Quanto vale?
Quanto vale?
Pittura, scultura, poesia, piece teatrale ...
“L’arte scuote dall’anima la polvere accumulata nella vita di tutti i giorni.” – Pablo Picasso
Contro il Possesso: L’Arte e il Vuoto del Capitalismo
Viviamo in un tempo in cui il valore è misurato in cifre, non in impatto. Dove la bellezza è subordinata all’utilità, e la creatività viene tollerata solo se monetizzabile. L’arte, in questo contesto, è spesso ridotta a decorazione, a investimento, a status. Non più voce, ma oggetto. Non più ponte, ma proprietà.
Il capitalismo ha dis/educato generazioni a pensare in termini di accumulo, di profitto, di tesaurizzazione. Ogni gesto creativo viene filtrato attraverso la lente del mercato: “Quanto vale?”, “Chi lo compra?”, “Che ritorno genera?”. In questo paradigma, l’arte libera è un’anomalia. Una minaccia. Un atto di resistenza.
Ma l’arte non nasce per essere venduta. Nasce per essere vissuta.
Essa è il linguaggio dell’invisibile, la forma del pensiero che non si lascia imprigionare. È il grido di chi non ha voce, il sogno di chi non ha spazio. È il luogo dove il senso si genera, non si compra.
Ecco perché il manifesto è necessario!. Perché propone un’alternativa. Perché ricorda che l’arte può essere crescita collettiva, non privilegio individuale. Che può essere esperienza condivisa, non capitale immobilizzato.
L’arte non deve convincere il capitalismo. Deve superarlo.
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