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domenica 31 marzo 2024

PACE!

 

"una locandina per la pace. courtesy m.iannino©"

PACE!

Non è un'ossessione accresciuta con il terrore di rimanere vittima della barbarie che sta governando le menti dei governanti signori delle guerre. Pace, volontà di pace è un sentimento che va oltre la materia e il suo deterioramento. Tutti, prima o dopo, lasceremo l'involucro di carne e ossa che tanto amiamo. Alcuni ne fanno un culto eccessivo. L'aspetto esteriore conta!, per alcuni.

domenica 26 marzo 2023

Il solito Trump

 


“Rimettetemi alla Casa Bianca e sarete vendicati".

Dopo la foto fake manipolata e pubblicata dallo stesso Trump che lo vede in tenuta arancione da detenuto, Trump, scuote ancora gli americani e il mondo intero.

lunedì 6 settembre 2021

Verità a stelle e strisce, si fa per dire

È una giornata uggiosa. Una di quelle che non ti fa stare bene da nessuna parte. La smania che hai dentro non ti lascia neppure con un buon libro, una buona lettura e una buonissima compagnia. La mente vaga mentre le parole dei Riccardo Jacona rinnovano la storia di J. Assange divenuto, suo malgrado, un perseguitato politico per avere diffuso documenti top-secret. Eppure questo dovrebbe essere il compito dei giornalisti! Ma quando si toccano certi tasti e si scoprono delle barbarie fatte in nome di un non meglio specificato interesse di Stato i patrioti al vertice sono tenuti a gettare fango per tenere nascosti i delitti contro l'umanità.



Non sta a me dire cosa è giusto e cosa è sbagliato. Particolari interessi che si intendono di Stato non sono resi noti al popolo, in tal caso è la coscienza di chi presiede la più alta carica democratica a dare risposte e chiarire i comportamenti in nome del popolo sovrano.

Pare, comunque, da quanto emerge dalle testimonianze pubblicate dai media, che la parte militare degli USA in istanza nei Paesi ritenuti a alto rischio terrorismo non sia stata di meno; ha calpestato le garanzie elementari dei diritti universali umani maltrattando i prigionieri politici e intimidendo quanti si schieravano e si schierano a difesa della dignità dei popoli oppressi.

Torture e abusi indicibili sono state commesse ai danni dei presunti terroristi. Persone rapite in altri Stati e condotti con estrema arrogante leggerezza in campi di concentramento e prigioni inaccessibili. È bastato un disguido, una presunta affiliazione, la provenienza o la parentela con una certa area geografica e o religiosa per fare scattare l'allerta e la cattura.

Azioni indegne per una grande Nazione che dovrebbe garantire e tutelare le libertà!

L'arroganza del potere dimostrato e la leggerezza con cui sono state condotte le operazioni sono a dir poco assurde e deprimenti!

La democrazia a stelle e strisce deve essere rivista! Spero in Biden. Uomo assennato e propenso alla pace e al rispetto dei popoli. Jon Biden dovrebbe essere l'uomo del dialogo e del superamento manicheo di tutti gli ostacoli eretti dalle fabbriche delle armi e delle guerre fratricida; il Presidente del colloquio con le frange estreme che abitano in America e fuori.

venerdì 2 aprile 2021

A George Floyd, Stefano Cucchi, nuovi Cristo in croce

L'inviato rai dagli USA annuncia la visione di alcune scene violente ai danni di George Floyd l'afroamericano morto in seguito al fermo della polizia. E ne sconsiglia la visione a un pubblico sensibile.

Le nuove scene messe a testimonianza della morte fanno rabbrividire. È un po' come rivedere le foto del volto martoriato di Stefano Cucchi morto anche lui in carcere dopo i maltrattamenti e i pestaggi delle bestie vestite coi panni delle istituzioni. E quando il male indossa la divisa è ancora più orrendo. Le sue azioni sono orrende! Quando si accanisce contro i deboli indifesi.

Aveva ragione l'inviato Di Bella nel suggerire di non guardare le immagini. Lasciano sgomenti! Leggere la paura e sentire le preghiere di un uomo alto 2 metri, sentirgli dire: dite ai miei figli che li amo, non ci sono aggettivi adeguati per esprimere la brutalità bestiale subita da quell'omone morto per causa del terrore che in quel momento ha armato il ginocchio che l'immobilizzava dell'uomo in divisa che, sordo alle invocazioni d'aiuto, non mollava la presa.

Davanti alla morte indotta non ci sono scusanti per gli uomini che la provocano!

Inutile fare l'analisi a priori. Il giudizio degli uomini può infliggere l'ergastolo ma non riporta in vita nessuna vittima.



domenica 14 febbraio 2021

Anche stavolta Trump l'ha scampata

57 a favore e 43 contrari. Democrazia mortificata!

Sette repubblicani hanno votato contro il presidente: il numero più alto di defezioni nel partito dell'imputato nella storia dell'impeachment. Ma un numero comunque insufficiente: per la condanna sarebbe stato necessario che almeno 17 senatori repubblicani gli votassero contro per raggiungere la maggioranza qualificata richiesta. A favore ci sono stati invece 57 voti, di cui appunto sette repubblicani. I no sono stati 43. Per la condanna erano necessari 67 voti, ossia i due terzi dei 100 senatori.

Miracoli della politica! Difficili da accettare.

Chi ha seguito le vicende di quei giorni oscuri in cui i fedelissimi di Trump hanno violentato il Campidoglio USA non si sarebbe certo aspettato un verdetto simile.

Gli illusionisti della politica hanno manipolato gli eventi e per ultimo qualche senatore repubblicano pur condannando l'atteggiamento e le parole di Trump ha votato a suo favore in virtù della libertà di espressione e qualcun altro perché ormai non più presidente.

Quindi non si è voluto punire e men che meno eliminare quella parte di elettorato violento che ha visto e vede in trump il condottiero senza paura che necessita alla frangia estremista americana.

È decisamente una decisione politica!

I repubblicani hanno soppesato bene i rischi. E non se la sono sentita di troncare di netto con quella parte di elettorato.

La democrazia americana è stata sbeffeggiata. La cultura e la dignità di quanti guardano al sogno americano rischia di prendere pieghe inaspettate. E quanti credono nella libertà e nella democrazia continueranno a comportarsi da persone civili perché sono convinti delle idee d'altruismo che questi cullano ma senz'altro saranno più guardinghi e meno propensi a concedere il proprio consenso e la propria fiducia a gente calcolatrice e opportunista. Ciò vale in tutti i Paesi.

giovedì 11 febbraio 2021

USA, il sogno infinito

TRUMP, IL VOLTO VIOLENTO AMERICANO.

A prescindere dall'educazione e dai convincimenti personali la storia insegna che il potere dei violenti non ha futuro e neppure presente. Le parentesi territoriali dei despota sono estremamente stressanti quanto effimeri.

In questi giorni si ricordano le barbarie dei nazifascisti e la ferocia delle eliminazioni dei nemici mascherate dalle ideologie definite razziali.

Da sempre, da quando esiste il mondo, l'uomo ha tentato d'imporre la supremazia dei forti.

Bellicosi e sicuri, inclini alle rappresaglie, i violenti, arrivano alla gestione del potere e da lì non vorrebbero schiodarsi mai. Succede sempre così.

È successo anche nella democraticissima America, terra dei sogni che si avverano; Eldorado di quanti agognano vite migliori. Paradiso promesso. E, a volte, poche volte, a dire il vero!, precluso agli estranei nuovi e vecchi poveri del mondo che vorrebbero sbarcare lì da qualche nuovo profeta della violenza.

È successo con l'ultimo presidente uscente Donald Trump. Le sue esternazioni sono documentate. È sotto gli occhi del mondo il suo modo di fare e nella memoria collettiva quanto le sue parole abbiano condizionato i suoi sostenitori. Come il suo ultimo appello abbia scatenato la violenta reazione di una buona parte di cittadini americani e l'attacco a Capitol Hill, Campidoglio degli Stati Uniti d'America.

Le cronache riportano una società, quella americana, divisa e piena di contraddizioni. Persone schierate nettamente tra democratici e repubblicani i cui rappresentanti sono chiamati in queste ore a esprimersi sulla messa in atto dell'impeachment per Donald Trump.

I fatti parlano chiaro e altrettanto chiare sono le istigazioni al sovvertimento della democrazia in America. Sarebbe un fatto gravissimo se venissero annullate le responsabilità del comandante in capo che ha istigato la sommossa e anche dei sovversivi che hanno distrutto l'idea di democrazia in quei tristi giorni di devastazione a Capitol Hill.

mercoledì 20 gennaio 2021

Buon Lavoro, Presidente!

Per gli Stati Uniti d'America inizia un nuovo giorno. La democrazia, dopo una pausa, riprende forma e guarda ai bisogni dei popoli. Il neo Presidente eletto, appena insediato, Biden, si rivolge agli americani e firma i primi provvedimenti. Il suo intento consiste nel ricucire lo strappo lasciato da Trump col resto del mondo e le lacerazioni sociali interne. 

Per Joe Biden si profila una fatica impegnativa visti i disastri che il despota dalle origini tedesche ha lasciato dietro di sé. Ma Biden sembra deciso ad abbattere muri sociali e fisici eretti dall'egoismo e dalla paura che spesso domina e annichilisce le menti e rende duri i cuori delle persone.
forza Presidente! ce la farà senz'altro.
Buon lavoro Presidente Biden!

giovedì 7 gennaio 2021

Trump sguinzaglia i cani e la democrazia trema

Ho seguito tutta la notte le varie fasi della morte della democrazia in America. Aspettavo la naturale evoluzione della conferma di Biden alla Guida degli USA ma è stato come se fossi davanti a un film. Un film della serie "azione, drammatici e fantastici". Con tanto di assalto alle più alte cariche e simboli della democrazia americana. 

Quella democrazia esportata e difesa ad oltranza che ha aiutato a liberare l'Europa e, nello specifico, l'Italia dalla pazzia nazionalista, delle teorie razziste enfatizzate da Hitler e fatte sue da Mussolini che osannavano le ragioni della supremazia della razza pura. La razza ariana al di sopra degli altri esseri umani. Quella razza che la natura aveva corredato di occhi azzurri e capelli biondi nonché un fisico atletico forgiato in ore e ore di palestra.

Il delirio pompato dalla pazzia lucida di Trump ha portato la guerriglia all'interno di Capitol Hill, simbolo della democrazia americana. Ed ha evidenziato la spaccatura enorme tra gli americani.

Il danno è consumato!

Trump ha barattato a sui favore le paure degli americani, di un certo ceto sociale americano!, che trova i più deboli destabilizzanti di un sistema cucito addosso ad una certa classe di americani.

Trump è un violento che sa indossare la pelle dell'agnello! Usa la carota e il bastone. Fa il doppio gioco. Adopera le parole lisciando il pelo da una parte e dall'altra. Due piedi in più scarpe, come si suol dire.

Quest'uomo è da ricovero! Non può essere lasciato un solo minuto ancora alla guida della più alta democrazia mondiale! Siamo tutti in pericolo!

mercoledì 4 novembre 2020

Amo la democrazia amo l'Italia

Non amo gli schieramenti ossessivi e neanche i nazionalismi eccessivi ma dopo l'uscita di Trump dico fermamente di amare l'Italia. La democrazia italiana!La sua carta costituzionale che limita ipotetiche arroganze e febbri di potere; le ubriacature, gli eccessi.

Mi piace la pasta asciutta. Rispetto il tricolore. MI fido della Costituzione della Repubblica quale Carta fondamentale della vita dei cittadini italiani pensata per la garanzia di democrazia e uguaglianza tra cittadini.

 

i love italy -courtesy art.m.iannino-

In Italia, dopo il fatidico ventennio, nessun uomo ha pensato di porre in essere colpi di Stato dittatoriali per assurgere o mantenere il potere e anche se l'ha pensato la Costituzione non glielo ha consentito. 

Anche il dissenso politico è coltivato e ammesso nel solco della dialettica democratica. In Italia è inammissibile fomentare alla maniera di Trump l'elettorato partigiano e a lui fedele.Gridare di avere vinto e insinuare dubbi sulla corretta operazione di spoglio è quasi un crimine!

L'uscita ad effetto di questa mattina del presidente usa preceduto dalla corte familistica al suono della fanfara che accompagna i passi dei presidenti americani è stata destabilizzante.

Un grande Paese democratico che si è messo sempre alla testa nelle decisioni dei popoli che sognano la libertà e l'uguaglianza oggi sembra uscirne offuscato dall'attegiamento del suo presidente protempore.

Se si pensa alla frangia estremista in stand by (ricordiamo che in America è naturale entrare in un bar e consumare qualcosa affianco ad una persona armata, persone con ogni propabilità armate per difendersi dai nemici) e tra questi una schiera di nazionalisti che non aspettano altro per impugnare armi e manganelli e schierarsi a difesa dell'idolo

Senza dubbi le esternazioni di Trump sono miccia a lenta combustione, accesa sulla dinamite sociale americana che sta soffrendo.

La cnn ha subito smentito le affermazioni di Trump. Lui non è avanti e neanche ha vinto negli stati dell'unione. Nessuno dei democratici ha bloccato lo spoglio delle schede elettorali. E comunque il vincitore sarà proclamato alla fine dello spoglio dei voti pervenuti per posta.

Le affermazioni di Trump sono pericolose! Non sono parole degne di un uomo che rappresenta la maggiore potenza mondiale ed è il Presidente in carica USA fino alla fine dello spoglio elettorale quale prova affermativa o contraria nel pieno rispetto democratico dalle urne quale volere supremo dei cittadini americani.



martedì 8 settembre 2020

Referendum, numeri e rappresentanza nelle altre democrazie

Riforma costituzionale?

A proposito di numeri e rappresentanza dei territori.

I dibattiti su riforme costituzionali o nuove leggi elettorali sono spesso accompagnati dall'immancabile “fare come in…” e il nome di un Paese al quale ispirarsi per una nuova legge che regoli le elezioni o modifichi le funzioni del Parlamento non manca. A un mese dal referendum per il taglio dei parlamentari risulta interessante uno sguardo ai parlamenti di alcune delle grandi democrazie europee, e non solo, per capire un po’ come funziona altrove. Per l'analisi guardiamo i dati riportati in un dossier del Servizio studi di Camera e Senato del 2019.

Iniziamo osservando che per una corretta analisi della rappresentanza, tra i vari Paesi europei, è possibile solo un confronto tra le camere “basse” (la nostra Camera dei deputati), poiché nei vari Stati esse hanno funzioni quasi uguali, oltre a essere elette direttamente dai cittadini. Per le camere “alte”, per intenderci i “senati”, non è possibile fare confronti perché la maggior parte dei Paesi dell’Unione europea (15 su 27) non ce l’hanno, mentre negli altri 12 Paesi le funzioni rispetto al Senato italiano sono differenti, così come il metodo di elezione. Insomma il nostro bicameralismo perfetto rappresenta un unicum nel mondo.

L’Italia prima e dopo la riforma nel contesto europeo

Considerando il numero totale dei parlamentari di ciascun Paese, al momento la classifica in Europa è la seguente:

  • Regno Unito: 1.426

  • Italia: 945

  • Francia: 925

  • Germania: 778

  • Spagna: 616



Con un Sì al referendum confermativo, complessivamente, il numero dei parlamentari italiani diminuirebbe da 945 a 600 (da 630 a 400 deputati, da 315 a 200 senatori).

L’Italia scenderebbe così al quinto posto, seguita dalla Polonia con 516 deputati. Ma le cose appaiono diverse se si analizza il rapporto tra numero di parlamentari eletti dai cittadini e popolazione, cioè tra numero di rappresentanti e rappresentati. Qui, come detto sopra, possiamo comparare solo le Camere “basse”, elette a suffragio universale diretto. Vediamo dunque che la classifica si capovolge e l’Italia, insieme alle altre grandi democrazie europee, è tra i fanalini di coda. Ecco gli ultimi sei posti:

  • Regno unito: 1 deputato (650) per 100 000 abitanti (66.238.007)

  • Italia: 1 deputato (630) per 100000 abitanti (60.483.973)

  • Paesi Bassi: 0,9 deputati (150) per 100 000 abitanti (17.118.084)

  • Francia: 0,9 deputati (577) per 100 000 abitanti (67.221.943)

  • Germania: 0,9 deputati (709) per 100 ooo abitanti (82.850.000)

  • Spagna: 0,8 deputati (totale 350) per 100 000 abitanti (46.659.302)



I primi sei posti vedono invece:

  • Malta: 14 deputati (68) per 100 mila abitanti (475.701)

  • Lussemburgo: 10 deputati (60) per 100 mila abitanti (602.005)

  • Cipro: 9,3 deputati (80) per 100 mila abitanti (864.236)

  • Estonia: 7,7 deputati (101) per 100 mila abitanti (1.319.133)

  • Lettonia: 5,2 deputati (100) per 100mila abitanti (1.934.379)

  • Lituania: 5 deputati (141) per 100mila abitanti (2.808.901)



Con la riforma i membri della nostra Camera sarebbero 400, e il rapporto tra deputati e popolazione scenderebbe a 0,7 deputati per 100 mila abitanti. Il nostro Paese quindi risulterebbe ultimo in Europa, con 1 deputato ogni 151.210 abitanti.



Certo, si potrebbe osservare che da noi anche i 200 membri del Senato sono eletti direttamente dai cittadini.

Nel conto totale quindi, con 600 parlamentari, il rapporto sarebbe di 1 parlamentare ogni 100 mila abitanti. Ma cosa accadrebbe se, come si discute da anni, dopo questo taglio si volesse anche superare il bicameralismo perfetto? Se si volesse fare della Camera il solo ramo elettivo, l’unico legato da un rapporto di fiducia con il governo, riducendo i poteri del Senato e rendendolo, per esempio, espressione delle autonomie regionali?

Collegi elettorali molto più grandi

Chi è contrario a un taglio slegato da una complessiva riforma istituzionale, o anche semplicemente da una nuova legge elettorale, fa osservare una serie di criticità. Tra quelle che riguardano la rappresentanza c’è quella di collegi elettorali molto più grandi, con ripercussioni sul rapporto tra rappresentanti e rappresentati, ma non solo. Con collegi più grandi, dovendo coprire aree più vaste, serviranno maggiori risorse economiche per le campagne elettorali, con il rischio che siano penalizzate le minoranze e i candidati con meno risorse. Si stima che al Senato i collegi uninominali avranno una dimensione media superiore agli 800.000 elettori, alla Camera di oltre 400.000.



la Germania, Paese non di rado indicato come modello, è una repubblica parlamentare federale con un sistema bicamerale che espleta funzioni diverse.

Il Bundestag, la camera bassa, è composto attualmente da 709 membri. Il numero, variabile, non può però scendere sotto la soglia dei 598 parlamentari. L’elezione avviene con metodo proporzionale personalizzato, vale a dire che ciascun elettore dispone di due schede: con una vota un partito, mentre con l’altra un candidato nella propria circoscrizione.

Il territorio federale è suddiviso in 299 circoscrizioni. Ciascuna di esse è rappresentata da un deputato eletto direttamente, attraverso il cosiddetto “primo voto”, che determina un rapporto diretto tra elettore ed eletto. Con il “secondo voto” invece il cittadino sceglie un partito politico, i cui candidati sono fissati su una lista per ciascun Land (liste bloccate). Il secondo voto determina i rapporti di forza tra partiti nel Bundestag, i cui seggi sono suddivisi in maniera proporzionale con una soglia di sbarramento al 5%.

Il Bundestag è l’unica camera che vota la fiducia al governo federale. Il Bundesrat invece, la camera alta, è l’organo di rappresentanza dei Länder ed è composto da 69 membri. Non sono eletti direttamente dai cittadini ma vengono designati dai singoli governi federati. Con 709 deputati eletti alla Camera bassa e una popolazione di 82.850.000 abitanti, il rapporto eletti/elettori è di 1 deputato per 116.855 abitanti, pari allo 0,9 per 100 mila.

La Francia è una repubblica semi-presidenziale. Ciò vuol dire che i cittadini votano per eleggere direttamente il presidente della Repubblica, oltre che per il parlamento. Quest’ultimo è composto da due camere, che esercitano però funzioni diverse: l’Assemblea nazionale e il Senato. In questo contesto il governo è legato da un doppio rapporto di fiducia: da una parte con il presidente della Repubblica, che nomina il primo ministro, dall’altro con l’Assemblea nazionale, che è composta da 577 deputati, eletti in collegi uninominali con un sistema maggioritario a doppio turno.

Il Senato, composto da 348 membri, invece è eletto a suffragio indiretto. Per ogni dipartimento i senatori vengono eletti da figure, come i consiglieri regionali e i delegati dei consigli municipali, a loro volta elette dai cittadini. Tenendo quindi in considerazione il numero di deputati eletti all’Assemblea nazionale e la popolazione in Francia (67.221.943), abbiamo un rapporto di 1 deputato per 116.503 abitanti, vale a dire 0,9 per 100mila.

Il Regno Unito è una monarchia parlamentare, in cui il sovrano ha poteri analoghi a quelli del nostro presidente della Repubblica.

Il parlamento britannico è composto da due camere: una alta, la Camera dei Lord, e una bassa, la Camera dei Comuni.

I due rami espletano funzioni diverse, ed è la seconda a rappresentare il cuore del sistema parlamentare d’oltremanica.

La Camera dei Comuni è eletta a suffragio universale e si compone di 650 deputati: è l’unico ramo del parlamento legato da un rapporto di fiducia con il governo di sua maestà. Viene eletta secondo il sistema del first-past-the-post, un maggioritario secco dove, in ognuno dei 650 collegi, il primo per numero di voti conquista il seggio.

La Camera dei Lord invece non ha un numero fisso di componenti, che attualmente sono 772. Non viene eletta dai cittadini e, dopo la riforma del 1911, ha poteri molto limitati. I suoi membri vengono nominati dal sovrano su proposta del primo ministro. In base quindi ai numeri della Camera dei Comuni si ha il rapporto di 1 parlamentare per 101.90 abitanti.

Ma come funziona altrove nel mondo?

La più grande democrazia occidentale, gli Stati Uniti, ha innanzitutto una forma di governo diversa dai casi fin qui analizzati.

È una repubblica presidenziale federale, dove i cittadini eleggono, attraverso un sistema piuttosto complicato, un presidente che però gode di poteri maggiori rispetto ai suoi omologhi negli altri sistemi, essendo contemporaneamente capo di Stato e di governo. Non c’è un rapporto di fiducia che lo leghi al parlamento, così come il presidente non può sciogliere le camere.

Il potere legislativo è affidato al Congresso, che si divide in due camere:

la Camera dei Rappresentanti, composta da 435 membri e il Senato, composto da 100 senatori (2 per ogni Stato federato). I cittadini votano per il Congresso ogni due anni, con delle differenze però. La Camera dei Rappresentanti viene totalmente rinnovata, con l’elezione di un rappresentante per ogni distretto elettorale. Il Senato, invece, viene rinnovato solo per 1/3, durando il mandato di un senatore sei anni. Complessivamente gli eletti sono 535, a fronte di circa 329 milioni di americani, vale a dire 1 parlamentare ogni 614 mila abitanti.

La percezione è quella di un numero esiguo di rappresentanti rispetto al corpo elettorale, ma in realtà le cose stanno diversamente, perché bisogna considerare anche il grandissimo numero di rappresentanti eletti nei singoli parlamenti dei 50 Stati (ognuno con un governatore) che formano l’unione.

Ricordiamo comunque che democrazia non è sinonimo di rappresentanze numeriche e non è gioco di squadra a discapito dei territori meno rappresentati. Democrazia, in politica, è servizio e tutela per le minoranze. Politica, in democrazia è servizio!

martedì 7 aprile 2020

In bocca al lupo Boris Johnson

Boris Johnson non è l'uomo forte che si credeva. Lui con una propagazione più severa e senza le accortezze riservategli l'immunità di gregge lo avrebbe fatto secco come quegli ultimi, anziani, immunodepressi, barboni e poveri del mondo rimasti stecchiti per strada e seppelliti in fosse comuni.

Ha fatto clamore La foto dei poveri senza una fissa dimora messi tra gli spazi a strisce bianche di un parcheggio in USA. Giusto lo spazio che occupa una automobile per i barboni! Questo il concetto di solidarietà liberista di Trump. Che all'inizio non credeva fosse una bomba sociale il virus covid-19.

Poi, come sa fare lui, davanti alla catastrofe se l'è presa con i cinesi. Ma non è il caso di rivangare! Trump è così. Vanesio e tuttologo. L'uomo forte che non deve chiedere mai! come si diceva in una vecchia pubblicità.

E boris Johnson? Anche lui invitava a mettersi l'animo in pace e aspettare l'onda alta del virus così da infettare quante più persone possibile e innescare quello che in natura si chiama “immunità di gregge”. Vale a dire che i deboli scompaiono e restano i più forti geneticamente. E poi. È toccato proprio a lui fare parte di quella metà del cielo debole. Ma lasciamo perdere. Auguriamogli una pronta guarigione e un presto ritorno sulla scena politica. Chissà che la brutta esperienza non gli abbia migliorato qualche neurone e magari diventi più accorto e sensibile nei confronti di quanti hanno bisogno di solidarietà e attenzioni sociali particolari.

In bocca al lupo!

venerdì 6 ottobre 2017

Catalogna, Inghilterra e Usa, che hanno in comune?

Nazionalismi.


La ricca Catalogna vuole il divorzio dalla madre Spagna ma vuole rimanere in Europa.
La potente Inghilterra, uscendo dall'EU, ha tentato di mantenere i benefici offerti dall'essere membro dell'Europa Unita ma pare che ci siano molti punti oscuri da rivedere.

L'America di Trump, guidata da teorie nazionaliste, vuole rivedere unilateralmente l'adesione all'ONU e i rapporti con i paesi che non consumano americano mentre all'interno del territorio a stelle e strisce vigono varie forme di pensieri “razziali” che determinano le teorie e le aspettative di vita.

In Italia forse siamo al fotofinish della tormentata storia politica dello jus soli. Anche da noi l'economia nazionale influisce sul welfare.

In sintesi, nessuno tocchi la mia proprietà. Il mio essere. La mia bandiera rivisitata e corretta dagli egoismi dettati dalla materia.

Dopo anni di crescita economica e culturale, sottacendo per il momento le ingiustizie pepretrate sui popoli deboli, l'attuale crisi economica scoperchia il vaso di Pandora e lascia liberi le contraddizioni tenute sotto pressione.

Non guardiamo ai grandi e non prendiamo esempio da loro. In questi ultimi tempi va di moda l'autodeterminazione e difendere anche ciò che si ritiene essere la ricchezza prodotta entro i limiti territoriali.
La storia serve a ben poco! D'altronde è scritta sempre dai vincitori. Perciò, abbattiamo le ovvietà, lasciamoci guidare dall'intelletto sano e dai pensieri che incitano alla comprensione e alla pace interiore.


lunedì 22 maggio 2017

Trump in tour

Non sapevo che tra i compiti del presidente degli usa ci fosse anche quello di venditore d'armi.

Trump nel suo primo giorno di incontri internazionali firma un accordo con gli arabi che fa guadagnare all'industria bellica americana 110 miliardi di dollari. Ovviamente, Trump, li trasforma in potenziale lavoro per gli americani e gongola per l'affare andato in porto.

E quando verrà, tra qualche giorno, da noi, cosa vorrà? Rispolvererà forse quella commessa sugli f35 o porterà in visione qualche tonnellata di giochi pirotecnici per le sante feste visto che s'incontrerà col Papa?

Scherzi a parte, quest'uomo preoccupa. Ma sicuramente Francesco saprà trovare la chiave giusta per aprire il cuore dell'imprenditore e riempirlo con sani propositi di pace.

Non è con le armi che si devono creare posti di lavoro. La paura non deve tenerci sotto scacco. Dobbiamo, invece, lavorare affinché l'amore solidale regni in noi attraverso la conoscenza e la comprensione dell'altro

martedì 15 novembre 2016

EU dall'America giunge un monito: attenzione

Il 20 gennaio si avvicina e Trump inizia a preparare il suo staff.  

Steve Bannon è conosciuto in America per le sue idee nazionaliste, qualche voce lo definisce anche antisemita e antiislamico. Insomma, per alcuni,Bannon, è un nazionalista pericoloso per la politica fatta fino ad ora alla Casa Bianca.
Anche David Axelrod, consigliere di Barack Obalma, ritiene questa nomina “preoccupante”.
steve bannon

Nel resto del mondo Bannon, fino a questo momento, rimane un emerito sconosciuto. Un uomo che teorizza il suprematismo bianco, cioè, la convinzione che la razza bianca ariana sia superiore alle altre. Teorie declinate in modo più o meno violento e comunque non identico nei vari paesi del mondo in cui si è tentato di applicarle, fa certamente paura!

Nella Germania di Hitler il suprematismo aveva connotazioni ben chiare e tragiche, negli Stati Uniti, dove peraltro l’ideologia del “potere bianco” è nata agli inizi del secolo, è qualcosa di diverso e sarebbe sbagliato, secondo alcuni osservatori del fenomeno, identificarlo tout court con gruppi come il Ku Klux Klan. Anche se il kkk è pronto a manifestare a favore di Trump.

Ma di chè parliamo? Gli americani non lo sapevano di che pasta è fatto Trump? Certo che sì! E se lo hanno votato un motivo ci sarà.
Sarà per paura, fame, annullamento dei sogni infranti e evaporati insieme alla bolla finanziaria creata da una finanza asservita alle banche e ai poteri forti?

Inutile, a questo punto, guardarsi indietro e perdersi in innumerevoli congetture. L'analisi profonda, i politici americani, avrebbero dovuto farla a tempo debito. Avrebbero dovuto rispondere con maggiore tempestività ai bisogni dei nuovi e vecchi poveri.

Non dobbiamo dimenticare però che l'amministrazione Obama ha esteso l'assicurazione sulla salute anche ai cittadini meno abbienti e fatto cose che altri, in precedenza, non sono riusciti per motivi vari a concretizzare.

Ha vinto Trump! Ha saputo giocare con la scimmia del terrore. Ha promesso posti di lavoro, ha eccitato le folle, ha saputo toccare il tasto giusto di ognuno e questo è il risultato.

Indubbiamente, se il buon giorno si vede dal mattino, la giornata si prospetta incerta. Molte nuvole svolazzano sulle nostre teste. Speriamo che non siano gravide di burrasche.

mercoledì 9 novembre 2016

Usa, nuovo corso tra profezie e realtà

L'ingresso di Trump è stato anticipato dal vicepresidente e dalla sua famiglia. 5 persone in tutto si sono esposte alla platea in attesa nella hall dell'albergo. Dopo alcuni minuti è apparso Donald Trump col pollice alzato in segno di vittoria e dietro di lui il codazzo familiare in fila per due, bambini compresi. Un paio di fermate a sorpresa per salutare e tenere alta la tensione prima dei saluti al vice, consorte e prole.

Chi si aspettava un'apertura al vetriolo è rimasto deluso. Come sono rimasti con le pive nel sacco quanti erano sicuri della vittoria di Hilary.

A questo punto, speriamo che sia così anche in futuro e non risultino vere le prevegenze di Nostradamus. E qui la vedo dura dato che il vegente ha azzeccato la rivoluzione francese, lo sgancio della bomba atomica, l'ascesa di Hitler, gli attentati dell'11 settembre.

Gli appassionati di esoterismo sostengono che la vittoria se la portava già nel nome e Nostradamus lo aveva predetto:
Trump "provocherà grande discordia. Un accordo si spezzerà", "il volto ricoperto di latte e miele giace a terra", potrebbe essere una rottura con Israele che, secondo la Bibbia (Numeri 13, 27-29) e la Torah ebraica, è il "Paese dove scorre il latte e il miele".
E ancora, nella terza centuria si legge: "la Repubblica della grande città", intesa come Stati Uniti d'America, sarà portata 'by trumpet' a impegnarsi in costose operazioni militari. E se ne pentirà.
Anche la frase sibillina della decima centuria non presagisce niente di buono:"Il senato ordinerà il trionfo di chi ha vinto". Mentre, tra i suoi scranni, 'at the sound of the trumpet' saranno allontanati nemici e oppositori.

E il lavoro promesso? Il nuovo sogno americano dcirca la rinascita economica, la tutela del ceto medio? … nuvole nere cariche di temporali si prospettano all'orizzonte. Tuoni e fulmini dunque?
Attendiamo con fiducia gli eventi

Incognita Trump 45° presidente USA

Il ciclone Donald sembra essersi calmato. Dopo la vittoria tende la mano anche a quella parte di elettorato contrario. Dice di volere essere il presidente di tutti gli americani.

Sembra essere un altro uomo Donald Trump. ora 45° Presidente USA quando fa il suo primo discorso. E le sue promesse, rasentando le aspettative degli sfiduciati che lo hanno sostenuto, sembrano essere le stesse di Cetto Laqualunque, anche se mancava solo il grido “+piluppetutti”.

L'America di quanti hanno votato in questa tornata elettorale esprime non un voto ideologico, politico o un qualche pensiero alto. Gli americani hanno detto no alla politica consolidata dei gruppi di potere attenti alla finanza privata. Hanno detto no alle lobby di potere che governano da troppo tempo gli Stati Uniti e il resto del mondo vicino alle loro idee.

Barak Obama è stato insignito del nobel per la pace al suo insediamento presidenziale...

Adesso tocca attendere per vedere se Donald Trump sarà all'altezza delle promesse fatte in campagna elettorale. Se romperà con i gruppi di potere e porterà lavoro e pace all'interno del popolo americano... e altrove 


lunedì 17 marzo 2014

Crimea, sanzioni UE e Usa agli uomini più esposti

La Repubblica autonoma di Crimea decide di stare con la Russia.


Se i referendum rappresentano la più alta forma di democrazia decisionale del popolo vorrei che qualcuno mi spiegasse perché la Crimea che, decide appunto, attraverso un referendum popolare e raggiunge un risultato plebiscitario (quasi il 97%) di annettersi alla Russia, su cosa si basano le sanzioni dell'UE e dell'USA.

Nella Treccani.it trovo scritto che la Crimea, penisola dell'Ucraina, Costituisce una Repubblica autonoma con capoluogo Simferopol'.

Allora, dove sta il problema? Se non ci sono stati brogli elettorali e non ci sono state coercizioni di vario tipo che abbiano potuto influenzare le decisioni dei cittadini, le sanzioni imposte a pochi uomini di primo piano nella vicenda sembrano il frutto di una decisione irrilevante e inefficace buttata lì per far finta di essere in disaccordo con il popolo della Crimea che ha deciso di “tornare a casa” come riferisce qualcuno davanti alle telecamere.

D'altronde, come dare torto a chi si oppone alla politica scellerata della Merkel ed agli ostacoli messi dalle banche?

In Italia abbiamo sperimentato sulla nostra pelle le assurdità imposte dall'UE e dalla Troika.
Per mantenere fede ai numeri moltissima gente è morta oppure si è trovata nell'inferno stritolata da debiti, banche, strozzini e infine da equitalia.

Abbiamo amaramente constatato che la recessione non si ferma con l'austerità, i tagli, le privatizzazioni che sono un regalo ai ricchi di pezzi di territorio o opere d'arte nazionali svenduti a quattro soldi.

Potrei anche essere in disaccordo con quanto è successo in Crimea, ma loro hanno preso una decisione liberamente e noi dobbiamo rispettare la loro decisione.
in Crimea ritorna il rublo.
Magari ritornassimo anche noi alla lira. Ad una divisa forte che promuove il lavoro e non lo uccide. Una moneta che calmieri gli stipendi e il mercato. Un mercato a misura della lira e non dell'euro che raddoppia se non triplica il valore dei prodotti mantenendo paghe da fame nelle tasche dei cittadini.

venerdì 1 novembre 2013

Unione Europea, pensione a due stelle

In molti abbiamo scritto che ci troviamo difronte alla grande guerra economica sferrata in silenziodalla Germania.

Oggi lo conferma anche il Corriere della Sera che  nella sezione “esteri” titola così:
courtesy ©arch.Iannino


“L'AMERICA ORA ACCUSA DI EGOISMO BERLINO”.

È la prima volta che, stando all'articolo citato, il Tesoro USA punta il dito accusatorio contro la politica economica della Germania ritenendola troppo egoista e perciò danneggia gli Stati partner dell'Europa meridionale e soffoca l'economia globale.

L'America, però, dimentica volutamente che la bolla economica è esplosa nel sistema drogato dalle banche americane che ha contagiato immediatamente il resto del mondo. 
E Mentre la Cina, con la politica delle formichine, è riuscita a penetrare nel sistema globale dei mercati, nei Paesi, come il nostro, gestiti dalle lobby affaristiche, lentamente e inesorabilmente l'economia e i diritti acquisiti sono andati in malora per una percentuale quantificabile oltre il 90%.

In mezzo a tutto questo esplodere silente di bombe finanziarie chi ne paga lo scotto siamo noi, gente ignorante, che ancora lasciamo fare a chi ci ha portati sull'orlo dell'abisso e ci ha spinti dentro.

giovedì 13 settembre 2012

film anti Islam, libertà d'espressione o blasfemia?

Dopo l'assalto al consolato Usa di Bengasi, costato la vita all'ambasciatore Chris Stevens e ad altre tre americani, di cui due marines, gli Stati Uniti temono nuovi disordini e scelgono di far sentire la propria presenza in Libia con determinazione.

Duecento marines e due navi da guerra pronti a partire per la Libia insieme ad un numero imprecisato di droni americani, aerei senza pilota, che potrebbero sorvolare Bengasi e altre località nell'est della Libia pronti a colpire ipotetici focolai di ribelli.

Anche stavolta gli americani mostrano i muscoli.
Dopo che, bando alle ciance sulla libertà d'espressione, intanto, il film blasfemo su Maometto sta infiammando Nord Africa e Medio Oriente,
se per molti musulmani qualsiasi raffigurazione del profeta è proibita e blasfema, perchè innescare micce religiose proprio laddove i tafferugli sono all'ordine del giorno e le forze oltranziste non aspettano altro per spargere terrore e sovvertire l'ordine?

"La protesta del Cairo - si legge sul New York Times, che riporta le confidenze di una fonte interna al governo americano - sembra una mobilitazione spontanea contro il video anti-Islam prodotto dagli Usa. Al contrario, le persone che hanno attaccato l'ambasciata a Bengasi erano armati con mortai e granate.
Alcune indicazioni suggeriscono che un gruppo organizzato abbia atteso l'opportunità delle proteste per attaccare, oppure che forse le abbia addirittura generate per coprire l'attacco".

Il trailer della pellicola “Innocence of Muslims” (Innocenza dei musulmani) è stato diffuso su Youtube da Morris Sadek, un egiziano di religione cristiana, che risiede negli Stati Uniti, conosciuto per le sue posizioni contro l'Islam.

Nel trailer di 14 minuti, Maometto è dipinto come un personaggio folle, imbroglione e donnaiolo che considera accettabili gli abusi sessuali sui bambini. Non mancano numerosi episodi in cui il profeta viene preso in giro. Sam Bacile, pseudonimo di Nakoul Basseley, sceneggiatore del film , cristiano copto d'origine egiziana, lavora come agente immobiliare in California, ha spiegato che a suo parere il suo film aiuterà Israele perché fa vedere al mondo le imperfezioni dell'Islam.

L'uomo vive nascosto da quando sono scoppiate le proteste. "L'Islam è un tumore, punto", ha ripetuto più volte durante l'intervista. "Il problema principale è che sono stato il primo ad aver presentato Maometto sullo schermo e questo li ha fatti impazzire. Ma dobbiamo aprire questa porta: dopo l'11 settembre tutti dovrebbero essere portati davanti a un giudice, perfino Gesù e Maometto". Il regista ha ammesso che non si aspettava una reazione così furiosa. Bacile ha spiegato che per il momento ha respinto le offerte di distribuzione del filmato: "Il mio piano è di produrre una serie di 200 ore".

Il film di due ore è costato 5 milioni di dollari ed è stato finanziato grazie ai contributi di oltre cento donatori ebrei. Offese che non sono passate inosservate e che hanno scatenato le reazioni dei gruppi radicali. Il film è stato prodotto nell'estate del 2011, con la partecipazione di 59 attori e 45 membri della troupe cinematografica. Finora è stato presentato per intero soltanto una volta in un cinema di Hollywood, rimasto quasi completamente vuoto.

Vale la libertà d'espressione quando questa comporta reazioni violente e causa vittime innocenti? Non c'è bisogno di essere pacifista per rispondere no! E non serve neanche lo scontro duro laddove le menti sono chiuse in un limbo arcaico di sentita religiosità.
È col confronto culturale rispettoso delle altrui visioni che, gradualmente, si può far breccia nelle menti.

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