sabato 29 marzo 2014

Le televendite di Matteo

Le campagne renziane sono genuine e buone per l'Italia?


Come in tutte le campagne pubblicitarie se il messaggio non arriva diritto ai consumatori e li induce ad interessarsi al prodotto, magari, parlarne fino allo scontro per difenderne o svilirne i valori, lo spot, qualunque esso sia, non è efficace.

E Matteo Renzi ha dimostrato di essere un maestro in questo.
Sa come solleticare il ventre molle popolare. Tra la vendita farsa delle auto blu, che pare abbia sortito l'effetto voluto tra i polli e quanti vivono la vita come se fossero in un film, i tagli della politica sbandierati agli italiani e quelli in cantiere pensati nei confronti di quanti guadagnano cifre esorbitanti e ingiustificate per dirigere aziende pubbliche o partecipate (che significa soldi derivanti dalle tasse imposte unicamente ai cittadini che già le pagano), tagli alla politica e agli apparati istituzionali; per dirla in breve: tutte cose che stanno sullo stomaco e che trovano consensi immediati, con questi proclami il giovane rampante Matteo intende rabbonire i malpancisti e portare oltre le secche della fame e della sfiducia l'Italia.

Speriamo che non si dimostri, alla fine, dopo che lui ha ottenuto i suoi personali risultati, della misera pubblicità ingannevole.
Oltre tutto la satira di Crozza, viste le fonti documentate (Mario Giordano) per quanto concerne gli sprechi dell'europa e quelle nostrane, pare testimoniarne il contrario di quanto vogliono farci ingoiare Matteo e i suoi. Attenzione. I suoi non è riferibile solo al pd! Analizziamo gli ultimi avvenimenti. L'incontro con Obama e anche le agende dei governi precedenti.

Lo so, viene fuori una trama oscura. Quasi un giallo noir dai contorni angoscianti. E forse è proprio questa la chiave di lettura che ci fa capire quanto sia possibile liberarsi dalle catene delle lobby economiche che continuano a perseguire i loro intenti sotto mentite spoglie e falsi baluardi sociali.

Ma, mi piacerebbe sbagliare. Me lo auguro per il bene di tutti. Forse il mio pessimismo si amplifica ogni giorno di più perché sento troppe cazzate; concetti enfatizzati per narcotizzare il popolino. Dire cose che il popolino vuole sentirsi dire. E Renzi è un maestro in questo!

Sarebbe bastato che dicesse cose più razionali che guardassero verso orizzonti più limpidi in armonia con quanto è giusto che sia realmente. Per fare ciò non è necessario essere filosofi o scienziati, professori o magi.

Basterebbe leggere la Costituzione e metterla in atto. Senza effetti speciali, così, semplicemente come vergata dai Padri Costituzionalisti che la “pensarono” con e per amore di un popolo che aveva sopportato e, perciò, con l'intento di evitare, anzi abiurare guerre, fame, miserie fisiche e intellettuali e non essere soggiogato più da despoti di qualsiasi natura e origine.

venerdì 28 marzo 2014

SCOPELLITI, STOP DEI MAGISTRATI


Giuseppe Scopelliti si dimette da Presidente della regione Calabria

"Con la maglietta bagnata e con la testa alta finisco questa partita."

Così si esprime Giuseppe Scopelliti davanti ai giornalisti dopo la condanna a sei anni di carcere e l'interdizione perpetua dai pubblici uffici inflitta dal tribunale di Reggio Calabria a conclusione della sentenza sul caso “Fallara”.

Le dimissioni di Scopelliti da Presidente della regione Calabria chiude anzitempo la legislatura e richiamano alle urne gli elettori calabresi che probabilmente esprimeranno il loro voto regionale in concomitanza con le prossime europee 2014 del 25 maggio.

Con le dimissioni Scopelliti ha dimostrato buon senso. Ha reagito da uomo politico serio che rispetta la magistratura e le sentenze sfavorevoli.

Certo è un macigno enorme quello che gli si abbatte addosso sul finire della legislatura.
A parte il dramma personale e familiare, del quale Scopelliti non lascia trapelare nulla, il presidente dimissionario volge le sue attenzioni alla Calabria e ai calabresi. E lancia un monito alla sinistra e a quella parte di politica che usa “altri mezzi” per eliminare gli ostacoli quando non riesce a sconfiggere gli avversari col voto democratico nelle urne e prima ancora con l'esempio della buona pratica politica.

Sembra risentire un vecchio refrain col quale Berlusconi ha stancato ma che Scopelliti ha rivalutato pur denunciandone l'uso.

Certo sarebbe stato gratificante per la parte del mondo politico avverso che si dice di sinistra vederlo defenestrato dai mezzi della politica attiva e da una attenta quanto efficace azione di contrasto sociale immediato in seno all'assise comunale di Reggio Calabria. Laddove, appunto, è nato il famigerato “modello” del quale è stato vittima insieme alla sfortunata collaboratrice e ai collaboratori che a sua detta sono stati infedeli.

Comunque voi la pensiate, per me, l'intera vicenda con relativa sentenza finale, anche se lascia altri gradi di giudizio ai condannati per ricorrere e fare valere le proprie ragioni e scoprire altre verità, è una sconfitta che brucia sulla testa dei calabresi.
In sintesi, nessuno degli eletti e nessuno partito politico ha saputo o voluto fare politica con e per il territorio.
Ancora una volta è stato demandato ad un arbitro terzo la decisione di cosa è giusto e cosa sbagliato in politica e, quindi, nelle azioni di un amministratore pubblico messo a governare un territorio non da un concorso ma dai suffragi dei cittadini. e questa azione si traduce ancora una volta in sconfitta per la politica e quanti credono nei valori insiti dell'azione stessa.



Barak a Roma per una politica americana

Ci hanno voluto stupire con effetti speciali e pacche sulle spalle.




Due leader a confronto: il giovane rampante Matteo Renzi e il navigato Barak Obama presidente dell'America e premio nobel preventivo per la pace.

Roma è stata blindata per accogliere il presidente degli stati uniti d'america.
Al suo secondo e ultimo mandato Barak è corso in aiuto del suo delfino Matteo che dice di rifarsi a lui per traghettare l'Italia fuori dalla crisi.

Si può fare se usciamo dalle teorie e dal giogo delle lobby economiche che coltivano e impongono Logiche che affamano e bruciano i popoli.
Si può fare se la classe politica non è corrotta e invece di indebitare le nazioni con acquisti bellici tipo gli f35 americani che tra l'altro sono difettosi, investe in operazioni socialmente utili quali il lavoro e la dignità che questi conferisce, la cultura che serve per fare evolvere le menti.

mercoledì 26 marzo 2014

Renzi in Calabria, attento, travolgente e propositivo

Scalea, 26 marzo 2014.
scalea, cs, mar tirreno cosentino

il presidente del Consiglio Matteo Renzi è in visita in Calabria. Sul palco esponenti locali del pd e davanti una platea variegata di cittadini che ascoltano e urlano i loro problemi cocenti.

Da una parte la rappresentanza delle istituzioni che dicono come al solito belle parole e giurano buoni propositi dall'altra i cittadini mortificati dalle tantissime ingiustizie imposte dall'alto sotto il nome di spending review che impone agli altri, ai cittadini comuni di prendere il peso degli errori della politica e pagarne il conto in termini di tagli al lavoro e consumi.

Renzi giura che ce la metterà tutta per far cambiare rotta al sistema e incita i calabresi ad essere parte attiva del cambiamento. Dice di volere cambiare la vecchia fase politica e ne programma c'è l'abolizione del Senato. Secondo lui una Camera è sufficiente per legiferare. Può darsi che abbia ragione ma prima deve spiegare come mai proprio alla Camera dei deputati le proposte politiche dei disegni di legge si gonfiano di emendamenti che nulla hanno a che fare con i temi inerenti alla legge in questione.
Dovrebbe spiegare perché abolire un elemento di controllo come il Senato in mancanza di crescita civica tra i parlamentari che tentano sempre il colpo gobbo e i lavori fin qui svolti e licenziati dal parlamento lo confermano.

Sono d'accordo con lui: non si deve pietire o cercare altrove la libertà. I sogni diventano reali se a farli crescere è il sognatore o la sognatrice che li possiede anche a costo di lottare contro il mondo intero.

Allora spazio alla cultura. Spazio a chi si mette in gioco senza avere protettori alle spalle, forti della convinzione di vedere realizzati i sogni perché validi. 
Perché è giusto che sia così. ma se nel frattempo giunge qualche correttivo, sinonimo di cambiamento reale, l'entusiasmo aumenta e le forze triplicano... al di là se ce la farai a cambiare le regole o se te ne andrai sconfitto dal sistema dei poteri forti arroccati nelle istituzioni.

Buon lavoro Matteo e speriamo che non rimanga uno dei tanti slogan!

domenica 23 marzo 2014

Moretti e C. poveri AD toccati dalla crisi

Decadenza morale e società contemporanea.

In una famiglia nei periodi di crisi il babbo e la mamma decidono i sacrifici da fare.

"gabbie mentali" courtesy M.Iannino, polimaterico, 2014

E loro, i buoni genitori, sono i primi a togliersi il cibo dalla bocca per darlo ai figli!
Non ho un'età giovanissima, anch'io ho subito carestia e fame. Il rumore dello stomaco vuoto ce l'ho ben chiaro nella mente ma mai neanche lontanamente ho pensato di vendere il mio corpo o la mia testa per mitigare i morsi della fame.

Ho creduto nel potere della conoscenza, ho dato credito alle parole evangelizzanti della Chiesa, ho avuto fiducia nei movimenti emancipatori proletari e nella forza evocata dagli studi.

Ho creduto nella politica! Ed è per questi motivi che m'indigno quando leggo o sento di un qualche personaggio pubblico che usa il potere per trarre benefici personali.

Anche i dirigenti che percepiscono compensi inimmaginabili mi fanno letteralmente incazzare quando difendono a spada tratta gli stipendi d'oro. E Moretti, ad delle ferrovie, è uno di questi!
Pensare che percepisce oltre 850.000€ all'anno, già da otto anni alla guida di FS, e che ha devastato il sistema viabilità pubblica in Calabria da quando si è insediato eliminando tratte e stazioni strategiche dal punto di vista della mobilità, non gioca certo a suo vantaggio! 

Se poi aggiungiamo che Mauro Moretti è d'estrazione e quindi cultura politica PCI, nonché dirigente CGIL, lo scoramento è totale.

La crisi dei valori è anche questa! Inutile quindi gridare allo scandalo se la società è in crisi d'identità, se le ragazze si prostituiscono per comprare indumenti, borse e scarpe griffate o telefonini di ultima generazione.

Inutile parlare di onestà e sacrifici a chi già li fa perché costretti da fattori contingenti quali la fuoriuscita dal mondo del lavoro e obbligati dalla subalternità coercitiva dei voleri dei prepotenti associati in circoli, logge e partiti.

mercoledì 19 marzo 2014

Catanzaro the end la favola è finita



La guerra delle opinioni è scoppiata. Politici, cittadini, giornalisti quasi tutti indignati gridano allo scandalo. La giunta Abramo soggioga la Città. Catanzaro è sotto ricatto. Assessori padroni decidono sui destini dei residenti.
Abusi di potere. Lottizzazioni. Decisioni per favorire parenti, amici e anche elettori fedeli sulla  scia del surreale Cetto La Qualunque per vincere un posto di lavoro nel comune o avere appalti, multe cancellate e servigi sessuali gratis forti dell’incarico politico ricoperto.
Gli strali maggiori arrivano dalla cosiddetta sinistra e dagli addetti alle notizie sulla carta stampata che postano link sui social per diramare e far conoscere al mondo intero l’orgia del malaffare calabrese come se fosse scoppiata di colpo, all’improvviso, senza nessuna avvisaglia.
Idem per quanto concerne le cene e i banchetti non pagati dagli uomini illustri che siedono negli scranni alti del consiglio regionale.
margine qualcuno ricorda le dimissioni frettolose e poco chiare del sindaco Michele Traversa presentate alla città dopo soli sette mesi dalla sua elezione. Si disse di tutto in merito alla resa di Michele Traversa e i catanzaresi, la maggior parte, come al solito prontissimi a sentenziare e coprirlo di epiteti perché qualcuno aveva fatto trapelare fattori convincenti  e cioè che le dimissioni erano il frutto di una scelta personale per non perdere il vitalizio da deputato e altre baggianate. 

Insomma, se quanto scritto sui media risulta a verità, le storie catanzaresi sono di una pochezza intellettuale unica che "sporcano" tutti, per primo l'opposizione che non ha saputo vigilare e denunciare anzitempo il malaffare! Perché se il popolino ha dalla sua parte l’alibi dell’ignoranza e basa i giudizi sui mal di pancia immediati, i dirigenti politici, sindacali e quanti si dicono uomini e donne di cultura non possono gridare adesso allo scandalo, dopo che "il solito magistrato" eroe di turno e la digos hanno indagato e palesato il marcio nelle istituzioni. Troppo comodo!

martedì 18 marzo 2014

Monti chiamato in EU per studiare nuove tasse

Strano, nessuna traccia sui giornali online delle parole di Monti. Eppure la sua esternazione nel salotto di Lilly Gruber avrebbe dovuto incendiare più di qualche penna.

Che le sue azioni governative tendessero a bacchettare alcune “corporazioni” lo si era capito ma adesso lo ha detto chiaramente alla giornalista de la7. E parlando di Renzi, chiarisce che è sulla stessa lunghezza d'onda. Ma il prof è stato anche chiaro sul ruolo del Senato, (lui senatore a vita potrebbe essere favorevole all'abolizione?) e in merito concordo con lui della necessità di rivederne le funzioni anziché abolirlo, mi preoccupa invece la sua continua ascesa nei posti di comando UE. il suo nuovo ruolo consiste nello studiare nuove tasse per i Paesi membri dell'Europa unita e reperire nuove entrate.

Il suo snobismo elitario lo ha corazzato. Abbiamo visto come ha operato i tagli e rimodulato il metodo delle pensioni. E che dire della “dimenticanza” degli esodati. Delle nuove povertà. Insomma di tutto quello che è stato l'operato crudele della sua squadra di prof siamo vittime.
La sua forbice inclemente a tagliato sogni e cultura di tutti in Italia. Non è stato un buon pedagogo. Non ha dato fiducia o stimoli. ha solo bastonato i deboli.

Concludendo: non prendiamocela con la Merkel o l'Europa se le cose vanno male ma puntiamo il dito su Monti e Renzi e poi andiamo a vedere chi c'è dietro a loro.

lunedì 17 marzo 2014

Crimea, sanzioni UE e Usa agli uomini più esposti

La Repubblica autonoma di Crimea decide di stare con la Russia.


Se i referendum rappresentano la più alta forma di democrazia decisionale del popolo vorrei che qualcuno mi spiegasse perché la Crimea che, decide appunto, attraverso un referendum popolare e raggiunge un risultato plebiscitario (quasi il 97%) di annettersi alla Russia, su cosa si basano le sanzioni dell'UE e dell'USA.

Nella Treccani.it trovo scritto che la Crimea, penisola dell'Ucraina, Costituisce una Repubblica autonoma con capoluogo Simferopol'.

Allora, dove sta il problema? Se non ci sono stati brogli elettorali e non ci sono state coercizioni di vario tipo che abbiano potuto influenzare le decisioni dei cittadini, le sanzioni imposte a pochi uomini di primo piano nella vicenda sembrano il frutto di una decisione irrilevante e inefficace buttata lì per far finta di essere in disaccordo con il popolo della Crimea che ha deciso di “tornare a casa” come riferisce qualcuno davanti alle telecamere.

D'altronde, come dare torto a chi si oppone alla politica scellerata della Merkel ed agli ostacoli messi dalle banche?

In Italia abbiamo sperimentato sulla nostra pelle le assurdità imposte dall'UE e dalla Troika.
Per mantenere fede ai numeri moltissima gente è morta oppure si è trovata nell'inferno stritolata da debiti, banche, strozzini e infine da equitalia.

Abbiamo amaramente constatato che la recessione non si ferma con l'austerità, i tagli, le privatizzazioni che sono un regalo ai ricchi di pezzi di territorio o opere d'arte nazionali svenduti a quattro soldi.

Potrei anche essere in disaccordo con quanto è successo in Crimea, ma loro hanno preso una decisione liberamente e noi dobbiamo rispettare la loro decisione.
in Crimea ritorna il rublo.
Magari ritornassimo anche noi alla lira. Ad una divisa forte che promuove il lavoro e non lo uccide. Una moneta che calmieri gli stipendi e il mercato. Un mercato a misura della lira e non dell'euro che raddoppia se non triplica il valore dei prodotti mantenendo paghe da fame nelle tasche dei cittadini.

Sesso. Baby non è un gioco

"giochi pericolosi" courtesy M. Iannino
Noi che abbiamo la fortuna di essere nati nei Paesi democratici quando leggiamo di sfruttamento dei minori, di piaghe sociali, di vendita di organi umani per sopperire alla fame, di spose bambine vendute a vecchi, di turismo sessuale, di pedofilia c'indigniamo perché queste azioni non li riteniamo degne delle nostre storie culturali.

Purtroppo, la nostra distrazione fa sì che a volte queste azioni indicibili accadano anche da noi, nelle nostre case, nel nostro rione e nella terra della cultura che tanto ci fa gonfiare il petto e alzare la voce per rivendicarne orgogliosamente origini e storie ma che non possono assurgere ad alibi per purificare le ignominie perpetrate nei confronti dei deboli.

Mi riferisco agli episodi che in queste ore hanno invaso i media. Parlo della storia di degrado sociale che vede implicate delle minorenni in quello che è il tema pruriginoso fin dall'antichità: il sesso!
Attività che dà piacere e gratificazioni se fatto con criteri ritenuti leciti.
Le cronache, purtroppo, riportano episodi di decadentismo totale. Fotografano una società corrotta. Soggetti adulti che all'apparenza sembrano soddisfatti della propria situazione economica e sociale. E dall'altra parte adolescenti che per fare le vacanze, comprare borse e indumenti griffati, aiutare (dicono loro) la famiglia, una famiglia distratta, isolata, priva di dialogo, si prostituiscono. “tanto, è solo questione di un'ora! Basta assentarsi... e a fine giornata hai nella borsetta seicento euro” questo dicono le due ragazzine.
Ragazzine furbe, attente, se la vogliamo dire tutta, perché nelle clausole del “contratto verbale” chiariscono al magnaccia che non vogliono ragazzi dai 18 ai 20 anni perché potrebbero conoscerli.

E le madri? Una è talmente distratta da prendere i soldi che la figlia le porge giornalmente senza porre e porsi troppe domande, le deboli motivazioni che la piccola le dà vanno bene e non le approfondisce.
L'altra, alla quale la figlia dice di spacciare, pretende la sua quota.

Inutile continuare. È una squallida storia di degrado sociale! Situazioni penose che vivono le molte famiglie che hanno perso la strada dell'emancipazione per censo, realtà degradate dalla miseria economica e intellettuale, diseducate dai mezzi di comunicazione di massa e che vedono nel mercimonio della propria dignità la soluzione alla povertà

sabato 15 marzo 2014

Renzi o Letta. chi dice bugie?

Per chi lavora Matteo?

È nell'interesse delle grandi lobbies che sta lavorando Matteo Renzi?

courtesy M.Iannino, 2014, "democrazia e glob@lizzazione"

Se è vero quanto riportano i giornalisti, a mio avviso, ci troviamo difronte ad un altro abile imbonitore venditore di fumo. Oppure abbiamo di fronte un uomo spregiudicato che campa sul lavoro fatto dai governi precedenti e che adesso gonfia i muscoli (atteggiamento che piace a certi italiani) per far vedere di essere un uomo pragmatico e al di sopra delle logiche di destra e sinistra manichee.

In tutto questo casino a pagarne le spese siamo noi, gli “schedati dal fisco”: lavoratori dipendenti e non che fin ora abbiamo pagato le tasse, pensionati, studenti e disoccupati!

Su di noi tutti i governi hanno saputo e potuto prendere le risorse economiche e lavorative, ci hanno schiavizzati e reso precari. E Renzi non è da meno con le sue proroghe a tempo sul lavoratore.
Sono tutti lì a lambiccarsi il cervello gli scienziati della ripresa.
Ci stanno dicendo da sempre che se c'è la crisi è colpa nostra. È colpa del 99,99% costretta a campare con le concessioni delle potenti famiglie di banchieri e industriali che hanno al seguito una ciurma di untori.

No caro Matteo non me la racconti giusta! Non sei credibile! E siamo già in marzo.

Inutile che io ti dica i perché! Voglio solo dirti che, sempre secondo quanto riportato dai mass media, qua qualcuno sta barando. O sei tu oppure quelli precedenti!
Ma questa è una amarissima conclusione. Perciò voglio ancora sperare che non tutto sia andato a puttane anche se le cronache dicono di sì.

Siamo l'Italia delle tante marce e risorse. C'è l'Italia dei lacchè e delle escort ma c'è un'Italia nobile fatta di gente perbene che osserva e pondera persino l'imponderabile.

Quindi, caro Matteo, tu e i dirigenti politici siate meno teatrali. Lavorate in fucina con seria dedizione senza guardare le scadenze da voi ritenute mediaticamente importanti. ... le prossime europee potrebbero riservare delle sorprese...

lunedì 10 marzo 2014

Sorrentino, un genio! la Grande Bellezza, un'opera d'arte!

Mi è stato detto che sono stato sintetico, quasi criptico nel post sulla grande bellezza. Ecco allora qualche considerazione più articolata ma sempre sintetica perché, come si suol dire, chi ha sensibilità e cultura non ha bisogno di stimoli ulteriori, eppoi, per gli altri, inutile perdere tempo, è risaputo: non c'è peggior sordo di chi non vuole sentire!



I trailer della “Grande Bellezza” mandati sui media hanno fatto vedere un mezzo esercito di personaggi mondani impegnati a stordirsi sullo sfondo di una città ch'è scrigno di storia e cultura dei popoli.

Il popolo del web. I giornalisti professionisti, i critici e gli opinionisti free, voglio dare loro un alibi, si sono lasciati deviare dal decadentismo mondano filmato nei diversi quadri del film e, appunto, mandato sui media a mo' di spot, e lì sono rimasti incollati mentalmente.

Sorrentino è stato geniale! Ha condensato flora e fauna romana. Vitelloni contemporanei. Borghesia annoiata. Intellettuali e Attricette d'assalto. Cardinali che sembra abbiano dimenticato il vangelo e intendono cogliere l'apogeo scenico mondano dettando ricette. Imbucati. Nobili decaduti. Politici e donne nevrotiche, falsamente autolesioniste, convinte di fare arte mistificando la sacralità della vita. Personaggi che evocano tempi ideologicamente andati. E su tutti il disincantato Jep Gambardella, scrittore in stand-by, giornalista mondano che tiene il filo della matassa artistica sorrentiniana.

Nichilisti e parvenu si alternano.
Quanti hanno sensibilità e cultura adeguata, non si sono lasciati catturare dalle frivolezze che pur fanno parte del vissuto umano. Non tutti, grazia a Dio, abbiamo paraocchi o necessità dell'esistenza di maestri, eroi o guru per comprendere il bello.
Molti, troppi basano le loro certezze sulle fattezze esteriori e siccome l'animo, la cultura come pure la sensibilità non si manifesta agli stolti, per questi, è inutile insistere o lasciarsi andare ad interminabili argomentazioni per far comprendere loro che:

Trasformare poeticamente episodi di decadentismo sociale e proporli coi linguaggi consoni è Arte.

È arte!, la falce e martello ritagliata sul pube rosso della performer piuttosto che la sua corsa contro il muro di gommapiuma e i retroscena posticci di una infanzia violata. È arte sublime l'immagine della nana che si staglia sui bicchieri vuoti e semivuoti della notte appena trascorsa. Il suo sarcasmo. E la verità che svolazza sullo schermo dietro ogni singola scena.

domenica 9 marzo 2014

La Grande Bellezza

“Sa perché mi cibo di radici” “No, perché?” “Perché le 'radici' sono importanti.” Così spiega la Santa verso la fine del film che non ha voluto sottoporsi precedentemente all'intervista del giornalista mondano Jep Gambardella allorché le chiese di parlargli della povertà e di cosa significhi vivere tra i poveri ma ottiene la sibillina risposta: “la povertà si vive”.

"le radici sono importanti"



la Grande Bellezza”, a mio parere, sta tutta qui. Concentrata nelle semplici battute tra Jep Gambardella e la Santa che, sibillina, fa capire a Jep di ritornare alle origini e scrivere con l'entusiasmo iniziale del vero compito dell'uomo.

Sorrentino usa magistralmente il linguaggio della metafora per narrare e descrivere le incongruenze sociali scaturiti dai bubboni del miraggio economico.

Edonismi imperanti. Arrampicatori sociali nascosti dietro facciate esteriori per coprire o tentare di oscurare le sconfitte quotidiane popolano chiassose feste per esorcizzare la paura dell'insuccesso.

I quadri fotografici di Sorrentino ambientati nella città eterna raccontano di una bellezza altra che esula dai trenini improvvisati e dalle false glorie individuali. 

martedì 4 marzo 2014

Calabria tra fiction, media e realtà

Energie, storie di uomini e cultura in Calabria

Dal caso Gentile alla storia romanzata di 'ndrangheta del "Giudice Meschino"
Come sempre siamo propensi a guardare il dito che indica e non l'obiettivo indicato.

Oggi voglio parlare di due fatti che occupano buona parte degli spazi mediatici. Il primo riguarda il caso “Gentile” e il secondo la fiction “il giudice meschino” in onda su rai uno.

Stiamo ai fatti:
  1. il giornale “l'ora della calabria” non esce a causa di una mancata “revisione” suggerita dallo stampatore cosentino De Rose, che, mirava, secondo la sua goffa intrusione, a tutelare il buon nome dei Gentile.
  2. Nella vicenda,ormai di dominio pubblico, i maggiori direttori dei mass media, gli utenti dei social net work, insomma, politici, addetti ai lavori e semplici cittadini si sono schierati dalla parte della libertà di cronaca. Ed è giusto!
  3. Il dato certo, secondo quanto trapelato e strombazzato dagli addetti specializzati in comunicazione, consiste nel ruolo che ha avuto lo stampatore nell'intera vicenda e non la famiglia Gentile, che, da attenti osservatori, dobbiamo dire ne è rimasta vittima sacrificale.
  4. In queste ore si è letto di tutto. Dalla transumanza del bronx cosentino alla villa con piscina. Senza, ovviamente, tralasciare i tanti incarichi di figli e fratelli targati Gentile.
  5. Mettendo da parte le simpatie politiche e lungi dal volere dare consigli o giudizi sull'intera vicenda o peggio sull'intero impegno dei Gentile in politica locale e nazionale, è opportuno meditare sui fatti concreti e non sulle illazioni o sui risvolti che i fatti assumono dopo essere urlati e che vanno a stuzzicare la pancia molle del popolino allorché toccano da vicino un potere che si nasconde dietro la libertà di cronaca,come se la “notizia” o le notizie sull'operato dei politici in questione non fossero già di dominio pubblico. Ma, guarda caso, le “malefatte” sbucano all'improvviso proprio quando servono come arma di difesa e offesa.

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