venerdì 30 aprile 2010

il Giornale diretto da Feltri contro Fini e Bocchino

Dopo la rottura politica di Fini il Giornale (editore Paolo Berlusconi) diretto da Feltri pubblica in prima pagina gli introiti della suocera di Fini e della moglie di Bocchino. Entrambi i proventi, secondo quanto pubblica il giornale sono generati da contratti con la Rai, la televisione di stato che impone ai cittadini un canone d’abbonamento annuo. Il messaggio è chiaro! Senza entrare nelle more dei contratti che possono ritenersi giusti a condizione che vi siano le dovute professionalità, e queste credo non manchino, più che le notizie in sé, ciò che sconcerta l’opinione pubblica è il metodo e i tempi del gossip giornalistico nei confronti dei dissenzienti in seno al partito dell’amore, il pdl! Ben lontani dal “se questo è amore, di Prevert” i mezzi usati dagli innamorati della politica italiana, tesserati nel partito delle libertà, gettano sconcerto tra i cittadini e lasciano intendere che nulla è cambiato rispetto alla gestione politica della tanto vituperata prima repubblica. Se questo è amore, c’è da aspettarsi altre “vigliacche verità” perdonate e condivise in tempo d’idillio ma rinfacciate all’atto della separazione.
Ecco un punto saliente dell’articolo:
"I soldi Rai alla moglie di Bocchino. La consorte del finiano di ferro ha ottenuto un appalto da sei milioni di euro per produrre una fiction". L'articolo di Laura Rio fin dall'inizio richiama l'altra accusa lanciata mercoledì dal "Giornale": "Se la suocera di Gianfranco Fini viene pagata dalla Rai un milione e mezzo di euro, la moglie di Italo Bocchino, il vicepresidente del gruppo Pdl alla Camera che si è dimesso ieri, ne guadagna sei. E ne riceverà anche di più se un altro progetto andrà in porto".

Questa è cattiva informazione (malafede?) che nulla ha a che fare con il dovere di cronaca ma nel caso qualcuno dovesse reclamarlo, dovrebbe spiegare come mai non le ha pubblicate prima le notizie in questione, all’atto della stipula dei contratti, visto che sono atti pubblici.

giovedì 29 aprile 2010

Nicola Gratteri e Giuseppe Scopelliti sulla lotta alla 'ndrangheta

Il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, nel corso della trasmissione “Radio Anch’io” così ha risposto al ministro della Difesa Ignazio La Russa:

“Gli arresti dei latitanti che si susseguono negli ultimi tempi non rappresentano un merito del governo ma delle forze dell’ordine, che però lavorano con grandi sacrifici perché hanno organici insufficienti”.

Per il procuratore Gratteri, il Governo ha fatto due cose importantissime:
il primo, l’abolizione del patteggiamento in appello, che, sempre secondo Gratteri, era uno scandalo ed un regalo alle mafie
e il secondo, la modifica della normativa sul sequestro e la confisca dei beni, resi più facili e feloci.
Il resto dei provvedimenti adottati dall’esecutivo, però, sembrano palliativi. Per il procuratore, “bisogna attuare un’inversione di tendenza perché è da oltre dieci anni che si fanno concorsi nelle forze dell’ordine in numero insufficiente, tanto che non si riesce a coprire i vuoti che si determinano per i pensionamenti. Altro provvedimento inadeguato, sempre evidenziato nella trasmissione da Gratteri, consiste nell’uso dell’esercito contro la criminalità perché “bisogna stabilire, in questo senso, un rapporto qualità-prezzo. Non è possibile, per esempio, pensare di fare intervenire l'esercito anche in zone periferiche a causa dei costi dell’operazione che sarebbero troppo elevati. Non bisogna, inoltre, abolire le intercettazioni telefoniche ed occorre informatizzare il processo per farlo durare di meno e per fare diminuire il potere discrezionale. Si risparmierebbero milioni di euro e non ci sarebbero più abusi in termini di notifiche e di trasmissione di atti”.

Alla trasmissione Rai ha partecipato anche il presidente della Regione Giuseppe Scopelliti, che ha sottolineato la partecipazione giovanile di Reggio e non l’applauso riservato al boss in manette da parte di familiari ed amici. “La vicenda, ha detto il presidente Scopelliti, deve essere letta così come si è presentata. E cioè:
Soltanto pochi familiari del boss erano lì ad applaudire e ad urlare.
È molto facile dare le prime pagine, mettendo in negativo aspetti che, forse, sono molto marginali ma se si considera che la Questura di Reggio è al centro della città, è chiaro che molti erano lì a curiosare, ma ad applaudire e ad urlare erano veramente pochi.
Fa più effetto vedere quella formazione spontanea della sera di circa trecento persone e quella di ieri mattina di giovani con striscioni, studenti universitari che sono andati sotto la Questura a manifestare spontaneamente il loro consenso, il loro plauso alla magistratura reggina che sta facendo uno straordinario lavoro, alle forze dell’ordine, a tutta quella società che è impegnata, ogni giorno, a costruire un percorso nuovo. Queste immagini, a mio avviso, meritano la prima pagina, perché sono il segnale della crescita di una città che vive certo questi momenti di difficoltà, visto la presenza del crimine organizzato, ma che sa reagire ed i segnali di crescita sono evidenti”.

al teatro masciari casting per il film Qualunquemente con A. Albanese

30 aprile e 1 maggio, presso i locali del teatro Masciari di Catanzaro iniziano le operazioni di casting del film “Qualunquemente”, scritto da Piero Guerrera, un calabrese che vive e lavora a Milano. La sceneggiatura del film è di Antonio Albanese che, insieme al regista Giulio Manfredonia riporta “Cetto La Qualunque” nella sua città d’origine: Palmi. Infatti, Piero Guerrera, si è ispirato ai personaggi della sua città d’origine, Palmi, per scrivere i testi interpretati da Albanese nella nota trasmissione di Fabio Fazio “chetempochefa” in onda su rai 3.

I provini, organizzati dalla Fandango allo scopo di trovare due giovani attori (20 anni) per il ruolo di “Melo” il figlio di Cetto e la fidanzata, come già detto si svolgeranno al cinema teatro Masciari di Catanzaro nei giorni 30 aprile e 1 maggio.

Il presidente della fondazione Calabria film commission ha espresso la sua immensa soddisfazione per la scelta di alcune location che la produzione fandango ha individuato in Calabria.

Italia, tra gossip e pensiero politico assente, chi ci guadagna?

“Non sono alla presidenza della Camera perché ho vinto un concorso o per un cadeau del premier. Non ho nessuna intenzione di dimettermi”, queste le parole di Fini a “Porta a Porta” il programma di Bruno Vespa. E, nel dichiarare che intende continuare a difendere il Parlamento, esprime certezza critica per il ricorso eccessivo ai decreti legge e al ricorso eccessivo alla fiducia che creano qualche problema, perché mette il Parlamento davanti a “prendere o lasciare”. E sull'ipotesi che l'assemblea del gruppo Pdl alla Camera possa accettare le dimissioni presentate da Italo Bocchino, ha detto con fermezza “Se il gruppo dovesse accettare le dimissioni di Bocchino o peggio sfiduciarlo... altro che partito liberale di massa. È un modo di far cadere le “teste”. Secondo le notizie giornalistiche pare che le esternazioni politiche di Fini non godano molte simpatie tra i fedelissimi di Berlusconi e che non abbiano gradito l’osservazione del presidente della camera sull’inno scritto a quattro mani da Berlusconi e Apicella. Infatti, dopo le parole di Fini a Ballarò, la trasmissione di Giovanni Floris, Berlusconi avrebbe manifestato a diversi interlocutori la sua forte perplessità. In particolare per il giudizio espresso da Fini sull'inno del Pdl "Meno male che Silvio c'e".
«è evidente che è un inno che non mi piace - aveva detto Fini - non perché non mi piace che ci sia Silvio, ma perché un partito in una fase post-ideologica non ha bisogno di inni».
E mentre tutto ciò accade, in buona pace dei sostenitori di entrambi gli schieramenti, è pronto il “lodo Alfano costituzionale”.
Lodo Alfano bis che bloccherà i magistrati sulla soglia del rinvio a giudizio, costringendoli a chiedere «immediatamente» il via libera di Camera o Senato per processare il capo dello stato, il presidente del consiglio e i ministri, imputati di reati comuni.
Lo scudo processuale dovrebbe essere presentato al senato dal capogruppo e dal vicecapo gruppo Pdl, Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello e altri senatori della maggioranza di governo nella forma di «disegno di legge costituzionale» sulla sospensione del processo nei confronti delle alte cariche dello Stato e, salvo qualche ulteriore ritocco, i contenuti confermano le anticipazioni del Sole 24 Ore del 16 aprile scorso.

Dunque, dopo sei mesi dalla bocciatura del primo lodo da parte della Corte costituzionale e dopo quasi un mese dall'approvazione della cosiddetta «legge ponte» sul «legittimo impedimento», il testo è nelle mani di Silvio Berlusconi.
Quanto al presidente della camera, Fini, ha rassicurato Berlusconi ricordando di non aver mai fatto dichiarazioni contro il lodo Alfano. Mentre dall'opposizione si ravvisano le perplessità dell'Udc per l'estensione dello scudo ai ministri; l'ironia del Pd per “la prima riforma che approda in parlamento dopo le dichiarazioni del premier”; la stroncatura dell'Idv, perché costringe le camere a occuparsi di leggi ad personam mentre ci sono cittadini che non riescono ad arrivare a fine mese.

Da cittadino medio, non avvezzo agli intrighi di corte, mi chiedo: Perché questo scudo giuridico? Si sono macchiati o pensano di macchiarsi la coscienza infrangendo le leggi dello Stato per risolvere i bisogni dei cittadini?

Intanto continuano le indagini al Ros dei Carabinieri, alla Polizia e alla Guardia di Finanza sul sistema gelatinoso; sistema corruttivo di favori e scambi merce di ogni tipo, dal sesso alla costruzione della piscina, dal posto di lavoro alla macchina e all’acquisto di case in cambio di appalti agevolati e fatture gonfiate scoperto grazie alle intercettazioni telefoniche.
Sistema investigativo, quello delle intercettazioni ambientali, gradito ai sostenitori della legalità e della riservatezza moralmente etica, sempreché, magistrato, investigatore e giornalista, epura le mere debolezze private che nulla hanno a che fare con le indagini in corso, la libertà di pensiero o di cronaca.
Ma poiché non tutti sono deontologicamente corretti o saggi da arginare le morbosità sbandierate dai giornali che servono solo ad alzare polveroni mediatici, demenziali gossip, è d’obbligo qualche leggera modifica in merito all’utilizzo delle notizie, specie se le indagini sono in corso.

martedì 27 aprile 2010

energie

Che Dio ce la mandi buona! Oggi, più che mai, l’unica vera forza che conferisce energia decisionale alle azioni delle aziende e dei governi è rappresentata dal conto in banca…

Credo fosse l’estate del 1966 o del 67? Di certo erano gli anni in cui si sentiva alla radio “c’era un ragazzo che come me amava i beatles e i rolling stones”.

Gli anni della scuola media al don Bosco di Napoli, tra i salesiani.
Gli anni difficili della contestazione giovanile del 68; gli anni di “mettete dei fiori nei vostri cannoni”! Gli anni della rinascita e dell’emancipazione; della presa di coscienza e delle lotte ideologiche che vedevano schierati i giovani a destra o a sinistra, ma anche al centro e nelle fila di comunione e liberazione; azione cattolica e volontariato, e nei movimenti pacifisti. Comunque, tutti con ideali alti. Sempre pronti allo scontro verbale e, purtroppo, anche fisico specie tra le due fazioni politicizzate dell’estrema destra e sinistra. Erano gli anni del 18 politico come risposta ai baroni e ai poteri universitari, alla borghesia che gestiva la cultura istituzionale e che spesso mortificava le classi deboli, il cosiddetto proletariato.
Insomma il mondo era diviso in buoni e cattivi. C’era chi lottava per i diritti dei lavoratori e la tutela degli emarginati e chi cercava di tamponare la rivolta culturale in atto perché ritenuta destabilizzante per il potere precostituito.
I giovani si schieravano a destra o a sinistra a prescindere dalla loro estrazione sociale; era normale vedere rampolli della buona società partecipare attivamente in entrambi gli schieramenti affianco ai figli dei proletari e della piccola borghesia e viceversa.
Gli ideali delle dottrine politiche e le relative analisi spesso sfociavano in lotte. I confronti sociali, se pur aspri, evidenziavano il candore morale e la passione dei giovani coinvolti nei programmi indirizzati alla formazione di un futuro migliore. Oggi molti di quegli ex si trovano a gestire importanti e strategici pezzi dello stato ma nulla ricordano degli ideali professati.

Oggi l’unico prorompente ideale ha il colore e l’odore dei soldi e poco importa se la ricchezza arriva dalle guerre o dalle strategie economiche immorali; dalle nuove schiavitù occidentali, dalle riforme del mercato del lavoro coi suoi tantissimi e innumerevoli co.co.co.. lavoratori atipici, precari sottopagati, immigrati ridotti in schiavitù a causa di una politica asservita al potere ignobile del profitto.

È vero! Molte cose sfuggono al normale ragionamento dei comuni cittadini, ma non sfugge, per esempio, come mai uno che sbraita sempre contro i suoi nemici chiamandoli spregevolmente comunisti sol perché, politicamente, seguono percorsi ideali più democratici perciò non confacenti al suo pensiero dispotico, va a fare accordi con il vero capo di un sistema istituzionale ancora vicino ai sistemi totalitari dei comunisti tanto odiati da lui.
E si potrebbe continuare ancora con l’elencazione delle contraddittorietà di certi uomini e aggregazioni ma non ne vale la pena, sarebbe tempo sprecato!
La cosa raccapricciante consiste nella mancanza assoluta di un’opposizione socialmente attiva e una classe intellettuale reattiva, che sappiano rispondere fermamente alle tante scempiaggini sociali attuate, alle falsità urlate e alle turpitudini espletate dietro le belle parole mascherate di compassionevole amore per il popolo.

Che Dio ce la mandi buona! Oggi l’unica vera forza decisionale sembra essere rappresentata dal conto in banca degli im/prenditori avidi che schiavizzano, fisicamente e, peggio, mentalmente, la moltitudine bisognevole degli uomini.

domenica 25 aprile 2010

sanità e centri d'eccellenza in Calabria tra inchieste e decisioni politiche

Sulla sanità italiana si è detto e saputo di tutto. Scandali, giri di affari non tanto leciti, clientele, escort e regali a dirigenti manager e politici. Anche la Calabria non è rimasta indenne dal malcostume nazionale e di ciò ha dato puntuale testimonianza Riccardo Jacona con un’inchiesta giornalistica sulla sanità condotta da nord a sud dell’Italia. L’inchiesta ha evidenziato l’anomalia degli investimenti pubblici che, anziché essere impegnati per migliorare il servizio sanitario nazionale, sono stati dirottati per creare false eccellenze e corpose clientele. In Calabria, l’inchiesta di Jacona ha evidenziato, tra l’altro, il caso della “fondazione Tommaso campanella” nata sotto la giunta Chiaravalloti e allocata presso la neonata università catanzarese Magna Graecia. Le notizie divulgate con dovizia di particolari, testimonianze e interviste a politici locali e alti dirigenti della “fondazione”, hanno suscitato indignazione tra i cittadini per il modo distorto, palesemente clientelare e inadeguato, non per niente in linea con le intenzioni statutarie scientifiche pomposamente dichiarate.

Dopo questa tempesta, senza entrare nel merito giudiziario o politico, -chi non conosce i fatti può documentarsi, in internet esiste una letteratura dettagliata- il comune buon senso avrebbe optato per un chiarimento civile dello stato dell’arte e i dirigenti politici si sarebbero dovuti interrogare sull’alta professionalità del direttore, sulle sue titubanze e sulla certezza cognitiva circa la presenza dei “topini” nei laboratori di ricerca che fino a quel momento non erano stati usati come cavie neanche per la cura di un banale raffreddore.
Insomma, ci si aspettava chiarezza! Coraggio civico e epurazione, vista la documentata insipienza sbandierata ai quattro venti, ma nulla! Tutto sotto silenzio fino a qualche giorno addietro, quando una decisone “politica?” accorpa il reparto “Carlo De Lellis” ubicato nella zona nord di Catanzaro nel rione Pontepiccolo, precisamente nella struttura dell’ex ospedale Ciaccio, alla “Tommaso Campanella” presso l’università “Magna Graecia” di Catanzaro nell’agro di Germaneto.

sabato 24 aprile 2010

la magia dei colori, omaggio alle mamme



La magia dei colori: alchimie cromatiche per un futuro migliore.

Le novità inattese ma anche quelle prevedibili se vissute con armonia e gioia, assaporate senza sentirsi addosso il peso oppressivo delle attese personali o altrui, oltre a suscitare stupore, inducono attori e spettatori a osare di più e quest’osare conduce i giocatori, grandi o piccoli che siano, alla ricerca.
Una ricerca ludica fine a se stessa, almeno all’inizio dei “giochi creativi” che contempla sperimentazioni, osservazioni riflessive e studi.
L’azione culturale, condotta negli spazi creativi della parrocchia di Squillace lido, ha dato i suoi frutti e l’esposizione delle “magie cromatiche” aperta al pubblico dall’otto maggio in poi, che i partecipanti hanno voluto dedicare alla mamma terrena Natuzza Evolo, la mistica di Paravati, in rappresentanza di tutte, in quanto umile e compassionevole espressione pro-creativa per antonomasia e da lei risalire alla Madre Celeste, è la testimonianza di un percorso educativo comune.

L’occasione della ricorrenza mariana diventa un pretesto per riflettere su temi spesso ritenuti demodé.
La riflessione corale ha indotto a tradurre, attraverso la magia dei colori e dei segni grafici, i sentimenti che la figura materna sprigiona nelle culture dei popoli. E nell’accezione più ampia del termine, l’atto procreativo, nell’assumere valenze universali conduce l’analisi a logiche conseguenze riscontrabili nei mondi animale e vegetale con i relativi cicli vitali, senza il quale, l’uomo non potrebbe esistere.

Questi semplici concetti hanno dato l'input iniziale per la costruzione espositiva, aperta al pubblico nei locali della parrocchia S. Nicola in Squillace lido, in cui sono visibili i sentimenti espressi poeticamente in occasione della ricorrenza dedicata all’essere Madre, non tanto per favorire la mercificazione feticistica di effimeri prodotti ma, per analizzare assieme una figura dispensatrice di vita; protettiva, a volte iperprotettiva, magari assillante, comunque presente nella formazione e nella crescita armonica dei figli e di conseguenza della società.

Lo studio delle tecniche pittoriche è secondario se paragonato all’atto iniziale. Vale a dire: quella spinta naturale che induce i bambini a gesticolare, segnare con grafie incerte lo spazio davanti a loro e narrare. Il dialogo fantasioso dei bambini è puro, e poiché privo delle sovrastrutture mentali degli adulti, esprime nella totale libertà il pensiero infantile con naturalezza, allo stesso modo di come sugge il latte dal seno materno, gattona, si alza e fa i primi instabili passi per correre non appena acquista sicurezza e fiducia in sé.
Ecco, questo, in sintesi, può essere paragonato al percorso di chi vuole capire e adottare la pittura come linguaggio per esternare concetti e visioni poetiche.

Spesso i bambini, ma ancor più gli adulti, quando sono condizionati da esplicite richieste, se non possiedono la totale padronanza delle tecniche pittoriche, rifiutano di “giocare” col mezzo espressivo della figurazione perché non lo ritengono più un’attività ludica ma l’esplicitazione visiva di concetti altrui.
La prova da superare, perché di questo si tratta per il bambino, lo mette in ansia e la paura di sicuri insuccessi, e di essere deriso perché ha disatteso le intenzioni degli altri piuttosto che appagare il suo bisogno di dialogo giocoso, lo inibisce. Se a questo fattore si associano le fobie trasmesse dalla famiglia e dalla società per quanto concerne i concetti di pulizia e di bello, il quadro della diseducazione nei confronti della più alta attività umana è completo.
Per riavviare i partecipanti alla creatività ludica e renderli parte attiva, nei laboratori creativi, gli spazi e gli oggetti sono messi a completa disposizione dei fruitori. Qui, i partecipanti al gioco, sono tutti attori comprimari; liberi dall’assillo della proprietà in quanto il concetto di mio, tuo, suo è inesistente, giocano e sperimentano nuance a più mani. Interiorizzano il concetto di gioco trasmesso dalla magia dei colori e nella commistione del segno come estrinsecazione esistenziale dell’io allo scopo di fortificare l’autostima e per scrollare dalla mente l’assillo deviante del “bel” prodotto finito. E non solo! Lo spazio è personalizzato da quanti lo frequentano. Piccole impronte decorano le pareti; marchiano e delimitano il territorio, dialogano tra di loro, si sovrappongono, interagiscono negli spazi mentali di adulti e bambini e accolgono in un abbraccio corale quanti osano percorrere i sensibili sentieri poetici dell’anima e ritornare bambini.

(Mario Iannino)

venerdì 23 aprile 2010

Fini smaschera le false libertà del pdl

Fini ha tolto la maschera dell’amore al pdl.

È chiara la dipendenza psicologica dell’intera assemblea pdl nei confronti di Berlusconi. Un Berlusconi furente che non tentenna un attimo nell’invitare Fini a dimettersi da Presidente della Camera dei Deputati perché contrariato dal suo comportamento politico istituzionale. Fini, dal canto suo, ha fatto il punto della situazione; ha ricordato il programma del pdl agli elettori, le cose rimaste in sospeso e le leggi ingarbugliate volute con forza dalla leadership del partito della libertà.
Fatti noti. Divulgati e trasmessi dai mass media con dovizia di particolari che evidenziano l’assenza totale di un interesse comune nazionale. Non c’è che dire: i nodi vengono al pettine, alla fine; e nell’assemblea pdl si è incocciati in nodi grossi: l’assenza della democrazia; la dittatura del capo e la dipendenza psicologica del popolo delle libertà soggiogato dal carisma egocentrico di uno dei cofondatori che non ammette rivali o competitori fuori dalle righe tracciate da lui.
Deludono i personaggi noti che hanno recitato la parte dei “portatori d’amore”. I falsi profeti di pace non hanno colto la lungimiranza politica di Fini e non hanno saputo e voluto intendere i chiari messaggi della gente. Ma il Presidente della Camera Fini col suo scatto ha ridato orgoglio ai cittadini onesti che ancora, nonostante tutto, ripongono la fiducia nelle Istituzioni dello Stato Italiano. Finalmente si torna alla Politica! Quella vera!

giovedì 22 aprile 2010

dipendenze intellettuali e visioni metropolitane


Schiavitù, dipendenze intellettuali e visioni metropolitane.

La ricerca esasperata dell’eterna giovinezza, oggi possibile grazie alla chirurgia plastica, associa, al potere estetico emanato da un corpo ben modellato, la tesaurizzazione di affetti, voluttà e denaro.
La diseducazione intellettuale rende apprezzabile un bel corpo e la maggior parte degli uomini intolleranti verso il “brutto” che, tradotto nella quotidianità, in estrema sintesi significa: uomo e donna dotati di un appeal comune che non vogliono sottostare alle mode estetiche del silicone e che non frequentano necessariamente beauty farm sono emarginati dalla società con estrema leggerezza. La bellezza oggi ha canoni ben definiti quantificabili in centimetri, chilogrammi e silhouette.
L’industria estetica trascina le menti nel vortice della visione patinata e allontana dalla realtà quanto più gente possibile. D'altronde, in tv sono banditi i non belli. Sembra che il modello di uomo e donna comuni siano estinti nei palinsesti. Anche la vecchiaia è un elemento da esorcizzare, lo ha fatto persino uno spot pubblicitario di una ben nota bevanda. E qualche direttore di giornale ha sostituito le ormai attempate giornaliste con delle avvenenti ragazze, qualcun altro ha mandato in pensione le signorine buonasera. Insomma, il culto del corpo è d’obbligo! Anche per essere candidate o candidati in politica si deve possedere un bell’aspetto… il cervello? Bèh quello non si vede subito ...e comunque è secondario se non inutile o dannoso del tutto.

mercoledì 21 aprile 2010

3,4,5 maggio a Catanzaro, quinta conferenza nazionale delle bonifiche


Lunedì 3 maggio, presso il teatro politeama di Catanzaro, il presidente dell’urbi Calabria, Grazioso Manno, aprirà i lavori della quinta conferenza organizzativa dell’associazione nazionale delle bonifiche e delle irrigazioni.

“Celebreremo la giornata con fatti concreti !” Così il presidente Grazioso Manno annuncia i tre giorni di lavori che vedranno impegnati gli oltre 400 dirigenti nazionali dell’Anbi, acronimo di “Associazione nazionale delle bonifiche e delle irrigazioni”; in Calabria, nel villaggio porto roca di Squillace lido nei giorni 3, 4 e 5 maggio, per la Conferenza organizzativa nazionale dei Consorzi di Bonifica per discutere e valutare strategie concrete per mettere in sicurezza il territorio e far decollare le eccellenze produttive legate al territorio regionale, dal turismo all’agricoltura.
“Il 3, 4 e 5 maggio avremo l’onore e l’onere di ospitare 400 dirigenti, provenienti da tutta Italia, che si confronteranno sui modelli organizzativi necessari per affrontare le complicate sfide della difesa del suolo e la gestione delle acque. Tre l’altro, temiamo che la scelta di lanciare, ancora una volta, proposte concrete per la tutela del territorio nazionale dalla Calabria, si giustifichi, anche, dalla oggettiva presa di coscienza che nonostante tutti i 409 Comuni calabresi siano stati classificati a rischio idrogeologico dal Ministero dell’Ambiente e dall’Unione delle Province Italiane già nel 2003, ancora poco sia stato fatto. Crediamo che questa situazione emblematica, e non esclusiva, della nostra regione possa e debba essere interpretata come una opportunità per l’intero Paese; crediamo che l’agricoltura ed il turismo calabresi, eccezionali, se non esclusive infrastrutture produttive, possano e debbano decollare solo attraverso coerenti scelte di politiche attive di tutela del territorio. Sono state queste convinzioni che ci hanno permesso di avviare e concludere una fase di autoriduzione dei costi di gestione dei Consorzi calabresi che abbiamo sempre considerato un “semplice” ed indispensabile presupposto per una legittima proposta dell’attuazione di un serio piano di messa in sicurezza della Calabria e di una gestione oculata delle acque. Crediamo che sia stato particolarmente significativo che questo processo di autoriforma si sia consumato con e grazie alle due ultime giunte regionali guidate dal centrodestra, prima, e dal centrosinistra, poi”. “Siamo certi - ha concluso il presidente dell’Urbi calabrese, Manno - che, con e grazie a questa Giunta appena insediata, si possa e si debba avviare e concludere la conseguente fase operativa di un cambiamento di cultura gestionale che sarebbe, una volta per tutte, veramente emblematico: è questo il migliore degli auguri possibili che sentiamo di rivolgere a tutti i calabresi per tramite del presidente Scopelliti e di tutti i neo-consiglieri ed assessori regionali”.

lunedì 19 aprile 2010

effetti collaterali delle democrazie e delle libertà d'espressione


Il torpore mentale semina apatie che tradotte in atti pratici modificano in peggio la società; dai governanti ai governati, (o forse è più adatto definirli sudditi?) le devianze del pensiero contemporaneo si moltiplicano e conferiscono forme, a dir poco folkloristiche al fare umano. A dare man forte alla pochezza intellettuale è il braccio esecutivo dei poteri oscuri che dominano le scene nazionali e mondiali, vale a dire: notiziari faziosi o quantomeno addomesticati e intrattenimenti demenziali sempre in onda in tv e nelle piazze cittadine. Questi i mezzi preferiti dai suddetti personaggi per indottrinare le masse.
Ma non tutto è perduto! Ancora c’è gente che resiste alla brutalità di certi concetti egocentrici fatti assurgere a filosofia di vita dal malcostume e dall’immoralità di quanti tengono sotto scacco i propri simili, forti della posizione di comando che sono riusciti a ritagliarsi con astuzia nei posti di potere istituzionali e non.
Tra le tante idiosincrasie contemporanee, quella tra i politici è la più invisa dai cittadini perbene. Quei cittadini che si alzano tutte le mattine e, se hanno la fortuna di sapere dove andare, si presentano puntuali al lavoro e producono benessere per la società; in alternativa, se privi di lavoro remunerato, si barcamenano tra moltissime difficoltà e sperano nel secondo miracolo economico o nella trasformazione solidale dello stato sociale dei popoli. Ovvero la suddivisione etica delle risorse tra gli esseri viventi. Ma quest’ultima considerazione è pura utopia se rapportata allo scempio mentale e politico cui si è costretti oggi. Per ultimo, come estremo concetto, concretizzatosi nella realtà, è d’esempio quanto accaduto alle persone dell’organizzazione umanitaria non governativa di Emergency, in merito si riportano alcuni stralci del suo fondatore, il chirurgo Gino Strada:

«Faccio come il ministro Frattini: prego il cielo che il governo italiano non c'entri nulla»

Ringrazia l’Onu «soprattutto»; e poi il governo italiano e persino quello afghano, gli attori in ordine di apparizione e peso secondo il leader di Emergency in questa vicenda. Nonché «tutti gli italiani che ci sono stati vicini e non hanno creduto nemmeno per un secondo alle infamie contro di noi, così come i giornalisti che hanno respinto le bufale». Perché questa in fondo è la partita che andava vinta: quella mediatica. Gino Strada fuma e parla, sorride poco ma si commuove per un istante quando pensa che finalmente Marco Garatti, Matteo Dell’Aria e Matteo Pagani, sono liberi.

«Poi bisognerà vedere... chi c’è dietro questa storia di calunnie e aggressioni. Certo le stranezze non mancano. Ad esempio il fatto che il volo di ritorno da Laskhar-Gah di Marco Garatti, che è il nostro coordinatore per l’Afghanistan e da Kabul si era recato nel nostro ospedale per pochi giorni, sia stato cancellato il giorno prima del suo arresto, cioè il 9 aprile. Alla nostra richiesta di chiarimenti, la risposta è stata: “una richiesta della Coalizione”, e non c’erano nubi di vulcani islandesi quel giorno».
Una dinamica singolare, infatti. «Il giorno dell’arresto, ovvero il 10 aprile, Marco, che era rimasto nell’ospedale circa una settimana, è andato all’aeroporto e gli hanno detto che il suo volo era cancellato. Così è tornato alla base. Lì, poco dopo, li hanno fatti evacuare dicendo che c’era un allarme bomba. E quando li hanno fatti rientrare hanno trovato i militari e le armi che dicevano di aver scoperto. Se questa circostanza del volo cancellato verrà confermata, qualcuno dovrà dare delle risposte.»
Nella "coalizione di pace, composta tra gli altri da americani e inglesi" c’è fin troppa gente che non sopporta il lavoro di Strada e dei suoi, testimoni spesso scomodi della realtà brutale della guerra. «Penso che questa sia stata un’aggressione brutale e violenta e ora con Marco e i due Matteo, continua Strada, dovremo valutare cosa è successo. I punti oscuri non mancano. Prima di riprendere la nostra attività dovremo capire bene chi c’è dietro questa macchinazione, chi sapeva e chi non sapeva. Anche in Italia. Certo, questa è una storia che ha ben poco di lineare: «Non c’è dubbio. Basti pensare che questa ignobile montatura è stata smontata nel giro di 8 giorni e i nostri operatori adesso sono liberi e senza nessuna accusa. Mai nemmeno un reato è stato contestato formalmente e ora ci arriva la notizia che gli stessi servizi di sicurezza afghani li hanno liberati, compresi i 6 operatori locali, scagionandoli completamente e con tante scuse».
Eppure in Italia, all’inizio di questa vicenda, qualcuno è sembrato vacillare.
«Bisognerebbe chiedere a chi in Italia ha formulato ipotesi di accuse o adombrato sospetti che non stavano né in cielo né in terra perché lo ha fatto».

Il governo e il ministro Frattini hanno rivendicato il successo di questa liberazione. Che ne pensa? «La vittoria ha sempre molti padri, la sconfitta è orfana. Noi ci siamo mossi con il segretario dell’Onu che da subito ha considerato le accuse ciarpame. Il governo si è mosso come meglio ha creduto. Comunque, grazie. Ne approfitterò per mandare una maglietta di Emergency a Frattini». Che ne pensa del fatto che la nostra intelligence non abbia saputo prevenire una cosa del genere? «Non lo so. Per dirla con le parole del ministro, prego il cielo che non ne sapessero niente. E non ho motivo di pensare diversamente».

Vi accusano di fare politica. «Perché non mettiamo rossetto e belletto alla guerra e facciamo vedere le sue immagini. E’ questa la nostra colpa. Ma ne siamo orgogliosi. E il fatto che in una valle come quella del Panshir, dove non esistono elettricità e internet, poste o giornali, oltre 10 mila persone si siano messe in viaggio a piedi per arrivare nel nostro ospedale e firmare una petizione di solidarietà è una di quelle cose straordinarie che dicono più di mille parole».

Ecco, per concludere, gli effetti collaterali, quelli non previsti dai poteri oscuri, si sono sviluppati e si sono fatti sentire e vedere affianco di Emergency. Ben tornati a casa!

sabato 17 aprile 2010

giunta calabrese, tra manuale cencelli e indicazioni romane


Nulla di nuovo sotto il cielo della Calabria. La politica locale riflette le strategie del passato: enfasi, proposte d’intenti, spartizioni e… volti “nuovi” che non si sono messi in gioco nelle tornate elettorali ma che si trovano a occupare posti delicatissimi, alla guida di assessorati strategici per lo sviluppo della regione. Anche se molti di questi uomini si sono già cimentati nelle giunte locali precedenti e non hanno risolto nessuno dei problemi sociali e territoriali.
Per Scopelliti la “Giunta è forte e credibile” e sostiene di avere mantenuto il primo impegno con i calabresi.

Giuseppe Scopelliti, dopo il varo dell’esecutivo, avvenuto ieri sera, affiancato dalla vice presidente Antonella Stasi (esterna, presidente di Confindustria Crotone) e di nove assessori (sette del pdl e due dell’Udc) ha incontrato la stampa nella sede della presidenza di palazzo Alemanni, a Catanzaro.

Nel corso dell’incontro ha affermato che:
“le cinque province calabresi sono rappresentati in Giunta. Ora comincia il lavoro per dare risposte serie ai tanti problemi della nostra terra. E, nell’individuazione degli assessori non ci sono stati per nulla problemi, sono state scelte persone che hanno voglia di sudare, passione e amore per la Calabria”. Ecco, qui nasce il dubbio: perché non si sono messi in gioco fattivamente questi “esterni” così da dire anche a chi non li conosce della loro “passione per la Calabria” delle potenzialità represse che metteranno a disposizione della Calabria e dei calabresi per sviluppare pirotecniche strategie occupazionali e di sistema sociale?
Per il momento, la strategia politica non sembra cambiare per niente e non rompe col passato.
Scopelliti tiene la delega alla sanità,(come Loiero, d'altronde) al turismo e ai trasporti, ma dice che, probabilmente, nei prossimi mesi ci potrà essere la nomina di un nuovo assessore. Due sottosegretari e negli incarichi dirigenziali troveranno spazio altre donne.
“La gente ci ha dato un grande consenso - ha affermato ancora Scopelliti, sempre nel corso dell’incontro con i giornalisti - e vede in noi persone capaci di dare risposte alle problematiche che da anni frenano lo sviluppo di questa terra. Abbiamo fatto un gioco di squadra e la composizione dell’esecutivo è stata dettata anche dalla visione globale dei problemi calabresi. Ora la squadra è stata varata e comincia il nostro impegno, concreto, per il rilancio e lo sviluppo”.
Nel corso Dell’incontro la neo vice presidente, Stasi, ha rilevato che “in politica le donne trovano poco spazio, ma quando sono in campo, sanno giocare bene. Io sono impegnata in Confindustria e gestisco con mio marito una piccola impresa. Dico a me stessa, al presidente e ai colleghi di Giunta che ora dobbiamo fare, e in fretta, perché le imprese della nostra regione e i calabresi tutti non possono più aspettare”.
È vero! I calabresi non possono più aspettare! Vogliono serietà e coerenza logica; vorrebbero che la politica, l'Arte di governare le società fosse affidata alle persone che hanno la cultura della “polis”, della società, e degli atti genuinamente solidali, specie nei confronti dei deboli!
I tecnici, validi e irrinunciabili esperti del mondo del lavoro e della cultura, possono e devono essere impegnati nelle strategie concrete che producono saperi, ricchezze, in sintesi, nelle strutture tecnico/scientifiche dei vari assessorati!, e non viceversa.
Da queste analisi sorgono, spero, per il bene dei calabresi, infondate, perplessità sui proclamati cambiamenti epocali sbandierati con enfasi in questi ultimi mesi.

venerdì 16 aprile 2010

3 esterni e 7 consiglieri eletti nella prima giunta Scopelliti


Nel tardo pomeriggio, a Catanzaro, il presidente Giuseppe Scopelliti, nella sede ufficiale della presidenza della giunta della regione Calabria, ha assegnato le deleghe ai membri dell’esecutivo calabrese che dovranno affiancarlo nella gestione politica della regione per i prossimi cinque anni. Come già annunciato da Scopelliti, la giunta calabrese è composta di consiglieri eletti nelle regionali di marzo 2010 e persone esterne vicine agli schieramenti politici di centro destra.
Questi i nomi e le relative deleghe:

1. Giuseppe Scopelliti, Presidente;
2. Antonella Stasi, vice presidente; esterna
3. Giuseppe Gentile. Assessore alle infrastrutture e lavori pubblici
4. Pietro Aiello; assessore all’urbanistica
5. Giacomo Mancini, bilancio e programmazione; esterno
6. Francescantonio Stillitani: lavoro, formazione, famiglia e politiche sociali
7. Francesco Pugliano: ambiente
8. Michele Trematerra: agricoltura e forestazione
9. Domenico Tallini: assessore al personale
10. Mario Caligiuri: cultura e beni culturali; esterno
11. Antonio Stefano Caridi: attività produttive.

Manca, al momento, l'assegnazione della delega al turismo. Sabato 17, alle ore 16.00, sempre a palazzo Alemanni, la giunta sarà presentata con una conferenza stampa e saranno nominati i sottosegretari. tra i papabili Alberto Sarra, Sergio Abramo e Franco Morelli.

degrado culturale e involuzione sociale


Il degrado delle periferie ma anche dei centri abitati è il termometro delle civiltà.
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Lo so, può sembrare deleterio affrontare discorsi futili in momenti difficili come quelli attuali in cui persone appartenenti a Organizzazioni umanitarie non governative che, guidati dal senso civico mettono a repentaglio la loro incolumità, e gettano familiari e conoscenti in apprensione. Ma è proprio questa mancanza di civiltà, di sensibilità civica che diseduca le menti e non aiuta la crescita delle coscienze.

E, a proposito dei sequestri, è assurdo dovere sentire l’opinione di un noto politologo che non cito perché il suo modo di analizzare i fatti è contro ogni logica del vivere civile. Questo signore, in sostanza, forse condizionato dall’impropria conoscenza dei fatti e della lingua italiana ha avuto l’ardire di sentenziare che le O.n.g., in questo caso Emergency, intralciano i processi di pace e quando curano le vittime delle guerre, ridanno braccia e uomini da usare nelle operazioni belliche.

Assurdo! Che dovrebbe fare un medico, in questo caso? Ammazzare i feriti per evitare che la guerra continui? Oppure dovrebbero essere i governi interessati come “forze di pace”, presenti nei territori a dover studiare azioni deterrenti affinché cessino al più presto le bellicosità tra le fazioni?
Invece, pare che la fabbrica della guerra piaccia a qualcuno. Qualcuno che senz’altro trae benefici economici e politici come nelle realtà degradate delle periferie metropolitane, laddove i personaggi del sottobosco politico locale raccolgono voti attraverso la gestione dei bisogni della gente.

Cattiva politica, dunque! Che spaccia per favore personale un diritto. E in ciò, i bisogni e l’ignoranza, effetti della mancata evoluzione culturale, civile e politica dei popoli, giocano ruoli determinanti.

L’assuefazione al degrado è fisiologica specie quando è in atto una guerra tra poveri e ognuno è costretto a pensare per sé.
Ma stamattina, grazie a Dio, ho assistito a una scena che potrebbe essere di lezione, fare riflettere dirigenti politici e politologi come Edward Luttwak:

Durante la passeggiata mattutina, a un certo punto, il mio cane si fa attento: punta le orecchie, si siede e aspetta. Da dietro i cassonetti della spazzatura sbuca una cagnetta. Si avvicina, scodinzola, si annusano. Lei tiene due pezzi di pane in bocca. Si allontana, fa una buca nel terreno, sotterra il pane e ritorna da noi.
Lascio libero il mio cane e corrono a giocare nei giardini infestati dalle erbacce.

Entrambi, nel giocare si sporcano di qualcosa di rosso. Osservo: è sangue! Qualcuno ha frantumato delle bottiglie di vetro nei giardini del quartiere per evitare la presenza dei cani…

dieci più due i componenti della giunta calabrese


Dieci assessori, più il presidente ed il vicepresidente senza delega. Un esecutivo caratterizzato da un assoluto equilibrio territoriale tra le cinque province calabresi. Così Scopelliti si è espresso negli incontri di Roma e Calabria davanti agli esponenti politici e di governo in merito alla formazione della Giunta calabrese da formalizzare, presumibilmente, entro sabato.
Al momento, secondo i molti interrogativi posti dai calabresi, nei quali emerge la preoccupazione della presenza fisica del presidente nel capoluogo, Scopelliti ha voluto tranquillizzare quanti gli hanno chiesto espressamente quale sarà la sua residenza rispondendo così:
“Una casa a Catanzaro? Ce l’avrò, certo, ma sarà piccola ed in affitto. Stiamo valutando, in questo senso, insieme a mia moglie una serie di proposte. Una casa a Catanzaro mi serve per pernottare quando mi fermerò nel capoluogo. Mi basta, però, prenderne una in affitto. Non sto prendendo in considerazione l’ipotesi di acquistarla”.

giovedì 15 aprile 2010

Politichese, proclami populisti


Ogni qual volta ci si trova davanti ad una novità, un bivio che potrebbe cambiare la vita, tutti, indistintamente, si pongono degli interrogativi e i pochi dubbi, immediatamente esorcizzati, sono sotterrati dalle migliori attese personali; come la nascita di un figlio, l’inizio di un nuovo anno, un corso di studi, e perché no: un lavoro se pur precario, un nuovo governo e così via. all’inizio, il cambiamento è nei proclami. Le parole di buon auspicio inebriano chi le pronuncia e chi le ascolta.
Si stappa qualche bottiglia con le bollicine e… cin cin… speriamo bene!

Ieri, in Calabria, si è insediato il nuovo presidente regionale e pare che abbia le idee abbastanza chiare, stando a quanto dichiara:
''Non avrò nessuna tolleranza per i delinquenti; chi ha sottratto risorse alla mia regione è mio nemico. Il Pd e Loiero sono avversari, mentre i nemici sono la borghesia mafiosa e quelli che vogliono arricchirsi; il mio nemico è la 'ndrangheta''.

''Ogni forma d’indebita pressione che può arrivare o alcuni messaggi che non capisco o che forse riesco a comprendere - ha proseguito Scopelliti - non scuotono la mia coscienza né mi creano allarmismo. Sono una spinta in più ad accelerare il cammino. Non ci sono altre questioni che mi possano preoccupare, perché questa classe dirigente che oggi ha vinto è consapevole che bisogna andare avanti su questa strada''.
E ancora:
''Io ho una battaglia da portare avanti ed è la battaglia dei nostri figli che devono vivere in una Calabria diversa. E siccome questa è la battaglia della Calabria e dei cittadini onesti, io metterò in campo ogni sforzo utile per conseguire questo risultato. Sarà difficile, sarà impossibile, ci hanno provato in tanti e ci hanno lasciato le penne perché sono stati sconfitti. Ma questa è la motivazione vera che mi ha spinto ad assumere questo ruolo. Sappiate che tutto ciò che andrò a fare lo farò nell'interesse supremo e non di qualcuno. Non ho paura di fronteggiare quelli che in maniera subdola o in maniera molto chiara o trasparente si metteranno contro il cammino indicato dal popolo calabrese che ha fatto una scelta di vita insegnando una cosa grande alla politica calabrese. Non voglio disperdere questo patrimonio: voglio raccoglierlo e rappresentarlo nel futuro per i nostri figli''.

La riflessione iniziale porta in sé la positività della speranza che tutti noi riponiamo nei cambiamenti epocali, a prescindere da chi e quanti, nonostante i brindisi beneauguranti, non vedono mai nulla di nuovo all’orizzonte ma che comunque continuano a sperare nel cambiamento positivo forse perché nel frattempo, tra mille peripezie economiche, in ossequio alla tradizione, stappano spumante da due soldi con l'occhio proteso alla pila dei conti correnti da pagare a fine mese, accatastata lì, sul comò, in attesa di essere evasa.
Per questa gente, che è la maggioranza dei cittadini italiani, per noi tutti!, speriamo che le parole diventino fatti e non rimangano sterili proclami, si concretizzino in servizi, lavoro, per migliorare la qualità della vita e abbandonare definitivamente una sequela di pagine inutili scritte sulla Calabria e l’Italia intera.

con Gino Strada, Emergency, per la libertà dei volontari in Afghanistan


Man mano che si apprendono nuovi particolari sulla vicenda di Emergency in Afghanistan il quadro si fa più chiaro. Le acque sporche, agitate da qualche forza oscura, lasciano intravedere sprazzi di verità o quantomeno invitano a riflettere su una serie di fatti accaduti e tra questi l’allarme bomba che ha indotto ad evacuare l’ospedale e lasciare la struttura incustodita.

Altra considerazione da fare: come mai il governo italiano, spesso “decisionista” per alcune posizioni, in questa vicenda di Emergency non assume un atteggiamento netto e pretende senza mezzi termini o “missive” la liberazione immediata degli “ostaggi prigionieri” dello stato “amico”?

Facciamo nostre le dichiarazioni di Gino Strada a Tg24 di sky
"E' ora che chi di dovere si dia una mossa. L'Italia ha tutti i mezzi per poter dire semplicemente “consegnateci i nostri tre connazionali subito e in ottime condizioni”.
"Questa è chiaramente una manovra politica per screditare il lavoro di Emergency. Da cittadino italiano e non da membro di Emergency ritengo questa cosa molto offensiva per il nostro Paese. Chi dal nostro paese riceve due milioni di euro al giorno, anche se sotto forma sbagliata, non può permettersi di trattare cittadini italiani in questo modo".

mercoledì 14 aprile 2010

Scopelliti è Presidente della regione Calabria: ecco le linee guida del suo mandato


Giuseppe Scopelliti è di fatto il Governatore della Regione Calabria.

Questa mattina è avvenuto lo scambio di consegne tra il presidente uscente Agazio Loiero e Giuseppe Scopelliti che da oggi inizia a tutti gli effetti a governare la calabria.
Il passaggio delle consegne è avvenuto nella sede della presidenza della Regione Calabria in Catanzaro.
Scopelliti, ha tracciato le linee d’azione del nuovo esecutivo ed ha dichiarato che la giunta sarà pronta nel giro di 3 o 4 giorni e conta di presentare gli assessori in questa settimana; mentre lo staff presidenziale è composto da persone a lui vicino e rivolgendosi alla platea, Scopellliti ha detto: mi avvarrò del contributo di chi è stato al mio fianco in questi anni. So già che si tratta di persone di qualità ed oneste, di cui posso fidarmi. In questi anni ho cercato di costruire intorno a me una classe dirigente. Dobbiamo ora dimostrare di essere all’altezza di un lavoro su scala più ampia di quella comunale. Qualcuno dei miei collaboratori – ha aggiunto – resterà a Reggio per non sguarnire il Comune. Posso anticipare che ci sarà una prevalenza di persone giovani, perché punto sull'ambizione e sulla voglia di fare. Non mi piace chi si sente già appagato dal risultato.

Ancora nessuna anticipazione sui nomi dei collaboratori, di sicuro il portavoce del nuovo presidente sarà un giornalista e non un politico.
Spazio per le donne sia in Giunta che nello staff.
Quanto all'impronta del suo mandato da governatore il Presidente Scopelliti ha le idee molto chiare. «La strada che gli elettori e il popolo ci hanno indicato – ha detto – è chiara e noi la percorreremo. Non accetterò indebite pressioni e tutto ciò che farò sarà per la Calabria. Non ho paura di fronteggiare chi si metterà contro questo nuovo cammino tracciato dal popolo calabrese. Non voglio disperdere questo grande patrimonio che ci è stato dato. Non farò annunci, ho fatto così da sindaco di Reggio Calabria, ma porteremo invece avanti progetti e comunicheremo le cose fatte. Della politica degli annunci la Calabria non ha bisogno. I miei nemici sono i mafiosi, gli affaristi, la borghesia mafiosa. Non tollero i delinquenti che hanno sottratto risorse ingenti alla Calabria. Ho sempre fatto una battaglia contro chi lavora per far vivere solo i propri affari. Ad esempio, attorno alla sanità si muove un mondo enorme. Occorre tagliare e mettere gente onesta e buttare via gli affaristi. Questa è la battaglia per la crescita della Calabria».
Buon lavoro Presidente Scopelliti!

Italia prima Repubblica tra realtà e demagogia,


E mentre il popolo annaspa nei bisogni la demagogia continua a mietere vittime.

Con il termine Prima Repubblica si definisce il periodo temporale politico gestito dai partiti del cosiddetto arco costituzionale italiano che, dal dopoguerra (1946) fino ai primi anni novanta (1994) hanno, appunto, adottato particolari forme gestionali scorrette e ridistribuito le risorse dello stato secondo parametri partitici più che sociali.

La trasformazione politica dei partiti fu avviata dallo scandalo “mani pulite” che vide implicati tutti i partiti della vecchia repubblica in finanziamenti illeciti composti di “lasciti e donazioni volontarie” ai partiti elargiti da imprenditori e faccendieri come segno di gratitudine per i favori ricevuti.

I mass media, con l'espressione mani pulite indicarono l'operazione giudiziaria condotta in Italia negli anni novanta dal pool della Procura della Repubblica di Milano formato da Antonio di Pietro, Piercamillo Davigo, Gherardo Colombo, Ida Bocassini, Francesco Greco, guidati dal procuratore capo Francesco Saverio Borrelli.

Le indagini scoperchiarono il pentolone del malaffare dei dirigenti politici ed economici dell’Italia del dopoguerra, del boom economico ma anche dell’austerità degli anni 70 e 80.

Un’Italia guidata dai partiti storici: democrazia cristiana, partito socialista, PSDI, PRI, PLI e dall’opposizione rappresentata dal PCI che raccoglieva il malcontento popolare rappresentato dalle piccole formazioni dell’estrema sinistra: psiup, lotta continua, pdup, il manifesto, avanguardia operaia. 

L’Italia degli anni di piombo, degli attentati mafiosi, dei brigatisti rossi e neri.

L’Italia di Borsellino, Falcone. L’Italia di Moro!

L’Italia dei sospetti e dei finanzieri d’assalto! Insomma un’Italia al microscopio, sempre sotto indagini che non arrivano mai a buon fine; che non spingono le menti verso vecchi consolidati schemi etici ma che inducono a diventare “furbi” scaltri per non affondare.

D'altronde, le inchieste, condotte e appena accennate, purtroppo lasciano capire chiaramente che lo scossone di mani pulite e tutti gli altri scandali non sono stati sufficienti a risolvere illeciti e rieducare le menti ma hanno reso più guardinghi e scaltri quanti usano il sistema “partitico” nazionale.

martedì 13 aprile 2010

io sto con emergency e contro ogni spargimento di sangue


Emergency non ha notizie dei tre collaboratori accusati di terrorismo e arrestati dagli afghani sabato scorso all'ospedale di Lashkar Gah.
L’ospedale è sotto il pieno controllo della polizia e dei militari afghani.
L'organizzazione umanitaria di Emergency riferisce che gli altri sei operatori, 5 italiani e un indiano, fino a ieri sera bloccati in casa, hanno lasciato oggi Lashkar Gah diretti all'ospedale di Emergency di Kabul per motivi di sicurezza.

Emergency ribadisce di non avere notizie riguardanti l’ospedale in quanto all’interno non c’è più personale dell’organizzazione umanitaria da sabato scorso.

Il ministro degli Esteri Frattini, da Sarajevo, continua a seguire la vicenda con molta attenzione e invia, da Roma l'ambasciatore Attilio Iannucci, col compito di consegnare una lettera al presidente afghano, Karzai.
L'ambasciatore Iannucci è accompagnato dal magistrato italiano, consigliere giuridico al ministero degli Esteri, con l’incarico di assistere l'ambasciata italiana e seguire l'evoluzione dell'inchiesta aperta sui connazionali arrestati: Matteo Dell'Aria, Marco Garatti e Matteo Pagani.

Oggi, la Procura di Roma ha aperto un fascicolo d’indagine. Per il momento il procuratore aggiunto Pietro Saviotti non ipotizza alcun reato e nel fascicolo sembra siano inserite le diverse informative da lui già richieste e che riguardano il caso in questione e la posizione dei tre nel presunto coinvolgimento del fantomatico complotto svelato dai servizi segreti afghani e che avrebbe avuto come obiettivo l'eliminazione del governatore della provincia di Helmand. (queste le notizie e le accuse ufficiali). E noi, opinione pubblica, ci chiediamo: non esistono mezzi decisionali più celeri e immediati, vista la posizione dell'Italia in Afghanistan?
Come al solito ci perdiamo in fantasiosi discorsi di lana caprina; difficilissimi da districare ma che depistano e senz'altro aiutano qualche grande burattinaio.

Secondo quanto diramato dai media, al momento in Procura si esclude un collegamento con la vicenda di Daniele Mastrogiacomo, il giornalista di “Repubblica” e il fotografo Gabriele Torsello.

Sul caso dei sanitari di Emergency arrestati in Afghanistan è intervenuta anche Margherita Boniver, parlamentare del Pdl e inviato speciale del ministro degli Esteri per le questioni umanitarie. “Sembra francamente poco credibile che medici e paramedici impegnati in azioni umanitarie da tutta una vita improvvisamente diventino dei bombaroli.”

Emergency e' conosciuta in tutto il mondo e sostenuta non per le idee politiche dei suoi esponenti, ma per il lavoro incredibile e meraviglioso che fa in zone povere, impervie e impossibili dal punto di vista climatico e ambientale quasi sempre teatri di guerre.

È per l’umanità eroicamente espressa dal personale di emergency che io sto con l’associazione umanitaria e per lo stesso motivo, ritengo impensabile, che si mettano a giocare a fare le spie e complottare. Tutto ciò è assurdo!

insediamento Scopelliti, presidenza regione Calabria


È previsto per domani, mercoledì 14, l’insediamento ufficiale del nuovo presidente della regione Calabria, Giuseppe Scopelliti.

L’insediamento è previsto per le ore 12,00, nel palazzo ''Alemanni'', a Catanzaro, sede della presidenza della giunta regionale della Calabria, dopo lo scambio dei saluti con il presidente uscente Agazio Loiero. E, in settimana, si presume ci sia l’assegnazione delle deleghe agli assessori che dovranno gestire la macchina esecutiva degli organismi politici regionali calabrese.

Emergency, chi ha interesse a eliminare l'ospedale in Afghanistan?


Emergency fa paura a qualcuno:

in Afghanistan non sono presenti giornalisti e quello che sta accadendo nella provincia dell’Helmand è documentato solo nei registri dell’ospedale di Emergency.
"I nostri registri parlano in modo inequivocabile, dichiara Gino Strada: il 34% dei feriti dai bombardamenti sono bambini sotto i 14 anni".
"Noi siamo medici e infermieri, non siamo dalla parte di nessuno".
"Noi siamo tra i più duri contro il terrorismo, contro qualsiasi forma di terrorismo, compreso quella forma di terrorismo di massa che si definisce con altre parole come "guerra". Posso tranquillizzare il ministro Frattini - ha concluso il chirurgo - che i tre non hanno nulla a che fare con questa storia".
"Qualcuno ha infilato le armi nel nostro ospedale di Lashkar-gah, ma certamente non i nostri internazionali" arrestati dalle autorità afghane.
"Nessuna accusa formale è stata ancora formulata" contro i tre cooperanti italiani di Emergency ha ribadito Strada sottolineando che per i tre ancora non è stato nominato un avvocato difensore.
Alla luce dei fatti, Emergency si mobilita per chiedere la liberazione dei tre operatori italiani arrestati sabato in Afghanistan con l'accusa di aver partecipato a un complotto per uccidere il governatore della provincia di Helmand, Goulab Mangal.
questi i fatti finora riscontrati che inducono Maso Notarianni e non solo di affermare che si possa parlare a tutti gli effetti di sequestro, dal momento che i tempi di un fermo legale sono scaduti. Infatti, sono trascorse le 72 ore di fermo senza che vi sia stato un fermo restrittivo o qualsiasi altra comunicazione e non ci risultano notifiche a nessuna procura afgana.
Secondo Notarianni, è lecito esigere la liberazione del personale di Emergency, perciò chiede formalmente al governo italiano disi attivarsi.

Emergency, dal canto suo, si sta preparando per una mobilitazione nazionale per sabato prossimo a Roma.

"Il nostro appello sul sito sta riscuotendo un successo clamoroso, da ieri sera continuiamo a registrare oltre 1.500 accessi contemporanei ogni minuto". annuncia Notarianni.

E, Cecilia Strada, presidente di Emergency ha dichiarato:
"Spero in una svolta rapida delle indagini, noi di Emergency chiediamo il rispetto della legge e della Costituzione da parte delle autorità afghane".

Mentre, per il ministro Frattini, le accuse di Emergency, che parla di sequestro dei suoi volontari, "hanno il sapore di una polemica politica. Sono frasi che non aiutano innanzitutto i nostri connazionali. Se cominciamo a parlare di sequestro trasformiamo in una vicenda politica quella che è una investigazione alle prime battute, che vogliamo seguire garantendo i pieni diritti dei nostri connazionali".

Cauto invece il governo afghano che ha smentito le indiscrezioni apparse sul 'Times' relative a una presunta confessione dei tre operatori. "I tre uomini sono stati arrestati nel corso di un'operazione congiunta" ha detto il portavoce del ministero dell'Interno Zamarai Bashary ad aki adnkronos international, limitandosi a sottolineare che "adesso sono in corso gli interrogatori. Stiamo cercando di capire come queste armi siano arrivate lì''.

Dal canto suo il ministro degli Esteri ha sottolineato: "Mi sembra che ci sia stata una notizia erronea data da un giornale e non una marcia indietro degli afghani. Gli afghani hanno detto di non aver mai collegato gli italiani ai terroristi". "C'è un giornale - ha aggiunto il ministro da Tirana - che lo aveva dato per scontato; si tratta di un caso di cattiva informazione resa all'intero mondo."
Intanto, il portavoce del governatorato di Helmand, Daoud Ahmadi, in un'intervista ad Aki, ribadisce che "pistole, giubotti esplosivi, radio e altro equipaggiamento sono stati trovati in un magazzino dell'ospedale di Emergency supervisionato indirettamente dagli italiani".
Sabato, riferendo dell'arresto dei nove, era stato lo stesso Ahmadi ad accennare a sospetti "contatti" tra il gruppo e "la leadership dei Talebani", da cui i tre italiani e i sei afghani coinvolti, aveva precisato, sono sospettati di aver ricevuto 500mila dollari.

E' stata invece smentita, dai diretti interessati, l'ipotesi che i tre operatori abbiano legami con i talebani. "Perché mai dovremmo pagare 500mila dollari a un 'farangi' (straniero) quando abbiamo centinaia di persone pronte per il 'fidayin' (attacco suicida)?", si è chiesto Abdul Khaliq Akhund, comandante talebano locale, in un'intervista telefonica. Akhund proviene dal distretto di Nawzad, nell'Helmand, ed è stato comandante dei talebani nei distretti di Nawzad e Musa Qala.
"Sull'ospedale di Emergency non abbiamo alcuna opinione, né positiva né negativa - ha affermato - Ci sono molte organizzazioni che lavorano sul posto, a prescindere dall'agenda delle forze di occupazione. La Croce Rossa e l'ospedale di Emergency sono solo alcune di queste", ha sottolineato il comandante Akhund, precisando che "i talebani rispettano il loro lavoro". "Il comandante dei credenti, il mullah Omar, apprezza il lavoro della Croce Rossa. Questo significa forse che i talebani sono in collusione con la Croce Rossa?", ha aggiunto Akhund.

Sulla vicenda al momento nessuna iniziativa è stata presa dalla Procura di Roma . La questione è all'esame del procuratore aggiunto Pietro Saviotti che dirige il pool antiterrorismo della capitale il quale si è incontrato oggi con i carabinieri del Ros per fare un primo punto della situazione.
L'ufficio del pubblico ministero della capitale è pronto ad aprire un fascicolo nel caso che le accuse mosse ai tre fermati risultino fondate o, come afferma Gino Strada, si tratti di una operazione di guerra preventiva.

domenica 11 aprile 2010

Gino Strada: avventuriero di pace in Afghanistan


Quando c’è in gioco la libertà personale di operatori umanitari che spendono le energie per aiutare ammalati e vittime delle guerre, quantomeno ci si aspetta piena solidarietà da parte dei rappresentanti di governo piuttosto che esternazioni politiche dettate dall’appartenenza governativa dei ministri. Gli schieramenti e i colori politici devono annullarsi e annullare partigianità e giudizi faziosi. Turba l’esternazione riportata dai media del sottosegretario agli esteri italiano Alfredo Mantica come risposta all’arresto dei tre medici italiani di Emergency in Afghanistan che testualmente ha detto:

"deve far riflettere Gino Strada e la sua organizzazione, che forse da umanitario fa un po' troppa politica". "Il governo italiano deve accertare la verità'", "mi auguro che la verità dia ragione a Gino Strada, ma ho delle perplessità".

Dal canto suo, Gino Strada, fondatore di Emergency ha detto: è iniziata una guerra preventiva per togliere di mezzo un testimone scomodo. I nostri medici sono stati rapiti dalla polizia del governo Karzai. Governo difeso dalla coalizione internazionale della quale fa parte anche l'Italia. Si tratta di un'aggressione grottesca e ingiustificata che non trova una spiegazione - ha ribadito Strada - Le accuse mosse al nostro personale sono approssimative e grottesche.
E, ancora, ha spiegato Strada durante una conferenza a Milano: è scattata una guerra ad un ospedale. La cosa non mi sorprende perché la logica della guerra è diversa dalla nostra. Nella guerra un ospedale è qualche cosa di strano e di anomalo perché cura e cerca di salvare le vite invece di distruggerle.
Gino Strada ha testimoniato che in Afghanistan sono state eseguite in questi anni 60 mila visite ambulatoriali e ci sono stati 10 mila ricoveri.
''Abbiamo curato feriti grazie al rispetto delle convenzioni internazionali. Fino a poco tempo fa i trattati venivano rispettati. Oggi tutto questo non è possibile. Dopo i bombardamenti non e' stato neppure possibile aprire un corridoio umanitario''.

pedofilia, shock tra i fedeli e nella società laica


Oggi è di scena la pedofilia. Giornalisti della carta stampata, del web e delle televisioni spulciano i casi denunciati dalle vittime e tentano di fare il punto della situazione.
Devianza, esasperazione consapevole o no della sessualità; depravazione da perseguire secondo le leggi, questi i temi cruciali delle analisi e dei servizi fin qui prodotti dai mass media.

Lo scandalo maggiore è scoppiato in seguito alle denunce di alcune persone nei confronti dei loro ex educatori in abiti talari: i preti!

Non c’è alcun dubbio: sono episodi destabilizzanti che generano non poche perplessità nei fedeli praticanti e no.
Gli interrogativi si moltiplicano.

L’opinione pubblica s’interroga e interroga gli alti prelati della Chiesa che avrebbero dovuto vigilare e intervenire con solerzia così come intervengono nei turni elettorali per appoggiare questo o quel rappresentante che a loro modo d’intendere è vicino ai dettami del vangelo o nell’appoggiare una campagna scientifica, insomma, intervenire nelle problematiche dello Stato laico e a volte determinarne i cambiamenti reali della società.

È altresì vero che chiunque osserva altre religioni o possiede formazioni culturali e politiche differenti ha la possibilità di cavalcare l’onda del malumore che simili notizie suscitano.
I detrattori amplificano e precisano i fatti, solleticano morbosità e ottusi estremismi per guidare subdole ribellioni e alimentare il fuoco dissacratorio che accomuna gli arrabbiati; quelli che sono sempre contro tutto e tutti, e teorizzare, nel momento in cui la notizia diventa di dominio pubblico, la sacralità della libera espressione dei fatti.

Detto ciò, rimangono da chiarire alcuni aspetti importanti. Difformità culturali che ci trasciniamo dietro da millenni e che ancora non abbiamo avuto il coraggio di esternare ed epurare dalle false nozioni che anche alcuni “preti” hanno divulgato ma non attuato nella pratica del vivere quotidiano.

Insediamento ufficiale dei nuovi eletti al Consiglio Regionale della Calabria


Finalmente la matassa è stata dipanata definitivamente dall’ufficio circoscrizionale della Corte d’Appello di Catanzaro che sabato mattina ha dichiarato la legittimità giuridica di Giuseppe Scopelliti, candidato del centrodestra, alla presidenza della Regione Calabria.

La comunicazione ufficiale della proclamazione, inviata dal presidente dell’ufficio circoscrizionale della C.d’A. di Catanzaro Fortunato Rosario Barone, al Consiglio regionale della Calabria, pone fine alle innumerevoli incertezze causate dalla nuova legge elettorale regionale.
Se non vi saranno altri intoppi, Giuseppe Scopelliti s’insedierà tra martedì e mercoledì della prossima settimana dopo essersi sentito con il presidente uscente Agazio Loiero.

Oltre alla nota che ha ufficializzato la carica del presidente Scopelliti, l’ufficio centrale circoscrizionale della Corte d’appello di Catanzaro ha assegnato i seggi del nuovo Consiglio regionale della Calabria eletto nella consultazione del 28 e 29 marzo con il calcolo dei resti; e probabilmente, lunedì 12 ci sarà la proclamazione ufficiale dei nuovi componenti del Consiglio regionale della Calabria.

E, nello specifico:

PDL (15 eletti)
CATANZARO: Pietro Aiello, Mario Magno e Domenico Tallini;
COSENZA: Giuseppe Gentile, Giuseppe Caputo, Gianpaolo Chiappetta, Francesco Morelli e Fausto Orsomarso;
REGGIO CALABRIA: Alessandro Nicolò, Giovanni Nucera, Antonio Stefano Caridi, Luigi Fedele e Santi Zappalà;
VIBO VALENTIA: Nazzareno Salerno;
CROTONE: Salvatore Pacenza.

SCOPELLITI PRESIDENTE (6)
CATANZARO: Claudio Parente;
COSENZA: Salvatore Magarò;
REGGIO CALABRIA: Giovanni Emanuele Bilardi e Candeloro Imbalzano;
VIBO VALENTIA: Alfonsino Grillo;
CROTONE: Francesco Pugliano.

UDC (6)
CATANZARO: Francesco Talarico;
COSENZA: Michele Trematerra e Gianluca Gallo;
REGGIO CALABRIA: Pasquale Maria Tripodi;
VIBO VALENTIA: Francescantonio Stillitani;
CROTONE: Alfonso Dattolo.

INSIEME PER LA CALABRIA (2)
COSENZA: Giulio Serra;
REGGIO CALABRIA: Antonio Rappoccio.

PD (10)
CATANZARO: Pietro Amato e Antonio Scalzo;
COSENZA: Nicola Adamo, Carlo Guccione, Mario Maiolo e Sandro Principe;
REGGIO CALABRIA: Giuseppe Bova e Demetrio Battaglia;
VIBO VALENTIA: Bruno Censore;
CROTONE: Francesco Sulla.

AUTONOMIA E DIRITTI - LOIERO PRESIDENTE (4)
CATANZARO: Vincenzo Antonio Ciconte;
COSENZA: Mario Franchino e Rosario Francesco Antonio Mirabelli;
VIBO VALENTIA: Ottavio Gaetano Bruni.

RIFONDAZIONE - COMUNISTI ITALIANI (2)
COSENZA: Ferdinando Aiello;
REGGIO CALABRIA: Antonino De Gaetano.

IDV (3)
CROTONE Emilio De Masi;
COSENZA: Domenico Talarico;
REGGIO CALABRIA: Giuseppe Giordano.

sabato 10 aprile 2010

Oggi sposi, in carrozza come nell'800


Come nell’800

Non ho sognato!
Tra le macchine del centro, sopra le capotte, piumaggi bianchi danzano al sole in un andirivieni inusuale.
Non è la macchina della pubblicità! Altrimenti si muoverebbero orizzontalmente invece le nuvole di piume si alzano e s’abbassano e di tanto in tanto scrollano al ritmo dei passi del cavallo. Certo!

Sono i finimenti dei cavalli. Che sia la pubblicità di qualche circo?

Il cocchiere indossa livrea e cappello a tricorno mentre il vetturino redingote e cilindro; entrambi seduti a cassetta, si districano con maestria nel traffico cittadino all’ora di punta. Leggeri schiocchi di frusta incitano i due cavalli bianchi addobbati a festa.
 Ecco s’avvicina!
Particolare, davvero singolare vedere un aggeggio simile farsi largo tra le macchine altamente tecnologiche, confortevoli ma comunque inquinanti per l’uso eccessivo che noi tutti ne facciamo!

La carrozza trainata dai due bellissimi esemplari di cavalli bianchi bardati a festa mi sorpassa a destra e intravedo, seduti tra cuscini bianchi e veli di tulle, due ragazzi, anch’essi ben inseriti nell’atmosfera retrò. Lui col frac, cilindro, bastone e guanti le tiene la mano con garbo. Lei avvolta in una nuvola soffice di seta bianca tiene fermo il cappello con veletta per evitare di perderlo (a Catanzaro c’è sempre vento!). Ma non sono circensi. Sono due giovani sposi che coronano il loro sogno d’amore sulle ali dei ricordi.

Auguri! E che le vostre giornate siano piene delle vecchie intramontabili certezze, quelle che un tempo crescevano e maturavano nella famiglia: abnegazione, onestà e prole cresciute nell’amore e nel rispetto reciproco.

formazione nuovo consiglio regione calabria


Lunedì 12 aprile:
la formazione del nuovo consiglio regionale.

Ancora nessuna valutazione definitiva dall'Ufficio centrale elettorale in merito all'attribuzione dei seggi da attribuire al "listino bloccato".

Lunedì 12 p.v., l’ufficio centrale circoscrizionale della Corte d’appello di Catanzaro, dovrebbe ratificare la proclamazione del presidente e degli eletti nel nuovo Consiglio regionale della Calabria.
La notizia è stata data dal presidente dell’Ufficio centrale della corte d’appello, Fortunato Rosario Barone, al termine della riunione svoltasi nel pomeriggio di ieri.
I componenti del collegio hanno ripreso il lavoro per l'attribuzione dei seggi dopo aver adottato una linea univoca sull'attribuzione del quoziente e dei resti sulla base delle liste che hanno superato il 4%.

venerdì 9 aprile 2010

assegnazione seggi in calabria, problemi per Scopelliti


E mentre Scopelliti prepara i festeggiamenti per sabato prossimo, la corte d’appello di Catanzaro blocca i lavori per riprendere l’analisi dei seggi regionali questo pomeriggio alle ore 15.00.

Dopo poco più di un’ora, i componenti dell’Ufficio centrale circoscrizionale della Corte d’appello di Catanzaro, hanno sospeso le operazioni di computo dei voti relativi alle elezioni regionali del 28 e 29 marzo 2010.
Ricordiamo che dette operazioni devono proclamare, in base alla nuova legge regionale, presidente e nuovi consiglieri regionali.

Alla base della sospensione, sembra, ci siano dei «problemi tecnici» dovuti, alla non chiara esposizione della nuova legge regionale che ne ha condizionato la lettura dei dati elettorali e creato qualche dubbio nei componenti dei cinque tribunali circoscrizionali provinciali.

Invece, il neopresidente Scopelliti, per nulla turbato da ciò, si prepara a festeggiare la sua schiacciante vittoria con “momenti musicali e intrattenimenti per allietare l’evento che segna una svolta politica in Calabria”. Come riportato dalla nota del pdl.
Giuseppe Scopelliti, sarà affiancato sul palco di piazza Duomo, in Reggio Calabria da tutti gli eletti in Consiglio regionale, i rappresentanti della coalizione di centrodestra e i rappresentanti calabresi eletti in Parlamento.

Nel rinnovare gli auguri di buon lavoro a Scopelliti e, indistintamente, a tutti gli eletti nel consiglio regionale,in quanto rappresentanti dell'intera regione, ricordiamo lo slogan scelto dal neopresidente per il rilancio della Calabria:

“è ora di cambiare, insieme si può!”

Dal canto nostro, di tanto in tanto daremo una sbirciatina ai lavori di consiglio e giunta regionale e analizzeremo insieme ai lettori del blog lo stato dell'arte.
A presto.

giovedì 8 aprile 2010

Legittimo impedimento


Legittimo impedimento
È giusto! Cosi la smettiamo di menarcela con la tiritera sarkosì o sarkonò! Noi amiamo Carlabruni, com’è bella carlabruni emmenomale che c’è carlabruni! Adesso tratta lei col colle!

Finalmente è stata promulgata una legge che esprime tutto il lavorìo fantasioso della retorica asservita al potere. Ora c'è solo da aggiungere una piccola insignificante negazione alla frase che appare nelle aule dei tribunali, e la casta è palesemente legittimata a usare l'arrogante prosopopea del potere.
Un potere che in teoria non dovrebbe esistere secondo la Carta Costituzionale della Repubblica Italiana ma che nei fatti è esercitato non appena la casta arriva nella stanza dei bottoni!

*Là, seduti ai posti di comando, gli eletti cambiano immediatamente pelle, con la sola differenza che gli animali, lupi, serpenti, uccelli, rinnovano il rivestimento corporeo per esigenze naturali, non sovvertono la natura e non cambiano status: i lupi rimangono tali anche se cambiano il pelo!

*semplice esternazione non condivisa dalla maggior parte degli italiani... quelli che:
meglio stare allegri e cantare perché a Napoli dicono "core allegro Dio l'aiuta"! E allora? “basta ca c’è ‘sto sole basta ca c’è ‘sto mare…”
e chi preferisce altri generi può spaziare tra:
"il cielo è seempre più blùùùù... ùùù"... o "Dipende, da che dipende? Da che punto guardi il mondo, tutto dipende!"

mercoledì 7 aprile 2010

l'acqua è di tutti!


Liberalizzare!, o privatizzare? L’Acqua...


E mentre si discute sulla terminologia adottata, si consuma l’ennesimo atto di cattiva gestione della cosa pubblica!

Non sono serviti a nulla gli sbagli del passato quando i governi di destra, centro e sinistra hanno varato le leggi sulla privatizzazione delle aziende statali e parastatali come Enel, Sip ora Telecom, Gas, Eni…

Si era detto, per tranquillizzare i “soliti catastrofisti” che dal libero mercato avrebbe trovato giovamento l’utente finale perché le aziende avrebbero adottato prezzi concorrenziali ma, come si sa, la realtà è diversa dalle intenzioni. Di fatto le tariffe sono in continuo movimento, sembrano poste su un tapis roulant che nessuno ha interesse a fermare.

Va bèh, si può obiettare che quei governi erano composti da burocrati, persone cresciute senza una cultura reale dei mercati, e ci può anche stare come scusa ma ora, alla guida del governo, c’è un Imprenditore di lunga esperienza, un uomo che si è fatto dal nulla e conosce tutti i meccanismi economici. Berlusconi sa bene che chi imprende, investe soldi e impegna il suo prezioso tempo deve per forza ricavare un congruo guadagno e poco importa se il prodotto gestito è di prima necessità: acqua, petrolio, gas, non fa differenza! E non fa nessuna differenza se l’elemento libero per antonomasia esistente in natura ha generato la vita e continua a preservarla! Per l’imprenditore è solo un mezzo per fare soldi. D’altronde si è visto anche nella gestione delle ferrovie che, da servizio alla società, quando era in mano allo Stato, una volta trasformato in azienda privata, l'ex servizio sociale della mobilità taglia le corse improduttive e nessuno degli amministratori si pone il benché minimo scrupolo se isola una parte del territorio nazionale col consequenziale, ineluttabile impoverimento dei residenti come avvenuto in Calabria e in altre parti d’Italia.

Ora è chiaro, se i comuni lasciano gestire le risorse naturali che il buon Dio ha elargito a società private, la storia insegna: tariffe maggiorate e servizi inaffidabili, come già sperimentato in Francia che dopo vent’anni di monopolio privato e lobbistico i comuni si sono ripresi la gestione degli acquedotti.

A questo punto, l’appello è rivolto al Cavaliere Silvio Berlusconi!
Se ama davvero il popolo e vuole rendergli un servizio reale non deve liberalizzare l’acqua ma studiare un piano strategico per migliorare le strutture esistenti e lasciare che sia ancora lo Stato, i comuni a gestire il bene sociale!

martedì 6 aprile 2010

la tgr Calabria e il territorio catanzarese


Lettera aperta alla redazione rai della Calabria

La redazione rai della Calabria deve essere senz’altro priva di personale, altrimenti non si spiega la struttura del palinsesto e la scaletta del direttore (o capo redattore?) attento ai compleanni centenari di Monasterace ma distratto dalle notizie del capoluogo.
Sì deve essere senz’altro così! però, a ben pensarci, se non ricordo male, dovrebbe esserci una postazione decentrata, con dei giornalisti, proprio in pieno centro storico, ospite nei locali dell’amministrazione provinciale di Catanzaro da diversi anni! Allora? Come mai il nulla quasi assoluto? Il quasi sta per le sporadiche segnalazioni degli eventi in calendario al teatro politeama, qualche stralcio del “marca” e la calendarizzazione delle mostre al complesso monumentale del S. Giovanni. Queste non possono essere disattese! Per il resto se non succede un cataclisma, un omicidio o qualcosa di eclatante sembra che Catanzaro e il comprensorio non produca nulla di culturalmente importante e che neanche la politica e la società tutta sia all’altezza di attrarre l’attenzione dei media locali. Eppure il territorio offre innumerevoli variegate possibilità: turistiche, culturali, antropologiche, storiche ma anche intense problematiche contemporanee vissute giornalmente in centro come nelle periferie che non sono né più né meno interessanti delle giunte dei comuni della locride o della faida del vibonese.

Seguo quotidianamente la testata giornalistica regionale, e quando possibile anche gli speciali del sabato i buon giorno mattutini e la lettura dei giornali. e ho notato una certa disattenzione del servizio pubblico nei confronti della cultura dei catanzaresi ormai da diversi anni.
La mia non vuole essere una nota di demerito e neanche una sterile quanto dannosa critica ma uno stimolo, qualora ce ne fosse bisogno, una sollecitazione, un invito ai giornalisti a narrare i fatti della gente alle prese con i problemi quotidiani della recessione e gli sforzi per superarla, ove riscontrati, per divulgare al meglio le potenzialità della Calabria tutta.

seggi elettorali della Calabria secondo la Corte d'Appello di Catanzaro


Oggi, l'ufficio centrale elettorale della Corte d’Appello di Catanzaro, presieduto da Fortunato Rosario Barone, ha ultimato i riscontri documentali sui verbali dei seggi elettorali Calabresi e dopo avere verificato i dati elettorali forniti dai tribunali della regione e la conseguente lettura dei dati definitivi relativi ai candidati alla presidenza ed alle liste in lizza, ha stabilito che le liste che hanno superato lo sbarramento del 4% previsto dalla legge elettorale sono:
per i candidati alla presidenza:

Giuseppe Scopelliti, Pdl, eletto con 614.706 voti, pari al 57,82%;
________________________________________
Agazio Loiero Pd, ha ricevuto 341.978 preferenze, pari al 32,16%;
________________________________________
Filippo Callipo Idv, radicali e lista «Io resto in Calabria» ottiene 106.526 voti, pari al 10,02%.
________________________________________

I voti totali espressi dagli elettori calabresi sono stati 1 milione 63.210.

Superano il 4% dello sbarramento 8 liste:

Per il centrodestra, ha superato il quorum introdotto dalla nuova legge elettorale regionale
Lista Pdl Berlusconi con Scopelliti, con il 26,34% (271.061 voti);
Scopelliti presidente, con il 9,91% (101.943);
Udc, col 9,46 (97.304)
Insieme per la Calabria-Scopelliti presidente, col 5,15% (51.967),

Sono rimaste fuori:
Socialisti uniti – Psi 3,23% (33.256), Noi Sud 3,06% (31.497)
Fiamma tricolore – La Destra 0,43% (4.454).

Nel centrosinistra:
Pd, con il 15,72% (161.757);
Autonomia e diritti-Loiero presidente, con il 7% (71.986);
Federazione della sinistra, col 4,03% (41.499);
di poco, anche la federazione della sinistra (Prc-Pdci), supera lo sbarramento sul filo di lana.
Rimangono fuori:
Psi-Sinistra con Vendola, col 3,75% (38.624);
Alleanza per la Calabria, col 2,26% (23.276),
Slega la Calabria, col 2,05% (21.081).

IdV è l’unica lista delle tre che sostenevano Filippo Callipo a presidente a superare lo sbarramento con il 5,38% pari 55.323 voti,
rimangono fuori:
Lista Bonino Pannella con lo 0,24% (2.483) e Io Resto in Calabria con 1,98%, e 20.428 voti.

L’Ufficio centrale della Corte d’appello, ultimato il riscontro, invia i verbali ai tribunali delle circoscrizioni provinciali preposti ad attribuire il quoziente per l'assegnazione dei seggi ai partiti sulla base della legge elettorale vigente.
La proclamazione degli eletti è prevista per fine settimana. tra giovedì e venerdì.

pensieri (provocatori) spersi nel web


Pensieri spersi

A volte s’incontrano persone speciali in posti inimmaginabili; persone che danno il meglio senza chiedere nulla in cambio.
PERSONE!
Alle quali è sufficiente un sorriso, un commento partecipato; insomma un atto spontaneo, mondato dal falso perbenismo delle faine salottiere che, mentre stringono mani e vestono i loro volti di sorrisi, studiano come tesaurizzare l’operazione in atto.

Le faine, con tutto il rispetto per la razza animale, sono ovunque. Presenti nelle assemblee, nei posti di lavoro, per strada, nei supermercati, vestono panni comuni per camuffare l’appartenenza alla razza ma nulla possono per tamponarne l’odore acre, nauseabondo che fuoriesce dai pori. Un odore che molti non avvertono più perché assuefatti e soggiogati dalle alchimie nebulizzate con sapienza dalle lobby ma che mette in allarme il sensibile olfatto delle Persone Speciali.

Ma anche le faine hanno una loro sensibilità! Basta farle ragionare! Far capire loro che sono il prodotto delle ambiguità sociali fatte assurgere a certezze di vita e che … ma che cazzo sto a dì?
Il mondo è dei furbi! Questa l’amara realtà. Altroché!

E, le persone speciali di cui sopra? Che fine fanno? Esistono le hai incontrate davvero oppure sono un’invenzione letteraria?

lunedì 5 aprile 2010

pietas da video e solidarietà quotidiana


Pietas da videoguardoni

La gente trattiene il respiro, s’indigna davanti alle scene violente e tira un sospiro di sollievo appena il “buono” sfugge al “cattivo”.
L’eterna lotta tra il bene e il male affascina sempre. Autori, registi, attori e spettatori sposano le parti. S’immedesimano. Parteggiano! E il bene ha sempre un grandissimo numero di sostenitori.
Alcuni spettatori si commuovono. Piangono. Segno che il messaggio è arrivato diritto a toccare le sensibilità presenti; ha scosso le coscienze.

A volte, anche le notizie giornalistiche pongono lo spettatore in uno stato d’animo analogo.
La cruenta azione, inspiegabile per le persone lontane geograficamente e culturalmente, catturata trasmessa e commentata dai cronisti lascia sgomenti e sbigottiti quanti apprendono la notizia, pone loro interrogativi, mentre seduti comodamente a casa, all’ora di cena, sono al centro di una catastrofe, tutto sommato estranea.
Le devastazioni prodotte da eventi naturali lasciano senz’altro il segno, turbano le sensibilità e muovono la solidarietà umana, salvo poi, vedere la stessa gente, che poco prima aveva pianto per i mali altrui, aggredire il proprio vicino di casa, inveire contro gli extracomunitari, i disabili, i meridionali, gli zingari…

Si può inquadrare o definire opportunismo politico tale atteggiamento? Che, si potrebbe tradurre in umano egoismo? Nel senso che, volgarizzato suona grosso modo così:
lontano dai miei interessi tutto può succedere. E se stai lontano da me riesci anche a commuovermi, ti aiuto pure ma se vieni a destabilizzare il mio mondo… sono cazzi tuoi.

domenica 4 aprile 2010

il nuovo consiglio regionale della calabria: nomi e ricorsi


Nulla di ufficiale ma alcuni nomi circolano già negli ambienti della politica calabrese e secondo le affermazioni di Pino Gentile rilasciate ad un settimanale lui dovrebbe essere il vicepresidente, mentre, in virtù di impegni già presi in tempi non sospetti,
Alberto Sarra e Michele Trematerra dovrebbero essere assessori certi.

se la notizia risulta vera, i possibili componenti della giunta regionale del presidente Scopelliti sono:
Pino Gentile, rieletto con oltre 14 mila preferenze, assessore al bilancio.
Franco Morelli, per il quale si parla delle delega all'Agricoltura.
Michele Trematerra rieletto nell'Udc a Cosenza;
Francesco Antonio Stillitani, eletto nella circoscrizione di Vibo Valentia.
Domenico Rizza, per la provincia di Crotone, non eletto all'assemblea ma comunque in corsa per un assessorato esterno.
In provincia di Catanzaro si fanno almeno tre nomi:
Piero Aiello, consigliere regionale da quasi vent'anni, assessore al Personale nella Giunta Chiaravalloti.
Tra i contendenti anche Sergio Abramo, ex sindaco del capoluogo di regione e candidato sconfitto alle regionali del 2005 per la presidenza;
Domenico, detto Mimmo,Tallini, consigliere regionale uscente, riconfermato nelle fila del Pdl.
Questi ultimi, dovrebbero avere incarichi di sottogoverno, con tutta probabilità responsabili di Unità operativa (sottosegretari).
Su Reggio Calabria il nome più accreditato è quello di Alberto Sarra, non candidato alle regionali ma “ripescato” da esterno.
Per la quota rosa due possibili designazioni:
Antonella Freno, delegata ai Grandi eventi, e Tilde Minasi, assessore alle Politiche sociali. Entrambe hanno ricoperto la delega di assessori comunali a Reggio Calabria.
mentre la presidenza del Consiglio sembra essere destinata a Franco Talarico, consigliere rieletto e segretario regionale dell'Udc.

Per il momento, l’unico dato certo è che il neopresidente Scopelliti, dichiara “necessario procedere ad una riorganizzazione della Regione facendo riferimento a quella classe dirigente che vuole cambiare tendenza affidandosi al principio della meritocrazia, che è quello di mettere a capo degli uffici i migliori. Il problema – citando testualmente Scopelliti – consiste nel trovare sintonia tra politica e burocrazia, compito certamente non facile. C’é inoltre l’esigenza di centralizzare nella cittadella di Catanzaro tutti gli uffici allo scopo di parlare finalmente un linguaggio comune in grado di costruire quella comunicazione e quel dialogo interno che sono mancati in questi ultimi anni. Chiameremo a raccolta chi vuole collaborare perché la nostra gente merita risposte da parte della politica”.
Scopelliti ha rivolto un pensiero alla gente comune che fuori da ogni logica di conflitto gli ha dato fiducia. E, sempre riferendosi a loro ha aggiunto “La Regione ha il dovere di ascoltare quei processi virtuosi capaci di dare una nuova dimensione alle nostre città, una dimensione vera”.

Dal canto suo Franco Corbelli, leader dei diritti civili, invita a sospendere ogni decisione perché annuncia una valanga di ricorsi elettorali in arrivo.

staremo a vedere. d'altronde è questione di pochi giorni.

Arte e Cultura nella finestra del Web


Ho letto da qualche parte che l’arte è l’espressione più alta dell’uomo e che la sua divulgazione è una missione obbligatoria per quanti sono attratti dai linguaggi dell’anima. Ma, nel variegato mondo internettiano pare che:

Esporre i lavori artistici sul proprio blog e non nelle apposite pagine pubblicitarie o negli spazi a pagamento è ritenuto dal popolo della rete un atto di cattivo gusto, un’autopromozione narcisista del proprio lavoro, equiparabili a volgarissimi spam.
Insomma un’azione da condannare con l’isolamento nei forum dei social network cui il blogger partecipa.

Per certi aspetti, vista la cultura consumistica nella quale siamo cresciuti e viviamo, potrebbe essere ritenuto giusto il giudizio e ritenere spam l’immagine di un quadro o una scultura se a queste c’è, però, associato il valore commerciale piuttosto che intellettuale, vale a dire, l'esposizione poetica personale dell’artista che ha realizzato l’opera! Ma, se appunto, l’interesse dell’artista o di chi crede nella sua operazione culturale pubblica le opere col preciso intento di divulgare attraverso i linguaggi alti dell’anima un mondo poetico possibile, ciò dovrebbe stimolare dialoghi e proposte, riscontrare consensi così da abbattere i muri degli egoismi e elevare le menti, nella totale libertà dialettica espressiva.

Perciò il mio auspicio è: ben venga l’Arte e si appropri dello spazio virtuale, magari oscurando le piattaforme civetta strutturate secondo i vecchi canoni commerciali dettati dai mercanti e susciti sani, appassionati, effervescenti confronti dialettici sul web!
Operazione, questa, davvero innovativa e in linea con le potenzialità democratiche del web, che, lontana da volgarissimi scopi commerciali, economici o peggio, da velleitari atti di becera megalomania, esprima libertà!

(mario iannino)

sabato 3 aprile 2010

Eros, amore, impulso primordiale e procreazione


Eros, amore, impulso primordiale e procreazione.

La fusione tra due esseri è un mix intenso di emotività psichica e ormonale definito dai romantici “atto d’amore”, donazione incondizionata, coinvolgimento che sfocia nella procreazione di un nuovo essere.

La sublimazione romantica eleva l’amplesso a osmosi mentale, disancorandolo dall’impurità della materia.
I corpi, quindi, come strumento d’unione osmotica nella cultura occidentale; strumento procreativo più che di piacere erotico per i puritani.
Ma alcuni soggetti, pur mantenendo tali presupposti, includono sofismi erotici al fine di raggiungere piaceri intensi e spaziano dalla lingerie alle letture erotiche, dai film d’autore a quelli hard fetish violenti, ecc.; condizionati comunque dalla formazione culturale d’origine, si lasciano catturare dai sensi di colpa postumi e alla fine, dopo avere tacitato l’impulso animale, piangono le classiche lacrime di coccodrillo.

Differentemente, le culture non contaminate da tali condizionamenti intellettuali mantengono intatto l’antico impulso animale; per questi ultimi l’accoppiamento sessuale è un’esigenza corporea priva di tabù al pari del cibo. Procreano e soddisfano impulsi umani.

venerdì 2 aprile 2010

koctail di Cola e Ogino Knaus per gravidanze a sorpresa


La Cola come anticoncezionale maschile

Una ricerca danese condotta su 2.500 giovani uomini e pubblicata sulla rivista scientifica ''American Journal of Epidemiology' documenta scientificamente il rischio cui va incontro chi esagera con bevande a base di cola. Difatti, stando sempre allo studio in questione, l’assunzione di cola abbassa i numero degli spermatozoi a 35 milioni per millilitro contro una media ottimale di 50 milioni. E conseguentemente indebolire la fertilità maschile rendendo più difficile l’inseminazione e la paternità.

Potrebbe, lo studio guidato da Kold Jensen, che determina nel consumo di un litro di bevanda alla cola giornaliero la riduzione degli spermatozoi nel liquido seminale di ben il 30% e quindi a scarsa efficacia riproduttiva, sopperire agli altri anticoncezionali invisi agli obiettori di coscienza e sedare lo scontro politico sull'uso della pillola abortiva RU486 dei governatori leghisti Roberto Cota e Luca Zaia che vorrebbero impedire l'arrivo della pillola nelle loro Regioni?

Prevenire è meglio che curare!

ps.
L’empirismo di Jensen associato al metodo Ogino Knaus* potrebbe essere un ottimo sistema per ripopolare gli asili nido o rimpinguare case farmaceutiche e strutture sanitarie con annessi reparti di ostetricia e ginecologia.

*Ogino Knaus identifica il periodo a rischio per i rapporti sessuali durante il quale dovrebbe collocarsi la fase fertile in base alla durata dei cicli mestruali dell'ultimo anno.
Ciclo mestruale: periodo che va dall'inizio della mestruazione fino all'inizio della mestruazione successiva - in genere 28 giorni). Il calcolo è un metodo puramente indicativo che non garantisce una elevata sicurezza contraccettiva.
Il periodo di maggior fertilità della donna coincide con l’ovulazione che dovrebbe avvenire a metà del ciclo e la mestruazione compare dopo 12, 16 giorni dall’avvenuta ovulazione.
In base ai suddetti calcoli si può stabilire il periodo di maggior fertilità di una donna che va dal 10° al 18° giorno (su un periodo di 28 giorni) calcolato dall’inizio della mestruazione.
È d’obbligo dire che vi sono in giro molti figli di Ogino knaus perciò si suggerisce un semplice ma efficace “Oggi no!” quando non sono gradite gravidanze indesiderate e si è privi di anticoncezionali sicuri.
Stesso suggerimento a chi intende sfuggire alle proprie responsabilità ingurgitando litri di gustosa cola!

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