Un artista al giorno Pino Pingitore e la pittura optcal
Recensione critica dell’opera di Pino Pingitore (1973)
senza titolo; Acrilico su tela, 50x40 cm, coll.ne Mario Iannino
Contesto e linguaggio visivo
Realizzata nel 1973, questa composizione si colloca in un periodo di fervente sperimentazione artistica, in cui l’astrazione geometrica e la ricerca di nuovi linguaggi visivi si intrecciavano con istanze esistenziali e sociali. Pingitore, con questo lavoro, sembra inserirsi in quel clima con una voce personale, costruendo un’immagine che è al tempo stesso figura e architettura, volto e paesaggio.
La tela è dominata da una figura centrale che richiama un volto umano stilizzato, costruito attraverso sovrapposizioni di forme geometriche e cromie contrastanti. L’occhio visibile, quasi isolato, diventa punto focale e simbolico: uno sguardo che osserva, ma che forse è anche frammentato, disperso nel caos visivo circostante.
La composizione è dinamica e stratificata. I rettangoli, le curve, le bande orizzontali e le forme architettoniche (come la casa stilizzata in basso a destra) creano un ambiente visivo che oscilla tra ordine e disordine, tra costruzione e decostruzione. Il cerchio rosso in alto a destra, circondato da forme rettangolari disposte a raggiera, suggerisce un’energia radiante, quasi solare, che contrasta con la staticità delle altre forme.
La tensione tra elementi figurativi e astratti genera un senso di movimento interno, come se la tela fosse attraversata da forze invisibili che cercano di ricomporre un’identità frammentata.
Il volto centrale, pur nella sua stilizzazione, evoca una presenza umana immersa in un mondo complesso, forse urbano, forse mentale. L’opera può essere letta come una riflessione sull’identità, sulla percezione, o sulla condizione dell’individuo in un ambiente frammentato e stratificato.
Il linguaggio visivo richiama certe ricerche dell’arte concreta e dell’astrazione post-cubista, ma con una vena più espressiva e narrativa. Non si tratta di una pura costruzione formale, ma di un racconto visivo che lascia spazio all’interpretazione emotiva.
Pingitore dimostra in questo lavoro una notevole padronanza del colore e della composizione. L’uso dell’acrilico è vibrante, con campiture nette e sovrapposizioni che mantengono una freschezza visiva. L’opera non cerca la bellezza convenzionale, ma piuttosto una verità visiva, una testimonianza del pensiero e del sentire dell’artista.
Pur essendo datata 1973, la tela conserva una sorprendente attualità: il tema della frammentazione, della molteplicità di sguardi, della costruzione identitaria è oggi più che mai centrale.
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