secondo gli insegnamenti della dottrina cristiana? Credenti o no a guardare il via vai che c'è nei negozi si ha la netta sensazione che la gente sia presa dalla frenesia dell'acquisto. Spendere, chi ce l'ha, la tredicesima in beni voluttuosi, è un imperativo categorico. È una forma di esorcismo nei confronti dei tempi bui, della pandemia e dell'impossibilità di viaggiare e spostarsi persino a casa di familiari e amici se non con le dovute precauzioni: tamponi, mascherine e terza dose.

Possedere o regalare un bene effimero ci sta se si vuole essere al passo coi tempi e dare un po' d'ossigeno alle sofferenze dei commercianti.

Esorcizzare! Tornare indietro nel tempo a quando il baccalà era il piatto dei poveri e c'era più allegria nelle case. Quando bastava qualche caramella, un torrone e un giocattolo di legno o una bambola di pezza per rendere felici i piccoli.

Baccalà e patate. Un piatto da poche lire. Una volta, appunto. Oggi che c'è da seguire le mode il pesce in genere costa più dell'oro: baccalà della Norvegia di prima qualità a 17€; calamari del mediterraneo freschi a 25€...

L'anziana signora osserva attentamente la merce esposta nel bancone del supermercato. Indica una pinna di baccalà secco da 9 euro e ne chiede la metà. Nel reparto ortofrutta sceglie 4 patate. Li imbusta, passa dalla pesatura, attacca lo scontrino e sussurra: “per me e Peppe vanno bene. Anche quest'anno è andato. Ringraziando il Bambinello ...”.



martedì 2 novembre 2021

La mia valigia di cartone

 (La nascita, le origini, le vite dei singoli non sono eventi fortuiti ma legami invisibili tessuti da  volontà superiori).

Questa terra non è per te!



Non ci vedevamo da almeno venti anni e come accade in simili circostanze abbiamo scambiato le notizie. Quelle più articolate ma con minore interesse per entrambi, ovviamente, limate dai particolari superflui. La sintesi è che Enzo si è trasferito a Torino. Lui e la moglie hanno deciso di seguire i figli all'università e, come accade nella maggior parte dei casi, sono andati a ingrossare le fila dei calabresi migrati al nord. Il loro è stato un esodo dorato. Non hanno riempito le valigie di cartone con i sogni e gli scarponi chiodati ancora sporchi di terra al pari dei nostri che tentarono la fortuna negli anni sessanta o cinquanta.

Enzo e Marilena hanno potuto chiedere il trasferimento ai rispettivi datori di lavoro che, vista l'esuberanza di personale in azienda, hanno ottenuto.

Torino non si presenta come la capitale metalmeccanica che ha dato lavoro e dignità a molti. L'archeologia industriale è storia che si fa corollario di innumerevoli pretesti generazionali che hanno modificato il corso degli eventi parentali.

Tante storie di vite che lì, tra i rumori delle fabbriche e il luccichio delle vetrine, si sono modificate, momenti vissuti da intere famiglie, quotidianità che hanno cambiato i percorsi e diradato se non tagliato i legami con le origini.

Anche se noi meridionali abbiamo fortemente radicato il concetto di appartenenza e non appena sentiamo l'accento di un idioma familiare subito ci associamo e dialoghiamo come se ci conoscessimo da sempre, nelle metropoli sappiamo tenere una certa “signorilità” nei costumi, una certa distanza dal pettegolezzo spicciolo.

Lì c'è puro pragmatismo.

Pur volendo conoscere le origini e le appartenenze, retaggio comune a qualsiasi latitudine e in tutte le lingue, nelle città produttive gli interessi della gente si concentrano principalmente nelle abilità dei singoli. Nelle opportunità di lavoro e produttività che ognuno sviluppa e può sviluppare.

Lì è possibile quella scalata sociale che a volte è negata nella propria terra per ragioni futili. L'invidia è un elemento che in Calabria indossiamo a mo' di armatura: nessuno è più bravo/a, intelligente, saggio/a, bello/a di me. Nessuno merita tranne me!

Ma, a nostra discolpa c'è sempre un ma o un però, abbiamo un cuore enorme. E ...

Togliamo la corazza per brevi attimi davanti a un tramonto, alle necessità dei bambini bisognosi, alle malattie, alle sofferenze degli altri, al diverso ma fino alla curva delle nostre ambizioni.

E tu? Chiede Enzo. Che fai, dipingi ancora?

Certo! È la mia risorsa. Mi tiene attivo mentalmente. L'arte è la mia arma di difesa contro la pochezza di pensiero imperante, immutabile da sud a nord e viceversa.

Sì ma forse in una grande città avresti, forse, potuto …

Sì! forse avrei potuto ma non rincorro glorie. Amo quello che faccio. Amo questa terra con tutte le sue eterne immutate contraddizioni e non m'importa di quello che dice la gentaglia dietro le spalle. Importante è potersi guardare allo specchio con serenità d'animo e non dovere mai abbassare lo sguardo davanti a niente e nessuno. La mia valigia di cartone è zavorrata qui. Piena delle mie umane contraddizioni e delle mie esperienze che, modestamente, metto a disposizione ... Ho scelto di vivere nella terra in cui sono nato. Troppi legami, troppe convinzioni mi impongono di convogliare energie per quanto riguarda il mio lavoro "intellettuale".

Questa è anche Calabria.

La Calabria che abbiamo costruito coi nostri tanti opportunismi e troppi silenzi.

La terra che abbiamo lasciato agli altri, che abbiamo donato, per indolenza? A una ristretta cerchia che non merita tanta bellezza.

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