venerdì 31 dicembre 2010

Il calore della famiglia nell'Italia delle crisi


Il calore della famiglia, punto fermo nella tempesta mediatica e nell'instabilità economica contingente.

Le proiezioni per il 2011, basate sulle manovre economiche del governo, non lasciano presagire niente di buono.

Anzi si sentenzia un aggravio familiare  di circa 1000 e passa euro tra aumenti vari per non incappare nella stessa situazione della Grecia;
a farla breve aumentano i carburanti, la bolletta della luce, l’acqua, il gas, l’irpef e via discorrendo.

La benzina tocca un euro e cinquanta; e considerando il vecchio conio equivalgono a circa tremila lire, non possiamo fare a meno di confrontare l'euro alla lira visto che le buste paga (chi ce l’ha!) sono ferme alla lira in quanto a potere d’acquisto, viene da sé che la stretta economica induce la maggior parte degli italiani a stare in casa per non spendere.

Ma non finisce qui!

Siamo nell'impossibilità di comprare macchine nuove; vestiti nuovi; pagare mutui ecc. insomma siamo messi male! Eppure, lo spirito di sopravvivenza c’induce a guardare avanti. Brindare al nuovo anno e augurare i migliori auspici, aiutati dalle tradizioni e dal vero calore familiare che funge da collante nei rapporti interpersonali tra consanguinei, conoscenti e estranei.

Il calore della famiglia trasforma gli affetti in legami profondi, inscindibili malgrado le immancabili incomprensioni, gelosie e mugugni.

Possa, quindi, il 2011, essere l’anno della rinascita. Una rinascita che contempla i criteri sacri della vita nei fatti e attua, quindi, uno stato di fratellanza corale reale, insomma uno sconvolgimento della teoria dei bisogni così come concepita fino ad oggi nelle società consumistiche, rinnovata e attenta nel considerare e risolvere i problemi dei bisognosi dal punto di vista materiale (*panza chjina canta e no cammisa janca!). Secondo un vecchio adagio calabrese:

*Con la pancia piena si ragiona meglio e si è più propensi a rivolgere la mente a concetti più alti. Auguriamoci, perciò, un tranquillo anno nuovo per il bene di tutte le famiglie e della collettività.
buon 2011!!

giovedì 30 dicembre 2010

Graziella Lonardi Buontempo, l'ultima mecenate

Graziella Lonardi Buontempo, è morta il 20 dicembre 2010 all’età di 81 anni.
Collezionista e appassionata d’arte, fonda a Roma nel 1970 gli Incontri Internazionali d'Arte, nella sede di Palazzo Taverna, associazione che ha avuto un ruolo importante nella diffusione dell'arte contemporanea.

E' morta a Napoli, sua città natale, all'età di 81 anni. Di lei si ricorda l’entusiasmo pionieristico che la fece assurgere a mecenate ed eccellente promotrice di mostre d’arte contemporanea internazionale. Organizzatrice appassionata di eventi culturali, si avvalse della consulenza dei grandi nomi della cultura italiana, grazie anche al sodalizio con Achille Bonito Oliva, suo grande amico.

Nei primi anni '70 alcune mostre totalmente innovative come 'Vitalità del negativo dell'Arte italiana a Palazzo delle Esposizioni o 'Contemporanea', realizzata da un'idea di Bonito Oliva tra il 1973 e il '74, inaugurò il parcheggio di Villa Borghese e raccolse l'eccellenza dell'arte contemporanea mondiale. Ha promosso mostre all'estero di Pistoletto e Kounellis.
la sua vitalità l’ha spinta anche nel mondo del cinema italiano portando rassegne al Pompidou di Parigi, al Metropolitan di New York in una commistione di arte figurativa e cinematografia.

Il Macro (Museo di Arte Contemporanea) di Roma le ha dedicato, proprio quest'anno, una mostra.
Graziella Lonardi Buontempo. Negli ultimi anni ha allestito a Palazzo Taverna una biblioteca e un archivio specializzati in arte contemporanea e messo a disposizione il materiale raccolto durante l'attività dell'associazione. Il suo salotto romano è stato sempre frequentato dai più grandi artisti della scena mondiale.

mercoledì 29 dicembre 2010

Filandari, Calabria e calabresi visti da fuori

Così si muore in Calabria, per la legge della terra”.
Così, Repubblica, a firma di Roberto Saviano oggi titola il caso di Filandari, un paese del vibonese trasformato in teatro che ha visto la tragedia dell’esasperazione messa in atto, secondo analisi scientificamente corrette ma infondate perché scritte col piglio dello studioso di fatti di mafia e malaffare.
La narrazione di Saviano è forbita, e sarebbe anche valida e accattivante, se solo si trattasse di un romanzo, ci starebbero anche bene frasi come:

…Ma questa non è una strage dettata semplicemente dal raptus di paesani che vivono in terre del Sud dove ci sono più pistole che forchette. …

Bene, io sono un calabrese e conosco moltissimi calabresi che, come me, lontani dalla frase a effetto di Saviano, possiedono molte forchette e nessuna pistola o arma per uccidere chi ci offende o esaspera con azioni tracotanti.

Alcuni “scrittori e pseudo intellettuali” cavalcano le questioni malavitose e le trasformano in affari; diventano personaggi televisivi, intellettuali, membri di commissioni antimafia, docenti universitari, sottacendo che alcuni episodi, come questa accaduta a Filandari non è una questione di sottocultura mafiosa o originata dalla miseria, ma un raptus scaturito dopo innumerevoli episodi di violenza tollerata che sarebbe potuta succedere ovunque. con ciò non voglio giustificare nulla e nessuno.

Dico solo che così si può morire in qualsiasi angolo della terra!, senza strumentalizzare territori già martoriati, ricchi di storia e abitati da una popolazione dignitosa che vive col duro lavoro dei campi.

martedì 28 dicembre 2010

moglie e buoi dei paesi tuoi

L’aria punge il volto rasato di fresco. Alzo il bavero del cappotto e continuo per la mia strada. Dal portone escono alcune persone cariche di pacchi. Dal rumore metallico proveniente dai voluminosi pacchetti s’intuisce il contenuto: vassoi e tegami, svuotati durante le feste.
“Ancora resiste l’usanza delle riunioni familiari”. Penso tra me. ma, non faccio in tempo ad ultimare il pensiero che l’espressione contrariata di uno del gruppo mi lascia di stucco:
“ ’ste femmine moderne so’ tutte le stesse: sfaticate e scostumate! Mò dico: che le costava alzarsi e collaborare, fare qualcosa per alleviare la fatica alla madre? E poi, che educazione è rivolgersi ai più grandi con quel piglio? No no si sono confusi i ruoli! I figli che vogliono insegnare ai padri come nascono i figli. I ragazzi che danno del tu indistintamente a chiunque e si prendono delle licenze che noi ai nostri tempi ce li saremmo sognati. Ma quali sognati: i vidivi i buffettuni ‘nto mussu! Altro chè! Ma siamo pazzi? non c'è più rispetto!!
Ma tu l’hai sentita a quella come si rivolgeva ai suoceri e come li trattava? Ma dov’è cresciuta? Forse pensa di essere emancipata? Oppure al suo paese si usa così?
Bòh! Io non lo so. Chiamatemi retrogrado, vecchio, misantropo ma queste cose non le concepisco e devo dare ragione a quelli che tengono fede a quel detto: moglie e buoi dei paesi tuoi.

lunedì 27 dicembre 2010

Regali di Natale: il cuore e la spada. di Bruno Vespa

Regali di Natale: il cuore e la spada. di Bruno Vespa

In giro per negozi a comprare gli ultimi regali, il commesso della libreria del centro commerciale suggerisce l’ultimo libro di Bruno Vespa per chi ama leggere.
La premessa, scritta dall’autore stesso, lascia presagire il taglio del libro, le sue simpatie e le critiche a personaggi storici che hanno fatto l’unità d’Italia e ai contemporanei che con le loro azioni, il coinvolgimento sociale o politico, hanno governato la Repubblica.
Vespa è apertamente schierato verso un’area ben precisa e non lo nasconde! e, questo è risaputo. suona strano, invece, in un testo così importante dal punto di vista didattico, la sottile allusione al bene sociale profuso dai despoti dell’ultima repubblica.e non la diseducazione elargita a piene mani dalle azioni dei dirigenti nazionali, non importa se di destra o sinistra! il dirigente è, per definizione, una persona evoluta che presta il suo bagaglio culturale alla società e lavora per migliorarla in toto, non per dividere in fazioni o ceti e caste.

La storia politica e romantica dell’unità d’Italia, riscritta da Vespa, tocca periodi storici compresi tra il 1861 e il 2010.
Mazzini, Garibaldi, Cavour, statisti, uomini d’azione e persone innamorate aprono, informalmente, l’Italia delle alcove e delle battaglie. e c’è anche la gloria del duce; l’Italia sedotta da Mussolini; l’isolamento di Gramsci; il Duce amante focoso e la tragedia di Salò. la Resistenza, i Partigiani e il sangue dei vinti; le vendette. De Gasperi; Togliatti. Moro, il sequestro; Andreotti, Fanfani. Craxi; Berlinguer; le tangenti degli imprenditori alla politica sino alla spaccatura tra Fini e Berlusconi. insomma c’è quasi tutta la cronaca italiana di 150 anni raccontata in tono confidenziale dal giornalista Bruno Vespa.

sabato 25 dicembre 2010

i dolci di Natale di Nonna Maria

Tradizioni popolari: i ravioli di Nonna Maria
aore12 blog


La cultura dei popoli, oltre che nelle gesta e negli esempi dei personaggi illustri, prende forma nella quotidianità dei saperi domestici. Un tempo, nelle scuole, l’economia domestica era oggetto di studio e valorizzazione sociale.
al di là delle teorizzazioni sviluppate nel corso degli anni dai vari movimenti ideologici il ruolo della donna rimane un punto fermo nell’economia domestica e nazionale.
È raro osservare una donna vecchio stampo, tipo le nonne cresciute con sani principi e rispettose della sacralità del cibo, buttare avanzi alimentari, come pane indurito o bighellonare in giro per negozi d’asporto. La donna di famiglia, mamma o nonna, con pochi ingredienti riesce a portare in tavola deliziosi manicaretti; trasforma i ravioli in prelibati dolcetti natalizi.

Ecco i ravioli di Nonna Maria:

Ingredienti:
aore12
1 kg di farina 00
1 bustina di lievito
2 bicchieri e mezzo di vino bianco
2 bicchieri d’olio
Miele, quanto basta
Bucce di mandarino grattugiate, q.b.

E tanta passione per la famiglia e gli ospiti!

Dopo l’impasto, dividere in tocchetti grandi quanto uno gnocco la pasta di farina e friggerli.
Lasciare raffreddare.
Sciogliere un cucchiaio di miele nella padella. Versare i ravioli e rimestare. Spolverare i ravioli con la buccia di mandarino grattugiata.

venerdì 24 dicembre 2010

natale in Calabria

Le tradizioni dei Calabresi: il pranzo di Natale


Di generazione in generazione, dapprima per necessità e dopo per nostalgia, si tramandano ritualità che riguardano ricorrenze importanti per intere comunità come il S. Natale, capodanno, la S. Pasqua, le feste patronali, i compleanni e le date importanti che, a differenza delle feste comandate e calendarizzate secondo la religione d’appartenenza, ricordano significativi momenti per chi li onora.
Nella quasi totalità dei paesi calabresi, la vigilia di Natale si trascorre in famiglia tra odori inconfondibili provenienti dai fornelli e l’odore dei mandarini sbucciati per coprire i numeri della tombola in sala da pranzo.

A mezzogiorno sono di prassi le frittelle accompagnate da formaggi, olive, salame e pane, il tutto bagnato con del vino rosso. Frittelle fatte con farina e patate, imbottite con le alici, il tonno o senza nessun ripieno.
Il pasto del giorno è rigorosamente ridotto a uno spuntino freddo, non solo per ricordare i tempi delle ristrettezze economiche di quando la cultura contadina accomunava i più, ma, anche per potersi dedicare maggiormente alle leccornie per il cenone dell’attesa, che dovrebbe protrarsi fino a mezzanotte, ora in cui il più giovane della famiglia porta in processione per casa il bambinello prima di deporlo nella mangiatoia.


Il cenone è ricco di pesce: dal baccalà in umido, fritto o a morzello mangiato nella pitta, pescespada, insalata di mare e l’immancabile pasta cozze e vongole.
I “tardiddhi”, dolci a forma di ravioli ricoperti di miele, spolverate con bucce di agrumi grattugiate, insieme alle crocette, fichi secchi incrociati e imbottite con noci, e altra frutta di stagione rallegrano la tavola per il fine pasto e durante l’estrazione di numeri della tombola.

Purtroppo, quest’anno, la crisi ha dato una stretta ai cordoni della borsa e ha allentato la corsa agli acquisti. Anche i regali sono ridimensionati notevolmente insieme alle tradizionali abbuffate. I giovani, forse perché preoccupati dall’incertezza e dalla precarietà del poco lavoro scarsamente remunerato, sembrano spenti, partecipano poco alla magia del Natale in famiglia. d’altronde, come dare loro torto sapendo che tra qualche settimana ci sarà da ottemperare a una miriade di pagamenti in scadenza!

giovedì 23 dicembre 2010

italiani, cittadini o sudditi di piccoli re nudi?

Sull’incomprensione generazionale si sono sparsi fiumi di parole, inchiostro, concetti a volte azzeccati e altre no. E gli ultimi avvenimenti sembrano toccare il fondo dell’incomprensione. Il divario tra giovani e vecchi è aumentato di gran lunga rispetto a qualche anno addietro e la colpa, come sempre, non sta solo da una parte. È ovvio che la riflessione maggiore tocca farla ai vecchi che detengono e assediano il potere e gestiscono le istituzioni come meglio credono. La devono fare loro perché hanno contestato il sistema prima dei figli. Hanno contestato le ambiguità denunciate negli anni 60, 70, 80 e ora che hanno raggiunto il potere invece di modificare ciò che hanno combattuto schierano i lavoratori dell’ordine pubblico contro i manifestanti, studenti e lavoratori precari, operai e impiegati che dal governo pretendono risposte risolutive ai problemi e non certamente lo scontro con altri padri di famiglia che eseguono gli ordini.

I giovani, oggi, hanno lasciato soli i rappresentanti dei parti politici. Hanno gridato la loro contrarietà alla politica subdola. Si sono allontanati dai luoghi simbolo del potere per sottolineare l’assenza totale del dialogo tra cittadini e istituzioni voluto dai regnanti sordi e insensibili alle esigenze altrui.
E che non se la caccino con la solita manfrina della crisi economica perché questa è LA CRISI DEI VALORI! I cittadini, gli studenti chiedono chiarimenti. Cercano il dialogo! Vogliono vedere la fine delle cordate affaristiche fare il codazzo alla politica. Vogliono essere parte attiva dell’Italia, non sudditi di tanti piccoli re nudi!

mercoledì 22 dicembre 2010

la riforma universitaria Gelmini

Non si sa se la riforma Gelmini riuscirà davvero a tamponare il malcostume clientelare nelle università, l’assunzione di parenti e amici dei baroni universitari, ma quanto hanno fatto i due rettori delle università romane nell’assumere figlio e nuora prima che il ddl diventi legge, è vergognoso!
Studenti e famiglie si augurano che questo stato di cose cessi davvero, prescindendo dalle ordinanze o regolamenti ministeriali! La società civile pretende che l’università sia il luogo dell’etica e dei saperi dove la sapienza è al passo coi meriti dei singoli fruitori.


La riforma, secondo la Gelmini, serve a stroncare parentopoli, vale a dire interrompere il lascito delle cattedre agli eredi consanguinei e no. “È un atteggiamento diffuso nelle università e i casi di questi giorni purtroppo non sono isolati. In molte università c’è la promozione di parenti, amici e amici degli amici. Questi fatti sporcano l’immagine dell’università e del buon lavoro di tanti professori e ricercatori. Chi sta dalla parte dell’università non può far finta di non vedere questo malcostume. Bisogna mettere fine a questi comportamenti inqualificabili e il ddl lo fa in maniera netta impedendo le assunzioni di familiari fino al quarto grado di parentela. Per Mariastella Gelmini «il fatto che qualcuno si sia affrettato a far assumere parenti dimostra che la legge funziona e fa paura». «Elimina il malcostume e introduce trasparenza nei concorsi stroncando gli accordicchi locali. Ci sarà un’abilitazione nazionale e la chiamata diretta da parte delle università».
«L’Agenzia per la valutazione del sistema universitario e della ricerca (Anvur) - ha aggiunto il ministro - avrà le stesse funzioni di Bankitalia e della Consob. Sarà un' Agenzia di alto profilo con figure indipendenti che individueranno i criteri per premiare la migliore didattica e la migliore ricerca». «La vera rivoluzione di questa riforma è l’affermazione di un sistema di valutazione terzo, indipendente dalla politica e scientificamente qualificato».

Staremo a vedere.

martedì 21 dicembre 2010

Governatori e Guide tra luci e ombre della cronaca politica

La cultura dell'etica per governare e annullare i comitati d'affari


Le accuse urlate non si placano nel paese e tutti sono alla ricerca del nemico da incolpare. Ognuno accusa l’altro di tradimento, di collusione con la ‘ndrangheta, di avere accettato o cercato i voti dei malavitosi, quelli che non fanno niente per niente e che al momento opportuno presentano il conto da pagare. La destra accusa la sinistra e il centro. Il centro dice di essere moderato e non vuole alleanze spregiudicate. Le indagini delle forze dell’ordine arrestano per collusione mafiosa esponenti politici calabresi che hanno portato moltissimi voti a Scopelliti. Ma la cosa che lascia perplessi è che il consigliere in questione ha ricoperto altri incarichi, ha gestito e governato il territorio reggino e anche le altre persone sono attivisti politici noti. Ora, a distanza di qualche mese dalle elezioni, salta fuori che:

Un consigliere regionale, del Pdl, e altre 11 persone sono state arrestate dai carabinieri in Calabria con l'ipotesi di accusa di condizionamento da parte della 'ndrangheta sulle elezioni regionali del 29 e 30 marzo scorso, vale a dire: il consigliere Santi Zappalà e altri quattro candidati nelle liste del centro destra: Antonio Manti, Pietro Nucera, Liliana Aiello e Francesco Iaria, tutti sospettati di avere ottenuto il sostegno della cosca Pelle in cambio della promessa di favori sono agli arresti.

Solo il consigliere Zappalà ha ricevuto quasi 12mila suffragi, non si sa quanti sponsorizzati dal Pelle ma pare che l’intervento della famiglia Pelle sia stato importante e, sempre secondo le notizie divulgate nelle ultime ore, (aggiungiamo che la sinistra è stata letteralmente stracciata e in quanto a preferenze ne ha ottenute pochissime) ciò potrebbe inficiare anche le altre candidature?

Se ciò avvenisse, il vuoto di potere governativo sarebbe preoccupante per la già fragile economia regionale. Stesso concetto per il governo centrale. Inutile sbandierare lo spauracchio delle elezioni anticipate, tanto si è visto il qualunquismo di certa gente che salta da un banco all’altro, si è visto persino Bondi fare il pianista alla camera dopo avere mostrato le altre facce della politica personalizzata.

Per finire: la borghesia mafiosa c’è sempre stata e sempre ci sarà a governare gli eventi e le masse incolte; come pure la manovalanza, quella che chiede il pizzo, uccide perché vuole soldi appalti e lavoro. Anche una grandissima maggioranza di cittadini vuole le stesse cose ma non uccide o intimorisce gli altri anche se costretta nella miseria dall'avidità altrui. Ecco, questo stato di cose deve sapere governare e modificare la politica. Le istituzioni sane dovrebbero essere più vigili; i politici veri dovrebbero esserlo!, per onorare il mandato degli ingenui che credono ancora in una società migliore, nella non utopia di Tomaso Moro, Campanella, nella figura pragmatica di Sandro Pertini.

segreti di stato, fiducia e opportunità mancate

Vuole donare un euro per i bambini dell’UNICEF? Chiede la cassiera del supermercato.
Signora mia, glieli lascerei volentieri se sapessi che vanno davvero ai bambini bisognosi. Ormai non si capisce più niente! Persino Gasparri ha detto alla televisione di tenere i figli a casa e non farli andare alla manifestazione che c’è il pericolo che qualche assassino delinquente approfitti della confusione e faccia del male a qualcuno. E poi, ha visto la storia di quelle raccolte di soldi che non si sa che fine hanno fatto? No no meglio lasciare perdere, se incontro qualche bisognoso gli compro io direttamente qualcosa.
La fiducia è una cosa troppo seria!
a proposito di fiducia: ha visto cosa c’è scritto oggi sui giornali? Il governo Berlusconi nel 2005 non ha permesso che si costituisse una commissione per fare chiarezza sull’omicidio di Callipari, quello che accompagnava la giornalista Sgrena all’aeroporto dopo la liberazione. Non mi credete? leggete leggete qua:

Nicola Calipari morì a Baghdad, ucciso da proiettili americani mentre portava in salvo la giornalista Giuliana Sgrena, rapita in Iraq. Si rideva quel giorno nell’auto che li riportava a casa perché il funzionario del Sismi voleva allontanare il terrore di un mese di prigionia. Poi, al check point americano nei pressi dell’aeroporto iracheno, gli spari. Gli americani lo definirono un errore.

A cinque anni di distanza i cablogrammi dell’allora ambasciatore Usa a Roma, Mel Sembler, pubblicati da Wikileaks, allungano nuove ombre sulla vicenda di quel lontano 4 marzo 2005.

In particolare, il diplomatico racconta che il rapporto italiano, nel punto in cui definiva l’uccisione di Calipari non intenzionale, era «costruito specificatamente per evitare ulteriori inchieste della magistratura». Sembler incontrò l’allora ministro degli Esteri Fini, il sottosegretario Letta e il capo del Sismi Pollari. Il giorno dopo scrisse che il governo italiano avrebbe «bloccato» la richiesta delle opposizioni di aprire una commissione parlamentare d’inchiesta.

Nicola Calipari era un funzionario dello Stato, ma secondo i cable di Sembler il governo italiano voleva «lasciarsi alle spalle» quella vicenda. Vi fu un’inchiesta da parte del comando militare Usa, ma i rappresentanti italiani che vi collaborarono non vollero sottoscrivere le conclusioni di assoluzione per i soldati coinvolti.

Un’inchiesta fu poi aperta dalla procura di Roma e la perizia tecnica consegnata ai pm smentì in vari punti il rapporto americano. Ma il processo contro il militare che sparò non ci fu.

La Corte d’assise prima e la Cassazione poi dichiararono la non procedibilità «per carenza di giurisdizione». «Il governo italiano voleva lasciarsi alle spalle il caso Calipari – il commento di Rosa, moglie del funzionario Sisde ucciso in Iraq – e mettere i rapporti bilaterali con l’America davanti alla verità». Palazzo Chigi ha smentito i resoconti di Wikileaks: «in essi valutazioni personali di diplomatici americani si sono trasformate in presunte “posizioni ufficiali” che il governo italiano non ha mai assunto. I fatti ed i documenti provano il contrario. Come la relazione con la quale il governo italiano si è dissociato dalle conclusioni dell’inchiesta americana».

lunedì 20 dicembre 2010

Teatri e teatranti nell'Italia delle sceneggiate e delle autocelebrazioni

Aspettando la notte del 25 dicembre, ricorrenza della nascita del Salvatore, con l'augurio di uscire indenni dalla crisi e sopravvivere alla commedia imposta dalla cattiva politica, rinfranchiamoci la mente con l'arte del grande e indimenticabile Eduardo, per riscoprire, insieme ai valori perduti, la sacralità della famiglia:

Eduardo De Filippo diceva: “a da passà a nuttata!” in tempi di ristrettezze economiche sofferte dalla stragrande maggioranza dei popoli che hanno vissuto rivoluzioni culturali e industriali a cavallo delle guerre mondiali.
Il suo teatro era la messa in scena della vita stessa con i suoi drammi quotidiani, le fatiche, i soprusi, le angherie dei potenti, in merito alle ultime vicissitudini, quando il potere abusava dei deboli, Eduardo, metteva in bocca all'attore una frase di rassegnazione “…è cosa e niente…” per riscattarlo, infine, con un liberatorio “nun c’a facciu cchiù! Mò basta!”.

Non è cosa da niente quanto sta accadendo in Italia; e se non soffrissimo per le ambiguità propinate negli ultimi decenni dai politici che si sono avvicendati nella scena italiana e che hanno gestito malamente gl’interessi pubblici sembrerebbe di vivere una delle tante commedie scritte dal buon Eduardo. Commedie che gettavano le radici nella società dell’immediato dopoguerra e che oggi ritornano ad essere attuali.

Che dire delle feste natalizie? Rispolverare un melanconico “ti piace u presepe?” e metterci affianco alla sacra famiglia i tantissimi lavoratori che hanno perso il lavoro e che non sanno dove sbattere la testa mentre c’è chi si arricchisce sempre di più?

Un dato salta agli occhi di tutti: l’accordo non scritto e neanche detto a chiare lettere tra i politici di tirare a campare e lasciare a qualcun altro il compito di togliere le castagne dal fuoco in un futuro prossimo, con calma, tanto loro non hanno fretta.
E nel frattempo, Ministri della Repubblica e autorevoli esponenti politici rispolverano metodi autoritari, per dare un contentino ai più stanchi e agguerriti, dimenticando, forse che qualcun altro, adoperando le stesse strategie condusse l’Italia alla rovina. O è anche questa una strategia?
Speriamo di no! ma nell'Italia delle sceneggiate e delle autocelebrazioni referenziali tutto è possibile.

è ora di cambiare

Arresto preventivo:
Nel paese dei ciechi l’orbo è re!
Ma l’Italia non è un paese di ciechi. Vi sono moltissime menti illuminate. Gente lontana dalle stanze del potere  che con il potere dialoga, o perlomeno tenta di dialogare a distanza. Intellettuali, artisti, studenti, precari, disoccupati, cassintegrati suggeriscono valide soluzioni ai problemi impellenti che singolarmente le varie associazioni devono fronteggiare. E il governo che fa? Anziché dialogare con loro per trovare insieme soluzioni adeguate usa la forza, alimenta lo scontro ideologico verbale e fisico. Indispettisce la coscienza sociale dei singoli cittadini. E pensare che qualche anno addietro, gli onorevoli che oggi siedono in parlamento contestavano con uguale, se non maggiore, entusiasmo le scelte di governo con una sostanziale differenza: i ragazzi, gli studenti, i precari, oggi, non hanno interlocutori responsabili, validi e attenti.

Nel casino totale, Niki Vendola sembra l’unico che sappia parlare di socialità, farsi portavoce dei problemi reali dei cittadini. È l’unico che con estrema serenità esprime concetti solidali abbattendo i falsi ideali degli attuali rappresentanti governativi, dei vari Maroni, Gasparri, Larussa, Mantovano, Alemanno, Calderoli, Bossi e tutta quella gente che pensa di risolvere i problemi prodotti da loro stessi coi muscoli piuttosto che prestando ascolto a chi dissente. Sicuramente, questa considerazione non sarà tenuta in conto dai dirigenti nazionali visti i risultati che la loro formazione mentale, cresciuta, con ogni probabilità, con la logica del manganello, la coercizione e l’olio di ricino per i nemici, produce . Sì perché loro non governano un Paese, ma impongono teorie bislacche condivise dal gruppo d’appartenenza, e il resto del paese Italia non esiste, anzi deve soccombere altrimenti scatta la repressione.

un dato è certo:
Il momento storico è senz'altro difficile ma, i rappresentanti del governo ce la mettono tutta per renderlo, di sicuro, drammatico.

domenica 19 dicembre 2010

aspettando Rosanna (Madini?)

aore12
Madini, 1976, olio su tela 80x100
Aspettando Rosanna è il titolo di un’opera del ’76 di Madini (questo il nome dell’autore che sono riuscito a decifrare, noi creativi ci firmiamo e scriviamo peggio dei dottori: calligrafia veloce quasi fosse una pennellata che deforma esteticamente lettere e consonanti e per razionalizzare la scrittura e comprendere quanto scritto necessita, non solo per gli estranei ma anche per gli autori, paziente condizione mentale, fantasia interpretativa e conoscenza dei temi trattati).

La composizione è la sintesi di un momento, un attimo poetico carico di tormento esistenziale per l’uomo nell’attesa della donna amata.
Lo schizzo a matita evidenzia padronanza tecnica; mano allenata al disegno. Il colpo d’occhio iniziale coglie la composizione nel suo insieme. Il soggetto: un motore marino a riposo; chiaro, ben eseguito e illuminato; quasi spavaldo, anche lui nell’attesa di essere calato in acqua e spingere la barca al largo e farle solcare le distese marine, trasmette forza e sicurezza. Una certezza che presto si esaurisce nel tormento dell’attesa. Il tormento dell’annullamento, la rabbia impetuosa del segno figurativo sfregiato dal movimento perentorio carico di nervosismo. Una rabbia provocata dalla vana attesa, dall’incertezza. E il quasi compiuto narra della scarsa possibilità che l’incontro possa andare a buon fine; l'irruenta cancellazione conferma ansie e presagi.

ciò che fa male alla gente comune

Fa male vedere scene di pura brutalità come quella del ragazzo a terra calpestato volutamente dai rappresentanti delle forze dell’ordine. Fa male vedere scarponi militari salire e scendere sopra corpi stesi a terra, che pestano con rabbia gli inermi, colpiscono con calci schiene e addomi, schiacciano la testa dei contestatori che, a loro volta, esasperati dall’ottusa cecità dei governanti manifestano il dissenso in maniera veemente.
Fa male costatare la spaccatura ideologica dei governanti che tutelano la ricchezza e lasciano nella miseria materiale e mentale i cittadini bisognosi.
Fa male assistere alle inventive calunniose urlate nei comizi e nelle trasmissioni televisive;
Fanno male le parole gratuitamente forti che diventano strategie di guerriglie verbali e che innalzano muri d’incomprensione.
Fa male alla democrazia rimanere in silenzio e continuare a lasciare coltivare indisturbati l’orticello dei partiti, amicale o familistico.
Fa male la politica in termini affini!

venerdì 17 dicembre 2010

annozero, bella figura di Larussa e Porro

E dopo La russa è il turno di Porro a sparare cazzate e mostrare l’enorme cultura filosofica di “a un palmo dal mio culo”. “il nemico è il welfare che tutela troppi pensionati e vecchi! Il problema dei giovani sono i pensionati, ce ne sono troppi sulle nostre spalle…” e giù blaterando. Non c’è che dire. L’ultima puntata del 2010 di annozero è stata scoppiettante. Sembravano i botti di capodanno tante erano le cazzate vomitate dagli illustri ospiti che hanno sciorinato la politica della destra di governo. Non li definisco fascisti e neanche di destra. Sono semplicemente ignobili e privi di pensiero sociale. Loro starebbero bene in quel contesto storico che vedeva gli storpi buttati giù dalla rupe oppure degni gestori di … (la definizione mi fa talmente rabbrividire che non riesco pronunciarla, quindi, ognuno ci metta quello che preferisce).
La televisione ha fatto eco a una sottocultura pericolosa e ne ha amplificati i toni. Ha divulgato lo stato di disagio mentale di certa gente che, nostro malgrado, presenzia forum importanti per la crescita del paese. Gente scaltra che ha lottizzato il potere e lo gestisce come cosa propria. bambini viziati; egocentrici; che, se avessero tutt’altra cultura della socialità forse non verseremmo in questo stato.

Annozero del 16 dicembre duemilaedieci sarà visionata e ricordata, grazie agli annali rai, per la tracotanza e la cieca stupidità divulgata da scaltri signori, la cui condotta, assurta a ideologia di sistema grazie alle teorie rese reali da un manipolo di egoisti che hanno invaso i mezzi di comunicazione di massa e hanno fatto proseliti destabilizzanti. Ma, analizzata antropologicamente dalle generazioni future, la storia dei costumi sociali odierna emetterà la giusta sentenza. Una sentenza che terrà conto della sordità delle istituzioni sottolineata dalle richieste dei cittadini agli uomini di governo.

giovedì 16 dicembre 2010

le urla di La Russa sommergono annozero


aore12
Fuori nevica. Unica realtà soffice, bianca, pura. Urla improvvise richiamano la mia attenzione. Volgo lo sguardo verso la tv: uno scalmanato inveisce contro un rappresentante degli studenti che hanno manifestato contro il governo e la riforma della Gelmini. Rimango allibita. L’uomo ha la bava alla bocca, inveisce contro il ragazzo; lo chiama vigliacco. Lo studio di annozero s’infiamma. La platea si stringe affianco al ragazzo mentre i vecchi che gestiscono il potere, coalizzano tra di loro. È una bruttissima pagina d’intrattenimento politico che rappresenta una cultura totalitaria intransigente e cafona.
Non è un bel vedere. Meglio guardare la neve che ammanta le strade.

catanzaro, al marca ennesima esposizione esterofila

Al marca l’ennesima esposizione esterofila a partire da sabato prossimo.
Eppure il tema portante della mostra tratta di comunità! Una comunità virtuale circoscritta!, che lascia fuori dal circuito espositivo e quindi propositivo gli artisti catanzaresi e pone la Calabria e quanti operano nel campo della cultura nel ruolo di semplici spettatori e non fruitori attivi di un mercato culturale giacché mancano i confronti diretti tra intelligenze locali e conquistadores dei siti museali nonostante il fecondo humus culturale esistente in loco.
Gli organizzatori dell'evento parlano di aggregazione a sproposito dati i fatti appena accennati, perciò ricordo agli amministratori locali e ai curatori della mostra di prestare maggiore attenzione alle intelligenze creative calabresi in virtù del fatto che siti e risorse economiche sono calabresi.

mercoledì 15 dicembre 2010

michael jackson, qualche anno dopo la morte

Michael Joseph Jackson qualche anno dopo.
(Gary, 29 agosto 1958 – Los Angeles, 25 giugno 2009)

È passato più di un anno dalla sua morte per avvelenamento da farmaci ma lo spettacolo continua.
La stringa del sottopancia scorre sotto le immagini di un efebo nascosto dietro quintali di cerone: capelli riccioluti; nasino microscopico; labbra ben disegnate... colore ceruleo;
la rock star americana... parla romano!? È uno scherzo!... no, non lo è: la giornalista sta intervistando un fan che, pur di somigliare alla perfezione a Michael Jackson , si è sottoposto a diversi interventi di chirurgia plastica come ha fatto, d'altronde, il suo idolo quando era in vita. Una vita protesa a rincorrere fama, successo, soldi. Michael Jackson è stato davvero un mito per moltissimi ragazzi. Sì, è stato un bravo showman; un vero perfezionista; un innovatore estetico, se vogliamo, anche musicale. Peccato che sia morto a soli cinquantanni, se no chissà quante altre novità avrebbe offerto al mondo dello spettacolo, alcuni dicono a causa dei continui interventi chirurgici che lo hanno indotto a assumere frequenti dosi di antidolorifici sempre più forti.
Jako è morto il 25 giugno del 2009 ma, è di questi giorni che un suo inedito si trova nelle alte vette della classifica musicale. Una canzoncina orecchiabile che dà l'opportunità ai suoi innumerevoli fans di sentirlo ancora vivo e acquistare il gadget per le feste di Natale, regalarlo o regalarselo. Piuttosto, chissà come si sentirà tra 20, 30 anni, il clone di Jako, con qualche kg in più e qualche capello in meno, trasformazioni, queste, imposte dalla genetica; quando il ricordo dell'idolo sarà cancellato definitivamente dalla memoria collettiva e lui non vivrà di luce riflessa , salvo eventuali revival, operazioni di mercato, interessi discografici e tutto ciò che il business industriale creato attorno alla persona di M. J. escogita ed offre attraverso i mass media al grande pubblico, d'altronde pare che abbia lasciato un hard disk con incise un centinaio di canzoni. Una vera e propria miniera d'oro per gli eredi se la sua ascesa rimane irresistibile nel mondo della canzoncina e dello show business.

Parlamento: tre voti per non governare

Tre voti di scarto per continuare nell’ingovernabilità.
Quanto accaduto ieri alla camera è l’ennesimo episodio di una politica assurda che aumenta il divario tra ricchezza e povertà e divide ulteriormente la politica dai cittadini costretti in gravi disagi economici dai giochini di palazzo.
al di là delle motivazioni date dai parlamentari, che all’ultimo minuto si sono spostati da una parte all’altra, motivazioni che sono risultate fumosi e incomprensibili a una stragrande maggioranza di persone, in Italia e all’estero, di fatto, quanto è accaduto aumenta la frattura tra il mondo d’orato dei politici e la realtà delle famiglie che, a stento, riescono ad arrivare a fine mese.
Lo scarto di due o tre parlamentari ha consentito al governo di continuare a galleggiare ma non a governare la crisi! E mentre all’interno della camera si faceva la conta e si agitavano bandiere per festeggiare non si sa cosa, fuori, Roma era invasa da cittadini stanchi di assistere allo scempio della democrazia per opera dei parolai della politica. Parolai che dovrebbero servire la Repubblica e i cittadini ma che, di fatto, la dominano e sottomettono, altrimenti come spiegare le esaltazioni, i sorrisi e la strafottenza che trapela dalle azioni e dalle risposte?
Se questi signori amassero davvero il loro mandato e rispettassero gli elettori e principalmente i non elettori, vale a dire i giovani, i bambini, gli inermi, dovrebbero cambiare registro e GOVERNARE per il bene della collettività!
Ma sappiamo che non è così! Continueranno a campicchiare, loro, mentre gli altri, noi, sprofonderemo nella barbarie che loro sapientemente hanno seminato.

lunedì 13 dicembre 2010

Catanzaro dalle stelle alle stalle, e se...

Ricordo che partimmo da Catanzaro per Napoli di sera per essere lì e trovare in tutta tranquillità dei posti buoni per vedere lo spareggio Catanzaro Bari. Ricordo il goal di Angelo Mammì all’80° minuto e la grande festa organizzata per la promozione in serie A. la città era animata da un’insolita frenesia e la gente era euforica. per la prima volta nella storia del calcio calabrese una squadra calcava i campi della serie A, si scontrava con le grandi squadre e le batteva riempiendo d’orgoglio i calabresi, specie quelli emigrati a Torino, Milano ecc.

È trascorsa un’infinità di tempo da quel magico 27 giugno del ’71 ma le prodezze di Spelta, Mammì, Silipo, Maldera, Pellizzaro; Arbitrio Palanca Braca… guidati da Seghedoni, rimangono ben impresse nel cuore di tutti i tifosi giallorossi, anche se, purtroppo, siamo arrivati alle soglie di un amaro epilogo. Certo, duole il cuore, ricordare le serpentine di Gori, il piccoletto che faceva girare la testa ai grandi; Bui, lo stesso Mammì, un emerito sconosciuto che diventa l’eroe di una regione intera; indubbiamente è con profonda nostalgia che guardiamo alle gloriose partite di serie B e A… Peccato che sia finita così!

E se pensassimo a un azionariato della tifoseria piuttosto che sperare in avventurieri? Sì, una sorta di raccolta fondi tipo porta a porta di quanti hanno a cuore le sorti della squadra con tanto di sponsor e tanta voglia di affrontare una scommessa particolare (ma non è altrettanto particolare che una piccola squadra come il Chievo sia rinata grazie alla politica dei piccoli passi?).

domenica 12 dicembre 2010

qui la 'ndrangheta non entra! parole contro


Possono le parole arginare il male?


Le parole possono essere convincenti, specie se a dirle, sono persone stimate ma è pura demagogia pensare di bloccare la mafia o organizzazioni simili affiggendo una targa o un cartello all’ingresso del paese o sul portone del municipio. Eppure, in un recente incontro, la commissione antimafia, tramite il presidente Magarò, ha deciso di spedire ai comuni calabresi una targa con la seguente dicitura: Qui la 'Ndrangheta non entra. I Comuni calabresi ripudiano la mafia in ogni sua forma.

All'incontro hanno partecipato il prefetto Vincenzo Panico, il questore Giuseppe Gammino, il colonnello Francesco Iacono (comandante provinciale dei carabinieri), Antonella Stasi nella veste di vicepresidente della Regione Calabria, il presidente della Commissione regionale antimafia Salvatore Magarò, il presidente dell'Atp Luciano Greco, il presidente della Provincia di Crotone Stanislao Zurlo, il capitano Giorgio Mazzoli (comandante della Compagnia di Petilia Policastro), il vicequestore aggiunto Maria Antonia Spartà, il vicesindaco Pasquale Covelli, l'assessore comunale Antonio Carcello e il dirigente scolastico Francesco Gentile.

Stupisce, che persone così addentro, attenti conoscitori delle attitudini delle organizzazioni malavitose, e tenaci servitori dello Stato decidano di sprecare energie e finanze pubbliche per azioni ininfluenti. È risaputo che spesso il malaffare è presente, colluso con l’insospettato, e gestisce in tutta tranquillità le finanze pubbliche, gli appalti; i posti di potere; il lavoro!

L’analisi deve essere condotta verso altri bersagli, quali la cultura e l’occupazione, il salario sociale e il coinvolgimento reale dei cittadini alla vita pubblica.

Gli incontri istituzionali, le commissioni, gli studi dei fenomeni diventano proficui nell’attimo in cui qualcosa muta veramente nell’ossatura dello Stato e della società. Nell’attimo in cui le persone preposte a guidare il cambiamento iniziano a dare il “buon esempio” a essere i primi nella corsa per la solidarietà, la giustizia e la legalità.

Spesso, purtroppo, le commissioni si trasformano in comode poltrone per sistemare il politico trombato, l’amico, lo studioso che osserva da lontano e tesse giudizi e analisi che non hanno riscontro nella realtà.

venerdì 10 dicembre 2010

la vita oltre la morte


Piove talmente forte da sembrare notte fonda e come sempre, quando piove, le strade si trasformano in torrenti in piena. A volte, al riparo delle intemperie, guardare la pioggia scivolare sui vetri, può essere poetico ma oggi no! Oggi è andato via un altro amico. Un amico col quale non ci si vedeva spesso, ma bastava un incontro fugace, un ciao come va, prendere il caffè insieme, scambiare quattro parole per recuperare le assenze. E ora? Ora che non c’è più la possibilità di un incontro, c’è poco da dire. Le assenze pesano! Un conto è sapere che è lì, a due passi e che, volendo, fai un salto, afferri il telefono, scambi quattro chiacchiere, altra cosa è la consapevolezza opposta.

Intanto piove. La vita continua a scorrere come l’acqua sui vetri. a volte forte e tumultuosa, altre volte lieve, sorniona con le contraddizioni, le falsità imposte dalle strategie affaristiche; le ambiguità della politica fatta scadere a mera gestione mercantile da volgarissimi cervelli allocati in corpi dalle fattezze umane.

Vuoti incolmabili riempiono i pensieri ma, ecco apparire, quando meno te lo aspetti, i volti schietti che hanno popolato il cammino della vita, riaffiorano alla mente nelle consuete movenze: la sigaretta, perennemente accesa, il sorriso bonario, la sofferenza malcelata, l’incitamento, la tensione...
Volti familiari danzano davanti agli occhi nei ricordi indelebili e rimangono a fare compagnia e incitare, opportunamente, con le cose fatte, a continuare verso la meta individuale prestabilita.
Suggerimenti granitici, fatti di parole ed esempi, scolpiti nelle coscienze, fungono da sentinelle contro le avversità, non più ideologiche. Suggerimenti che aiutano nel quotidiano.

giovedì 9 dicembre 2010

macchina mediatica tra l'apparire e l'essere

Parlare d’amore non basta mai…

Se mettiamo sul piatto della bilancia due o più questioni sociali, volendo proprio spaccare il capello in quattro e ragionare su chi è pericoloso per la società e verso chi si dovrebbero adottare provvedimenti di recupero relazionale, formativo e intellettivo, con molte probabilità ci troveremmo d’accordo, almeno nell’approccio iniziale inerente alla sacralità della vita, quindi delle libertà.

A parte il concetto della governabilità minata dai file divulgati da Wikileaks e le loro irrilevanti novità perché note a tutti, l’atteggiamento dei Paesi nei confronti di Julian Assange è spropositato.

Non si può privare della libertà una persona che pubblica notizie vere, e prestare il fianco ai tantissimi guerrafondai disseminati in ogni dove, che per arrivare al potere organizzano persino reality show, uccidono impunemente animali selvatici e fanno vedere la loro baldanza fisica e mentale. Persone che dovrebbero predicare ben altri sentimenti.

Divulgare sentimenti di collaborazione, se non altro, visto che vanno in giro con figli, padri e consorte a prendere dalla natura il peggio della brutalità animale. Ma se questa persona avesse osservato bene la cultura di mamma orsa avrebbe appreso che mamma orsa pesca per sfamarsi e sfamare i piccoli e non va a sparare per puro piacere o far vedere che è forte e potente.

No cara Sara Palin, non è uccidendo un caribù che si dimostra la supremazia e non è neanche chiedendo misure restrittive o pene di morte che si dimostra di essere un leader valido e affidabile.
Magari la prossima volta affronta ad armi pari la tua preda e se saprai fronteggiarla con intelligenza e pragmaticità utile alla società ti sarai guadagnata il peluche della vittoria.
Almeno, Julian Assange non uccide nessuno, anzi divulga le strategie, condivise o no, di persone preposte agli affari istituzionali internazionali e fintantoché vige la libertà, preferisco la libertà! E tanto peggio per quanti non sanno apprezzarla appieno.

mercoledì 8 dicembre 2010

Mercato delle vacche in parlamento?

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14 giorni di vacanza non meritate ma pagate profumatamente ai parlamentari intenti a tessere strategie per rimanere incollati alle poltrone che fruttano dai 25mila euro in su. 

14 giorni di assenza dal governo e di governo; ma forse è meglio così visto le ultime leggi presentate e imposte al paese.

Gli ultimi 14 giorni per liberare fantasiose cazzate da rallegrare umoristi e lasciare spazio a trattative private con la speranza, per loro, di rilanciare l’ennesima beffa.

Loro, sornioni dicono di non dimettersi per onorare l’impegno con gli elettori e perché gli elettori non vogliono le loro dimissioni.
Ma si sono preoccupati quando gli elettori e i cittadini compatti hanno dissentito per le leggi imposte? Si sono preoccupati per le contestazioni del ddl Gelmini che ha portato scompiglio nella formazione? Si sono preoccupati per le deroghe alle leggi che hanno applicato e del danno provocato alla nazione?
Sembra proprio di no!
Allora? Perché adesso difendono a spada tratta un rimpasto tra le fila dell’esecutivo, piuttosto che un nuovo governo o le elezioni anticipate?
È lecito pensare che possa essere una volgare questione finanziaria?
Qualcuno parla di mercato delle vacche grasse… certo non è un buon esempio di correttezza politica e istituzionale, tant'è che ha suggerito l'affissione per le vie di Roma di espliciti cartelli "vendesi" un po' surreali.
…e poi si chiedono sorpresi come mai la gente non ne vuole più sapere di loro!

Il ruolo del padre nella famiglia del terzo millennio

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Il ruolo del padre nella famiglia del terzo millennio.

L’ora della pappa.

Qual è l’atto per antonomasia, liricamente più dolce, che rende la vita completa e dà la certezza di essere l’ombelico del mondo? Cosa c’è di più intimo nel rapporto tra madre e figli a iniziare dai primissimi momenti di vita se non l’allattamento?
Dopo la gestazione, la suzione alimentare è il contatto fisico poeticamente più alto nei rapporti madre figlio.
Il primo rapporto tra due esseri indipendenti ma legati dall’amore che dà e riceve vita, fa diventare grande un piccolo, indifeso esserino, e accresce la personalità emotiva della donna adulta con nuovi sentimenti.

Fino a qualche anno addietro, l’allattamento, inteso come periodo di vacanza dal lavoro, era previsto esclusivamente per la mamma in quanto naturalmente preposta ad accudire al neonato.

Col tempo si è capito che anche il padre è parte attiva importante.

Ai fini legislativi, per richiedere il periodo di “allattamento maschile” è sufficiente la volontà amorevole del padre che ritiene suo dovere morale rendersi parte attiva nell'allevare la prole per una completa e solida educazione generazionale.

La parità dei diritti e dei doveri vede coinvolti entrambi i genitori nei ruoli intercambiabili di assistenza e nursery; d'altronde, soppiantata l'impossibilità di "allattare" mediante la somministrazione del latte in polvere, per l’uomo, il resto è routine: assorbenti usa e getta, minestrine precotte ma anche la preparazione casareccia è facilitata dall'impegno in cucina del maschio che riesce a trasformare in arte culinaria una normale pietanza se guidato dall’estro e dalla passione.

martedì 7 dicembre 2010

news da sballo a ore 12

Sembra di assistere ad un film. Tutto scorre sotto i nostri occhi, affianco, ma lontano da noi: i delitti, la politica, lo sport, anzi le zuffe legate allo sport, le guerre militari, le guerre delle notizie e le cazzate; la finta ricerca scientifica, gli spot pubblicitari inquinanti.
Per capire lo stato d’animo di chi si trova a spulciare le notizie rileggiamo qualche titolo delle maggiori testate giornalistiche italiane:

Wikileaks, arrestato Julian Assange “ma le rivelazioni non si fermano”.
Scala, bomba carta e proteste alla prima. La Valchiria preceduta da scontri tra manifestanti e agenti.
Finanziaria 2011 al voto finale in serata.
Benzina, la nuova corsa dei prezzi: la verde tocca 1,340 a litro.
L'aumento dei carburanti si sta trasformando in un salasso specialmente per i camionisti: rispetto ad un anno fa il pieno per un Tir costa oggi 105 euro in piu'.
Un Tir con un serbatoio di 550 litri, paga oggi 664,8 euro per fare il pieno di gasolio; nel 2009 per la stessa operazione doveva lasciare alla stazione di servizio 560,2 euro (aumento di 104,6 euro pari al +18,7%). Tenendo conto che il 70% delle merci viaggia su gomma, secondo la Cgia non e' da escludere per Natale un aumento dei prezzi dei principali beni di consumo.

Clima, a Cancum svolta della Cina
Allegri “vogliamo i tre punti”, Dinho scalpita
Un’aspirina al giorno riduce del 20% il rischio di tumore
Nucleare Iran, da potenze ok a nuovo incontro
Renzi ad Arcore e il PD si spacca
Lucca, spara in piazza e uccide una ragazza
Roma, dure proteste degli studenti de La Sapienza
Haiti: rapporto, colera da campo Onu
S’indaga sul cellulare di Yara.
Yara: vertice in Procura, due ipotesi:
Non sarebbe ancora stata archiviata del tutto l'ipotesi di due uomini visti con Yara Gambirasio la sera della sua scomparsa, il 26 novembre. Questa l'impressione, nonostante il massimo riserbo degli inquirenti dopo il vertice di stamane in Procura a Bergamo tra carabinieri, polizia e il pm Letizia Ruggeri. Ma le ipotesi investigative, dopo la scarcerazione del giovane marocchino fermato nei giorni scorsi, sarebbero almeno due. Nuove perquisizioni intanto a Brembate.

E la mondezza va a Bucarest
Noi deputati nullafacenti
Regali on line: dove e cosa acquistare
Mafioso falso invalido: preso medico
Salute: vaccino low-cost contro meningite in Africa
Ferrarsi, scandalo campo il drenaggio non funziona
Borsa: Milano in nero, industriali sempre in vetta
Depositati davanti casa Gelmini sacchi pieni di sterco
Strage ciclisti:
La Procura della Repubblica di Lamezia Terme ha chiesto la convalida dell'arresto del marocchino di 21 anni che domenica mattina ha travolto ed ucciso a Lamezia Terme sette ciclisti e ne ha feriti altri tre.
Il ragazzo e' accusato di omicidio colposo plurimo aggravato dalla guida sotto l'effetto della droga, infatti e' risultato positivo al test della cannabis. L'udienza di convalida dell'arresto del ragazzo, in carcere a Lamezia Terme, dovrebbe tenersi giovedì.

domenica 5 dicembre 2010

mass media, trash e volgarità per aumentare lo share

L’accanimento dei mezzi di comunicazione di massa sulla notizia, la diffusione metodica e l’aggiornamento fobico, specie se i fatti trattano argomenti morbosi, quali, violenze, scandali, omicidi, vedi la telenovela che “zio Michele” sta tenendo in piedi da diversi mesi, senz’altro fa aumentare le vendite e incrementa lo share e diseduca le masse.
Basta poco per fomentare la gente all’odio xenofobo; all’insofferenza per il diverso, sia esso malato psichico, deforme, di etnia diversa, di religione diversa, di sesso diverso o gay.
La mancanza di cultura feconda i terreni scialbi e lì fanno proseliti i grandi uomini. quelli che hanno la soluzione immediata: esecuzione sommaria a chi sbaglia ma di contro non fanno nulla per evitare l’errore e prevenirlo.
Democrazia significa convivere pacificamente, rispettare le minoranze, altrimenti si finisce a lottare e guerreggiare con chiunque la pensi differentemente da noi. Come è successo in padania da quando un tipo ha rispolverato il mito della razza e ha aggiunto il sole delle alpi per riportare in auge un’ideologia egoista già conosciuta nei tempi passati.
La paura nasce e si amplifica nell’ignoranza, sobilla le menti deboli, assoggetta e modella uomini e popoli. E per evitare che ciò accada c’è bisogno di divulgare cultura! Perché la cultura, il sapere, i confronti aiutano a crescere e a smascherare gl’imbonitori.
Per concludere: se i mass media la smettessero con le trasmissioni di notizie trash sarebbe già un punto a favore della cultura e un buon viatico per il risveglio delle coscienze.
Basta con le fantasie di zio Michele, della figlia e della moglie. Una ragazzina non c’è più. È stata assassinata! Ora tocca alla magistratura eseguire indagini e scoprire i colpevoli. A noi resta solo la possibilità, per chi crede nell’aldilà, di sussurrare qualche preghiera. Ai giornalisti condurre inchieste serie e narrare i fatti senza indugiare, compiacenti, su certi particolari inutili.

banner invadenti

La pubblicità sui blog sta proprio rompendo!, e dopo il primo attimo di smarrimento t’incazzi e lasci la pagina specie se l’apri con l’intenzione di proseguire una lettura che reputi interessante e invece vedi un enorme riquadro che lampeggia degli spot scemi. Va bene che ognuno cerca di arrangiare la giornata, ma ora si esagera! Basta con questo bombardamento di banner che si aprono a sproposito e basta con gli articoli troncati dalle pubblicità!
Questo modo di fare è indice d’inciviltà e di mancanza di rispetto per gli utenti.
È la chiara conferma di una diseducazione generalizzata, una mancanza di etica che trascina in basso le intelligenze e chiarisce nell’immediatezza che ogni azione deve essere finalizzata al guadagno. senza farla lunga: che cazzo! Impaginate meglio i post e fate vedere che ci tenete ai lettori in quanto persone e non merce e posizionate la pubblicità laddove si può consultare in un secondo tempo. Se poi nessuno la guarda, pazienza!, vuol dire che non interessa.

crisi dell'auto e globalizzazione dei mercati tra licenziamenti e nuove povertà

L’auto, la fiat, Marchionne, sindacati e società.


Il mercato dell’auto, inteso come modello consumistico usa e getta, non regge più perché non esistono condizioni economiche sociali tali da garantire spese esose alla generalità dei cittadini, in virtù della precarietà dei giovani costretti nel mondo del lavoro con contratti capestro e di quanti hanno perso il lavoro.

Finito il boom economico, o quantomeno quella sorta di tranquillità supportata dal lavoro e dagli ammortizzatori sociali, nelle famiglie si pensa a gestire le poche risorse rimaste per risolvere questioni impellenti quali la salute, le spese vive delle bollette e dei consumi improcrastinabili, lo studio e la riparazione delle macchine.

L’autoparco familiare è al completo! E piuttosto che avventurarsi in decine di migliaia di euro, si pensa bene a rattoppare il danno dal meccanico piuttosto che entrare in qualche autosalone del nuovo.
Tra l’altro proprio in questi giorni i carburanti hanno avuto un’impennata non indifferente: il gasolio a quota 1,32 al litro servito alla pompa, ma chi vuole risparmiare qualche centesimo può auto servirsi e abbattere il prezzo a 1,30 o 1,29. la cosa cambia di poco se si pensa che col corrispettivo fino a qualche anno addietro si riusciva a fare quasi il pieno a un’utilitaria.
Insomma, anche volendo, mancano i presupposti per affrontare una spesa importante qual è un’automobile nuova fiammante.

Allora c’è da chiedersi: anche se Marchionne e i sindacati riusciranno a trovare un accordo, l’azienda torinese a chi venderà le macchine se persino gli operai fiat sono ridimensionati nel numero di assunzioni e nel salario? Senza contare il già detto, vale a dire le spese di mantenimento della macchina, includendo: assicurazione, tassa di circolazione e manutenzione ordinaria, quali olio, filtri, benzina, candele, gomme e ogni due anni la revisione.

Alla base del mercato deve esistere un’offerta, tecnologicamente all’avanguardia e innovativa anche dal punto di vista energetico, e una richiesta certa, avvalorata da tranquillità economica e sociale da chi regge il mercato, cioè il consumatore. Necessita, perciò, una revisione totale della teoria dei bisogni aziendali, sociali, energetici del mercato globale.

sabato 4 dicembre 2010

l'amore delle mamme

L’amore delle mamme è infinito.

Nessun altro sentimento può essere paragonato alla forza che sprigiona un cuore di mamma.
E non c’è bisogno di fare elenchi per avvalorare la forza e la passione delle donne fin dalla gravidanza, anzi, se tentassimo una sorta di classifica, rischieremmo di essere sdolcinatamente banali.
Chiunque abbia avuto la fortuna di crescere in famiglia e vivere la presenza benevola di una donna e mamma custodisce dentro di sé episodi singolari di quotidiano amore, e quanti non hanno avuto questa possibilità, ma hanno conosciuto Natuzza, che ha incarnato tutto ciò, l’hanno compreso, perché lei ha saputo dissetare le anime in pena, dare conforto, accogliere e pregare insieme ai bisognosi; ha esortato genitori e educatori a comprendere e seguire i giovani, ha coccolato e spronato i giovani verso traguardi migliori spiritualmente e intellettualmente. Ha aiutato le anime a squarciare il velo d’isolamento che le imprigionava nelle tenebre. Ha ridato luce al mondo della spiritualità!
Natuzza è la mamma spirituale di quanti la cercano…

venerdì 3 dicembre 2010

WikiLeaks: verità destabilizzanti o gossip?

Tendenzialmente sono favorevole alla libertà di pensiero e di stampa, per questo motivo ho dato immediatamente credito e appoggiato la libertà d’espressione nel web. Però, qualcosa nella vicenda Wikileaks non è convincente. Ha il sentore del gossip e dell’affare in generale, specie se si analizzano i numeri. Ma vediamo di capirci qualcosa spulciando in rete:

A partire dallo scorso 28 novembre l'organizzazione della quale Assange è a capo ha iniziato a pubblicare 251.287 cablogrammi (cables) diplomatici provenienti dalla intranet del Dipartimento di Stato Usa. Si tratta di documenti che stanno mettendo in grande imbarazzo i leader mondiali e Wikileaks si è accordata con alcune testate internazionali per l'esclusiva e quindi stanno pubblicando in modo autonomo le informazioni ricevute: si tratta di “the guardian, der spiegel, the new york times, el pais e le monde”.

Sono dispacci inviati da 274 ambasciate, consolati e missioni diplomatiche statunitensi ubicate in varie parti del mondo. I documenti si riferiscono agli ultimi 3 anni ma possono risalire fino al 1966. I più recenti risalgono al febbraio 2010. Su 251.287 documenti, 15.652 sono classificati come segreti.
Sul sito di WL finora ne sono stati pubblicati una minima parte e gli altri sono programmati per i prossimi mesi. La documentazione in questione, disponibile sulla rete di comunicazione interna del ministero della Difesa Usa, poteva essere consultata da 3 milioni di persone, soprattutto militari.

Secondo i militari Usa, all'origine della fuga di notizie ci sarebbe un soldato americano, B. M., 22 anni, che si sarebbe vantato online con un hacker di aver sottratto i materiali e ora sotto processo.
Ma torniamo all’analisi:
Il quotidiano britannico Guardian ha messo a punto una mappa interattiva assieme a una serie di articoli e a una selezione dei documenti suddivisi per paese, regione e persona, visionabili anche in ordine cronologico. Der Spiegel, una mappa interattiva consultabile per data; mentre la mappa dello spagnolo El Pais evidenzia il numero di documenti pubblicati relativi a ogni singolo paese; The New York Times ha una sezione con documenti dai quali ha eliminato alcuni nomi per proteggere la sicurezza di diplomatici o la privacy di privati cittadini e Le Monde ha messo online una sezione dedicata ai documenti di Wikileaks.

Secondo Wikileaks e il Guardian, i dispacci provenienti dall’ambasciata americana a Roma sono 2890: 1271 non riservati, 1364 confidenziali, 255 segreti. Alcuni già accessibili su Wikileaks e nei principali siti di informazione che hanno ottenuto l’esclusiva.

Tralasciando l’affare che ruota attorno all’esclusiva con le testate giornalistiche, (o forse è proprio questo il punto?) perché hanno iniziato a far circolare i dispacci confidenziali, per altro già noti, e non sono andati subito alla crema? Vale a dire quelle notizie, se esistono, che fanno tremare le gambe di chi ha commesso illeciti e crimini contro l’umanità?

1271 non riservati, 1364 confidenziali, 255 segreti: questi i numeri dell’ambasciata americana a Roma. Troppo rumore mediatico per spazzatura priva di valore reale.

nuovo indirizzo per Wikileaks

Il dominio è stato ucciso dagli Stati Uniti, scrive Wikileaks sulla sua pagina Twitter. E dopo circa sei ore di bleck out, ecco l'indirizzo diretto IP http://213.251.145.96/ o www.wikileaks.ch .
Il provider che forniva il dominio wikileaks.org, EveryDNS.net, ha reso noto, in una dichiarazione, di aver interrotto la fornitura del dominio a Wikileaks.org alle 22 di ieri, ora della costa orientale americana, per avere violato la clausola che afferma “il membro non deve interferire con l'utilizzo o la fruizione del servizio da parte di un altro membro o con l'utilizzo e la fruizione di servizi simili da parte di un altro soggetto”. Sempre secondo la nota diramata, l'interferenza sorge dal fatto che wikileaks.org è diventato l'obiettivo di numerosi e diffusi attacchi di rifiuto di servizio (DDOS). Questi attacchi hanno minacciato e potrebbero minacciare in futuro la stabilità dell'infrastruttura di EveryDNS.net, che premette l'accesso a quasi 500.000 altri siti web.

Intanto Wikileaks pare abbia trovato sede in un bunker dentro una montagna svedese. Il server che ospita il sito di Julian Assange è situato in un bunker della guerra fredda ed ha sistemi di continuità provenienti da un sottomarino atomico.
Il sito di Julian Assange è stato oscurato da Amazon.Com e anche Tableau Software, dopo la pubblicazione dei dispacci delle ambasciate Usa nel mondo.
Secondo Assange le decisioni sono state prese per le specifiche pressioni del senatore statunitense Joe Lieberman, presidente della Commissione del Senato Usa sulla sicurezza nazionale.
Le compagnie hanno spiegato che Wikileaks non ha rispettato i termini del contratto circa l'uso «responsabile» dello strumento offertogli.

giovedì 2 dicembre 2010

al vigile urbano: monologo

A te vigile che con fare superiore ordini di lasciare la curva libera quando ci passa un pullman tranquillamente. Ricogghiati!
A te vigile che solo perché c’è il divieto di sosta ma non s’intralcia il traffico e fai circolare. Ricogghiati!
A te vigile che fai le multe a quelli parcheggiati davanti alle scuole in attesa dei figli e non intralciano il traffico. Ricogghiati.
A te vigile che fai girare attorno alla scuola le macchine dei genitori fino all’uscita di scuola. Ricogghiati!
Sempre a te vigile che per essere ligio al dovere fai consumare inutilmente carburante e quindi inquinare. Ricogghiati!
E per finire, semprissimo a te vigile che sei attento e solerte ma che non riaccorgi che mi hanno sfottuto la macchina e sei lì a fare multe vaffancuuulo!

Ah dimenticavo. Ricogghiati daveru ca sinnò ncunu ti topulijia quando nci fai a multa a tutti e all’amicu toi l’aspetti ma nescia do barru e nci dici: vavattinda ca sinnò ti lajiu e fara puru attia!

wikileaks, al rogo come le streghe

il fuoco della libertà
produce martiri


Allo stato attuale la Casa Bianca, e quindi, Barack Obama, ha istituito una struttura ad hoc per evitare, in futuro, altre fughe di notizie top secret.
A guidare la task force, come ha spiegato lo stesso presidente degli Stati Uniti, saranno gli uomini del controspionaggio. Il loro compito sarà quello di coordinare le varie agenzie di intelligence e rafforzare le misure di sicurezza per evitare altri casi tipo WikiLeaks.
E pensare che si nutriva tanta simpatia per la faccia sorridente del giovane Barack. Il Presidente americano che si è visto assegnare un Nobel per la pace anzitempo. In effetti ci si aspettava tutt’altra politica internazionale da B. O. e maggiore trasparenza anche nei rapporti col resto del mondo. Ma vediamo un attimino cosa ha prodotto l’ostracismo dei governi implicati nelle pubblicazioni di WL:
Il colosso delle vendite on line Amazon, dopo pesanti pressioni politiche, ha deciso di non ospitare più il sito WikiLeaks sul proprio server.
Kirstinn Hrafnsson, portavoce del sito di Assange sostiene che “Se la stabilità globale è basata sull’inganno e sulle menzogne, allora forse deve essere scossa”. E non sembra una baggianata! Predicare bene e agire malissimo è un malcostume da eliminare.
Frattanto Julian Assange, il fondatore del sito internet, è scomparso e secondo il quotidiano britannico The Guardian, si troverebbe nel sud dell’Inghilterra circondato da amici fidati. Su di lui pende un mandato d’arresto internazionale spiccato dall’Interpol perché accusato di stupro. Qualcun altro vuole assoldare criminali per farlo eliminare fisicamente… certo che ha provocato un gran bel vespaio, Assange! Che non giustifica affatto le reazioni dei governi interessati.
E se un tempo, streghe, stregoni o persone invise al potere temporale, erano bruciate vive, oggi questa pratica non è più accettabile.
E che diamine, siamo o no persone civili? e proprio invocando la civiltà, l'emancipazione culturale e la democrazia diciamo che da un premio Nobel per la pace ci si aspettava qualcosa di diverso!

mercoledì 1 dicembre 2010

libertà espressiva e gioco creativo

©archivio M.Iannino
Mario Iannino, t.m., 2010; la grande A

Libertà espressiva e gioco creativo nelle opere dei Maestri contemporanei.


Jasper Jhons, Robert Rauschenberg, sono figure carismatiche dell’arte contemporanea. Entrambi esponenti della New Dada americana, come i cugini francesi del Nuovo Realismo, per esprimersi adoperano oggetti di uso comune in ossequio alla poetica dada di Marcel Duchamp.

Oggetti d’uso comune animano gli spazi visivi elaborati dagli artisti del ready made; che, rivisitati dal colore e dal gioco creativo assurgono a nova vita.

Nelle opere troviamo oggetti che solitamente vediamo quotidianamente ma che non guardiamo con occhi attenti; non indaghiamo e non accettiamo suggerimenti altri se non quelli insiti. Non diamo loro la giusta valenza visiva forse perché inflazionati dall’eccessiva esposizione oppure perché non riteniamo sia necessario e proficuo conferire valori poetici differenti da quelli comuni. Ma i simboli si prestano alle rivisitazioni più di ogni altra cosa proprio perché sono già dei contenitori di valori. E quand’è che detti valori fortificano concetti altri? Quando sono rivisitati e trattati come strumenti poetici, quando si riesce a trovare una poliedricità linguistica non necessariamente usuale che li faccia assurgere a elementi indispensabili del gioco creativo.
Gioco creativo che vede impegnati artisti come Mimmo Rotella che trascende la pubblicità effimera e s’inventa il decollage; Christo con impacchettamenti di monumenti; Dubuffet che abbandona la costrizione della forma accademica per rivolgere lo sguardo alla pasta e al gioco della stessa; alla libertà espressiva degli artisti atipici e quindi dell’arte brut.

mandato di cattura internazionale per Assange

Mandato di cattura internazionale contro il fondatore di wikileaks. Dalle parole ai fatti. L’America ordina all’interpol di catturare Assange.

il Pentagono non scherza e mobilita il leggendario ''Mudge'', al secolo Peter Zatko, schierato in campo della Difesa, per fermare la fuga di notizie riservate dagli archivi statunitensi e bloccare Wikileaks.
''E' un tipo molto brillante'', ha detto di lui Assange, rispondendo a una domanda di Andy Greenberg. ''Mudge'', 40 anni americano, e' uno dei membri storici del gruppo L0pht, fondato a Boston nel 1992. ''Possiamo spegnere tutto il web mondiale in 30 minuti'', dissero i sette componenti storici del gruppo in una audizione del Congresso americano nel 1998.

Duro anche il nostro ministro degli Esteri Franco Frattini: ''bisogna catturarlo e interrogarlo per capire che gioco fa e per capire chi c'e' dietro di lui''.

Ma perché l’America, Nazione democratica e liberale per eccellenza, la cui bandiera è tatuata nella mente dell’immaginario collettivo mondiale, si comporta come uno stato totalitario?
È forse un male snidare i cattivi dirigenti nazionali?
Se guardiamo alla storia politica ed economica americana sembrerebbe di no! Allora perché Assange fa tanta paura? D’altronde le prime indiscrezioni non lasciano trapelare nessuna novità. Wikileaks ha pubblicato notizie note, diramate persino da rai1.

Quindi? … o forse ci sono nascosti ben altri scheletri negli armadi istituzionali dei vari stati che sulla carta sono per la democrazia e la sovranità popolare?

martedì 30 novembre 2010

alla maniera di guikilix

Voglio scrivere un pezzo forte alla maniera di guikilix. Voglio fare tremare il mondo della politica della finanza dei religiosi degli atei e degli analfabeti. Insomma voglio fare casino. Così, per fare qualcosa. Perché se non fai casino, nessuno ti fila. Questo ho imparato seguendo i rumori dei media. ho capito che per essere ascoltato la devi sparare grossa, tipo ke ssò, un ciuaua ha sbranato il doberman e con la zampina s’è fatto il portachiavi. I pinguini hanno assediato i pescatori di frodo e i cuccioli di foca hanno cagato addosso ai cacciatori armati di spranga che erano andati a togliere loro la pelliccia bianca; che le balene e i delfini si sono trasformate in sirene e hanno catturato tutti i pescatori, quelli che ufficialmente sono sempre in missione scientifica ma che in realtà usano la tecnica per mattanze orrende e servirli come sushi.

Voglio spararla grossa e dire che anche gli animali respirano vivono e muoiono spesso per meriti o demeriti dell’uomo. Voglio dire che anche l’uomo infido vive, e anche bene, malgrado noi… che denunciamo le sue immonde cattiverie.

etica e sacralità in pittura: preraffaelliti e nazareni tra Italia e Inghilterra dell'800

©courtesy archivio M.Iannino

Sacralità ed etica del lavoro creativo nell'800.


Nel 1845 un gruppo di pittori, riunitosi a Londra, decide di rifiutare ogni forma accademica in pittura e per sviluppare la loro tesi prende come punto di riferimento i pittori precedenti a Raffaello, portatori, secondo il loro modo d’intendere l’arte e la vita stessa, di una freschezza poi contaminata dalle varie scuole successive a Raffaello, compreso. Perciò furono definiti Preraffaelliti.

In Italia qualcosa di analogo prende il nome de I Nazareni, un ristretto gruppo di artisti appartenenti al movimento romantico tedesco, attivi a Roma agli inizi del 1800, che incoraggiati in un primo momento dalle teorie di Wilhelm Heinrich Wackenroder e di Wilhelm August von Schlegel si staccano dallo schema classico-accademico, orientandosi verso una nuova arte, fondata su patriottismo e soprattutto sulla religiosità con un linguaggio che conferisce caratteristiche arcaicizzanti riscontrabile nell’impiego di un forte tratto dal cromatismo crudo fatto di pennellate uniformi.

I giovanissimi artisti Franz Pforr (1788-1812) e Johann Friedrich Overbeck (1789-1869), nel 1809, istituiscono nella città di Vienna, la Confraternita di San Luca (la Lukasbund), giurando di prestare sempre fedeltà alla verità, di contrastare gli schemi accademici e di far risorgere l’arte impiegando ogni mezzo.

A Roma, dove soggiornano l'anno seguente, grazie alla conoscenza del direttore dell'Accademia di Francia ottengono il consenso di riunirsi nel convento di Sant'Isidoro del Pincio, insieme a nuovi seguaci.
La confraternita andò a vivere nel monastero al Pincio e lì gli adepti cercarono d’intraprendere, attraverso la sacralità del lavoro, un percorso etico-pittorico che affondasse le radici nel piacere primitivo e sacrale della manualità e del lavoro inteso come preghiera autentica.
Insomma una pittura in netta antitesi con quell'arte che, per realizzare "la bellezza", ha tradito "la verità".

C'è, quindi, il ritorno allo studio di un albero, del gambo di un fiore, di una massa nuvolosa; si ricercano anche i dettagli più trascurabili del disegno, per esempio di una fronda, per riscoprire a fondo la struttura della natura e dialogare con lo spirito ormai svanito dell'animo umano.

Ma le contraddizioni non mancano; il tono sentimentale dell' "Ecce Ancilla Domini" (1850) di Rossetti, (Dante Rossetti, nonostante il suo nome, autenticamente italiano, è un pittore inglese nato a Londra il 12 maggio 1828 e morto a Birchington, 10 aprile 1882) con una successione di piani tracciati in modo quasi immaturo, come un atto di riverenza al Beato Angelico e l'invocazione del candore cristiano, per il critico d'arte John Ruskin, si spegnerà presto nelle imminenti passionali e provocanti dame; e così anche Hunt si perderà in una snervante ricerca del particolare e nella raffigurazione simbolica; mentre il dotato Millais trasgredirà, sempre secondo il critico d'arte, la causa preraffaellita per indirizzarsi alle richieste di ricche committenze: il messaggio incomincia a perdersi e verrà del tutto sostituito dai contenuti dall'estetismo che dilagherà dagli anni cinquanta, per tutto l'Ottocento.

codici cavallereschi e devianze etiche

Osso Mastrosso e Carcagnosso secondo una favola romantica dovrebbero essere i padri fondatori del malaffare in Italia.

In base ai racconti folkloristici si tratterebbe di tre cavalieri spagnoli, appartenuti ad una associazione cavalleresca fondata a Toledo nel 1412, che, scappati dalla Spagna per avere difeso l’onore della sorella, portarono nel Mezzogiorno d'Italia quelle che sarebbero divenute le regole della mafia in Sicilia, della camorra in Campania e della 'Ndrangheta in Calabria.

Una leggenda che è servita a creare un mito, a nobilitare le ascendenze, a costituire una sorta di albero genealogico con tanto di antenati.

La sera della strage di Duisburg una delle sei vittime, prima di essere uccisa, facendo bruciare un santino di San Michele Arcangelo con tre gocce del suo sangue, aveva giurato fedeltà alla 'ndrangheta in nome dei tre cavalieri spagnoli Osso, Mastrosso e Carcagnosso. Per la 'ndrangheta i codici e la loro trasmissione sono una ossessione.

Per quante trasformazioni essa abbia subito non ha mai voluto cambiare le modalità dell'affiliazione formale e simbolica. Ma qui siamo in pieno folklore. Una sorta di romantica adesione a dei valori “morali” da parte di giovani che affrontano i mali sociali. Giovani ingenui strumentalizzati da menti scaltre che non si sporcano le mani con omicidi o andando a lavorare nei campi. I pezzi da novanta vestono e frequentano l’alta finanza. Determinano le sorti delle nazioni. Pilotano notizie e ricchezze. Censurano ma sanno anche indossare la maschera del buonismo populista.

lunedì 29 novembre 2010

Wikileaks, tanto rumore per nulla!

Wikileaks, tanto rumore per nulla!

Dopo il rumore mediatico che ha fatto tremare molti governi e dirigenti politici alla guida dei maggiori paesi europei e nordafricani sui quali il governo Usa manteneva e continua a mantenere contatti per interessi politici e economici, la tanto attesa videata di documenti segreti è comparsa sul sito di wikileaks e da lì, siti internet e quotidiani come ''El Pais'', ''Le Monde'', ''Guardian'' e ''New York Times'' congiuntamente col settimanale ''Der Spiegel'' hanno iniziato a pubblicare notizie sui file riguardanti la diplomazia degli Stati Uniti annunciate dal sito di Wikileaks, fondato e diretto da Julian Assange. Nel mirino anche la politica italiana e in particolare il premier Silvio Berlusconi.

Le clamorose e terroristiche notizie annunciate da wikileaks, a mio parere, non hanno apportato novità degne di nota. Tutto il mondo sa delle frequentazioni del Premier Silvio Berlusconi con Putin. E d è altrettanto noto il suo carattere goliardico. Quello che lascia un po’ pensare è la reazione di Frattini.

Da alcuni giorni il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti aveva allertato le diplomazie internazionali sui pericoli destabilizzanti di alcune rivelazioni di wikileaks. Il ministro degli Esteri Franco Frattini aveva parlato di ''11 settembre della diplomazia”, avvertendo poi di usare cautela: ''Certamente ci sarà qualcosa che riguarda l'Italia, non necessariamente soltanto questo governo: si parla di notizie che iniziano nel 2006 quando il governo era un altro. La mia preoccupazione e' per l'Italia, non per una parte politica''. Eppure non traspare altro, per lo meno al momento.
Insomma nulla di nuovo sotto il sole che non si conoscesse già!
Nonostante ciò monta la polemica sterile di una politica da bar del paese e il chiasso mediatico acceso dai giornalisti.

Che ci sia dell’altro dietro a questa soap?

giovedì 25 novembre 2010

emergenza canone rai

Però, quanta fantasia al governo dell’Italia! Ora Paolo Romani, ministro dello sviluppo economico, suggerisce di infilare il canone RAI nella bolletta della luce elettrica così da beccare gli evasori. E chi paga l’abbonamento rai a nome suo mentre ha la bolletta dell’energia elettrica a nome del coniuge che fa paga due volte il canone? E come la mettiamo con le aliquote, visto che si gonfia una bolletta con più voci?

Interrogativi a parte, perché invece di fantasticare sulle briciole non cercano di recuperare gli evasori veri, quelli che hanno portato l’economia mondiale allo sfascio, intervenire sulle banche e sui traffici illeciti? Perché non creano sviluppo e cultura invece di tagliare i fondi a scuole, università ed enti locali?

Chi ha incarichi di governo o poltrone lottizzate dalla politica non si pone problemi di sussistenza o solidarietà vera. Né tantomeno si preoccupa se la gente non va più a votare, oppure è diventata allergica alla politica. Tanto meglio!, così quando il gatto non c’è i topi possono ballare in libertà.
A proposito di libertà, ma questo popolo delle libertà che dice di governare bene che è lì perché ha un patto da rispettare con gli elettori, si preoccupa davvero della salute morale ed economica dei cittadini? O fanno di tutto per allontanarli ulteriormente?
Oggi hanno collezionato solo uova marce dagli studenti di tutta Italia, mentre gli improperi, ormai li conoscono a menadito, tanto fischiano le orecchie ai membri delle due camere a causa delle emergenze. Emergenza lavoro, emergenza rifiuti, emergenza povertà, emergenza viabilità, emergenza terremoti, emergenza alluvioni, emergenza festeggiamenti 150 anni dell’unità d’Italia e emergenza canone rai.

contro la brutalità maschilista e la violenza sulle donne

Oggi si ricorda agli uomini brutali che la violenza sulle donne è un crimine. Una barbarie contro le , le sorelle, le figlie.
©mario iannino
mamme
Inutile ricordare l’importanza del ruolo ricoperto dalle donne nella società. Ricordiamo, invece, perché è stata istituita la ricorrenza e quali sono stati i motivi.
La scelta del 25 novembre, come data internazionale della lotta contro la violenza sulla donna, nacque da un accordo tra le partecipanti all'Incontro Femminista Latinoamericano e dei Caraibi, Bogotà 1981, allorché accolsero la richiesta della delegazione della Repubblica Dominicana di rendere omaggio alle sorelle Mirabal, tre dissidenti politiche della Repubblica Dominicana, brutalmente assassinate nel 1960 per ordine del dittatore Trujillo.
Con la risoluzione 54/134 del 17 dicembre 1999, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha dichiarato il 25 novembre Giornata Mondiale per l’Eliminazione delle Violenza sulle Donne, invitando governi, organizzazioni internazionali e ONG ad organizzare attività ed eventi per accrescere la consapevolezza dell’opinione pubblica su questo tema.
In Italia solo dal 2005, Centri antiviolenza e Case delle donne, hanno iniziato a celebrare questa giornata. In seguito, anche istituzioni e vari enti come Amnesty International festeggiano questa giornata attraverso iniziative politiche e culturali in contrasto alla violenza sulle donne.
Purtroppo l’inciviltà dei costumi, la diseducazione culturale delle società che basano i guadagni sui consumi utilizza appieno il corpo delle donne per stimolare i mercati e i consumi.
Alla donna si concede pochissimo spazio nella società, salvo presentarla come un trofeo ben confezionato nelle ricorrenze, durante le feste e persino nei palinsesti da quando qualcuno ha deciso che le giornaliste televisive ma anche le annunciatrici devono avere un aspetto carino.

mercoledì 24 novembre 2010

emergenze ambientali, disinformazione e cattiva gestione

Solita storia! Tutti accusano tutti! E intanto si va di male in peggio! La disinformazione seminata dai politici con i proclami e l’autocelebrazione rasenta il grottesco.
La nave affonda e non è provvista di scialuppe di salvataggio; inutile che il capitano eroghi fondi per corsi accelerati di nuoto a rana, stile libero, farfalla. Nel bel mezzo dell’oceano, tutti i passeggeri diverranno, prima o dopo, campioni di partite col morto. Un morto che galleggia sulle bugie e sulle opportunità mancate o negate da chi avrebbe dovuto governare la nave e non l’ha fatto per incuria, opportunismi, o perché si è fidato troppo di cattivi consiglieri.

Le emergenze non possono durare decenni ma attimi; le emergenze si riferiscono a momenti contingenti causati da fattori imprevedibili, ma come possiamo definire “imprevedibile” il maltempo, se oggi si fa persino piovere a comando con l’inseminazione delle nuvole? O emergenza la ristrutturazione delle aziende che per guadagnare sempre di più licenziano i dipendenti o delocalizzano le sedi di lavoro? E che dire poi dei rifiuti civili e industriali e del grandissimo giro d’affari che li gestisce? Per non parlare delle guerre, degli allarmismi psicologici diramati ad arte, dell’ignoranza indotta, dell’assassinio dei talenti…

No! Non è emergenza ma una strategia nichilista da regalare al popolino così da poter tessere nuove ricchezze e ampliare imperi economici già esistenti. Ecco perché i tagli alla cultura, le urla, le accuse reciproche, i pavoneggiamenti televisivi e mediatici degli esponenti di governi locali e nazionali che illustrano e spiegano il niente assoluto e disattendono le attese dei cittadini sono veleni non più ammissibili da quanti operano lealmente e divulgano saperi, quindi, Cultura!

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