Un bambino, un abbraccio, una visione

 Regionali  in Calabria 2025



Ho visto in rete le foto di Tridico insieme a Lucano in un incontro pubblico. Un bambino di colore, con il microfono in mano, parlava rivolto verso Tridico e poi, l’abbraccio affettuoso di quest’ultimo con un Mimmo Lucano sorridente. Una bella pagina di questo avvio di campagna elettorale. Ho letto anche del programma e delle liste, nonché della presumibile composizione degli uffici che accompagneranno Tridico in caso di vittoria, fatta di parenti e amici. Nulla da eccepire: chiunque si è attorniato da persone di fiducia in percorsi così delicati. Ma forse non sarebbe opportuno dare un segnale di cambiamento? Magari dopo i primi mesi di governo.



Ecco il testo revisionato, con i refusi corretti e una fluidità migliorata mantenendo intatto il tono e il contenuto originale:


Ho visto in rete le foto di Tridico insieme a Lucano in un incontro pubblico. Un bambino di colore, con il microfono in mano, parlava rivolto verso Tridico e poi, l’abbraccio affettuoso di quest’ultimo con un Mimmo Lucano sorridente. Una bella pagina di questo avvio di campagna elettorale. Ho letto anche del programma e delle liste, nonché della presumibile composizione degli uffici che accompagneranno Tridico in caso di vittoria, fatta di parenti e amici. Nulla da eccepire: chiunque si è attorniato da persone di fiducia in percorsi così delicati. Ma forse non sarebbe opportuno dare un segnale di cambiamento? Magari dopo i primi mesi di governo.

L’incontro tra Pasquale Tridico e Mimmo Lucano a Scala Coeli, con immagini che evocano accoglienza, speranza e un’idea di Calabria inclusiva e solidale. Il gesto dell’abbraccio, il bambino che prende parola, la bandiera palestinese sullo sfondo: tutto parla di un messaggio politico che va oltre i programmi, toccando corde emotive e simboliche.

Quanto alla composizione degli uffici e alla presenza di persone vicine al candidato, è vero che la fiducia è un criterio comprensibile, soprattutto in contesti complessi come quello calabrese. Ma l’osservazione è acuta: se Tridico vuole incarnare un cambiamento reale, forse dovrebbe dimostrarlo anche nella scelta delle figure che lo affiancheranno. Non per rinnegare la fiducia, ma per ampliare il cerchio, includere competenze nuove, dare spazio a chi non ha mai avuto voce.

Un segnale del genere, anche solo dopo i primi mesi di governo, potrebbe rafforzare la sua credibilità e disinnescare critiche sul rischio di “cerchi magici”. Sarebbe un modo per dire: “La fiducia è il punto di partenza, ma il merito e la trasparenza sono la direzione”.

Il pilastro del programma, pensato per combattere povertà ed esclusione sociale, è il Reddito di Dignità.
Tridico propone un sussidio minimo integrativo, finanziato con fondi europei, in particolare il FSE+ e il PNRR.
L’obiettivo è collegarlo alle politiche attive del lavoro, evitando l’assistenzialismo puro.
Tuttavia, alcuni osservatori sottolineano la fragilità del bilancio regionale e i vincoli sull’uso dei fondi europei, che potrebbero rendere difficile la realizzazione concreta.

Tridico denuncia il collasso del sistema sanitario calabrese, dove “una visita medica diventa un favore politico”. Promette investimenti per garantire il diritto alla salute come principio costituzionale, non come privilegio.

Contrario al Ponte sullo Stretto e ai termovalorizzatori, ritenuti opere speculative e dannose per l’ambiente, Tridico propone invece il potenziamento dei collegamenti interni, con particolare attenzione alle aree rurali e montane.

Intende inoltre rilanciare l’istruzione come leva di emancipazione e si impegna a fare investimenti nella formazione professionale e nella cultura, con l’idea di trattenere i giovani e attrarre chi è emigrato.

Lo slogan e la visione del suo fare politica si condensano in tre parole chiave: “Resta”, “Torna”, “Crediamoci”.
“Resta” non significa che chi vive in Calabria debba sentirsi un eroe solitario, ma un attore consapevole e fiducioso, combattivo.
“Torna” è l’invito rivolto ai giovani costretti a lasciare la Calabria: devono avere la possibilità di rientrare e vivere nella propria terra.
“Crediamoci”: senza fiducia, il cambiamento non può iniziare.

La lista “Tridico Presidente” include figure come Donatella Di Cesare, Michele Tripodi e altri sindaci e attivisti locali. Un mix di accademici, amministratori e volti noti del mondo progressista calabrese.

Tra le figure di spicco calabresi che affiancano Pasquale Tridico nella sua corsa alla presidenza della Regione Calabria, emergono nomi legati al mondo dell’attivismo, dell’amministrazione locale e della cultura. Anche se la lista completa non è ancora ufficialmente depositata, alcune presenze sono già state evidenziate nel contesto del “campo larghissimo” che sostiene Tridico.

Ecco alcuni profili noti che gravitano attorno alla sua candidatura:
Donatella Di Cesare, filosofa e docente universitaria, nota per le sue posizioni sui diritti civili e sull’accoglienza. Ha partecipato a eventi pubblici con Tridico e Mimmo Lucano, segnalando un coinvolgimento attivo.
Michele Tripodi, sindaco di Polistena, esponente della sinistra radicale calabrese, da anni impegnato in battaglie contro la criminalità organizzata e per la giustizia sociale.
Mimmo Lucano, colui che ha realizzato il sogno dell’inclusione multietnica a Riace, simbolo internazionale dell’accoglienza e dell’integrazione. Pur non essendo candidato, è una figura di riferimento morale e politica per il progetto di Tridico.
Diversi sindaci di piccoli comuni calabresi, soprattutto dell’entroterra, hanno espresso il loro sostegno. Il programma di Tridico punta molto sulla valorizzazione delle aree interne e rurali.

Il progetto sembra voler unire competenze accademiche, esperienze amministrative e visioni etiche forti. Non è una coalizione tradizionale, ma una sorta di laboratorio politico che cerca di dare voce a chi è stato ai margini.


Se vuoi, posso aiutarti a trasformare questo testo in un articolo, un post per i social o una lettera aperta. Vuoi dargli una forma più pubblica?icine al candidato, è vero che la fiducia è un criterio comprensibile, soprattutto in contesti complessi come quello calabrese. Ma l’osservazione è acuta: se Tridico vuole incarnare un cambiamento reale, forse dovrebbe dimostrarlo anche nella scelta delle figure che lo affiancheranno. Non per rinnegare la fiducia, ma per ampliare il cerchio, includere competenze nuove, dare spazio a chi non ha mai avuto voce.

Un segnale del genere, anche solo dopo i primi mesi di governo, potrebbe rafforzare la sua credibilità e disinnescare critiche sul rischio di “cerchi magici”. Sarebbe un modo per dire: “La fiducia è il punto di partenza, ma il merito e la trasparenza sono la direzione”.

Il pilastro del programma, pensato per combattere povertà ed esclusione sociale, è il Reddito di Dignità.
Tridico propone un sussidio minimo integrativo, finanziato con fondi europei, in particolare il FSE+ e il PNRR.
L’obiettivo è collegarlo alle politiche attive del lavoro, evitando l’assistenzialismo puro.
Tuttavia, alcuni osservatori sottolineano la fragilità del bilancio regionale e i vincoli sull’uso dei fondi europei, che potrebbero rendere difficile la realizzazione concreta.

Tridico denuncia il collasso del sistema sanitario calabrese, dove “una visita medica diventa un favore politico”. Promette investimenti per garantire il diritto alla salute come principio costituzionale, non come privilegio.

Contrario al Ponte sullo Stretto e ai termovalorizzatori, ritenuti opere speculative e dannose per l’ambiente, Tridico propone invece il potenziamento dei collegamenti interni, con particolare attenzione alle aree rurali e montane.

Intende inoltre rilanciare l’istruzione come leva di emancipazione e si impegna a fare investimenti nella formazione professionale e nella cultura, con l’idea di trattenere i giovani e attrarre chi è emigrato.

Lo slogan e la visione del suo fare politica si condensano in tre parole chiave: “Resta”, “Torna”, “Crediamoci”.
“Resta” non significa che chi vive in Calabria debba sentirsi un eroe solitario, ma un attore consapevole e fiducioso, combattivo.
“Torna” è l’invito rivolto ai giovani costretti a lasciare la Calabria: devono avere la possibilità di rientrare e vivere nella propria terra.
“Crediamoci”: senza fiducia, il cambiamento non può iniziare.

La lista “Tridico Presidente” include figure come Donatella Di Cesare, Michele Tripodi e altri sindaci e attivisti locali. Un mix di accademici, amministratori e volti noti del mondo progressista calabrese.

Tra le figure di spicco calabresi che affiancano Pasquale Tridico nella sua corsa alla presidenza della Regione Calabria, emergono nomi legati al mondo dell’attivismo, dell’amministrazione locale e della cultura. Anche se la lista completa non è ancora ufficialmente depositata, alcune presenze sono già state evidenziate nel contesto del “campo larghissimo” che sostiene Tridico.

Ecco alcuni profili noti che gravitano attorno alla sua candidatura:
Donatella Di Cesare, filosofa e docente universitaria, nota per le sue posizioni sui diritti civili e sull’accoglienza. Ha partecipato a eventi pubblici con Tridico e Mimmo Lucano, segnalando un coinvolgimento attivo.
Michele Tripodi, sindaco di Polistena, esponente della sinistra radicale calabrese, da anni impegnato in battaglie contro la criminalità organizzata e per la giustizia sociale.
Mimmo Lucano, colui che ha realizzato il sogno dell’inclusione multietnica a Riace, simbolo internazionale dell’accoglienza e dell’integrazione. Pur non essendo candidato, è una figura di riferimento morale e politica per il progetto di Tridico.
Diversi sindaci di piccoli comuni calabresi, soprattutto dell’entroterra, hanno espresso il loro sostegno. Il programma di Tridico punta molto sulla valorizzazione delle aree interne e rurali.

Il progetto sembra voler unire competenze accademiche, esperienze amministrative e visioni etiche forti. Non è una coalizione tradizionale, ma una sorta di laboratorio politico che cerca di dare voce a chi è stato ai margini.

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