Israele vs Palestina, una riflessione evangelica

 


ISRAELE, GAZA E LA CRISI MORALE DELL’OCCIDENTE: UN'ANALISI SCOMODA E NECESSARIA.

Di Vittorio Politano 

Una riflessione alla luce del Vangelo, del diritto internazionale e della posizione della Chiesa cattolica

In un tempo segnato da guerre che si consumano sotto gli occhi del mondo intero, le parole pronunciate in questi giorni da un politico italiano (D’Alema)— che ha denunciato con chiarezza l'ipocrisia dell'Occidente e in particolare del governo Meloni sulla questione israelo-palestinese — risuonano come una delle analisi più lucide e coraggiose emerse nel panorama nazionale. Il suo intervento non è una provocazione ideologica, ma un grido di coscienza, che interpella tanto la politica quanto le coscienze cristiane.

Gaza, Israele e la distorsione del discorso pubblico

"I palestinesi vengono cacciati dalle loro case e i coloni sono armati per legge..."

Questa affermazione ci costringe a guardare alla realtà oltre le narrazioni ufficiali. La situazione in Palestina — soprattutto nella Striscia di Gaza — è drammatica e strutturalmente iniqua. Prima ancora del tragico attacco di Hamas il 7 ottobre 2023, il popolo palestinese viveva in condizioni di oppressione, segregazione e violazione sistematica dei diritti umani.

Lo stesso Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (OHCHR) ha documentato nel tempo numerosi abusi, demolizioni di case, espulsioni forzate e uso eccessivo della forza da parte dell’esercito israeliano. In questo contesto, il diritto alla legittima difesa — sacrosanto per ogni Stato — non può essere invocato per giustificare la distruzione indiscriminata e la punizione collettiva di un intero popolo.

La voce della Chiesa: una posizione chiara

La Chiesa cattolica, anche attraverso le parole dei suoi ultimi Pontefici, ha espresso una posizione coerente e profetica: la condanna del terrorismo e della violenza da qualsiasi parte provengano, ma anche la denuncia dell’ingiustizia sistemica.

Già san Giovanni Paolo II ricordava che “non ci sarà pace senza giustizia”, e papa Francesco ha più volte richiamato l’attenzione sul dramma dei civili, soprattutto dei bambini, che pagano il prezzo più alto dei conflitti. In particolare, il Pontefice ha definito Gaza “un cimitero di bambini”, e ha chiesto un cessate il fuoco immediato, l’apertura di corridoi umanitari e il rispetto del diritto internazionale.

Nell’ottobre 2023, ricevendo i rappresentanti delle Chiese del Medio Oriente, Francesco ha affermato:

“Ogni guerra è una sconfitta. Fermatevi! L’odio e la violenza non porteranno mai pace. Chi semina morte raccoglie disperazione.”

L’ipocrisia occidentale e l’erosione della credibilità morale

Ciò che viene denunciato con forza — e che trova eco anche in ambienti cattolici attenti alla giustizia e alla pace — è la profonda incoerenza dell’Occidente. Si condanna l’aggressione russa in Ucraina (giustamente), si chiede il rispetto del diritto internazionale, si invocano i diritti umani… ma poi si tace — o peggio, si giustifica — quando a violarli è un governo alleato, come quello di Benjamin Netanyahu, sotto il quale la Corte Penale Internazionale ha emesso un mandato di cattura per presunti crimini di guerra.

Il punto qui non è contro Israele — che ha il diritto di esistere e di difendersi — ma contro ogni forma di abuso di potere, ogni logica disumanizzante, ogni silenzio complice.

Il governo italiano, e in particolare l’attuale esecutivo, ha scelto una linea di sostegno incondizionato a Israele, sorvolando sulle devastanti conseguenze umanitarie di questa guerra e ignorando le condizioni vincolanti dell’accordo commerciale UE-Israele, il cui articolo 2 stabilisce esplicitamente il rispetto dei diritti umani come prerequisito. Come si può, allora, continuare a commerciare come se nulla fosse, mentre 271 giornalisti sono stati uccisi, spesso insieme alle loro famiglie, mentre interi quartieri sono rasi al suolo, mentre le famiglie vengono sterminate con precisione chirurgica?

Le conseguenze di oggi saranno la rabbia di domani

L'analisi diventa ancora più inquietante quando mette in luce ciò che si sta seminando: odio, radicalizzazione, desiderio di vendetta.

“Fra un anno, due anni, tre anni metteranno le bombe nei treni…”

Questa frase, per quanto dura, non è una minaccia ma una previsione fondata. Le immagini che ogni giorno scorrono sotto gli occhi di milioni di giovani nel mondo arabo (e non solo) stanno alimentando un risentimento profondo verso l’Occidente percepito come ipocrita, selettivo, coloniale.

La risposta non può essere solo militare o repressiva. Deve essere etica, politica, spirituale. Deve partire dal recupero della verità e della giustizia. Non esiste sicurezza senza dignità. Non esiste pace senza giustizia.

Per i cristiani: fuoco, non neutralità

Alla luce del Vangelo, il cristiano non può essere neutrale davanti all’ingiustizia. Il Vangelo di questa domenica (Lc 12,49-53) ci mette davanti a un Gesù che non è accomodante:

“Sono venuto a gettare fuoco sulla terra…”

Non il fuoco della guerra, ma quello della verità, della purificazione, della coscienza svegliata.

La pace non è assenza di conflitto, è lotta per ciò che è giusto.

Come dice Papa Francesco nella Fratelli Tutti (n. 241):

“La vera pace non può essere ottenuta se non nella verità, nella giustizia, nella carità e nella libertà.”

Conclusione

Non possiamo tacere.

Non possiamo, come cristiani, voltare lo sguardo mentre si compiono atrocità sistemiche sotto la copertura della lotta al terrorismo.

Non possiamo permettere che la parola “sicurezza” giustifichi una disumanizzazione costante e programmata.

Non possiamo difendere i diritti umani solo a seconda del Paese coinvolto.

Essere coerenti oggi significa dire la verità, denunciare l’ingiustizia, invocare il rispetto della vita di ogni essere umano, sia esso israeliano, palestinese, cristiano, ebreo, musulmano.

La Chiesa, anche quando viene ignorata, continuerà a farlo.

E ognuno di noi — credente o meno — è chiamato a scegliere da che parte stare: quella della dignità umana, sempre, ovunque, comunque.

📌 Per approfondire la posizione della Chiesa:

• Papa Francesco, interventi sulla guerra a Gaza (2023-2024)

• Fratelli Tutti, Enciclica sulla fraternità e l’amicizia sociale

• Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, capitolo XI: “La comunità internazionale”


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