giovedì 30 maggio 2013

La politica non è uno show o una guerra personale

Qualcuno dei 5S ha la libertà e, in mancanza di questa, il coraggio di dirlo a Grillo?

Dopo aver letto un'agenzia che titola così “M5s: Grillo 'permaloso' replica a Rodotà “miracolato dalla rete”” faccio un salto nel blog di Grillo e lì la solita manfrina.

Grillo o chi per lui se la piglia con tutti. È lui a fare la parte del “maestrino dalla penna rossa” che attacca tutti.
Attacca Rodotà e lo apostrofa con frasi irrispettosi mentre fino all'altro ieri lo considerava il “SUO” Presidente.

Lancia coloriti anatemi, si scaglia contro il sistema consolidato dai partiti e forse dalle lobby che però non nomina. Anzi, accenna di striscio agli inceneritori concessi alla Marcegaglia.

E mentre cita gli errori o gli inciuci della vecchia politica popolata da una serie di protagonisti improbabili estrapolati dal mondo fantasioso delle favole e delle battute da osteria con l'aggiunta di etichette e nomignoli che gettano in basso l'analisi politica e inaspriscono i rapporti civili, il testo dello show di Grillo si chiude con un banner che di politico non ha niente.

Un banalissimo banner commerciale messo tra un post e l'altro che propone l'acquisto di lampade led o un computer nuovo facile veloce economico.

Come dire, il nostro eroe unisce l'utile al dilettevole... (sarà per questo che spara rumorose cazzate?) d'altronde il sottotitolo del blog di Beppe Grillo è: il primo magazzino, pardon, magazine on line.  (e per essere il primo ti devi impegnare, aguzzare l'ingegno, accendere f lame e parlare alla pancia con la pancia)

Ah Grillo fatte da parte. La Politica è una cosa seria! e va fatta con umiltà e silente saggezza.
La Politica non è uno show! (anche se chi assedia ancora il Parlamento e le Istituzioni fa di tutto per esibirsi in piroette e strali dando il peggio di sé al Paese)

mercoledì 29 maggio 2013

Lavoro, diritti, astensionismo e sfiducia. Ognuno pensa per sé

courtesy M. Iannino,  2066, "Società, servi e padroni"
Perché scaldarsi tanto, non è stato Grillo a dire chiaro e tondo in faccia agli elettori delusi che gli avevano dato voto e fiducia: “non avete capito un cazzo del M5S, quindi non votatemi più!”?

Detto fatto. Gli elettori lo hanno accontentato rimanendo a casa e quelli che si sono recati alle urne hanno votato PD nella maggior parte dei comuni.

La gente vuole tranquillità. Una piatta e serena tranquillità quotidiana. Un lavoro. Una politica che gestisca seriamente la cosa pubblica senza fare la cresta sui soldi di tutti. E se è giusto, secondo i politici che lo ritengono tale, che il finanziamento ai partiti debba esserci perché serve per pagare le donne e gli uomini che lavorano nelle segreterie, in quanto, appunto lavoratrici e lavoratori, allora è più che giusto che anche al resto delle famiglie italiane venga concesso il diritto al lavoro e al relativo compenso.

Vedi caro Beppe, l'altro ieri ho sentito raccontare una cosa che è successa ad un conoscente. Un fatto che, a prescindere dalle furbizie di qualcuno che sfrutta la situazione a proprio vantaggio, dà il senso dell'attuale situazione.

L'altro ieri, questo signore di cui parlavo prima, si trovava nei pressi della stazione alla ricerca di un parcheggio.
Due ragazze di colore gli fanno cenno di fermarsi. Lui parcheggia e mentre chiude la macchina una delle due ragazze gli si avvicina e gli dice: andiamo? Dove, risponde l'uomo. Là, risponde lei. A fare che? Chiede lui. Bocca figa. È la risposta sbrigativa della ragazza.

L'uomo che già aveva capito tutto fin dall'inizio le dice: perché ti vendi? Cerca un lavoretto qualsiasi e fai sesso per amore della vita e non per i soldi.

Si, avevo tentato ma a fine mese se non hai i soldi non ci arrivi e se ci arrivi non mangi.

Quindi, caro Grillo, non è per apologia o induzione alla prostituzione che cito questo episodio ma per farti capire, qualora tu e chi ti sta affiancando in questo gioco al massacro politico non lo aveste ancora capito ma ne dubito, che la gente reagisce in vari modi. C'è chi fa azioni plateali, chi sfila nei cortei e urla fino a sfinirsi, chi si fida di persone come te perché qualcosa cambi, chi vende un rene e chi la fi...sarmonica.

Qualunquismo? disfattismo? Provocazione?... Sentimenti figli della sfiducia verso chi avrebbe dovuto tutelare il Popolo? Non so, pensateci voi che siete classe dirigente...

martedì 28 maggio 2013

Opere di Nènè Cartaginese nella Teodor Art Gallery in Catanzaro Lido


Nènè Cartaginese alla TeodorArteGallery di Catanzaro Lido 
Guardando all'universo che i media proiettano in quanto a comunicazione visiva, messaggi subliminali, spot pubblicitari e video art ha ancora senso parlare di pittura?

I modelli sovraesposti dalle vetrine di settore sembrano vivere su pianeti altri in cui lo sberleffo o lo scandalo destabilizza il comune senso del sentire elevando ad arte un dissacrante linguaggio ormai accettato, subìto stancamente.

Tra scandali, trasfigurazioni e infinite polemiche a seguito delle provocazioni pseudo dada progettate scientificamente per un mercato d’èlite c’è ancora chi ama esternare il proprio mondo secondo i canoni della pittura.

Nènè è uno di quei pittori che ama sentire l’odore della pittura ad olio. Impasta con la spatola e stende sulla tela velature di colore, crea atmosfere rarefatte. Pezzi di realtà trasfigurata, frammentata e ricostruita in tante tessere.

Nènè, 1980, "Vita spezzata" olio su tela
Il personalissimo mosaico tessuto da Nènè è pregnante di citazioni. Il suo geometrismo lineare, se pur figurativo, potrebbe indurre ad errori grossolani e, per certi aspetti, accostarlo all’astrattismo geometrico di Piet Mondrian o alle vetrate Tiffany, tanto per citare pezzi di storia dell’arte che hanno aperto nuovi linguaggi espressivi nel campo della poetica estetica. Ma non è così.

Le macchie di colore, Nènè, li concepì durante una estemporanea estiva. Stava dipingendo insieme ad un gruppo di amici pittori un meraviglioso paesaggio calabrese e, infastidito dall’eccessivo bagliore del sole fu costretto ad indossare gli occhiali. Fu allora che alzando gli occhi per catturare le nuvole scoprì le “macchie”.

La sua meticolosità lo porta a lavorarci su. Li educa e imposta in una scala cromatica dai toni armonici prevalentemente freddi. Scompone la figura e la fa diventare tutt’uno fino a perdersi, amalgamarsi nello spazio.
Soggetto e spazio circostante vivono un unico eterno amplesso nel mondo pittorico di Nènè Cartaginese.
Gaetano, Nènè nomignolo che si porta dietro fin da piccolo, Cartaginese nasce a Catanzaro nel 1944 e qui vive e lavora.
Attualmente le sue opere sono esposte nella Teodor Arte Gallery in Catanzaro Lido e rimarranno fino al 14 giugno 2013.

domenica 26 maggio 2013

Risolto il mistero dei post fantasmi

Alcuni vecchi post non comparivano più sul blog perché contrassegnati come bozze (!?)
Questa mattina, casualmente mi sono accorto del disguido tecnico(?) e li ho riproposti.
Buona lettura.

questi i link: 


accoglienza d'avanguardia ai migranti in Calabria



In Calabria l’accoglienza ai migranti è all’avanguardia!

Lo sostiene con forza il Presidente della regione Agazio Loiero e il testo che segue, estratto dal sito ufficiale della regione Calabria, conferma la convinzione che per alcuni mezzi d’informazione è più semplice divulgare notizie sensazionali come le navi dei veleni e altre disfunzioni del malaffare tanto per stare sulla notizia e abbandonarla non appena stanca l’opinione pubblica piuttosto che comunicare notizie positive.

“Nella convention odierna (12/10/2009) del Pd a Roma, ogni tanto è stata pronunciata la parola accoglienza, ma nessuno ha ricordato che la Calabria, unica regione in Italia, ha approvato una legge su proposta della giunta di centrosinistra”. Lo ha detto il presidente della Regione Agazio Loiero sottolineando, invece, anche se in tanti se ne dimenticano, i riconoscimenti secondo cui, in quanto ad accoglienza, la Calabria è all’avanguardia.
“Oggi ‘Il Sole 24 Ore’ – ha detto Loiero – dedica la sua seconda pagina alla storia di Riace che è tornato a vivere dando ospitalità ai rifugiati politici grazie alla sensibilità del sindaco Mimmo Lucano. E lo stesso Ignazio Marino, candidato alla segreteria del Pd, dopo avere giustamente criticato un cartello esposto all’aeroporto di Lamezia che invita i calabresi a curarsi fuori dalla regione, ha parlato del paesino reggino, senza spendere una parola su quanto la regione ha fatto per renderlo un simbolo di accoglienza”.
“Dobbiamo registrare con amarezza – ha aggiunto Loiero – che esiste una volontà di omettere quanto la regione ha fatto in tema di accoglienza, ignorando le cose che sono state prodotte a iniziare dalla legge e dal sostegno al film di Wim Wenders”.
“Eppure, la legge sull’accoglienza e l’integrazione degli immigrati che abbiamo voluto – ha commentato Loiero – è stata indicata, voglio ricordarlo, come un modello dall’UNHCR, l’agenzia dell’Onu che si occupa dei rifugiati, modello da imitare, da riprodurre e portare come esempio e come punto di riferimento per una legge nazionale. Stranamente però viene ignorata da chi, poi, si occupa di quel che avviene in Calabria, a cominciare da Riace”.
“Si tratta di una legge – ha concluso Loiero – che mira a trasformare la presenza degli immigrati e dei rifugiati in un’opportunità per il territorio, con la crescita economica e il ripopolamento dei centri storici abbandonati. Le esperienze di Riace, di Caulonia e di Stignano sono stimolanti. I flussi migratori vanno governati non incutendo paura ma con la sapienza delle proprie leggi, come ha fatto la Calabria”.

cucina mediterranea, semplice, gustosa, economica

LUMACHE AL SUGO

Cucina mediterranea semplice, gustosa, economica.
aore12

Un po’ di storia:
La cucina calabrese è il risultato delle colture praticate da millenni dalle popolazioni che hanno vissuto i luoghi mediterranei della Magna Graecia.
Antropologicamente, nell’entroterra calabrese, gli abitanti adottano i frutti della terra e l’allevamento generalizzato di suini, ovini, caprini, bovini, per il sostentamento giornaliero; mentre lungo le coste, essendo la pesca la principale risorsa economica, le conserve, consistono in prodotti sottosale, sarde e alici, sottolio, tonno sgombro e pescespada, e la più rinomata “sardella” piccante da spalmare sul pane conosciuta anche come caviale dei poveri. La creatività, dettata dalle esigenze strutturali, induce le massaie a non sprecare nulla, tant’è che la loro parsimonia, considerato lo stile di vita in voga in alcuni paesi dell’entroterra fino agli anni 60/70 che, per prassi, non si limitavano solo all’espletamento dei servigi casalinghi ma andavano anche a lavorare nei campi, le induceva a sfruttare appieno quanto di commestibile riuscivano a trovare nelle aree d’intervento. Consumato fresco o conservato con adeguati accorgimenti per i tempi di magra, il frutto della terra era trattato con estrema sacralità. Si va quindi dalle provviste dei prodotti spontanei, trovati in natura come funghi, lumache, erbe e frutti di bosco in genere e quelle coltivate; non manca nulle nelle dispense:
Le castagne nella sabbia per mantenerle fresche, grappoli d’uva appesi, fichi d’india, fichi secchi, serti di aglio e cipolle, peperoni, patate, olive e ortaggi in salamoia e la provvista di carne e grasso animale ottenuta dalla macellazione del maiale.
In tempi di carestia, causati dall’uomo o dalla natura, le castagne, i funghi, le patate, i fagioli, il granturco, il grano, i pomodori e le erbe selvatiche contribuiscono al superamento di tempi bui come la guerra, il dopoguerra, la calura eccessiva, la siccità o le alluvioni.

L’uomo, sfruttando appieno il suo spirito di sopravvivenza, riesce a rendere gustosi e piacevoli tutti i doni che la provvidenza offre, animali e vegetali; persino i molluschi, opportunamente cucinati, si trasformano in manicaretti deliziosi.

A Berlino, Loiero e Wenders parlano d’integrazione solidale, profughi e accoglienza in Calabria


A Berlino, Loiero e Wenders parlano d’integrazione solidale dei profughi in Calabria.

Il “modello Calabria” per l’accoglienza e contro l’intolleranza, esposto dal Presidente Agazio Loiero, trova attenzione al “X Summit dei Nobel per la Pace” sul tema “Abbattere i muri per costruire un mondo senza violenza” (con quattro declinazioni, disarmo, discriminazioni, povertà e omertà) che si è aperto a Berlino al “Municipio Rosso”, più noto come “Rotes Rathaus” il 9 novembre 2009 in occasione dei festeggiamenti per la ricorrenza dell’abbattimento del muro di Berlino.

Loiero è intervenuto dopo i saluti del sindaco di Berlino Klaus Wowereit, del Presidente del Summit dei Nobel per la pace Mikhail Gorbachev, di Walter Veltroni, co-presidente del Summit, di José Manuel Barroso presidente della Commissione Europea.

Con intensa passione, il presidente della Regione Agazio Loiero ha raccontato le esperienze dell’accoglienza dei profughi in Calabria come opportunità di sviluppo e integrazione dei rifugiati nei paesi di Riace, Caulonia e Stigliano. Ha ricordato l’integrazione della comunità dei curdi a Badolato e del senso di ospitalità rintracciabile in ogni paese della Calabria che è stata, a sua volta, terra d’emigrazione; ha rammentato l’apprezzamento che la Regione ha ricevuto per la sua legge sull’accoglienza e indicata dall’Alto Commissariato dell’Onu per i Rifugiati come esempio da seguire per una normativa nazionale.

“Voglio raccontare l’esperienza della mia Calabria – ha detto Loiero davanti ai Premi Nobel per la Pace e agli uomini delle istituzioni provenienti da tutto il mondo – una regione troppo spesso dipinta come fanalino di coda, capace invece di dare segnali di modernità e discontinuità rispetto al resto del Paese.”

“La Calabria – ha ricordato Loiero - è situata nel sud più estremo dell’Europa, per tale motivo, è terra di approdo di tanti uomini e donne che fuggono da guerre e miseria e da noi cercano protezione e rifugio. Noi stiamo sperimentando l’accoglienza non solo come dovere etico e giuridico, imposto dalla nostra Costituzione, ma anche come opportunità per lo sviluppo locale. Stiamo sperimentando l’integrazione “dolce”, non forzata, ma calibrata sulle esigenze del territorio, come alternativa al binomio immigrazione-illegalità, immigrazione-respingimento. Una scelta in controtendenza in questa Italia che si chiude, che alza nuovi muri”.

Il “modello Calabria”, quindi, per abbattere i muri dell’intolleranza.

“Perché abbatterli? Perché abbiamo il dovere – ha spiegato Loiero – di difendere il valore essenziale della dignità umana, perché ciascuno di noi può trovarsi dall’altra parte, perché non farlo vuol dire restare indietro: il mondo è già insieme, sono le politiche che vanno in senso contrario”.

Questa “piccola storia di una regione marginale”, una regione che per vari motivi - storici geografici, culturali - ha scelto di considerare l’immigrato come una risorsa e non come un costo sociale, ha strappato un applauso scrosciante dei presenti nel grande salone del Municipio Rosso di Berlino. “Io spero – ha concluso il presidente Loiero – che il modello Calabria possa essere esportato anche altrove, che possa diventare “contagioso”. Quello che mi fa davvero onore è che qui in Germania si sono accorti delle potenzialità di questo modello. Se n’è accorto il grande regista Wim Wenders che ha scelto di raccontare al mondo la nostra storia. Lo scorso settembre ‘il maestro’ è venuto in Calabria a girare un corto sull’accoglienza, dal titolo “Il volo” interamente in 3D, che uscirà prima di Natale nelle sale di tutto il mondo. La regione Calabria è diventata coproduttrice del film”.
E in un’altra sessione del Summit, lo stesso Wenders, parla del film, dei rifugiati, dei paesi d’accoglienza e della Calabria.

troppi studenti, tornare a Università d'élite, echi di Eco

L’intervento di Umberto Eco, pardon, la lectio magistralis” all'università spagnola di Burgos, dove il semiologo e scrittore nostrano si è recato per ricevere una laurea honoris causa in storia medioevale, non è una provocazione ma ben di più.

Come considerare le sue parole in un momento in cui si chiede più cultura e diffusione dei saperi in contrapposizione ai piani politici dei governi europei che tagliano ricerca e diritto allo studio in virtù di ipotetiche leggi di ingegneria economico-finanziaria che tutelano solo ed esclusivamente i grandi capitali?

E come giustifica il pluriinsignito prof la fuga dei cervelli, la mancanza di lavoro, l’affossamento della cultura solidale oltre che scientifica; la teatralità e l’esposizione mediatica dei baroni universitari che lasciano svolgere le lezioni al codazzo di studenti chiamati a ruolo di assistenti?

E che dire delle “vacanze” dai ricevimenti e dal timor panico che incutono certi “educatori” manichei?

Ma pare che queste tematiche non interessino al nostro prof.
Secondo lui, “l’eccesso di studenti ostacola l’attività accademica e conduce alla crisi dell’università” e non altri fattori.

Come dire: teniamo i figli a casa o mandiamoli nei campi a cesellar zolle anche se non c’è nessun bisogno. Ma teniamoli lontani dai prof impegnati in conferenze e intenti incassare lauree onorifiche. Baroni che cederanno lo scettro a una ristretta élite di privilegiati quando la gotta o il rincoglionimento li renderà incapaci di muoversi.

D'altronde l’auspicio di Eco è che “l’accademia torni ad essere per una certa élite, proprio come accadeva nella sua migliore epoca”.

Ma stimo troppo lo scrittore de “il nome della rosa” che in virtù del suo racconto ambientato tra le mura di un monastero e grazie al cognome di uno dei personaggi , Jorge de Burgos, ha ricevuto la laurea, per chiudere cosi sbrigativamente la faccenda.

Penso, piuttosto, che forse i media hanno, come al solito, strumentalizzato il pensiero del noto semiologo. Hanno estrapolato le frasi più insidiose per innescare la lite, catalizzare l’attenzione su qualche nuovo prodotto editoriale o iniziare la filippica ideologica sulla necessità alta di una cultura mirata all'emancipazione collettiva dei popoli.
No, forse mi sbaglio!

Se è vero quanto riportato dai media, Lui, vuole detenere il “potere” della cultura. Mantenere il suo status di docente insigne.
Status che, sempre secondo lui (come riportato dai mass media), è insidiato dai nuovi mezzi di comunicazione di massa. In special modo della rete, il web, che, sempre secondo il parere del semiologo riportato dai giornali on line, “la rete, come strumento di consultazione inibisce il lavoro degli insegnanti e porta a  un mutamento per quanto riguarda il legame tra docenti e studenti”.

Insomma per il prof con internet si può accedere a molte informazioni che in parte sostituiscono il lavoro dei docenti.

sabato 25 maggio 2013

Letta abroga il finanziamento pubblico ai partiti, ma in 3 anni, tra 6 mesi, forse

courtesy M. Iannino. "CULT" pittura 2012
I cittadini italiani che pagano le tasse stanno vivendo momenti drammatici a causa degli aumenti delle aliquote sulle bollette delle utenze domestiche o, per le ormai poche, aziendali e della mancanza di entrate da lavoro dipendente e,o, privato.

In tutto questo gran casino pare che la preoccupazione maggiore del nostro Presidente del Consiglio Enrico Letta sia l’apparire.

Vuole apparire determinato e quindi si gioca la carta dell’abrogazione, “abrogazione” questa la dicitura voluta da Lui in materia di norme vigenti sul finanziamento pubblico ai partiti.

Abrogazione! Espressione decisa, che lascia però uno spazio d’attuazione di tre anni, una volta che tutti saranno d’accordo e diverrà legge dello Stato.

Vale a dire che la nuova normativa entrerà in vigore gradualmente nell'arco di tre anni per dare il tempo ai partiti che hanno strutture faraoniche in rosso di mettersi in pari, fare proseliti e cercare sponsor per la macchina burocratica che li sostiene sul territorio anche attraverso la donazione volontaria dell’uno per mille delle ritenute irpef.

Si prevede un cambiamento, quindi, anche sul modello della denuncia dei redditi: tate caselline che associate a quelle delle chiese trasformeranno in gruviera il modello della “dichiarazione dei debiti” degli italiani già abbastanza incasinato e incomprensibile di suo.

 Che dire? Da cittadini già frustrati dal potere politico avremmo gradito essere testimoni di manovre dirette alla persona, agli ultimi che non riescono a campare a causa dei problemi noti e abbondantemente ribaditi.

È dal rispetto dimostrato concretamente verso i deboli che inizia la vera democrazia e il vero fare politica.

Come tutti continuano a ribadire: “è un momento difficile”; sarebbe opportuno e onesto che anche chi assorbe grandi risorse pubbliche iniziasse a farsi carico del sociale risparmiando e ove necessario rivedendo il concetto di partito politico e relative strutture.

mercoledì 22 maggio 2013

Governare un Paese, seduzioni mentali e affini

Tra franchi tiratori e cecchini, i partiti politici, sparano a zero sui nemici interni e esterni. Adoperano ogni mezzo pur di arrivare al traguardo prefissato dai capi corrente.

Applicano o ignorano le leggi a seconda degli interessi contingenti.

Sarà questo il motivo per cui adesso qualcuno rispolvera una vecchia leggina del ’57 sul conflitto d’interessi e sull'ineleggibilità di Berlusconi quale proprietario di televisioni e giornali?

Ed è sempre per lo stesso motivo se qualcun altro/a s’inventa uno sbarramento per i movimenti che s’impegnano in politica ma non sono soggetti politici strutturati in partiti?

Certo, se tutta questa fantasia, i parlamentari, la mettessero davvero al servizio dei cittadini  per risolvere i drammi delle disoccupazioni, dei mancati introiti nazionali e privati e degli scempi culturali scaturiti da insipienza civica o da eccessiva bramosia di certa lobby, non ci troveremmo con le barricate a difesa di questo o quel leader e con la continua minaccia che l’attuale governo cada per vendetta.

courtesy Mario Iannino©
courtesy  M. Iannino, "Lezioni di seduzione" 2006
Non ci sarebbero le bande rivali ad occupare le Camere con le relative commissioni e sottocommissioni. Non ci sarebbe la spartizione col bilancino “Cencelli”. Non ci sarebbe chi compra o foraggia pezzi di rappresentanza parlamentare per tenerseli buoni; insomma sarebbe, non più il paese delle banane ma, il Bel Paese degli artisti e dai filosofi. 
Ma siamo, fondamentalmente, dei seduttori. Amiamo vincere.
Quindi, tutti a scuola di seduzione!, ognuno nel ramo che più gli si confà, da maestri o discepoli, a seconda dei momenti.

Intanto FIAT industrial prepara lo sbarco a Wall Street. Trasloca con la nuova fusione che nascerà con l'olandese Cnh, la FI Cbm Holding NV, dove il fisco è più clemente con le imprese.

lunedì 20 maggio 2013

Medugorje, illusione ottica o altro?

davanti alla Croce blu di Medugorje 
L’ho analizzata puntigliosamente. Guardata da ogni angolazione. Osservato minuziosamente i contorni 
delle pietre, il profilo della statua e le linee della Croce. Tutto è preciso. Niente, nessun soggetto è sfuocato nella fotografia scattata il 15 maggio 2013 alle ore 20 e 43 ai piedi della Croce blu di Medugorje.

Se i soggetti avessero tutti le stesse ombre si potrebbe pensare ad uno scatto fatto da mano incerta, ma la fotografia è nitida. Lo dimostrano i soggetti in primo piano: i fiori, le rocce e i contorni netti dei simboli stessi della Cristianità che proiettano e accorpano le scie impalpabili.

Nessuna operazione di fotomontaggio da parte di alcuno ha fatto sì che si vedessero quelle strane ombre dietro la croce,  sul lato sinistro della statua della madonna e affianco ai pali che reggono la corda di recinzione.

Parlare di miracolo mi sembra eccessivo. Solo chi ha fede accetta segnali visivi analoghi come segni o messaggi da parte delle entità Celesti per gli uomini. 

Per una mente razionale è difficile accettare passivamente fenomeni simili.

Come spiegare allora gli effetti visivi catturati dalla macchina fotografica nel tardo pomeriggio di una normale giornata di sole ai piedi del percorso che i fedeli intraprendono per arrivare alla sommità della collina delle apparizioni?
Effetto ottico o altro ai piedi della Croce blu?

Letta sulla scia di Monti, 734 euro tra imu tares e iva

Mentre Epifani si scaglia contro la sinistra che fugge davanti ai problemi della Nazione, uno studio della federconsuamtori chiarisce che dal primo luglio per le famiglie inizia la batosta da 734 euro tra IMU, Tares e IVA a famiglia.

L’associazione federconsumatori somma approssimativamente i rincari delle singole imposte: 45 euro per la TARES, 207 euro per ll’aumento dell’IVA e, ciliegina sulla torta, 480 euro per l’IMU.
In una situazione normale, dove i cittadini hanno di che campare, parlare di queste cose è un’assurdità bestiale perché è giusto pagare le tasse.

Diventa, invece, un controsenso aumentarle laddove la recessione è il prodotto di assurde equazioni manichee che producono disoccupazione e macelleria sociale per i cittadini tagliati fuori dalla società produttiva e privati di qualsiasi risorsa economica o welfare. (Vedi agenda Monti e la volontà del governo attuale di portare avanti quanto lasciato e strutturato dal governo tecnico appena sostituito da Letta e C. per volontà del Presidente Giorgio Napolitano.)

Tutte leggi fatte per salvare i conti pubblici a scapito delle esigenze primarie a tutela della persona.

Altro episodio allarmante riguarda l’inchiesta delle iene sulle bustarelle delle lobby date a deputati e senatori per caldeggiare gli interessi di chi impiega soldi e ingegno negli affari delle slot machine e del tabacco.

Dalle anticipazioni giornalistiche in merito al servizio delle Iene su deputati e senatori che, nelle scorse legislature, sarebbero stati pagati da multinazionali per operare modifiche favorevoli ai disegni di legge in discussione, viene fuori il marcio reale.

Se queste accuse dovessero essere tradotte in verità dagli inquirenti verrebbe fuori un quadro allarmante.
Il malaffare spicciolo fatto da chi problemi di denaro e di sussistenza non dovrebbe averne, ma lo crea alla Nazione e ai cittadini.
 Quindi, perché impuntarsi sull’art.18, sulle pensioni, la sanità, la cultura e il welfare?

domenica 19 maggio 2013

le discrasie del governo Letta e l'impotenza degli oppressi

Epifani, non sei il solo!

Guglielmo Epifani dice di venire dalle piazze e di esserci stato per cinquant'anni. Vero! Ma  se le cose sono peggiorate, lui da ex dirigente sindacalista adesso alla guida del PD cosa propone?

Cosa dice alle famiglie, o meglio, cosa fa per le famiglie che non hanno più un reddito?

Di sicuro Letta non si è posto il problema viste le manovrine che sta facendo per depistare i cittadini dai veri problemi.

Dal primo di luglio aumenterà l’iva. Passerà dal 21 al 22%. E secondo i calcoli questo giochino costerà 134€ in più all'anno per le famiglie.

Va be’, se non si possono pagare spese impreviste perché non ci sono lavoro e soldi basta non comprare vino e birra; non camminare con la macchina perché aumentano carburanti e riparazioni auto; non comprare abbigliamenti, calzature, mobili, elettrodomestici, giocattoli e computer! 
Semplice no? Abbattiamo i consumi. Stringiamo la cinghia però salviamo le banche e il sistema economico che ci affama economicamente e culturalmente.

Insomma, forse Epifani dimentica le “lotte sindacali del passato”, organizzate per conquistare dignità sociale e culturale.
Ma loro hanno pronto l’asso nella manica: la sospensione dell’IMU! 

L’IMU che slitta di qualche mese ma che comunque deve essere pagato
Deve essere pagato a giugno dai nuovi poveri senza entrate economiche che hanno pensato, nelle ere di vacche grasse, di investire nella seconda casa costruita in economia e magari nella casina di villeggiatura e a settembre da quanti non hanno investito i risparmi nel mattone.

E che dire dell’IMU sui negozi sfitti?
Della gente che non ce la fa più e che fa gesti estremi?
Ecco, questi sono gli interrogativi che dovrebbe risolvere Epifani, Letta, Berlusconi e tutto il cucuzzaro che da anni assedia le Istituzioni;. 
Dirigenti impegnati nel sociale, questi del cucuzzaro, che emanano provvedimenti iniqui, che affamano il Popolo, creano disagi sociali enormi mentre noi, intellettuali, politici, cristiani, evangelici, dissertiamo sul sesso degli angeli.

domenica 12 maggio 2013

Brescia, che dice il Presidente Napolitano

courtesy Mario Iannino©
courtesy M. Iannino, op.dgt. "ITALIA, violata"
"Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell'interesse esclusivo della nazione"

con queste semplici e chiare parole, vergate nella Carta costituzionale che disciplina la formazione del Governo, i ministri, chiamati singolarmente, giurano davanti al Presidente della Repubblica, nell'interesse specifico del Paese.

In ossequio a tale giuramento, è d'obbligo chiedere al Presidente Giorgio Napolitano e a noi stessi, quanto sia corretta la presenza fisica dei ministri della Repubblica nelle manifestazioni di piazza contro le istituzioni dello Stato.

Che sia il caso di smetterla con le ammucchiate incestuose in nome di una fantomatica esigenza nazionale anche per dimostrare rispetto alla Carta Costituzionale scritta dai Padri Fondatori quando ancora aleggiava l'odore acre del sangue fratricida?

Onestamente vista “l'emergenza”, che secondo alcune correnti di pensiero ha portato all'inciucio, ci si aspettava una decisione netta dei nominati in direzione dei problemi caldi quali la revisione immediata del porcellum, una pacata e attenta redistribuzione equa delle tasse in base alle entrate reali dei contribuenti. (non cito per niente l'ovvio del quale si riempiono tutti la bocca ma che rimane utopia).

Due semplici azioni che avrebbero ridato fiducia e slancio ai cittadini.

venerdì 10 maggio 2013

dallo stalking al femminicidio

courtesy Mario Iannino©
courtesy M. Iannino, "innamoramento, stalking, femminicidio" op. dgt.
STALKING.

E poi... l'inferno.

La lotta tra il bene e il male esiste da sempre.

Bene e male non sono fenomeni considerati tali in base a schemi prestabiliti in egual misura ma sono variabili indipendenti che si quantificano e qualificano a vari livelli conseguenzialmente alle culture dei singoli e, per alcuni, alle leggi che gli uomini hanno voluto per disciplinare le società.

Il delitto contro l'umanità non ha bisogno di essere scritto per essere ritenuto obbrobriosamente tale.

La macelleria sociale è nei fatti. La diseguaglianza culturale, economica e quindi di censo, rende schiavi o padroni.

Tutte cose che creano l'inferno il purgatorio o il paradiso in terra.

mercoledì 8 maggio 2013

Letta, tutti in convento ma ognuno paga per sé

Chi gioca a fare spogliatoio e chi è in mutande da tempo.


Di tutto si può dire agli italiani tranne di non essere pazienti. Abbiamo pazientato (?) giorno dopo giorno e soprasseduto alle strategie comunicative di tutti i governi e degli attori che hanno rubato la ribalta alla logica delle cose.

Siamo stati pazienti con i giornalai da quattro soldi, schierati, ma forse è più indicato dire venduti. Però, a ben pensarci, venduti lo siamo un po’ tutti… o, chissà, innamorati? Innamorati di una idea, un ideale op di una qualche icona.

Prima di scrivere della sensazione che dà il nuovo governo Letta ho volutamente lasciato decantare gli effetti immediati del suo agire.

Resettato il cervello e messo in stand by i pensieri, ho aspettato.

Ho aspettato, e come me tanti, per vedere se dopo i proclami e le gitarelle fuori porta per sondare gli umori degli altri leader europei (come se la situazione non fosse abbastanza chiara) alle parole seguissero i fatti. Ma troppo tempo è trascorso per chi ha necessità impellenti e che, di sicuro, non può tentennare oltre all'ultima trovata del ritiro in convento del governo Letta.

Convento! La definizione del luogo del ritrovo, buttata lì dai giornalisti asserviti al falso sistema del libero pensiero e con l’aggiunta che si paga alla romana, ha fatto effetto sul popolino.

Un ex convento trasformato in accogliente albergo a 5 stelle dotato di tutti i comfort per evitare la propagazione degli odori sgradevoli presenti negli spogliatoi di quarta serie. o, peggio, delle fabbriche diventate archeologia del mondo del lavoro.

E mentre loro giocano a fare squadra, cosa improbabilissima!, nella società reale c’è chi continua a fare buchi nella cintola, comunque, costretti a pagare gabelle ma senza qui diritti fondamentali che dovrebbero elevare l’esistenza dei miseri in qualità esistenziale civica come voluto dai partiti presenti in questa “squadra” di governo che hanno legiferato in merito a welfare, cultura e lavoro.

venerdì 3 maggio 2013

gelato al cioccolato? nero modicano di Antonio cosentino al Marrons Glacès in Catanzaro Marina

"nero modicano", il nuovo gusto al cioccolato
del maestro Antonio Cosentino
25 anni sono trascorsi da quando Tonino e Gisella hanno iniziato la loro avventura fatta di passione e coerenza. Tonino è un pasticciere che, dopo la cosiddetta “gavetta”, è riuscito ad aprire una sua attività artigianale affiancato amorevolmente dalla cara consorte Gisella.

È orgoglioso del suo impegno e non disdegna di raccontare di quando si intratteneva oltre il tempo pattuito per l'apprendistato nei laboratori di pasticceria.
Ha lavato utensili e sbirciato le movenze dei maestri pasticcieri per carpirne i segreti fino a quando lui stesso è stato messo a lavorare gli ingredienti e fare le prime paste dolciarie.

Il giovane Tonino è cresciuto. E nel frattempo ha saputo unire passione e volontà. È diventato un piccolo valente imprenditore locale. Con lui lavorano le figlie, la moglie Gisella e alcuni commessi.
Definirlo un'eccellenza nella lavorazione della pasticceria nonché maestro gelataio non è un'esagerazione.

La passione lo spinge a sperimentare continuamente. Nel suo laboratorio le alchimie non cessano mai di stupire e accalappiare i palati più esigenti.

Quest'anno è il “nero modicano” il nome del gelato al cioccolato appena creato appositamente per festeggiare i 25 anni di attività del Marrons Glacès, questo il nome della sua pasticceria, situata sul lungomare di Catanzaro Lido.

È un gelato a base di cioccolato di Modica con aggiunta di granelli di zucchero grezzo e altre spezie che il nostro pasticciere tiene gelosamente segrete. Ma a noi poco importa. Quel che conta è il piacere che il gelato sprigiona a contatto con le papille gustative e i rimandi aromatici dei retrogusti abbinati magistralmente dal maestro Antonio Cosentino.

l'idiota sul web e la spazzatura in tv

50cent. per togliersi pruriti di nera

Cos'è più dannoso dell'idiota sul web e la spazzatura in tv?

Il moralismo di pancia!

Mi sembra strano che una donna coraggiosa e intelligente come la Presidente della Camera Laura Boldrini, che non si lascia intimorire da nessuno tant'è vero che rifiuta la scorta prevista dal regolamento a tutela delle alte cariche dello Stato, apra una bagarre sulla libertà d'espressione in internet.

Le sue parole si prestano bene per riaprire la questione “censura” sul web. Problema che sta a cuore a molti ma con finalità differenti.

Il web, si sa, è uno spazio indefinito, irreale, che qualcuno definisce democrazia liquida per la possibilità effimera di poter esserci e esprimere le proprie opinioni.

È, tutto sommato, lo specchio dell'educazione che i grandi hanno impartito nel mondo reale ai piccoli.
Quindi, perché tanto scandalo? Anche noi cittadini ci siamo scandalizzati davanti alle porcate di certa gente.
Gente che si è insediata indegnamente nelle Istituzioni. Gente sotto inchiesta per fatti resi noti dalla libertà di espressione di giornalisti e blogger seri.

Eppure, nonostante i post incriminati siano stati rimossi e condannati, messaggi e fotomontaggi indirizzati alla Presidente Boldrini.

Nonostante la Procura di Roma abbia aperto un fascicolo d'inchiesta per la spazzatura mediatica lasciata su alcuni siti internet, in riferimento alla signora Boldrini.

con Laura Boldrini contro la stupidità nel web

aore12
Laura Boldrini, Donna e Mamma impegnata nel sociale
C'è una notizia, battuta oggi dall'AGI, che lascia molto amaro in bocca. 
Si tratta delle battute poco felici e dai fotomontaggi che hanno il sapore crudele della stoltezza piuttosto che della satira propositiva nei confronti delle alte istituzioni. Questa volta pagarne lo scotto è Laura Boldrini, donna, mamma e persona impegnata nel sociale.

Pare che qualche emerito stupido l'abbia “sgozzata virtualmente” e con la stupidità che c'è in giro, effettivamente, non si valuta quanto male può provocare una simile raccapricciante goliardia. 

Ma da questo a voler fare una crociata contro la libertà in rete, ce ne vuole davvero. Anche perché i più popolari social network sono corredati di appositi sistemi di censura.

Piuttosto si dovrebbe puntare il dito sul disagio sociale. Sul mancato decollo Culturale, questo sì, imposto ad arte dai dirigenti nazionali e locali. E non mi riferisco ai tagli alla cultura o alla scuola in generale. Penso alla crisi dei valori alimentata dai mass media tradizionali, quali la televisione e i giornali.

Ed è in questi giorni che in prima serata va in onda una sorta di pubblicità demenziale sulle maggiori reti televisive.

È la pubblicità ad un giornale di infimo gossip che vanta di dare le migliori e approfondite delucidazioni sui casi più torbidi della cronaca degli ultimi anni andando, suppongo per come dice la voce narrante, a scavare nel passato di povere ragazze trucidate, vittime della pazzia dei grandi. 
Spesso familiari che avrebbero dovuto proteggerli e instradarli lungo il cammini della vita e che invece sono stati i loro carnefici.

Ci sarebbe molto da dire in merito alla distorsione mentale di certa pubblicità. Ma è campo proibito. Il motivo è chiaro ma nessuno ne vuole parlare o porre rimedi.

Il web è libertà d'espressione! E come tale deve essere rispettato. 

Ovviamente, la libertà individuale, fraintesa da quanti sono cresciuti guardando la tv gossippara brava ad elevare a miti i furbi e gli arroganti, si fa essa stessa sentinella delle libertà altrui nel rispetto della persona prescindendo dalle ideologie e dalle cariche sociali.

mercoledì 1 maggio 2013

diritto alla VITA e dignità Sociale

QUESTIONE SOCIALE... qualcuno se la ricorda solo oggi.


courtesy Mario Iannino©
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