Ai Professori di Pace
Lettera aperta alle potenze mondiali e ai custodi della pace
In questo momento storico, l’attenzione del mondo è inevitabilmente attratta da Gaza, dove si consuma una tragedia che lacera le coscienze di chiunque possieda una struttura mentale empatica. La sofferenza degli innocenti, intrappolati in un sistema alimentato da rancori, interessi e calcoli spietati, non può più essere ignorata né relegata a statistiche.
La sete di potere e profitto ha superato ogni limite morale. Il bene, la bontà, la fiducia nel ritorno spontaneo dell’equilibrio sono diventati freni inefficaci, illusioni che lasciano spazio al male generato dagli uomini. L’attesa passiva, la speranza in interventi miracolosi o esoterici, non fa altro che amplificare il dolore e legittimare l’inerzia.
È tempo che le potenze mondiali, quelle che si proclamano custodi della pace, abbandonino le enunciazioni vuote, gli embarghi inefficaci e le condanne formali. È tempo di adottare metodi nuovi, coraggiosi, umani. La diplomazia deve essere azione, non teatro. La pace deve essere costruita con strumenti reali, non con retorica.
Non si può più tollerare che il diritto internazionale venga calpestato, che le vite umane siano sacrificate sull’altare della geopolitica. Ogni giorno di silenzio è un giorno in cui il male si rafforza. Ogni parola non seguita da fatti è complicità.
Chiediamo da tempo, da questo blog con voce ferma e cuore aperto, che si agisca. Che si protegga la vita. Che si difenda la dignità. Che si scelga la pace, non come slogan, ma come impegno concreto.
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