mercoledì 30 settembre 2009

senza rancore: mors tua vita mea


I bisogni del III millennio


C’è stato un tempo in cui anche le aziende serie divulgavano il verbo dell’amore conviviale.
Ricordo ancora la frase di un docente aziendale negli anni ‘90: perché sopraffare il collega, la concorrenza, intraprendere gare e affannarsi per arrivare primi: non è più bello tagliare il traguardo insieme? Se guardiamo il prossimo come un fratello, tutte le velleità si frantumano…
Se poi, questa espressione, la estendiamo alla società intera, abbiamo realizzato il sogno idilliaco dell’amore universale! Ebbene, ci ho creduto! Ho creduto che l’uomo debba fidarsi del prossimo; minimizzare gli affronti; le discussioni chiassose; le beghe di parte, collaborare alla crescita collettiva, ma non è così. Specie oggi che, di fatto, la disoccupazione è uno stato endemico per la grandissima maggioranza della popolazione adulta. Oggi, purtroppo si assiste impotenti alla scalata sociale di quanti hanno necessità più o meno reali di sostentamento. Vediamo quindi ragazzine dal cervello corrotto che ostentano sfacciatamente corpi acerbi per aprirsi comode strade; donne di plastica; uomini e donne che non accettano la naturale evoluzione temporale; personaggi cinici che dalle disgrazie altrui ricavano guadagni. Inquinano l’ambiente, avvelenano la natura per guadagnare di più, avere profitti maggiori. Insomma, l’idea contemporanea della solidarietà è rivolta solo ed esclusivamente alla solidità del proprio conto bancario, comodamente protetto nelle banche dei paradisi fiscali esteri così da non pagare le tasse e partecipare, secondo le proprie energie al mantenimento dello stato sociale, come recita la Carta Costituzionale della Repubblica Italiana.
Che dire, poi, delle persone che gestiscono gli istituti della pietà solidale? E poi, perché pietà?
Solidarietà è spendersi affinché nessuno viva nelle ristrettezze economiche. Creare presupposti seri di lavoro, instituire forme di sussidi economici laddove la tecnologia ha soppiantato le vecchie forme di attività economiche-lavorative.
Nel III millennio, era di malattie contagiose, pandemie, cataclismi naturali, politici e di pensiero, l’unico elemento adeguato alla sopravvivenza individuale sembra essere la prevenzione strumentale del proprio orticello. A ciò ha portato l’involuzione di pensiero degli ultimi tempi! Non a caso, l’azione eloquente, che si vede esternare spesso per le strade, nei salotti televisivi anche a certa classe dirigente, racchiude la sintesi della pochezza di pensiero condensata nel popolare gesto riprodotto, affianco.

martedì 29 settembre 2009

pittura e creatività on line con mario iannino



Prima di addentrarci nel campo del fare artistico, è opportuno sfatare alcuni luoghi comuni:
a) Non sono portato per il disegno
b) È un dono, una qualità di pochi
c) Non so fare un’O col bicchiere
d) È difficile
e) Non sono un genio!
Commenti, questi, menzionati da quanti non hanno mai avuto la possibilità di conoscere le tecniche e i “trucchi di mestiere” di cui si avvale l’operatore artistico per la costruzione degli spazi pittorici. Se poi, alla ignoranza sommiamo la paura di essere derisi per la goffaggine dei disegni, l’ostacolo diventa insormontabile.
Per intenderci: dipingere è un mestiere! E come tale è suffragato da tecniche, regole e leggi. Minimizzando, possiamo tranquillamente paragonare il pittore o decoratore, come dir si voglia, a un elettricista che ha studiato e sa cos’è l’amperaggio, la resistenza, il voltaggio, la forza elettromotrice di un motore e così via, ancor meglio se si paragona al percorso dell’estetista, allorquando “trucca” e trasforma un viso; abbina colori, accessori ecc.
In pittura, le tecniche aiutano a costruire gli spazi; aboliscono gli ostacoli della figurazione e avviano i principianti alla comprensione della traslazione ideografica; insomma pianificano il lavoro e dotano di manualità anche chi “non sa fare un’O col bicchiere”.
Le regole, quindi, guidano la mente e la mano del pittore nell’attimo della realizzazione del quadro. La prospettiva; la soluzione dei piani (vicino, lontano; luce, ombra ecc) sono alcuni esempi della costruzione classica dello spazio pittorico.
Le leggi fisiche forniscono gli elementi per la soluzione degli effetti visivi, come la percezione dei colori, il contrasto simultaneo ecc. tutto ciò si può apprendere attraverso lo studio e la sperimentazione diretta della luce e del colore. La creatività, insita in tutti gli uomini, è un elemento da risvegliare.
Che significa essere creativi? E qual è il confine tra opera d'arte e oggetto estetico artigianale? E come si cataloga il fare giocoso dell'uomo?
Quanti si occupano di storia dell’arte, senz'altro, non faranno fatica a dare una risposta secca; anche chi fa "arte”, potrebbe dare una definizione personale di ciò che intende per creazione artistica; ma, noi non siamo ancora a questi livelli di conoscenza, quindi, andiamo per gradi e iniziamo a giocare con colori e forme. Torniamo con la mente a quando eravamo bambini e andavamo alla scoperta del mondo: ogni cosa ci incantava! Oppure a quando la nostra fantasia trasformava la scopa in cavallo e lo scatolone in una spider velocissima. O, ancora, ripensiamo agli interminabili dialoghi con gli amici del cuore. Chi, da bambino non ha avuto, anche per un brevissimo periodo, l’amico invisibile? Ecco, questa si chiama creazione! Perciò, partendo dal presupposto che quanto attiene alla gestualità creativa, è, principalmente dialogo intimista, rivisitazione estetica e intellettuale del gioco con gli oggetti o la figurazione, è interessante capire, non tanto le intenzioni iniziali del gioco ma fin dove il giocatore intende spingere l'azione. Vale a dire: qual è il gioco che voglio sviluppare avendo sottomano una scopa, una bottiglia di plastica; un giornale; un cartone; dei colori ecc.?
La sperimentazione è sinonimo di gioco. Giochi di audaci azzardi mediante accoppiamenti di materiali diversi; inserimenti o trasfigurazioni grafiche, che, inserite in un contesto inusuale, producono e suggeriscono nuove alchimie linguistiche. Anche le lettere dell’alfabeto e i numeri si prestano al gioco creativo della trasformazione. Lo sanno bene i graffitari che tracciano scie personalissime.
Ogni individuo è un caso a sé; con le sue personalissime idee, giuste o sbagliate che siano non ha rilevanza. È rilevante, invece, saper canalizzare le energie, stimolare al dialogo, alla gestualità giocosa del fare e all’acquisizione delle tecniche scientifiche di una data disciplina. Così facendo, il muro di ostilità e d’incomprensione si sgretola passo dopo passo e ogni qualvolta si supera un ostacolo, l’autostima si fortifica.
Come già accennato, nel campo delle arti visive, le tecniche di costruzione aiutano a visualizzare mondi personalissimi; sviluppare concetti; dare corpo alle fantasie. In una parola: comunicare!, dialogare con sé e con gli altri, confrontarsi col mondo attraverso il gioco della creatività. Un gioco fatto di segni, gesti, colori; privo di regole prestabilite. Per iniziare è sufficiente affidarsi alla casualità empirica, al gesto liberatorio ampiamente sviluppato nell’astrattismo e tracciare simboli primitivi!, così come facevano gli sciuscià nell’immediato dopoguerra agli angoli delle strade: il gesto lasciato sui muri era la firma, il simbolo che sanciva l’occupazione e la prelazione del luogo di lavoro in cui si procuravano da vivere pulendo le scarpe ai passanti. Il segno dello sciuscià non è quindi rapportabile al sintomo d’insofferenza dei graffitari contemporanei ma era un modo per comunicare la supremazia territoriale alla concorrenza.
Dal gesto elementare degli sciuscià si sviluppa un lessico particolare che, arricchito da virtuosismi grafici e cromatici, invade l’America e il resto del mondo. Cosicché, i ragazzi comunicano il loro sentire attraverso i graffiti metropolitani. Dichiarano passioni e amori; contestano, propongono idee e visioni soggettive alla società distratta.
I segni rivisitati dai writer’s sono in continuo movimento, assecondano il linguaggio visivo di quanti lo praticano o lo subiscono in termini giocosi. I pittori di strada giocano con i significati lasciandosi catturare dalle connotazioni volumetriche, cromatiche e linguistiche ma non sporcano a caso: “studiano il pezzo”; lo contestualizzano, annullano il grigiore del cemento, esprimono la loro versione dei fatti in merito ai problemi sociali vissuti in prima persona.
In ciò, l'azione grafica è linguaggio terapeutico nel senso che fortifica l'autostima; rende sicuri; incita alla visione differente di un dato episodio ma è anche un modo per dire: ci sono anch’io.
Artista e artigiano creano oggetti utili; il primo alimenta la parte nobile e il secondo quella meramente materiale; entrambi completano l'esistenza, interagiscono nella crescita sociale delle comunità e si sentono gratificati dall'azione del loro fare. L'operazione creativa stimola l'intelletto. Chi la pratica è portato a indagare nuovi elementi. Il fare, in sé, è una forma silente di terapia dell'autostima giacché fortifica il concetto di saper fare qualcosa, essere utile, sentirsi parte integrante di un sistema sociale.
Mario Iannino

domenica 27 settembre 2009

3 ottobre, notte piccante all'antica vineria i baccanali



Nel centro storico di Catanzaro, all’ingresso di via De Grazia, al n° 8 e 10 c’è l’antica vineria “i baccanali”.
Oltre la degustazione di vini, salumi e formaggi, per la notte piccante, i giovani gestori sfoderano il jolly della cucina tipica catanzarese: u morzeddhu! E, fin qui nulla di straordinario, dirà qualcuno. Però, questo qualcuno non sa che il prelibato piatto è il risultato di un’antica ricetta la cui depositaria è nonna Nella. Abbiamo cercato di carpire i segreti della cucina, ma, Nonna Nella, gelosissima dei suoi accorgimenti gastronomici ha risposto elusivamente menzionando quanto già di dominio pubblico: frattaglie bovine, cento pezzi, polmone, trippa e cuore!
Sì, questo è noto! Avremmo voluto sapere, oltre agli ingredienti a ai tempi di cottura, qualche trucchetto… Questo mai! –risponde pronta nonna Nella- venite ad assaggiare non solo u morzeddhu ma puru i crispeddhi e cercate di scoprirlo da soli. E allora, il 3 ottobre, nuova data della notte piccante, posticipata a causa del maltempo, tenteremo di carpire i segreti della cucina di nonna Nella all’antica vineria i baccanali in compagnia di ospiti noti al grande pubblico.

vasco e maciste, magnifici esemplari di labrador




L’incontro tra Vasco e Maciste, due magnifici labrador, è da raccontare. Me lo ripropongo ogni volta che li vedo correre nel parco l’uno incontro all’altro; quando, dopo i primi guaiti sussurrati a mo’ di saluto, iniziano a danzare è un’esplosione di energia. Sembrerebbe una schermaglia per la supremazia (hanno rispettivamente 2 e 3 anni) ma vista la tranquillità con la quale si sottomettono vicendevolmente è solo la lotta giocosa tra due amici. Una lotta irruenta ma priva di violenza, elegante, fraterna.
Sì, danzano con agilità e grazia; si alzano sulle zampe posteriori e spiccano dei salti plastici che si esauriscono in abbracci. Maciste mette la testa sotto il collo di Vasco: entrambi immobili, si studiano vigili. Vasco poggia la zampa anteriore sulla schiena dell’amico ed è il segnale del nuovo round. Improvvise galoppate interrompono gli incontri per salutare i nuovi venuti, siano essi ragazzi o cani. Scodinzolano, annusano e leccano. Questo il loro modo di dare il benvenuto ai nuovi arrivati.

mercoledì 23 settembre 2009

Noam Chomsky, i figli dei fiori e la guerra del vietnam



Noam Chomsky, filosofo e teorico della comunicazione, professore emerito di linguistica all’Institute of Techonology del Massachusetts, sostiene che Kennedy ordinò di bombardare il Vietnam del Nord già nel 1962, camuffando i bombardieri coinvolti nell’azione di guerra con insegne sudvietnamite, per mascherare il coinvolgimento statunitense.

 Inoltre accusò Kennedy di aver autorizzato l'uso del napalm assieme ad altri programmi bellici per piegare la resistenza attraverso la distruzione delle coltivazioni vietnamite. Mentre altri sostengono che il reale coinvolgimento statunitense nella Guerra del Vietnam avvenne nel 1964 come reazione al bombardamento del Brinks hotel.

Ad avvalorare la tesi di Chomsky l’elaborazione della “teoria del dominio” presentata dal giovane senatore John F. Kennedy ad una riunione dell’ American Friend of Vietnam, in cui, teorizzava: “il Vietnam rappresenta la pietra angolare del mondo libero nel sud est asiatico, la chiave di volta, il tappo che chiude il buco della diga nel caso che la marea rossa del comunismo inondi il Vietnam, un paese che si trova lungo una linea che unisce Birmania, India, Giappone, Filippine. Laos e Cambogia”

L’intenzione americana, stando ai fatti appena descritti, fu di inserirsi nella politica interna sudvietnamita così da eliminare gli elementi sovversivi presenti nel sud e creare un movimento secessionista dotato di armi americane. Eliminato il nord gli USA sarebbero stati le sentinelle del confine cinese pronti ad arginare l’ondata del comunismo in Asia.
È inutile aggiungere che le intenzioni furono disattese e che l’azione di politica estera esportò morte e distruzione fratricide anche attraverso l’esasperazione delle differenti culture territoriali religiose, politiche e etniche operate da leader fantocci
I giovani pacifisti di quegli anni, coniano slogan contro la guerra per esaltare i loro ideali di pace e libertà; quali: "Mettete dei fiori nei vostri cannoni" e "Fate l'amore, non la guerra". I “figli dei fiori” o hippy si distinguono dalla massa. Vestono panni allegri; vivacissime stoffe decorate con motivi floreali e sfoggiano fiori sul viso e sulle mani; inizia a vedersi qualcosa di nuovo a S. Francisco e anche nelle città europee.
L’amore per la pace e la libertà li porta a teorizzare la comunione dei beni, la vita sociale e l’educazione dei giovani in una sorta di famiglia allargata: la comune. Nelle comuni dei “figli dei fiori” non esiste la proprietà privata. Il movimento hippy scuote l'opinione pubblica e molti registi dedicano pellicole. Lo stile di vita hippy influenza anche la musica popolare con il rock psichedelico in quanto linguaggio dei giovani. Nasce la beat generation che teorizza la rivoluzione sessuale; fa uso di stupefacenti e allucinogeni (lsd e cannabis) per esplorare stati di coscienza alternativi. La rivoluzione dei figli dei fiori culmina sulla costa occidentale degli US al festival di Woodstock nel ’69.
La diversità culturale e religiosa abbracciata dagli hippy, la filosofia orientale e l'elemento spirituale raggiungono il vasto pubblico dell’era dell’acquario: “quando la luna entrerà nella settima casa e giove si allineerà con marte sarà la pace a guidare i pianeti e sarà l’amore a dirigere le stelle”.
Ma, Fernanda Pivano, esponente italiana della beat generation, che sognava insieme ai poeti americani la rivoluzione dei fiori, nell'antologia "L'altra America" del 1971, si chiede dove sono finiti i fiori visto il rapido cambiamento culturale all'indomani del sessantotto.

martedì 22 settembre 2009

abbigliamento e libertà negli anni 60/70



anni 60/70 rivoluzione culturale e contestazione:

Abbigliamento e libertà


1961. Inizia la guerra in Vietnam, esplode la Pop Art, J. Christo qualche anno dopo impacchetta monumenti, Martin Luther King è premio Nobel per la pace e Mary Quant inventa la minigonna. A indossarla è Twiggy: prima top model teen ager (17 anni). Courregés, che nel '64 aveva presentato abiti corti e linee a trapezio, rivendica il copyright della mini ma Mary Quant risponde che: "Le vere creatrici della mini sono le ragazze, le stesse che si vedono per la strada".

Dopo il ‘64, l’abbigliamento femminile si arricchisce di nuovi accessori; alle gonne corte si abbinano stivali alti di vernice e calze trasparenti dette "collant". Scarpe con le zeppe che sembrano trampoli. Cinturoni; medaglioni e svariate forge di occhialoni da sole.

In Italia, già dal '54 “La Perla” produce la mini guaina con il reggicalze incorporato.

Claude Montana e Thierry Mugler lanciano a Parigi una nuova silhouette con spalle larghe e mini vertiginose. Mentre per l’abbigliamento maschile: pantaloni attillati a zampa d’elefante e a vita bassa. Anche per lui gli accessori sono: medaglioni, scarpe alla beatles, anelli, foulard ma, al di là della moda concepita come questione estetica, durante la contestazione studentesca l’eschimo, la barba e i capelli lunghi distinguono il simpatizzante di sinistra nella scena politica studentesca da quello di destra.

Tra il 1968 e il 1970 la italiana Innocenti costruisce lo scuter economico LUI e assegna la progettazione del prototipo alla Bertone. Lo styling dello scuter è avveniristico ma procura alla Innocenti un modesto ritorno economico nonostante il costo contenuto del LUI 50 (lire 89.500) rispetto alla lambretta 50 (lire 118.000).

Negli anni '80, le griffe made in Italy sono in piena ascesa e Krizia lancia i mini pants e il reggiseno gag con due conchiglie al posto delle coppe. Da ricordare che già negli anni precedenti il movimento femminista al grido “tremate tremate le streghe son tornate” distrugge ogni indumento intimo che riconduce la donna ad oggetto di desiderio o che esalta la femminilità gradita al “maschilista”.
E Versace scommette nuovamente tutto sulla minigonna, invitando le donne a "buttar via tutte le palandrane per stare al passo coi tempi dinamici".

Nel ’94 nasce la D&G: linea giovane di Dolce e Gabbana; comparsi nella scena della moda alla fine degli Anni ’80 ma già noti in tutto il mondo grazie anche all’amicizia con Madonna.

Nel frattempo anche Versace lancia la sua linea giovane "Versus" e ripropone la mini. A un anno dal crollo delle Torri Gemelle, 11 settembre 2001, nel pieno di una crisi politico-mondiale senza precedenti, gli stilisti più all’avanguardia, Dolce e Gabbana Gucci e Prada, per la primavera estate 2003 rilanciano la minigonna. Giorgio Armani fa della minigonna la bandiera del nuovo stile autunno-inverno 2003/2004. Mentre Roberto Cavalli nella linea giovane Just Cavalli lancia una serie di minigonne pacifiste al motto di "No war, more wear".

Tutto ciò avviene nelle città e detta così sembra semplice. Forse non tutti sanno che le prime ragazze che ebbero il coraggio di osare e stare al passo con i tempi furono considerate delle poco di buono; non solo per l’abbigliamento ma principalmente per le idee professate in pubblico.
Per i costumi del tempo, la donna doveva badare alla casa, essere riservata e non parlare di questioni sconvenienti né tantomeno andare in moto. Esporre le proprie grazie in pubblico e esibire vanità significava non trovare marito.

lunedì 21 settembre 2009

paura presunzione arroganza




Le persone sicure, quelle che hanno la risposta esatta a ogni tipo di problema fanno paura.
Soggioga e fa paura la sicurezza esternata nel dare soluzione certe.
Fa paura l’arroganza totalitarista esposta senza se e senza ma.

Da non sottovalutare l’effetto delle frasi introduttive a sostegno del proprio credo: la gente vuole…, oppure: gli elettori, gli iscritti… gli Italiani!

Le titubanze, i dubbi sono banditi dalla testa e dal lessico dei leader oltranzisti che per suffragare deliranti teorie tentano di impressionare gli astanti con citazioni arricchite di numeri statistici e nomi altisonanti.
Per questi soggetti non esiste l’altro, il diverso. Diverso fisicamente, culturalmente! Chi non si adegua è nemico da combattere!

Eppure l’Italia, dal dopoguerra in poi, ha subito flussi e riflussi culturali non indifferenti: è passata da un’economia contadina a una industriale sbeffeggiata con arguzia pungente da Charlie Chaplin in tempi moderni, dove, il genio Chaplin anticipava quasi tutte le fobie e i malesseri psicologici che avrebbero accompagnato la nuova era.

Negli anni ‘60/70, alcuni valori sociali erano sentiti: si rispettava la persona anziana, l’ammalato, il debole! E nei momenti di calamità naturali o alla presenza di lutti nazionali per onorare le vittime di eventi criminosi, la solidarietà era un dato tangibile persino nelle trasmissioni televisive: la RAI bandiva lo spettacolo e irradiava solo musica classica! Oggi, sotto il motto: lo spettacolo deve continuare (perché così avrebbe/ro voluto …) si narcotizza la riflessione individuale. L’uomo non è solo neanche a volerlo! Condizionato dal frastuono mediatico, dimentica origini, usi e costumi. Saperi trasmessi dalle contaminazioni di popoli migranti; sbarcati sulle coste italiane da fuggiaschi o con mercanzie da barattare.

I cinquantenni Italiani sono testimoni di cambiamenti epocali. Anche in Calabria è cambiato tutto; dall’abbigliamento al linguaggio ma nel retaggio antropologico arde ancora la fiamma della solidarietà, in virtù della quale si lasciano aperte le porte dell’accoglienza. Calabresi sempre pronti al nuovo, alla bontà degli ospiti, alla riflessione.

piero pelù a catanzaro il 26 settembre ospite della notte piccante



Anche Piero Pelù a Catanzaro!
L’Orchestra Popolare Calabrese, di recente costruzione, accompagnerà l’ex leader dei Litfiba in un incredibile viaggio tra tarantelle, canti tradizionali e anche qualche inossidabile hit del Piero nazionale, rivisitato per l’occasione in maniera insospettabile. Uno degli eventi clou della kermesse catanzarese.
Mentre ''la black music' risuonerà fino alle prime luci dell'alba nel rinnovato parco storico di Catanzaro: Villa Trieste, già Villa Regina Margherita, polmone verde del centro storico cittadino, ricordato in versi da Giovanni Pascoli che lo visitò nel 1899, è il posto ideale per gustare questo genere musicale. Villa Regina Margherita per l'occasione diventerà la ''Villa del Blues'. Giardino pubblico inaugurato nel gennaio 1881 alla presenza dei reali d'Italia Re Umberto I e Regina Margherita alla quale fu dedicata.
Si esibiranno Strange Fruit Blues Band, la grande voce di Aida Cooper e i So What Band.
Alle 21.30 apre la serata musicale un gruppo locale molto affiatato che si rifà a Muddy Waters e Eric Clapton.
Ma il pezzo forte, in villa, sarà Aida Cooper, cantante di blues dal grande carisma che si è saputa guadagnare il rispetto di alcuni illustri colleghi d'oltreoceano. A seguire i catanzaresi della So What Band che della commistione di generi, fanno il loro marchio di fabbrica.
Soul, blues, con una spruzzata di jazz nello spazio allestito in collaborazione con il Country Club Le Querce, che offrirà ai presenti anche degustazioni di prodotti tipici piccanti. Non solo musica, quindi, ma anche enogastronomia, storia, cultura in una cornice splendida anche per la sua invidiabile posizione panoramica.

domenica 20 settembre 2009

giuliano palma & bluebeaters alla notte piccante di catanzaro



Il prossimo 26 settembre nel centro storico di Catanzaro ci saranno, tra le altre presenze, Giuliano Palma e i Bluebeaters; figure interessanti della scena musicale italiana. Il gruppo adotta una commistione di generi (ska, pop, rock e reggae) denominata “boogaloo”. Il boogaloo, nato a New York alla fine degli anni sessanta, racchiude un genere di musica latino popolare, fusione di musicalità cubane, portoricane e americane pregnanti di contaminazioni R&B, ovvero, Rhythm and Blues afroamaericano, rock n'roll, soul, mambo e son.
L’ultimo album del gruppo comprende 17 brani ed è composto da cover popolari del passato rivisitati dal sound boogaloo di Giuliano Palma.
Tra le cover “Tutta Mia La Città” (Equipe 84) che è anche il singolo di presentazione, “Pensiero d’Amore” (MAL) e altri.
Veri e propri animali da palcoscenico, Giuliano Palma & The Bluebeaters hanno inciso Boogaloo in 5 mesi. Novità assoluta: la presenza di una sezione di archi voluta da tutta la band, su 4 dei pezzi.
ps. Il vero re dell'evento è il morzello "u morzeddhu piccanta catanzarisa" a seguire musica e folklore

emarginati e integrazione sociale


È orribile! Come può un padre accoltellare la figlia, tagliarle la testa sol perché ama un uomo che non abbraccia la stessa religione? Eppure, questo tizio integerrimo è dovuto venire in Italia per dare un futuro alla sua famiglia e trovare lavoro. Mi sforzo di capire; scandaglio le origini culturali, etniche, ma al di là di determinate ottiche interne ai credo religiosi nessuna dottrina incita all’omicidio. Solo il rancore razzista induce a tanto e non c’è nessuna scusante che possa avvalorare la repressione di una o più vite. Anzi, persino nel regno animale, superata la fase dello svezzamento, la prole è allontanata, esortata ad andare incontro al mondo e procacciarsi da vivere.
La classe dirigente mondiale dovrebbe aggiustare il tiro; evitare i conflitti; destinare fondi alla scuola alla famiglia e alla ricerca così da far evolvere davvero le nuove generazioni attraverso integrazioni reali suffragate dallo studio e dalla solidarietà dei differenti credo religiosi e politici.
Non basta accatastare rom, immigrati, fuggiaschi in case popolari o baracche e recintarli. I ghetti sono la realizzazione dell’idea più becera che l’uomo potesse avere. Lo Stato Democratico salvaguarda la dignità della persona; lascia interagire, organizza e attua strumenti per avviare al lavoro. Insomma crea i presupposti per confrontare le intelligenze operanti sul territorio.

sabato 19 settembre 2009

forza evocativa, passione politica e amore in musica


Chissà a quanti è capitato di rivivere momenti significativi della propria esistenza ascoltando una canzone e quanti, in situazioni estemporanee, hanno esclamato: sembra di essere nel testo di una canzone di Vasco, De Gregori, De Andrè o Paoli…
La forza evocativa delle parole risveglia temi sopiti e la musica crea la giusta atmosfera.
Catanzaro, 17 settembre 2009, ore 12 e 45. sul marciapiede, tra i motorini davanti al liceo Galluppi, quattro liceali discutono animatamente. Le guance imberbi, rosee per l’enfasi oratoria, denotano un’età tra i 14/15 anni. Parlano di politica. Nella mia testa di spettatore occasionale qualcosa si è risvegliata; ho anch’io 15 anni e discuto con i compagni di scuola come contribuire per cambiare in meglio la società mentre la canzone di Gino Paoli scorre nelle orecchie: eravamo quattro amici che volevano cambiare il mondo…
La vita è una ruota! Auguro ai ragazzi del 2009 di riuscire dove noi del 68 e giù di lì abbiamo fallito.

venerdì 18 settembre 2009

in calabria ticket sui medicinali


All’entrata di Catanzaro, sul muro in pietra, alcuni fogli bianchi con delle lettere in nero tracciate grossolanamente e incollate in fretta, stamane capeggiava il dissenso di un ignoto contro la decisione della giunta regionale inerente l’inserimento del ticket sulle medicine:
LOIERO HA MESSO IL TICKET SULLE MEDICINE.
Allo stato attuale delle cose, credo sia opportuno qualche analisi sul regresso così da poter dipingere un quadro completo della situazione economica in cui versa l’Italia intera. Su come sono stati gestiti i servizi e, principalmente, sul malcostume dei cittadini nell’utilizzare il diritto alla salute erogato dall’inam. Nel mio piccolo, ricordo che negli anni 60/70, il medico di famiglia prescriveva persino “l’amaro medicinale giuliani” le pomate, gli sciroppi e altri prodotti ritenuti, ora, da banco e quindi a pagamento. Nell’epoca d’oro, l’amaro medicinale era in quasi tutte le case, anche se non si capiva cosa si dovesse digerire: eravamo tutti poveri ma belli snelli; non c’era il lavoro sedentario e non tutti possedevano la macchina. Poi, la crisi industriale indusse i governi a porre dei paletti contro il malcostume di cittadini e amministratori. Oggi, in piena recessione, la coscienza collettiva dovrebbe dimostrare emancipazione e serietà. Controllare, se necessario, l’operato degli amministratori e condividere i sacrifici per risollevare la società e uscire dall’austerità che la globalizzazione ha accentuato.

mercoledì 16 settembre 2009

giovane disoccupato


Ho 35 anni. Disoccupato. Anzi no! Per essere precisi, occupazioni ne ho tante, molte, direi, solo che hanno un piccolissimo difetto: non mi fruttano un centesimo! E per rendere l’idea ecco gli impegni inderogabili di una giornata da disoccupato cronico:
Ore 6 sveglia; toilet, caffè e lettura annunci di lavoro sul web.
Ore 8, come al solito neanche un’offerta. Eppure sono laureato; ho un bell’aspetto, sono simpatico. Sono single per scelta ponderata: non ho nessuna voglia (a dire il vero, il verbo giusto è “possibilità”) di formare una famiglia: cosa potrei dare a chi si unisce a me? Come potrei fantasticare di avere la progenie. Mi dispiace per mio padre che avrebbe voluto l’erede. Mi rattrista mia madre quando dice che vorrebbe sentirsi chiamare nonna! Ma non posso farci nulla…
Ore 8 e trenta, in fila all’ufficio postale per ritirare la pensione di papà; mamma ancora è una precaria della scuola pubblica anche se laureata e vincitrice di concorso in riserva perché gli esclusi furono ammessi dal TAR e quest’anno non sa se sarà chiamata dal suo dirigente scolastico perché non ci hanno capito un cazzo della legge Gelmini.
Ore 11, dall’ufficio postale (certamente non tutti i giorni, magari potessi andarci a riscuotere pensioni o vaglia!) al supermercato per confrontare le offerte e comunicarle a mamma.
12 e 45 aggiustare la tavola e mettere l’acqua sul gas.
Ore 14 Tg regionale e a seguire il nazionale tanto per rincarare la dose di masochistica fiducia nell'imminente futuro che la società riserva a noi giovani vecchi.
Tralascio il resto. Non voglio annoiare nessuno con la lista dei miei impegni non retribuiti a parte che amo la buona lettura e non posso farne a meno.
Però, l’altro giorno un amico mi lasciò letteralmente senza parole: e se quelli che sono tacciati di faccendieri privi di scrupoli che dirottano i fondi pubblici fossero dei benefattori? Disse d’un fiato.
Come benefattori?! Risposi. Bèh, fai conto che investono i soldi non nei progetti che hanno presentato ma in altre attività che magari procurano lavoro a tantissimi giovani. Chessò tipo i call center oppure i centri commerciali… tu a questi li condanneresti? Machiavelli diceva che il fine giustifica i mezzi.
Veramente io non ho incontrato nessuno che mi abbia offerto un posto di lavoro qualsiasi né tantomeno ho mai condiviso il pensiero di Machiavelli. Però … ma è solo fantaumanità la tua. Vuoi giustificare le azioni degli uomini e sperare a tutti i costi che ci sia del buono anche nei disonesti…
L’unica cosa certa è che io campo grazie ai miei genitori e quando non ci saranno più? Chi si preoccuperà di me… basterà il compenso del lavoro atipico, i pochi euro guadagnati dal pierragio o dalla distribuzione dei coupon pubblicitari?

martedì 15 settembre 2009

Realtà, luoghi, passeggiate in Calabria


a tutela della dignità dei cittadini e dell'ambiente



Avrei voluto scrivere del bel tempo in Calabria, 29°C mentre sto postando, e condurre per mano il lettore a conoscere le bellezze naturali, i siti archeologici, la struttura normanna della cattedrale di Santa Maria delle Roccelle e suggerire le installazioni di Oppenheim.

 Ma di colpo l’entusiasmo s’ammoscia. Non me la sento; è impossibile proporre la visita di luoghi ricchi di storia e civiltà dopo aver sentito dei veleni sparsi in mare e interrati dai manovali della ‘ndrangheta.
Secondo il collaboratore di giustizia il tirreno, lo jonio e anche parte del territorio calabrese è a rischio contaminazione!
Il Presidente della regione Calabria, Agazio Loiero, preoccupato per la vicenda, pone in primo piano il diritto alla salute dei calabresi:
«Abbiamo sollecitato il governo nazionale ad intervenire, senza rinvii, con provvedimenti urgenti per finanziare un piano per la bonifica di tutti i siti radioattivi» si legge in una nota emanata in serata dalla regione. E, l'assessore Greco ha voluto tranquillizzare la cittadinanza sui pericoli di contaminazione. «Non ci sono problemi per la balneazione – ha affermato- il carico si trova a molti chilometri dalla costa e a diverse centinaia di profondità». …e la pesca, le colture?
Quanti danni ha causato il giro sporco di affari ai calabresi onesti?
E ancora: quanto è veramente tutelato il cittadino qualunque, quello che non ha potere contrattuale economico e politico costretto a pagare il canone rai e tutti i balzelli fino all'ultomo centesimo?
Stando alle notizie divulgate in questi giorni anche dalla stampa in merito agli scandali ambientali, civili, finanziari e politici la risposta è zero%!

Persino da utente televisivo è costretto alla visione di certi programmi; sembra (o lo è?) una congiura contro il libero arbitrio: non ha neanche l’illusione di potere annullare momentaneamente il chiasso mediatico cambiando canale. Le beghe di quartiere dei portavoce privi d’ideali tracimano dallo schermo in qualsiasi palinsesto (quanto prima li vedremo anche negli spot pubblicitari tra un detersivo, una merendina, un pannolino e l’adesivo per le dentiere che ballano). Uno smentisce l’altro. Poi seguono querele, interrogazioni parlamentari che avvalorano la metafora dei nostri saggi: i ciucci si ‘mbriganu e i varrili si sdoganu che tradotto, suona così: gli asini litigano e gl’incolpevoli barili che hanno sulla soma si rompono. È chiaro che stando alla metafora noi cittadini siamo i barili…
Ma andiamo oltre; la cosa che più preoccupa è che in tutti gli affari sporchi realizzati in Italia, stando alle dichiarazioni dei pentiti, alcuni personaggi della classe politica sono dentro a vario titolo.

lunedì 14 settembre 2009

e l'estate continua in Calabria



È stato un attimo!
Le nuvole hanno partorito una miriade di goccioloni allegri e spediti.
Cristalli liquidi, caduti dal cielo, spazzano via polvere e smog.
Ogni cosa diventa lucida: case, alberi, macchine, strade. Il ritmo costante dal chiacchiericcio allegro e spedito della valanga d’acqua non impensierisce la signora del quarto piano; lei apre l’infisso, spruzza del detergente sui vetri, richiude, attende un attimo, apre e passa un panno sulla lastra bagnata dalla pioggia mentre altre casalinghe si apprestano a raccogliere i panni stesi.
Nelle strade, trasformate in piccoli corsi torrentizi, atolli di residui organici ostruiscono le grate di deflusso. Le ruote delle macchine fendono i rigagnoli ai margini di viale Isonzo.
Un attimo! È tornato il sole, la camicia si attacca alla pelle: urge una doccia! E l’estate continua in Calabria.

Catanzaro, 14/09/2009 ore 15.21.50

domenica 13 settembre 2009

anni 60, 70 pausa caffè a catanzaro: u morzeddhu



Catanzaro, anni 60-70 e un po’ 80: ore 10.00/10,30
“A zia Angiulina”, “a Fregola” e altri osti scoperchiano i pentoloni. Nuvole di fumo avviluppano i volti. Gli avventori abituali “da' puticha” prendono posto. I camerieri, ma anche gli avventori stessi in quanto confidenziali amici, portano in tavola il mezzolitro di rosso, tovaglioli di carta spessa, peperoncino piccante e, per chi la chiede, gassosa. Nel frattempo zia Angelina gira il mestolo nelle frattaglie, sente la densità e riempie le pitte, che una volta farcite immerge nel sugo per insaporire abbondantemente le estremità.
L’odore intenso di sugo di pomodoro e di frattaglie di vacca condite con grasso animale si spande nei vicoletti del centro storico, gli artigiani e gli operai, ma anche gli impiegati non disdegnano e sospendono il lavoro per la corposa “pausa caffè”.
Oggi lo stile di vita è cambiato: pochi frequentano le bettole al mattino tra le 10/10 e 30, anche perché poche sono le cucine a conduzione familiare che tengono vive le tradizionali abitudini alimentari dei catanzaresi.

venerdì 11 settembre 2009

dalle opere di Oppenheim al Siddharta di H. Hesse



In Siddharta, Hermann Hesse, racconta la storia di un uomo che cerca. Cerca di vivere interamente la propria vita passando di esperienza in esperienza. Passa dal misticismo alla sensualità; dalla meditazione filosofica alla vita frenetica degli affari senza fermarsi mai presso alcun maestro poiché non considera definitiva nessuna esperienza acquisita. Siddharta vuole comprendere, penetrare il misterioso tutto dai mille volti cangianti; e alla fine lo trova nel sorriso costante e tranquillo di Gotama, il Buddha.
Ma prima di arrivare a tanto, Siddharta gioca tra gli uomini-bambini, diventa ricco col commercio adoperando le stesse furbizie dei mercanti e indossa molteplici maschere che dismette nel momento in cui ritiene di avere concluso l’esperienza. Esplora povertà e ricchezza; mendica cibo ed elargisce ricchezze.
Infine, la ruota ingannevole delle apparenze rifluisce dentro il perfetto sorriso di Siddharta allorché intuisce il vero senso della vita e lo esterna con lo stesso impenetrabile sorriso visto centinaia di volte sul vecchio rugoso volto di Gotama.
La vita è il risultato di un gioco serio; la somma di esperienze accumulate nel tempo che traducono in metafore la mutevolezza dell’essere.
Davanti alle maschere rovesciate di Oppenheim -che il suo delirio giocoso trasforma in chiglie con vele- adagiate tra gli ulivi del parco archeologico della Roccelletta di Borgia, considerando, appunto la mutevolezza umana, non si può evitare di pensare ai molteplici aspetti della vita cui ogni essere è costretto o, meglio, tenuto a sondare liberamente.
(mario iannino)

giovedì 10 settembre 2009

catanzaro aspettando la notte piccante


A spulciare le notizie inerenti alle attività culturali del territorio calabrese sembra che tutto vada per il verso giusto e che si viva nel paese di Bengodi. Nel frattempo usciamo da una stagione estiva disastrosa per quanto concerne i km di costa insozzate da liquami e petrolio.
La risposta dei sindaci interessati al problema è la seguente: gli impianti sono insufficienti, non ci sono fondi…
Non scrivo ciò per mera polemica, tutt’altro!, da calabrese che ama la sua terra, gradirei non sentire scuse infantili, pur comprendendo le difficoltà degli amministratori; alcuni bravi a inventare fonti di guadagno extra per impinguare le casse comunali , tipo le zone blu, gialle o l’incentivo alle multe, la tassa sul soggiorno ecc. e altri a favorire la fabbrica dello spettacolo.
L’effetto diseducativo che detti programmi/escamotage sortiscono in quanti, e sono ormai la stragrande maggioranza di giovani e meno giovani, sperano in un fortunoso inserimento nel mondo del lavoro per risolvere impellenti problemi di tranquillità economica, è politicamente irrilevante per chi guarda al proprio gradimento popolare; mentre, per fronteggiare seriamente la disoccupazione, non si programma nulla di concreto. Di fatto le realtà produttive artigiane, commerciali e dei piccoli imprenditori languono. È vero! Non c’è ricambio generazionale del sarto, calzolaio, fabbro… insomma quelle categorie produttive importanti per il sostentamento e la crescita comunitaria di piccoli e grandi insediamenti urbani, anche perché sul mercato esistono prodotti di pessima qualità a prezzi bassissimi; dette problematiche riempiono i tavoli di lavoro di dirigenti e uomini politici di tutto il mondo; gestioni di mercato ignorate dall’uomo della strada, ai quali, però, l’uomo qualunque guarda con apprensione e aspetta speranzoso soluzioni immediate.
Al momento l’unica programmazione certa è la nota divulgata dal comune di Catanzaro connessa alla notte piccante del 26 c.m. riportata di seguito con l’auspicio di ulteriori positivi sviluppi occupazionali e culturali per il territorio calabrese.

“Mentre prosegue il conto alla rovescia per la terza edizione de “la Notte Piccante” (Catanzaro, 26 settembre 2009), è ormai pronta
la nuova grafica del prossimo manifesto ufficiale della manifestazione, che nella sua veste rinnovata, trova nella splendida modella catanzarese Isabella Tassoni, il suo volto ufficiale. Venticinquenne mora e naturalmente elegante, Isabella è stata la prima vincitrice del concorso di bellezza indetto dalla città Capoluogo. Proprio con la fascia di Miss Catanzaro in valigia è partita alla volta delle prefinali di Salsomaggiore, per il concorso di bellezza per antonomasia, quello di Miss Italia. Doverosa, quindi, l’accoppiata con la notte più ammirata dell’anno: nello scatto che la ritrae di profilo in una posa sospesa tra finezza e sensualità. Insomma,la nuova veste grafica dell’evento settembrino vuole esternare l’essenza de “La Notte Piccante”, accostando alla bellezza femminile, la bellezza della manifestazione e del centro storico di Catanzaro. Quindi, in “Un sogno lungo una notte” – nuovo slogan de “La Notte Piccante” 2009 – si potranno vivere le variegate e molteplici emozioni di una manifestazione sempre più attesa e importante. Una kermesse che, nonostante la “giovane età”, si sta ritagliando spazi di rilevanza nazionale. “La Notte Piccante” è quindi un’occasione unica per promuovere il patrimonio storico, artistico e ambientale di Catanzaro. Ma anche un momento di crescita economica per le attività del centro storico catanzarese. Uno strumento per veicolare ciò che di bello ed importante esiste nel Capoluogo Calabrese, ad iniziare dalla sua bellissima gioventù della quale Isabella Tassoni ne è autentica e verace espressione.”

E il sindaco di Catanzaro, Rosario Olivo, così si è espresso per l’edizione dello scorso anno:
“Ritorna, a distanza di un anno, la Notte Piccante, la bella manifestazione ideata dall’Assessorato al turismo del Comune di Catanzaro.
E’ ancora fresco il ricordo dello straordinario successo della prima edizione: decine di migliaia di persone – non solo catanzaresi, molti venuti dai Comuni della provincia – animarono corso Mazzini e l’intero centro storico fino all’alba.
Fu una grande occasione di incontro e di socializzazione, ma soprattutto un modo originale per conoscere e fare conoscere gli angoli più suggestivi della nostra Catanzaro.
Oggi la Notte Piccante – dopo la positiva parentesi della Notte Marina a Lido, anch’essa caratterizzata da una straordinaria partecipazione popolare – si inserisce in un quadro positivo che vede il completamento delle opere di riqualificazione del corso e delle piazze.
Piazza Prefettura, il cuore pulsante della città, non è più un cantiere, ma è tornata ad essere uno spazio vitale e pienamente fruibile dai cittadini.
L’esperimento della “zona a traffico limitato” (Ztl) su corso Mazzini si può ormai considerare una scommessa vinta. Quando, tra alcune settimane, entrerà in funzione il sistema di videosorveglianza, i cittadini potranno passeggiare nel “salotto” principale in condizioni di massima sicurezza.
La Notte Piccante rappresenta un messaggio per testimoniare la grande attenzione che il Comune riserva al centro storico, sede privilegiata per il tempo libero, la cultura, l’istruzione, lo spettacolo.
Teatri e musei aperti, vetrine illuminate fino all’alba, decine di iniziative per trascorrere in allegria la notte: questa è la Notte Piccante.
Più in profondità, c’è il grande lavoro che stiamo sviluppando per tornare a fare rivivere il centro storico: il ritorno dell’Università, l’insediamento del Conservatorio nell’edificio dell’ex Rossi, le attività del Politeama, del San Giovanni, dell’Accademia di Belle Arti, del Centro di aggregazione di via Fontana Vecchia.
C’è la consapevolezza che il rilancio di Catanzaro quale autentico Capoluogo di Regione dipenda anche dalla ripresa del centro storico, ovviamente in un disegno armonico che comprenda la Marina, i quartieri, il polo direzionale di Germaneto.
Ecco perché l’appuntamento della Notte Piccante diventa, al di là degli aspetti meramente spettacolari, commerciali e turistici, un momento di grande coinvolgimento popolare, un contributo a ritrovare l’identità della nostra Comunità, ma anche uno sprone a fare sempre meglio.”

mercoledì 9 settembre 2009

corvo in festa a catanzaro i ragazzi di amici



Il rientro dalle vacanze è, per chiunque, problematico. Certo non agli stessi livelli della campagna pubblicitaria della crociera Costa, ma rientrando da luoghi ben gestiti, dal verde comune e privato curato nei minimi particolari, ritrovarsi a fare lo slalom sui marciapiedi tra cacche di cani, cespugli, cassonetti della spazzatura, e, cosa non da poco, l’unica fontana del giardino pubblico, inselvatichito dall’incuria, chiusa dall’ufficio comunale competente perché gocciolante, sorge spontanea qualche riflessione sul ruolo degli amministratori locali e sui cittadini.
Cittadini invisibili nel quartiere Corvo di Catanzaro, a parte uno sparuto gruppo, che fa jogging. Eppure, l’insediamento urbano è vasto e popoloso anche se privo di una farmacia, uno sportello bancario e postale, in compenso c’è un’oreficeria, un bar, il macellaio, il panettiere e il palazzetto dello sport.
Stamane, attaccate qua e là, alcune locandine annunciano l’evento festaiolo "Corvo in festa" e il camion munito di spazzole rotanti pulisce le strade antistanti al palasport. Bèh, non tutto langue, qualcosa si muove! E poi, il 26 settembre, ci sarà la notte piccante: grande evento voluto dall'amministrazione comunale per vivacizzare l'arte, la cultura e l'economia del centro storico catanzarese... che vogliamo di più dalla vita?

Di seguito il calendario della festa corviana divulgato dall’amministrazione provinciale di Catanzaro:


“Comunicato Stampa Amministrazione Provinciale di Catanzaro
Anche quest’anno l’Ente Provincia di Catanzaro attraverso il suo Presidente Wanda Ferro ha patrocinato la manifestazione socio-culturale “Corvo in Festa” arrivata alla sua ottava edizione.
Voluta fortemente dal Vice Presidente del Consiglio Provinciale di Catanzaro Emilio Verrengia che ha accolto le istanze pervenute attraverso il MAX B CLUB di Catanzaro di tanti giovani e cittadini dei quartieri a sud della città di Catanzaro che hanno voglia di incontrarsi e trascorrere qualche giorno festoso in zone dove mancano appuntamenti culturali e sociali.
Il programma delle iniziative inizierà venerdì 11 settembre con l’esibizione di alcuni gruppi musicali locali ed avrà il clou sabato 12 settembre nel piazzale antistante il palasport di rione Corvo - alle ore 21,30 - prevede l’esibizione de “i ragazzi di Amici” con la presenza di Mario Nunziante, Adriano Bettinelli, Cassandra De Rosa, protagonisti delle fasi finali del 2009 e del 2008 della seguitissima trasmissione televisiva condotta da Maria De Filippi.
La serata finale di domenica 13 settembre – dopo i giochi popolari e la sagra della zeppola – la manifestazione chiuderà la rassegna alle ore 21,30 con la commedia teatrale “u cortile da pacia” a cura della compagnia A Trambia. Alle 23,30 ci sarà lo spettacolo pirotecnico curato dalla Ditta Frustaci di Taverna.”

venerdì 4 settembre 2009

fiori di prato per mammina



Come tutte le mattine porto il mio Labrador nel parco.
I bambini lo conoscono bene; lo chiamano per nome e lui corre, scodinzola, addenta un legno e lo offre per giocare. È quasi un'attrattiva per i bambini del quartiere. Ormai li conosce tutti, o quasi. Quando si avvicina un bimbo sconosciuto lo annusa. Il bimbo lo accarezza e sono subito amici. Pronti per giocare.
Oggi, dopo i primi lanci e riporti, rincorse e carezze, il nuovo arrivato abbandona la compagnia. Si addentra nelle aiuole e si sofferma a raccogliere fiorellini. Li sceglie accuratamente: margheritine bianche e gialle dal gambo corto e, formato un mazzolino, le ripone in tasca. Ecco, questi sono per la mia mammina! Esclama battendo le manine mentre ritorna a giocare con Vasco, il mio labrador.

giovedì 3 settembre 2009

il bello che hai dentro: lettera a un bambino



Vai, continua per la tua strada. Vai avanti e non ti preoccupare! Coltiva il bello cha hai dentro! La bellezza dei tuoi pensieri! Lo sguardo limpido! La passione per la vita! Questi stati d’animo li devi mantenere con fermezza; coltivali! E, fai in modo che il tuo sorriso sia sempre messaggio di conforto; continua a elargire serenità e amore anche quando sei frainteso, deriso, calunniato. Tu, proprio allora devi essere più forte degli eventi contrari: ignora le negatività degli stolti, continua ad amare! L’amore dà speranza; rinverdisce gli animi induriti dall’avidità… sogna, sogna il mondo che vorresti e nel frattempo agisci; lavora affinché si costruisca una prospettiva degna di essere condivisa in sintonia col bello che hai dentro.

martedì 1 settembre 2009

l'estate sta finendo, nuovo caro anno scolastico



Il fluire del tempo è inesorabile! Anche l’estate del 2009 è volata via. Alcuni ricorderanno con nostalgia luoghi e persone conosciute durante le vacanze estive e tarderanno a rimettersi in carreggiata; altri andranno incontro agli impegni di routine con rinnovata energia, si butteranno nel lavoro, faranno shopping ai saldi, andranno per librerie invocando le fresche giornate invernali che ancora tardano a venire.
Un altro anno scolastico inizia e le polemiche sui libri di testo sono le uniche cose stabili, per il resto tutto è aumentato, le case editrici aggiungono qualche pagina, ininfluente ai fini della didattica, però, strategicamente utile per giustificare l’aggiornamento “di prezzo!”.
Il sapere istituzionale è un affare industriale che impone dei costi alle famiglie a iniziare dall’iscrizione anticipata e dal versamento scolastico, che, non si capisce per quale motivo, varia da un istituto all’altro; a Catanzaro, per esempio, si va dai 110 euro ai 10 euro a studente. Poi libri, quaderni, diari, penne, matite, zaini, borse astucci e perché no: scarpe, vestiti, telefonini, motorini…
Ricordo con nostalgia i miei pochi libri, il diario di Jacovitti e qualche quaderno, il tutto tenuto insieme da una cinghia elastica. (a questo punto, qualcuno, finalmente capisce perché scrivo così…male)
Buon inizio a tutti!

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