Riflessioni all'ombra di Campanella
Riscopriamo un classico del pensiero calabrese:
"venni per debellar i mali" — richiama direttamente la poesia di Tommaso Campanella Delle radici de' gran mali del mondo, in cui il filosofo e poeta calabrese afferma:
"Io nacqui a debellar tre mali estremi: tirannide, sofismi, ipocrisia".
Campanella si presenta come un uomo destinato a combattere le radici del male che affliggono il mondo. Secondo lui, questi tre mali — la tirannide (abuso del potere), i sofismi (falsa sapienza), e l’ipocrisia (falso amore) — generano una lunga serie di disastri: carestie, guerre, pesti, ingiustizie, lussuria, accidia, sdegno, e via dicendo.
Campanella contrappone a questi mali tre princìpi supremi: Potenza, Sapienza e Amore, che gli furono insegnati da Temi, la dea della giustizia. La sua missione è quindi quella di "diveller l’ignoranza", considerata la radice di tutti i peccati e mali del mondo.
Questa poesia è un manifesto della sua filosofia e del suo impegno politico e spirituale, spiegati e sviluppati nella sua opera più famosa, La Città del Sole.
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