Timore o fato, cosa ferma Flotilla?
Flotilla si è fermata, il primo ostacolo li ha fatti desistere e trovare riparo in un porto sicuro. come se i marinai che hanno dato l'adesione fossero d'acqua dolce e non temprati alla salsedine e dal sole d'alto mare. Avrà influito la narrazione del ministro israelita che ha paventato disordini e azioni di terrorismo da parte di hamas? ma si può creare uno stato d'allerta perenne? buon senso vuole che le democrazie crescano nelle libertà e non soggette e assoggettate ai guerrafondai
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"frammenti. ©mario_iannino2025" |
la Global Sumud Flotilla — e il suo rientro in porto dopo il primo ostacolo, probabilmente meteorologico, è carica di delusione e amarezza. Ma anche di una domanda profonda: può una democrazia vivere sotto uno stato d’allerta permanente, alimentato dalla paura e dalla retorica bellica?
Il contesto israeliano
Il ministro della Sicurezza Nazionale israeliano, Itamar Ben-Gvir, ha definito gli attivisti della flottiglia come “terroristi” e ha proposto misure durissime: detenzione prolungata in carceri riservate a prigionieri di sicurezza, confisca delle navi, e negazione di privilegi basilari. Il messaggio è chiaro: chiunque tenti di rompere il blocco su Gaza sarà trattato come nemico dello Stato.
Le misure adottate dal governo di estrema destra israelita non si smentisce nella sua concezione umanitaria e sociale. Non vuole testimoni scomodi! Così come ha eliminato i rappresentanti di pace ONU e i giornalisti, allo stesso modo minaccia quanti muovono contro la barbarie dei criminali in Terra Santa.
La flottiglia ha un significato enorme! che si chiama "aiuti umanitari", PACE!
La missione, partita da Barcellona e Genova, voleva portare aiuti umanitari a Gaza e sfidare il blocco imposto da Israele. A bordo, attivisti da 44 Paesi, tra cui Greta Thunberg e Ada Colau. Ma una tempesta ha costretto le navi a tornare in porto. Il gesto, per alcuni, è stato visto come un segno di debolezza. Per altri, è il riflesso di una narrazione intimidatoria che ha già fatto breccia.
Democrazia e libertà sotto assedio?
La domanda è cruciale: può una democrazia crescere se vive nel sospetto continuo? Se ogni gesto di solidarietà viene etichettato come minaccia? Il buon senso dovrebbe guidare le democrazie verso l’espansione delle libertà, non verso la loro compressione sotto il peso della paura e della militarizzazione.
Maria Elena Delia, portavoce italiana della flottiglia, ha risposto con fermezza: “Non ci facciamo intimidire perché sappiamo di muoverci nella totale legalità”. È un esempio di come la società civile possa resistere alla narrazione dominante e rivendicare il diritto all’azione pacifica.
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