Un aggressore spietato e brutale: Netanyahu
C'è un aggettivo che identifichi chi penetra con la violenza in casa altrui, deruba, violenta e uccide chi vi abita?
In italiano non esiste un unico aggettivo che racchiuda tutte quelle azioni — penetrare con violenza in casa, derubare, violentare e uccidere — perché si tratta di crimini distinti e gravissimi, ciascuno con una propria definizione giuridica e morale. Ma c'è da parte di chi osserva tantissimo dolore e sdegno nei confronti di un efferato, sanguianrio, criminale atto di prevaricazione nei confronti di un Popolo!
Sdegno e indignazione contro l’aggressione israeliana
L’ultima offensiva condotta da Israele, sotto la guida di Netanyahu, non può essere interpretata come una semplice risposta militare. È l’ennesima dimostrazione di una strategia brutale e deliberata, che calpesta ogni principio di umanità, diritto internazionale e rispetto per la vita.
Le risorse d’intelligence israeliane, quando vogliono, sono capaci di operazioni chirurgiche, scientificamente mirate, con una precisione che il mondo intero riconosce. Eppure, in questa azione, si è scelta la via della devastazione indiscriminata, colpendo civili, strutture sanitarie, rifugi e campi profughi. Non è un errore. È una scelta.
Una scelta che rivela una volontà malcelata: quella di appropriarsi indebitamente del territorio palestinese, cancellando ogni traccia di resistenza, di identità, di esistenza. È una violazione sistematica dei diritti umani, un insulto alla coscienza del mondo civilizzato e democratico.
Chi tace è complice. Chi giustifica è corresponsabile. È tempo che le voci libere si alzino, che la comunità internazionale smetta di voltarsi dall’altra parte. Perché il sangue versato oggi grida giustizia, e la storia non perdonerà l’indifferenza.

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