Lacrime di coccodrillo sugli orrori premeditati
gaza, guerra, senza testimoni
le “lacrime di
coccodrillo” del governo Netanyahu
Il premier Benjamin Netanyahu ha espresso “profondo rammarico” per l’uccisione di cinque giornalisti durante il raid sull’ospedale Nasser a Khan Younis, annunciando l’apertura di un’indagine militare e definendo l’accaduto un “tragico errore”. Queste parole di dispiacere arrivano però mentre le operazioni di bombardamento nella Striscia di Gaza proseguono senza sosta.
Mentre persistono i bombardamenti, una domanda nasce
spontanea: possibile che l’intelligenza più raffinata in dote all’esercito
israeliano sbagli clamorosamente per l’ennesima volta?
Nella sola giornata del 26 agosto, almeno 54 palestinesi
sono stati uccisi in attacchi dell’IDF, tra cui civili in attesa di aiuti
umanitari e operatori sanitari, secondo fonti mediche ad Al Jazeera. L’Unione
Europea ha definito “del tutto inaccettabile” la morte di giornalisti e
sanitari che, secondo Israele, verrà comunque oggetto di un’indagine
“approfondita”.
La “cancellazione fisica dei giornalisti” dai luoghi assediati non
è un errore ma una determinazione dei criminali di guerra per assicurarsi l’oblio
dei crimini peggiori che menti terroristi possano concepire, durante le deportazioni
forzate e i piani di insediamento.
L’esercito israeliano ha reso noto di prepararsi allo
sfollamento forzato dei residenti di Gaza City, pianificando il trasferimento
della popolazione verso il sud della Striscia, accompagnato dalla fornitura di
tende e ripari “per garantirne la sicurezza”. Nel frattempo, con l’annuncio
della mobilitazione di altri 60.000 riservisti, si conferma la volontà di
consolidare il controllo militare e aprire la strada a nuovi insediamenti
israeliani nelle aree sgomberate.
Questa dicotomia tra dichiarazioni pubbliche di cordoglio e
l’ampliamento dell’offensiva militare solleva più interrogativi che
rassicurazioni. In che modo la comunità internazionale potrà conciliare la
richiesta di rispetto del diritto umanitario con il sostegno politico e
logistico a un’operazione che comporta deportazioni di massa e ampliamento
coloniale?
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