Fiancheggiatori del massacro
Israele non è sola. Gli Stati Uniti lo vogliono così.
Da Biden a Trump, l’appoggio americano a Israele è rimasto saldo, quasi dogmatico. Non importa chi siede alla Casa Bianca: la macchina politica ed economica degli Stati Uniti continua a sostenere, finanziare e giustificare le azioni di Tel Aviv, anche quando queste violano apertamente il diritto internazionale e il principio stesso di umanità.
Le risorse d’intelligence israeliane sono tra le più sofisticate al mondo. Quando vogliono, colpiscono con precisione chirurgica. Ma ciò che vediamo oggi non è precisione: è devastazione. È una scelta deliberata di colpire civili, di distruggere infrastrutture vitali, di cancellare la presenza palestinese. Non è difesa. È conquista.
E dietro questa conquista c’è un sistema di alleanze, di interessi economici, di equilibri geopolitici che gli Stati Uniti non vogliono mettere in discussione. Perché Israele è il loro avamposto, il loro partner militare, il loro alleato strategico nel cuore del Medio Oriente.
Ma il mondo civile, democratico e rispettoso della vita non può più restare in silenzio. Il sangue versato non è un effetto collaterale: è il risultato di una complicità globale.
Chi tace, acconsente. Chi giustifica, partecipa. E chi resiste, oggi, lo fa anche per noi.
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