lunedì 30 ottobre 2017

Catanzaro, Corvo, la filiale MPS abbandona il quartiere

In alcuni territori si nasce male e si vive peggio.


Alcuni insediamenti urbani nascono male e vivono peggio. La carenza dei servizi e l'assenza quasi totale dei mestieri tradizionali o innovativi correlati alla banda larga e dal web.

Da una parte assistiamo ad un proliferare di buone intenzioni divulgate a parole o con spot pubblicitari in televisione e sui cartelloni stradali.

Rimanendo in tema, il Corvo è uno di questi quartieri abbandonati. Non c'è una farmacia. È sempre mancato uno sportello postale e adesso, sembra a fine mese, toglieranno anche la sede della banca Monte dei Paschi di Siena.

Secondo alcune voci, certamente, a fine novembre p.v., i pensionati del quartiere e le poche attività commerciali della zona che qui hanno appoggiato conti correnti e le pensioni, la filiale della banca salvata dallo Stato, chiuderà i battenti.

La pubblicità che sta mandando in onda in questi giorni sulle reti televisive in cui si professa attenta alla esigenze delle persone è decisamente da intendersi falsa?

MPS abbandona il territorio periferico catanzarese ma si porta nella sede centrale di Catanzaro gli affari e i dipendenti che operano, ancora per pochi giorni, e servono l'utenza del Corvo.

Questa è la cruda e nuda realtà. Ciao ciao Corvo. E grazie di tutto.

venerdì 27 ottobre 2017

Rosatellum o inciucellum?

Se anche Grasso lascia il PD 

qualche interrogativo se lo dovrebbero porre quelli che si dicono essere classe dirigente dell'ex partito di sinistra. Non dico operaio perché sarebbe ridicolo definirlo tale. Ormai è da moltissimo tempo che ha cessato di tutelare le classi deboli.
La classe operaia non esiste più ma i problemi che ad essa erano collegati continuano ad esistere e fare soffrire i nuovi poveri.
Le tutele? Inutile nominarle. Non esistono perché sono state cancellate dalle decisioni della classe politica inciuciona. Poi, per evitare lo sfascio totale si sono inventati “le tutele crescenti” ma solo per i dipendenti di basso rango. L'arroganza di queste persone al potere li fa sragionare. Accusano. Puntano il dito e alzano la voce contro chi sta male.
Hanno imbrogliato quanti stavano aspettando la pensione come se fosse manna dal cielo. I delusi, tantissimi, sono oltre il 75% di quelli che hanno fatto domanda, si sono visti respinti dal sistema sociale le istanze inviate.
Eppure Renzi e compagni si sono ampiamente riempite la bocca del loro impegno nei confronti di chi naviga in acque agitate dopo la sciagura della perdita del lavoro.
Sempre Renzi & C. si son dati da fare per tutelare imprenditori e imprese catturati dallo spauracchio della perdita dei posti di lavoro.
Hanno accontentato i datori di lavoro. Hanno abolito le tutele dei lavoratori insieme all'articolo 18 che salvaguardava i licenziamenti ingiusti o discriminanti politicamente.

Renzi è il risultato scientifico di una classe dirigente che non niente a che fare col popolo bisognoso ma che al popolo si rivolge per restare al potere e il rosatellum è la risposta.
Inutile che parlino di deriva populista!

I presidenti Grasso e Boldrini sono persone degne di stima e fiducia! Ma credo che alle prossime consultazioni elettorali molti non andranno a votare perché sfiduciati dal resto della platea che affolla le istituzioni e ne fa mercimonio politico perché questa è la visione che si ha dall'esterno.

Oppure se andrà ai seggi, se non ha qualche pegno da pagare, annullerà la scheda.

Checché ne dicano i signori della politica.

Arte, cultura e valore aggiunto

L'arte spiegata ai bambini con poche semplici parole.


Quello che chiamiamo arte è un banale incidente di percorso nell'evoluzione della storia umana.
Come tute le attività anche il disegno nasce casualmente e diviene strumento comunicativo.
La socialità del branco ma anche dell'idividualista l'intenzione di comunicare è un'esigenza che spesso diventa sinonimo di sopravvivenza. Possiamo paragonare il disegno alla scoperta della ruota. Alla rotondità dei tronchi che lasciati liberi sulla somma dei declivi rotolano giù fino a traggiungere la base del terrapiano. E a come questa scoperta alleviò le fatiche degli uomini primitivi.

L'uomo, fin dalla preistoria, perfeziona le geometrie che riscontra in natura e se ne avvale.
Come con la circoferenza del tronco, l'orma di un'impronta nel fango o della mano sporca appoggiata alla parete di una caverna suggeriscono le potenzialità insite che, migliorate nei tratti, se pur nell'elementare e incerta grafia, aiutano a trasmettere messaggi e notizie tra simili.

Col passare del tempo, grazie anche ai momenti d'ozio nei quali l'uomo medita sazio, l'osservazione attenta e la presa di coscienza inducono ad osare. Il segno trasforma l'impronta in verbo: “questa è la mia mano; io sono stato qui”.
In seguito lasciano altri messaggi. Messaggi più articolati.
I cacciatori disegnano azioni di caccia suffrangandole di prede, quantità e possibilità di cacciagione. Lasciano anche segnali di pericolo disegnando predatori e trappole disseminate lungo i percorsi.

Nei millenni, la conoscenza e i saperi acquisiti, la vanagloria, quindi la voglia di far conoscere agli altri la magnificenza del proprio rango, spinge i potenti e ricchi signori a fare “raccontare dai dipintori” le gesta degli avi attraverso le immagini dipinte sui muri del palazzo del casato.

Anche gli alti prelati, disattendendo il Verbo che imponeva di non fare falsi simboli e scivolare verso l'idolatria, cioè evitare di rappresentare fisicamente il Divino, si avvalsero dei sofismi pittorici. La cappella sistina è un magnifico esempio.
La pittura di bottega fu soppiantata dalla realtà con cui la luce colpisce e illumina o mette in ombra gli oggetti, la natura e le persone.
L'osservazione scientifica del creato compie il miracolo visionario. Gli impressionisti sono lo spartiacqua tra vecchio e nuovo modo di fare pittura.
Il gioco della creatività, però, non si limita ai colori, alla forma e al gesto. Saltando a piè pari una sequela di correnti cher hanno scritto la storia dell'arte, e disponendo di sofisticati mezzi di comunicazione di massa, i creativi vi attingono divenendo nell'attuale sistema dei giocosi osservatori.
Giocano. Osano. Si misurano con la materia, il gesto, i mass-media.
E siccome gli eventi si fanno pelle, i fatti e gli accadimenti sociali sedimentano tra pensieri e sogni, e i creativi, da eterni bambini, giocano con visioni che oscillano tra l'onirico e il reale.

Gli artisti, attenti e sensibili a quanto accade nel mondo, non sono sociologi o filosofi. Sono degli accumulatori che, avvalendosi dei linguaggi dell'arte scaricano all'esterno, mediante la materia e i simboli passati e presenti, si fanno messaggeri inconsapevoli(?) degli umori contemporanei.

Riassumendo:
lo strumento linguistico è trasformato lentamente nel tempo e diventa oggetto di culto caricato da un plus valore economico aggiunto, cioè diventa catalizzatore, banalizzando il concetto, salvadanaio per pochi e non più linguaggio comune che aiuta a crescere.
Quindi, da "segnaletica" a pregiato "mestiere" ed infine, ad oggi, il pensiero creativo proiettato all'esterno è, nel migliore dei casi, mezzo di provocazione culturale, Il gioco creativo è dialettica che assomma tecnica e mestiere con ampie aperture ai fenomeni culturali linguistici e all'imprevisto.

lunedì 23 ottobre 2017

Ho incontrato un Angelo

Teresa Mannino incontra Andrea Camilleri.


Il colloquio tra il papà di Salvo Montalbano e la showgirl nonostante si conoscano da poco è saturo di familiare calda intimità.

La voce roca dello scrittore mi riporta alla mente una figura pacata e positiva, anche lei, grande fumatrice, ma senza pappagorgia, anziana, più grande di me di una ventina di anni arricchiti da una enorme esperienza culturale.
Tosse e raucedine impongono i fumatori accaniti a prendersi attimi rumorosi di pausa. Anche Angiolina era costretta a farlo. Doveva interrompere il dialogo, sospendere le parole a causa del fumo.
Angiolina Oliveti
Scrittrice anche lei ma meno nota del maestro Camilleri, non ha insegnato all'accademia d'arte drammatica, non ha fatto alcuna regia e non ha avuto allievi nel campo del cinema e dello spettacolo.
Ha insegnato, però, le tecniche agrarie per migliorare le colture. Ha steso e realizzato progetti in tal senso espletando egregiamente la funzione di dirigente regionale nell'ambito del settore 'agricoltura'. Agronoma. Divulgatrice agricola.
Angiolina Oliveti s'interessò dei problemi dello sviluppo agricolo in Calabria ed è stata presidente regionale dei gruppi di azione locale, noti anche con l'acronimo “gal”.

Raggiunta l'età della pensione, Angiolina, coltiva la sua passione: la scrittura.
I suoi scritti si avvalgono della conoscenza scientifica. Divulga fatterelli locali e surroga le storie di vita rurale e contadina con similitudini associando le qualità degli elementi coltivati in natura nell'orto a uomini e donne. Descrive personalità e costumi lasciando ai lettori la libertà di vedere dentro le storie personaggi noti o semplici compaesani.

Angiolina era portatrice naturale di sana saggezza. Un Angelo pacato e amorevole. Le piaceva parlare. Raccontare aneddoti. Come Camilleri, era una guida esperta nel dare la giusta dimensione alle parole. Anche durante le pause. I silenzi che anticipavano le parole erano carichi di saggezza e suggerimenti da rilevare.

Teresa Mannino si commuove nell'attimo in cui Camilleri invita “all'intimità del silenzio” così da essere un tutt'uno con l'ambiente circostante.

L'enorme differenza d'età sembra annullata dalla familiarità dell'approccio tra i due. E il dialogo diventa lezione di vita. Medesima atmosfera che si creava quando ci si incontrava.

Ciao Angelina.

venerdì 20 ottobre 2017

Povertà.

(Appunti quotidiani di un giorno qualunque).

 

Illuminami! Chiedo alla forza che governa la vita e la morte terrena. Ilumina tutti.

La follia domina le menti e ordina azioni inumane.
Si uccide in nome di una religione.
Si governa il potere in nome di una politica che mortifica l'intelligenza.
Si edificano cattedrali religiose per esaudire bramosie terrene.
Tutte Volontà prettamente umane volute da ipotetiche entità celesti. E da ambigui domini sorridenti.

Politiche umanitarie, attente e soggiogate dall'economia, muovono le nostre azioni.
La potenza del denaro condiziona le civiltà. Ieri come oggi.

La fame rende schiavi.

L'uomo anziano, in attesa, nel parcheggio del supermercato, si avvicina titubante, timoroso, chiede qualche spicciolo.
Pelle e ossa. Si scusa. Ma ha fame! E senza soldi è difficile eludere i cassieri.
Minuto. Capelli bianchi e barba rasata da qualche giorno. Ringrazia. Mette le monete in tasca e si dirige all'interno. Contando mentalmente quanto fa un etto di mortadella e un panino.

Il falco cala improvviso. S'avventa sulla preda. Il ratto corre. Cerca la salvezza tra le macchine e i cespugli. Inutilmente.

giovedì 19 ottobre 2017

Misticismo ordinato

150km per una sola domanda e tre minuti di colloquio.

Se penso alla vita di San Francesco e a come ha abbandonato le ricchezze terrene per ritirarsi in una grotta... certo, fa specie accettare la cementificazione che edifica umane volontà ascetiche cresciute nel tempo e associate ai carismi dell'ignoto e dell'ultraterreno.

La collina sabbiosa è modificata dal progetto dell'uomo. Anche la strada è più agevole rispetto a vent'anni addietro. E nello spiazzo sterrato le transenne disegnano il percorso da seguire per raggiungere il sagrato oltre le casette in legno che fanno da ristoro e commercio di gadget religiosi. Sulla destra un container saldamente ancorato a terra accetta lasciti e donazioni per la costruenda opera religiosa.

Le fontane dell'acqua miracolosa sono state spostate più giù. Sono 4 o 5. tutte secche. “l'elettricista sta lavorando”. Spiega un volontario del servizio d'ordine.

Lo scoglio dell'apparizione è imprigionato da una robusta inferriata ed è inglobato nel cemento che suddivide fabbricati vari.

Alle 14,00 inizia la lettura dell'elenco sotto i portici che incorniciano la piazza dal lato sinistro mentre a destra una struttura ricoperta con pannelli isolanti proteggono dal sole la nuova grande chiesa.

È un grande cantiere aperto quello che si para davanti agli occhi dei visitatori. Transenne e ponteggi e strade da completare.

Dall'altoparlante una voce invita i pellegrini ad accomodarsi. Il servizio d'ordine è imponente. I volontari sono dappertutto. Sembra di essere in una caserma. Non è permesso spostare neanche una sedia dietro la colonna per proteggersi dal sole.

Madonna dello scoglio, santuario
Simile ad una hostess dell'alitalia, la volontaria, sotto il porticato, davanti alla porta dell'incontro col mistico e dopo aver letto l'elenco dei nomi, invita a prendere visione del plastico e al contenitore delle offerte posto davanti.
Soldi che servono per la missione del sant'uomo voluta dalla Madonna! l'opera da realizzare in quel luogo deve essere edificata al più presto.
Per questo i convenuti sono invitati a fare offerte consistenti e deporli nella cassetta. O, in seconda analisi, consegnarli direttamente a lui durante il colloquio che non deve protrarsi per più di tre minuti e, tassativamente, porre una sola domanda, un solo quesito che angoscia quanti hanno ottenuto l'appuntamento. Ovviamente dopo avere lasciato borse e telefoni sulla sedia.

"Avete bevuto l'acqua?" mi dice a fine incontro il mistico. Sì! rispondo. "Bevetela adesso mentre dite una preghiera", aggiunge sorridendo fratel Cosimo.

martedì 17 ottobre 2017

Donne e uomini tra abusi di potere e stragi

Non ne farei una questione di genere maschile o femminile ma una questione di cultura e pulizia mentale che governa la libido e il fare umano in ogni aspetto.

Le notizie corrono. Si accavallano ma rimangono nei pensieri solo le più scottanti. Ovviamente, secondo i costumi e la cultura corrente le situazioni morbose acchiappano maggiormente e catalizzano le attenzioni della quasi totalità degli utenti anche inconsapevolmente.

E mentre si riaccendono i riflettori sugli “abusi sessuali” del produttore americano, che pare abbia fatto incette e goduto delle grazie delle più belle e attraenti giovani attrici che gli sono capitate a tiro e che pare, sempre secondo quanto si narra in questi giorni sui media, abbiano ceduto alle voglie dell'orco, una donna impegnata sul fronte morale è stata fatta fuori alla maniera dei boss di 'ndrangheta e malaffare: uccisa! Saltata in aria con la propria macchina dopo pochi metri.
L'esplosione ha fatto volare l'auto e l'ha scaraventata fuori strada in una campagna dell'isola di Malta.

Daphne Caruana Galizia, questo il nome della giornalista e blogger assassinata, da qualche tempo conduceva un'inchiesta investigativa che ha imbarazzato il governo maltese. Ha puntato il dito sul governo Muscat e sui legami col regime azero.

daphnecaruana galizia

L'ultimo post scritto sul suo blog conclude così: “ci sono criminali ovunque si guardi, la situazione è disperata”.
Poi, alle tre, il boato. Gli agenti di polizia hanno riferito che il cadavere è irriconoscibile.

Abbiamo diverse finestre d'osservazione:
Da un lato, donne che esasperano la loro femminilità e forse la mettono in conto pur di fare carriera, dall'altro, Donne che pensano. Pensano a come mettere in campo la conoscenza per migliorare l'esistente e la vita alle nuove generazioni. Donne che denunciano, consapevoli di esporsi alla diabolica cattiveria umana. Donne come Ilaria Alpi, uccisa per le sue inchieste in medio oriente insieme all'operatore Miran Hrovatin.
Sono passati 23 anni dall'omicidio di Ilaria e Miran e le indagini sono ad un punto morto, ancora non ci sono colpevoli! Ma è forse trovando i colpevoli che si migliora la società?
Mi spiego meglio. Anzi pongo un quesito:
se ci fossimo preoccupati più del pensiero filosofico, cioè sull'essere e nello stare insieme nel momento storico attuale, piuttosto che sulle lusinghe estetiche del corpo e sulla voluttà che questo dona; sulle insidie del potere maschile e femminile esercitato nelle forme più varie da entrambi i sessi, (perché, è indiscutibile, una bella donna esercita poteri irrefrenabili quando vuole e domina l'uomo in qualsiasi momento) sarebbe comunque successo tutto ciò?

Mi piace concludere e ricordare tutte le donne e gli uomini che hanno lavorato e continuano a farlo in silenzio. In sintesi, le persone sane che hanno dato conforto alla società coi loro studi e l'impegno adeguato per una corretta causa nelle istituzioni e nelle famiglie. Donne e uomini che si sono realizzati nell'anonimato.
Gente che non vedremo mai in tv o sui giornali ma non per questo meno importanti e incisivi per la formazione dei cervelli.

domenica 15 ottobre 2017

Tra gli acrobati (come Silvestri).




Mi ero sempre sentita un’acrobata.
Una di quelle non certe e dai passi falsi, dai mille dubbi e dalle gambe tremanti.
Un’acrobata che guarda sotto, quando sa che non si dovrebbe;  un’acrobata che si fa venire le vertigini, poi chiude gli occhi e torna stabile.
Sempre lì sul filo, in punta di piedi, evitando movimenti troppo bruschi sennò si cade.
Capitava di perdere l’equilibrio e cadere, ma sotto non avevo materassi, nè reti, mai.
L’altezza per fortuna non era tanta e me la cavavo sempre con qualche graffio e sbucciatura di ginocchia.
La noia più dura, intrisa di fastidio era quella di avere perso l’equilibrio; era quella di averci creduto troppo nell'equilibrio.
Che no, non è eterno.
Ce n’è uno per ogni periodo e ogni stagione; e lui cambia insieme a te.
Motivo per cui, adesso ogni volta che sto per cadere mi concedo morbida, nella dolce convinzione che un nuovo equilibrio mi accarezzerà e mi terrà per mano per un po’.
Ascolto “Acrobati” di Daniele Silvestri e ringrazio il cielo di far parte di un mondo di circensi, che più entusiasta non si può.

sabato 14 ottobre 2017

Il 7 novembre ore 14 torna Altrove sulle frequenze di UMG Web Radio.


A CURA DI:  Amodio Valentina, Cortone Salvatore, Iannino Manuela,  Iannino Valentina,  Massimilla Fabrizio.




Il 7 novembre dalle 14 alle 16 ritornano l’intrattenimento radiofonico,dibattito,interazione e musica,firmati UMG Web Radio di Altrove.

L’idea di “Altrove” nasce dalla volontà di intrattenere gli studenti e diventare per loro appuntamento fisso. In effetti, nel corso degli scorsi anni, il programma, piuttosto leggero e dai temi quanto più vicini al mondo giovanile,  ha raggiunto questo obiettivo, riscuotendo un buon risultato tra le mura universitarie e non.   Nello scorso anno abbiamo avuto la fortuna di condividere i nostri microfoni con artisti che appartengono al mondo dell’arte in ogni sua forma. Tutto ciò ha consentito uno scambio di utilità, per l’ospite la promozione dell’ attività, per il programma, un evidente riconoscimento di impegno culturale, da parte dei radioascoltatori e degli ospiti stessi che si sono proposti, volontariamente, sempre più spesso. E’ perciò invariata la presenza di un ospite con annessa intervista.

OBIETTIVO DEL PROGRAMMA: La circolazione delle idee. Vorremmo accompagnare il radioascoltatore alla riflessione di temi di varia natura e notizie del giorno selezionate dai conduttori, così da consentire una interazione dinamica. Sono previsti, all’occorrenza, ospiti in studio.

Rubriche:

·        CORREVA L’ANNO: rubrica che tende a suscitare nella nostra memoria ed in quella dei nostri radioascoltatori ricordi, cenni storici, musica, grandi eventi, scoperte, curiosità legate al mondo universitario e tanto altro ancora andando semplicemente a citare la formula segreta ‘’Correva l’anno… Es.1982: L’Italia di Tardelli si laurea campione del mondo; nasce il principe William; mentre impazza la mania per la musica straniera, viene fondata Radio Italia; La mafia uccide il Generale Dalla Chiesa; per voi questa data cosa significa? Cosa vi ricorda? ‘’. Naturalmente la rubrica implica un contatto diretto con i nostri ascoltatori che interagiranno con noi mediante i vari strumenti ‘’social’’.
·      
“ GIRA VOCE CHE.. 3.0: In 3 minuti ricapitoleremo le notizie e gli avvenimenti più rilevanti della settimana che poi commenteremo con i nostri radioascoltatori, stimolando il dibattito tramite interrogativi e all’occorrenza provocazioni per mezzo di imitazioni di personaggi noti.



  • TeatriAmo: nasce dall'idea di Manuela Iannino di unire due passioni, per l'appunto, radio e teatro.
Si promette il coinvolgimento delle scuole teatrali di Catanzaro e dintorni, e un'aperta discussione sul teatro in generale, sul modo di intendere l'apprendimento e le risorse che questo offre.
Si riserva il fine ultimo di pubblicizzare gli eventi cercando di arricchire la mole di spettatori e invogliare, coinvolgere sempre più giovani.
E' importante, poichè io stessa mi sono resa conto solo recandomi a teatro della vastità di ciò che da tempo mi precludevo e non vedevo.
Dei nuovi modi di pensare la vita o semplicemente vedere sotto una luce diversa, diversi aspetti del mondo.
In tutto ciò mi aiuterà la mia prof Mariarita Albanese del #TdC .
"Il teatro è un diritto e un dovere per tutti. La città ha bisogno del teatro. Il teatro ha bisogno dei cittadini".
Come seguirci? Ecco il link della nostra pagina Facebook, dove potrete inviarci messaggi privati e non, prendere i contatti con noi e seguire le dirette web tramite il link che noi stessi scriveremo a momento debito sulla pagina: 

A breve si inizia.

RESTATE SINTONIZZATI!

venerdì 13 ottobre 2017

Riace oggi da un'idea di Mimmo Lucano

Si fa presto a cadere.


Prima, portato agli onori dai mass-media, inserito tra i 50 uomini più potenti del mondo, Mimmo Lucano, sindaco di Riace, noto per avere ideato un modo semplice d'integrazione per i profughi, ispiratore di scritti a volte romanzati e analisi sociologiche, quindi, della fiction prodotta dalla Rai con Beppe Fiorello che gli fa da controfigura è indagato di truffa, concussione e abuso d'ufficio.

Non lo conosco di persona Mimmo Lucano. Conosco però il suo impegno e quanto ha fatto per i primi profughi curdi che si sono avvicinati alla costa jonica e al paese di Riace.

Riace, il paese dove sono stati trovati i bronzi, sotto la spinta di Mimmo, l'allora sindaco, ha accolto e dato un riparo a gente che veniva d'oltre mare. E questi, donne e uomini, si sono integrati. Hanno ripopolato il paese. Hanno creato famiglie e allevato bambini.
In pochi anni l'idea del neo sindaco di Riace è diventata una promessa d'integrazione europea.

"viaggio in calabria" courtesy m. iannino

Contrariamente a quanto sosteneva un certo governo e i relativi ministri fautori dei respingimenti in mare sulle coste calabresi avveniva il contrario. Non chiusura ma accoglienza!
Che fece dire al regista Wim Wenderse: “La vera utopia non e’ la caduta del muro, ma quello che è stato realizzato in alcun paesi della Calabria, Riace in testa’.
Wim Wenders parla davanti ai Nobel per la Pace a Berlino e il presidente della Regione Agazio Loiero, si emoziona: ‘Sentire Wenders, le sue parole sulla Calabria e sui paesi dell’accoglienza, Riace, Caulonia, Stignano e Badolato, e’ stata la cosa emotivamente piu’ bella che mi sia capitata da quando sono presidente’.

Nel caso di Riace e quindi di Domenico Lucano, l'Accoglienza non fu solo un dare ma anche un avere perché diede nuova vita ad un paesino destinato allo spopolamento.
Riace ritornò a vivere. Gli antichi mestieri ritornarono ad essere praticati.

Lucano è al suo terzo mandato di sindaco e non può essere rieletto. A votarlo sono stati i suoi compaesani non i migranti che hanno trovato casa lì, loro, non possono votare.

Ed ora il triste epilogo.

Stando alle notizie di dominio pubblico, questo sognatore dallo sguardo buono e dal sorriso mite, è circondato dalla stima e dall'affetto di quanti lo conoscono.
Nelle strade del paese gli si stringono attorno. Lo proteggono dalla cattiveria dei detrattori e lo supportano, elevandolo oltre la materiale ossessione dei fondi e dei progetti scritti dai e per i burocrati, dagli ipotetici o probabili errori.

Ha fatto e presentato progetti e attinto ai fondi comunitari europei per sostenere un idea d'integrazione razziale priva di fronzoli ideologici. Un'idea, credo, dettata dall'amore e fratellanza verso i deboli forse perché ancora vivida nei ricordi che ancora bruciano sulla pelle dei calabresi. Una storia che accomuna, analoga a quella dei migranti, fatta di fame. Fame e miseria che spingono a partire verso terre meno ostili. Rischiare. Affrontare il mare. L'ignoto e le sevizie dei mercanti di anime per tenere in vita e soddisfare un'esigenza inderogabile ché conservazione.
In una parola:
la sopravvivenza, in maniera estremamente cruda, condita quotidianamente dalla fame e dalle angherie dei despoti oltre che dalle avversità climatiche e territoriali, è peggio di una pandemia che spinge a sfidare il mondo intero pur di trovare un porto sicuro dove crescere i propri figli e invecchiare serenamente.


mercoledì 11 ottobre 2017

Diffidenza

Incomprensioni.

Da oltre dieci minuti a cadenza regolare un miagolio inconsueto mi spinge ad aprire la porta d'ingresso.

Un gatto, appollaiato in equilibrio precario sulla finestra delle scale, guarda giù. Quattro piani lo separano dal terreno e pochi passi da me. Potrebbe saltare verso l'interno, fare le scale e tornarsene in giardino ma non lo fa. È spaesato. Sembra che abbia perso l'orientamento.

Non si fa avvicinare.
Guarda me e il vuoto che sta dalla parte opposta e sembra preferirlo. È visibilmente nel panico.

Tento di tranquillizzarlo. Con voce calma, mentre tendo la mano come a porgergli un bocconcino, gli sussurro “Tieni muzt muzt”. Ma lui si agita. È troppo impaurito per fidarsi. Continua a miagolare terrorizzato.
Ogni mio tentativo risulta vano.
Muovo qualche passo.
Mi avvicino ancora. Lui si agita. Si gira verso l'esterno e vola giù dal quarto piano.
Nooo. Grido. Un brivido mi scorre lungo la schiena. Già me lo immagino fracassato sui gradini del portone.
Mi affaccio e, miracolo!, allora è vero che i gatti hanno nove vite, penso tra me, mentre lo vedo correre tra i cespugli dell'aiuola.
Gliene rimangono otto.

lunedì 9 ottobre 2017

Natuzza i carismi e l'aldilà

Natuzza, secondo me, è stata un gran mistero per quanti non credono nel sovrumano.
Nel trascendente!
Le persone razionali preferiscono avere a che fare con episodi tangibili e fatti concreti riscontrabili realmente e motivati scientificamente.
Ma i poteri della mente non sembrano essere appannaggio totale della scienza.
La creatività, ad esempio, si manifesta allorché la parte destra del cervello è libera; affrancata dalla logica e dal potere raziocinante, che risiede nella parte sinistra del cervello, trova soluzioni inaspettati a problemi difficili da districare seguendo filologie e teoremi scientifici.

La scienza stessa afferma che le potenzialità della mente umana non è completamente sfruttata e che le arti, la creatività, sfugge ai canoni comuni.

Si deve possedere una visione incontaminata, ingenua e pronta all'entusiasmo, essere aperti all'imprevisto e accettarlo per potere viaggiare nelle correnti mistiche che scorrono dentro e fuori di noi.
Natuzza questo lo sapeva! Li esercitava. E sorrideva. Lasciava che il tempo facesse il suo corso.
Probabilmente, nonostante dicesse sempre che il futuro è nelle mani del Signore, lei, era a conoscenza di moltissime cose a noi ignote. Aveva previsto la lite attuale? È irrilevante, lo so.
Ma
La natura umana è paradossalmente incongrua. E davanti ad avvenimenti destabilizzanti che riguardano la comunità in questione, indiscutibilmente dai nobili fini ma che ne minano i concetti prestabiliti dallo statuto, diventa legittima qualche riflessione. Quantomeno per capire se qualcuno ha abusato della buonafede dei devoti, se è uscito dal solco scavato dalle intenzioni cristiane che hanno edificato il tutto. È lecito conoscere la verità.

Non è, quindi, pura curiosità terrena e neanche un'effimera dannosa intromissione voyeuristica ma un'intima esigenza di chiarezza indagare quanto accaduto per comprendere e eventualmente tutelare in futuro da eventuali pecche la fondazione “Cuore Immacolato di Maria rifugio delle anime”.
Comprendere, anche, perché quello che stava bene prima (mi riferisco alla fondazione, alla stipula che ne regolamenta i fini associativi dell'enorme missione d'amore e alla firma apposta in segno d'approvazione dal vescovo di allora mons. Cortese) non va bene oggi.

Prendo atto delle esigenze della curia e della nota diramata dal rappresentante della fondazione. Saggio smussare gli angoli e dialogare per trovare un'intesa ma così facendo si pone qualche dubbio sulla lungimiranza mistica di Natuzza che, guidata dalla Madre Celeste, benedisse il tutto. Statuto compreso.

Mamma Natuzza, secondo me

Tra non molto si celebrerà la ricorrenza della morte di Natuzza Evolo di Paravati.

La signora Fortunata, conosciuta come Natuzza che è il diminutivo nell'idioma locale, era una donna dalle umili origini. Non andò a scuola e non sapeva leggere e scrivere. La madre la mandò a servizio nella casa dei Colloca fin dalla giovane età. Era lei che si prendeva cura dei fratelli e quando mendicava il pane faceva finta di mangiarlo ma in verità lo portava intero a casa per dividerlo coi fratellini. Fin da piccola ebbe gli angeli dei defunti affianco. Parlava con loro come se fossero persone in carne e ossa. Per questa sua stramberia fu attenzionata dai medici e fu persino internata in manicomio.
In seguito formò famiglia con un giovane del luogo. Ebbe figli e nipoti ma fu mamma per una folla oceanica.
Non fu lei a cercare la notorietà. Furono le parole dettate dalle entità, invisibili a noi comuni mortali, a portare al suo cospetto la fiumana inarrestabile che ancora oggi si reca a Paravati per pregare.
La fondazione voluta dalla Madonna, di cui Natuzza è stata il mezzo, è simile ad un faro per i cuori in tempesta che giungono da tutto il mondo e i cenacoli di preghiera sono positività che ne alimentano la fiamma.

Una storia di amore e dedizione verso il prossimo e a chi soffre, questa è, tutto sommato, la vita di Mamma Natuzza.

Certo quanto sta accadendo non ha niente di mistico e di sicuro non rientra nei programmi e nella volontà altruista dell'ispiratrice.
Fa male dentro l'anima!, la cronaca di questi giorni.

A me piace ricordare il suo sorriso sul volto sofferente degli ultimi giorni terreni. La fatica che faceva nel parlare e le scuse che biascicava a fatica congedandosi per dovere assumere l'ossigeno.
Umilmente stoica, mamma Natuzza.
non può, il suo essere, la sua vita che è stata d'esempio, essere ridotta ad una questione legale, o, peggio, sfociare in lite. La sua memoria appartiene a tutti e l'amore che ha sprigionato prescinde dalle regole terrene.

Lei veglia su di noi e sul mondo. Prega affinché i cuori e le teste divergenti diventino campi di gioco d'accoglienza, si liberino del male che giunge dall'ego, dalla presunzione d'onnipotenza e dal potere economico e politico fuorvianti.
Noi che siamo ancora qui a lottare, intenzionati a fare emergere dalla materia lo spirito e volare sulle ali del bene assoluto, assistiamo sbigottiti quanto inermi alla disputa.

venerdì 6 ottobre 2017

Catalogna, Inghilterra e Usa, che hanno in comune?

Nazionalismi.


La ricca Catalogna vuole il divorzio dalla madre Spagna ma vuole rimanere in Europa.
La potente Inghilterra, uscendo dall'EU, ha tentato di mantenere i benefici offerti dall'essere membro dell'Europa Unita ma pare che ci siano molti punti oscuri da rivedere.

L'America di Trump, guidata da teorie nazionaliste, vuole rivedere unilateralmente l'adesione all'ONU e i rapporti con i paesi che non consumano americano mentre all'interno del territorio a stelle e strisce vigono varie forme di pensieri “razziali” che determinano le teorie e le aspettative di vita.

In Italia forse siamo al fotofinish della tormentata storia politica dello jus soli. Anche da noi l'economia nazionale influisce sul welfare.

In sintesi, nessuno tocchi la mia proprietà. Il mio essere. La mia bandiera rivisitata e corretta dagli egoismi dettati dalla materia.

Dopo anni di crescita economica e culturale, sottacendo per il momento le ingiustizie pepretrate sui popoli deboli, l'attuale crisi economica scoperchia il vaso di Pandora e lascia liberi le contraddizioni tenute sotto pressione.

Non guardiamo ai grandi e non prendiamo esempio da loro. In questi ultimi tempi va di moda l'autodeterminazione e difendere anche ciò che si ritiene essere la ricchezza prodotta entro i limiti territoriali.
La storia serve a ben poco! D'altronde è scritta sempre dai vincitori. Perciò, abbattiamo le ovvietà, lasciamoci guidare dall'intelletto sano e dai pensieri che incitano alla comprensione e alla pace interiore.


giovedì 5 ottobre 2017

Malasanità

Davanti ad un evento come la morte non ci sono se o ma. Quando giunge l'ora fatale si è inermi. Impauriti, forse. Malati e parenti, disarmati già al pronto scoccorso dai codici che inducono tutti all'attesa prima del verdetto.

Ma quando la macchina perfetta s'inceppa qualcosa non va nell'organismo. Inutile correre in ospedale e affidare le proprie ansie alla scienza specialmente quando questa è commissariata e condizionata dal piano di risanamento economico.
La malasanità accoglie con fredda diffidenza malati e congiunti. Non sempre chi sta oltre il vetro comprernde o intuisce l'origine del malessere che fa piegare in due il paziente. La decodificazione dei sintomi è banalizzata dai sanitari del pronto soccorso forse perché temperati da grandi traumi quali incidenti stradali, infarti, ictus. Ma questo no! Non ha vistose ferite.
L'anamnesi non lascia dubbi.
Lamenta solo un maldipancia. Codice verde! E lunghe ore di attesa si prospettano per i malcapitati.
Niente esami complessi. Costano troppo!
Qualche pasticca e il paziente ritorna a casa.
Trascorre la notte nel proprio letto. Dorme. Lentamente l'energia vitale cessa d'irrorare la carne e le ossa. I tessuti sono avvelenati dalla parte in necrosi dell'intestino. Blocco intestinale! Si saprà dopo.
Intanto, a causa del troppo lavoro emergenziale e dell'elevato costo sanitario che ha bloccato sulla sedia del prontosoccorso in codice verde un “banale caso di maldipancia” una vita si è spenta.

Fatalità? No! Malasanità.

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