Merito

 

"digitArt, ©mario iannino"

Quando si parla di “merito” in arte, il rischio è di appiattire realtà molto diverse sotto un’unica etichetta. 

Cosa intendiamo per “Merito e arte”. Nel contesto temporale è un hobby che può generare opere belle e sincere, ma non necessariamente frutto di un percorso di ricerca strutturato. 

Mentre la ricerca artistica implica dedizione costante, studio, sperimentazione e un filo conduttore che lega il lavoro nel tempo. 


Giudizio e valutazione: il termine “merito” spesso tradisce un giudizio più legato a criteri esterni (premi, consenso, mercato) piuttosto che a quelli interni e insiti al processo creativo. 

Potremmo dire che in arte il “merito” non è solo questione di abilità tecnica, ma di profondità del percorso intrapreso — qualcosa che sfugge a definizioni semplicistiche. 

 


Ecco, in breve excursus come diverse culture e periodi storici hanno definito e premiato il “merito” artistico, e come queste visioni abbiano influenzato ciò che oggi consideriamo “valore” nell’arte.

Partiamo per un piccolo viaggio nella storia del “merito” artistico: 

il merito nell’antichità. Nella Grecia classica, l’arte era strettamente legata alla _téchne_, cioè alla competenza tecnica, ma anche alla capacità di incarnare ideali estetici e morali della polis. Il “merito” era riconosciuto a chi sapeva armonizzare forma e contenuto, come Fidia o Policleto. 

Nella Roma dei cesari, l’accento si sposta sull’abilità di celebrare valori politici e familiari; il merito artistico coincideva spesso con la capacità di eternare il potere.

E nel Medioevo, la committenza ecclesiastica premiava la fedeltà al messaggio teologico più della firma dell’artista. Il merito era legato al servizio alla fede e alla comunità, più che alla ricerca individuale.

È nel Rinascimento, che nasce la figura dell’artista come genio autonomo. Il merito si misura nella capacità di innovare, padroneggiare la prospettiva, fondere scienza e arte. Pensiamo a Leonardo che incarnava uno spirito eclettico omnicomprensivo di ricerca, curiosità e invenzione che diventano “ criteri di valore universale”.

L’Ottocento è sinonimo di modernità

 Con il Romanticismo si esalta l’espressione individuale. Il merito non è più solo abilità tecnica, ma profondità emotiva e originalità della visione.

 Nell’arte contemporanea, il concetto esplode: il valore può essere attribuito anche a un gesto concettuale o a una provocazione, indipendentemente dalla “manualità”.

 In sintesi: il “merito” in arte è sempre stato lo specchio di ciò che una società considera importante — bellezza ideale, devozione, innovazione, espressività. 

Ed oggi, il concetto di merito è ridefinito nell’arte digitale e nei nuovi media, dove l’algoritmo e la partecipazione del pubblico giocano un ruolo centrale.

La tecnologia ha avuto un impatto profondo e multiforme sull’arte contemporanea, ridefinendo non solo i mezzi espressivi, ma anche il ruolo dell’artista, del pubblico e delle istituzioni. Ecco come:

 1.Nuovi strumenti, nuove forme:



Realtà virtuale (VR) e aumentata (AR): permettono esperienze immersive, trasformando lo spettatore da osservatore passivo a partecipante attivo. Le opere diventano ambienti da esplorare.

Intelligenza artificiale: gli artisti collaborano con algoritmi per generare opere, ridefinendo il concetto di creatività e autorialità.

Stampa 3D: ha rivoluzionato la scultura e il design, permettendo la creazione di forme complesse e inedite.

Software e codici: molte opere nascono da linguaggi di programmazione, pixel e dati, rendendo la tecnologia parte integrante del processo creativo.

 


 2. Ridefinizione dell’esperienza artistica

Interazione e partecipazione: il pubblico non fruisce più passivamente, ma interagisce, modifica, esplora.

Accessibilità e democratizzazione: le tecnologie digitali rendono l’arte più accessibile, superando i confini fisici di musei e gallerie.

Distribuzione globale: le opere possono essere condivise e fruite ovunque, amplificando la portata dell’artista.

  3. Riflessione critica e nostalgia

 L’arte contemporanea spesso riflette sul rapporto tra presente e passato, con una forte componente di reenactment, cioè, rievocazione e nostalgia tecnologica. Le opere si muovono in un gioco di specchi tra innovazione e memoria.

 Secondo Hans-Ulrich Obrist, curatore e critico d’arte elvetico, la tecnologia non è solo strumento, ma compagna e protagonista dell’arte, capace di anticipare i cambiamenti sociali e culturali.

 4. Nuove sfide per le istituzioni

 Molti musei e gallerie faticano ad adattarsi, spesso privi di competenze tecniche adeguate (come la figura del CTO).

 Progetti come Experiments in Art and Technology (EAT) e NEAT dimostrano come la collaborazione tra artisti e tecnologi possa generare innovazione radicale.

 La tecnologia sta trasformando il mercato dell’arte contemporanea in modi radicali, ridefinendo i concetti di proprietà, autenticità, distribuzione e valore. Ecco i principali cambiamenti:

1. Blockchain e NFT: nuova economia dell’arte

NFT (Non-Fungible Token): hanno rivoluzionato la compravendita di opere digitali, garantendo unicità e tracciabilità. Piattaforme come SuperRare, Foundation e OpenSea permettono agli artisti di vendere direttamente ai collezionisti, senza intermediari.

Autenticazione e provenienza: la blockchain assicura una registrazione immutabile della storia dell’opera, riducendo il rischio di falsificazioni.

Mercato globale e decentralizzato: chiunque, ovunque nel mondo, può acquistare arte digitale, creando una democratizzazione dell’accesso.

 2. Intelligenza artificiale e arte generativa

 Gli artisti usano algoritmi e machine learning per creare opere che si evolvono nel tempo o reagiscono all’ambiente.

 L’IA diventa co-autrice, sollevando domande sul valore e sull’autorialità dell’opera.

 Esempi come Artbreeder e DeepDream (app online che permettono di creare immagini) mostrano come l’arte possa essere generata, remixata e personalizzata.

  3. Nuove modalità di fruizione e vendita

Aste digitali: case come Christie’s e Sotheby’s hanno venduto opere NFT per milioni di dollari, come nel caso di Beeple, il cui lavoro è stato battuto a oltre 69 milioni di dollari.

Esposizioni virtuali: musei e gallerie si spostano online, con esperienze immersive in VR e AR (es. The VR Museum of Fine Art).

Piattaforme social e marketplace: Instagram, TikTok, e piattaforme come Etsy e Behance diventano vetrine per artisti emergenti.

  4. Democratizzazione e accessibilità

 La tecnologia consente a nuovi artisti di entrare nel mercato senza passare da gallerie o curatori tradizionali.

Il pubblico è più ampio e diversificato, e può partecipare attivamente alla diffusione e valorizzazione delle opere.

 L’arte diventa più inclusiva, ma anche più volatile: il valore può dipendere da trend, viralità e algoritmi.

 5. Sfide e criticità

 Speculazione e volatilità: il mercato NFT ha mostrato picchi e crolli repentini, con opere che passano da milioni a pochi dollari in settimane.

Sostenibilità: alcune tecnologie, come la blockchain, sollevano problemi ambientali per il consumo energetico.

Ridefinizione del ruolo delle istituzioni: musei e gallerie devono reinventarsi per restare rilevanti in un ecosistema digitale.

tornando al "merito artistico" che esula dal mercato inquanto è poesia dell'anima di colui che "cerca"

 


Tornando al concetto di “merito artistico” come “poesia dell’anima di colui che cerca”, ci spostiamo da una logica di mercato e visibilità a una dimensione più “intima, esistenziale e spirituale” dell’arte. In questo contesto, la tecnologia non cancella il merito, ma lo “ridefinisce” e lo “complica”.

Il merito dell’artista come ricerca interiore non risiede nel successo commerciale, ma nella profondità della ricerca, nella tensione verso l’ignoto, nel tentativo di dare forma all’indicibile.

La “Poetica dell’errore e dell’imperfezione” nell’arte digitale può sembrare fredda e algoritmica, ma molti artisti la usano per esplorare il fallimento, il glitch, l’inatteso — come metafora dell’umano.

Tecnologia come specchio dell’anima, quindi: strumenti come l’IA o la realtà virtuale diventano estensioni della sensibilità dell’artista, non sostituti. Il merito sta nel modo in cui l’artista “trasforma” il mezzo in linguaggio personale.

Il  Merito esula dalle logiche di mercato.

Silenzio e invisibilità: alcuni artisti scelgono di non esporre, di non vendere, di creare per sé o per pochi. Il merito qui è nella coerenza, nella fedeltà alla propria visione.

È, quindi, “processo più che prodotto”! l’opera non è il fine, ma il mezzo per esplorare una domanda, una ferita, una intuizione. Il merito è nel viaggio, non nel risultato.

Arte come meditazione: in ambienti digitali, alcuni artisti creano esperienze contemplative, immersive, che invitano alla riflessione e alla presenza. Il merito è nel creare spazi di ascolto interiore.

 In sintesi:

Il “merito artistico” non è misurabile in numeri, né in likes, né in vendite. È una qualità invisibile che si manifesta nella sincerità della ricerca, nella profondità dell’intento, nella capacità di toccare l’anima — anche attraverso pixel e codici.

 *le opere inserite a corredo del presente testo sono di proprietà dell'autore ©mario iannino.

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