Racconti calabresi: l'estate a Tropea

Tropea, isola della mia infanzia. Siamo agli inizi degli sessanta. L'antico convento suscitò in me sensazioni fiabesche. Sembrava di essere in un castello edificato da qualche principe o dai pirati in un'isola nel bel mezzo dell'oceano. La calura estiva si sentiva e l'acqua del pozzo non riusciva a chetarla. E le camere, ampie, coi letti a baldacchino; le tende appese tra un letto e l'altro per creare un po' di privacy, bianche, forse, all'origine ma rese grigie dal tempo, svolazzavano sollecitate dalla brezza che entrava dalle alte bifore. Le bifore si trasformavano, a seconda dei momenti, in torri o avamposti d'avvistamento. E da lì prendevano forma i velieri dei pirati. era una gara a chi inventava la favola più bella e originale. La fantasia ci faceva vedere i velieri stagliarsi all'orizzonte. Dapprima minuscoli. Poi enormi e minacciosi con le bocche di fuoco dei cannoni armati per l'assalto. La madonna dell'isola non era un'icon...