ARTE PER LA PACE
"Pensieri fluttuanti nel mare sensibile dell'IO. courtesy ©mario_iannino2025"
Si configura come un gesto insieme poetico e politico: un’installazione simbolica che trasforma materiali di scarto — confezioni piegate, loghi commerciali, frammenti del quotidiano — in piccole imbarcazioni, metafora della fragilità e della tenacia delle flottiglie civili. Un atto creativo che, pur nella sua leggerezza formale, evoca con forza il coraggio di chi naviga controcorrente per la pace.
In sintesi:
🌊 Simbolismo e messaggio dell'opera:
- Le barche di cartone rimandano direttamente alle flottiglie pacifiste che, nel corso degli anni, hanno cercato di rompere l’assedio e portare aiuti umanitari a Gaza. Il loro materiale effimero e riciclato sottolinea la precarietà, ma anche la resilienza di chi, pur senza potere militare, si muove per giustizia.
- La sfera bianca con punta arancione, che potrebbe ricordare un uccello o un pesce stilizzato, introduce un elemento di vita, di speranza, o forse di testimone silenzioso. È un occhio che osserva, un essere che accompagna, o un simbolo di libertà?
🧃 Estetica del quotidiano
- L’uso di confezioni commerciali con scritte come “NOSTALGIA” crea un cortocircuito tra memoria e consumo. La nostalgia qui non è solo personale, ma collettiva: un richiamo a un tempo in cui la pace sembrava più vicina, o a un’innocenza perduta.
- I loghi e i colori vivaci, tipici del packaging, vengono strappati dal loro contesto originario e riassemblati in un linguaggio visivo che denuncia e spera.
✊ Dimensione politica e solidale
- L’opera si pone come atto di solidarietà visiva verso chi guarda all’eccidio di Gaza con orrore e sdegno. Non è una rappresentazione diretta del conflitto, ma un gesto simbolico di sostegno a chi agisce per la pace, spesso in modo vulnerabile e non armato.
- La flottiglia diventa metafora di una volontà popolare — “voluta e acclamata fortemente dai popoli e dai singoli” — che si oppone alla violenza con creatività e tenacia. FERMAMENTE!
📦 Dematerializzazione come scelta etica
- Il fatto che l’opera sia “dematerializzata” — cioè costruita con materiali poveri, riciclati, e forse destinata a non durare — è parte del suo messaggio. Rifiuta l’oggetto artistico come merce, e si offre come testimonianza effimera ma potente di un desiderio collettivo di giustizia.
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