Non è cabaret, è satira

 Piece improbabile, politicamente s-corretta, sul dramma dei Palestinesi a Gaza e dintorni.


 Ecco una versione ironica della risposta di Meloni e delle implicazioni politiche e morali, con un pizzico di sarcasmo e quel retrogusto amaro che ci sta tutto:

Risposta di Meloni, versione “diplomazia con guanti di velluto”

“Li tuteleremo, certo. Come tuteliamo tutti i cittadini italiani. Però, suvvia, potevano scegliere un metodo più elegante per portare aiuti. Tipo... non farlo?”

Tradotto: “Siamo con voi, ma da lontano. Molto lontano. Preferibilmente dietro una scrivania a Roma.”

Ve l'avevo detto, ma voi cocciuti, non avete capito: il balletto dell’equilibrismo

  • Non disturbare il manovratore
    Israele è nervoso? Meglio non fare onde. La Flotilla? Un po’ troppo teatrale. Meglio un bel comunicato stampa e una stretta di mano invisibile.

  • Attivismo? Solo se è sponsorizzato
    Se vuoi aiutare, fallo con un logo istituzionale e tre timbri ministeriali. Altrimenti sei solo un cittadino troppo entusiasta.

  • La sicurezza prima di tutto (ma non quella dei palestinesi)
    Il vero problema non è la fame a Gaza, ma il fatto che i parlamentari italiani rischiano di rovinarsi la vacanza in barca.

 Eppoi c'è: il dilemma del “vorrei ma non posso”

  • La fame? Triste, ma non abbastanza strategica
    Centinaia di morti per malnutrizione? Sì, certo, è grave. Ma non abbastanza da compromettere un accordo commerciale.

  • Simboli? Solo se non disturbano
    La Flotilla è un gesto simbolico. E i simboli, si sa, sono belli finché non costringono i governi a prendere posizione.

  • L’efficacia secondo Excel
    “Food for Gaza” è più efficace. Tradotto: ha un foglio di calcolo, un budget, e non fa notizia. Perfetto per dormire sonni tranquilli.

In sintesi: la fame uccide, ma la diplomazia italiana preferisce non sporcarsi le mani. Meglio un tweet di solidarietà che un sacco di farina. 

e ancora:

Immagininamo Giorgia Meloni, in tono ironico e pungente, come se fosse scritta per una conferenza stampa surreale. Immaginala letta con tono solenne, ma con sottofondo di tamburi da commedia:



DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO

“Abbiamo appreso con viva partecipazione dell’iniziativa della Global Sumud Flotilla, un gesto che unisce il coraggio all’imprudenza, la solidarietà all’improvvisazione, e la logistica al naufragio.

Il Governo italiano, come sempre, tutela i suoi cittadini, anche quando decidono di salpare verso zone di guerra con un gommone e una scatola di tonno.

Avremmo preferito che si affidassero a canali ufficiali, come il modulo B-47 per la richiesta di aiuti umanitari, disponibile sul sito del Ministero, sezione “Aiuti che non disturbano nessuno”.

Ribadiamo il nostro impegno per la pace, purché non implichi prendere posizione, fare qualcosa di concreto o compromettere rapporti commerciali.

In conclusione, invitiamo tutti i cittadini italiani a esprimere la propria solidarietà in modo responsabile: da casa, con un tweet, e possibilmente dopo le 22, per non disturbare la diplomazia.”

E cosa fa nel frattempo Striscia la Notizia dopo la risposta di Giorgia Meloni sul caso Flotilla, con tanto di stacchetto immaginario, voce fuori campo e un Tapiro d’Oro che scalpita dietro le quinte? immaginiamo un:

SERVIZIO SPECIALE di STRISCIA con tanto di sigla:

Sigla. Musica incalzante. Entra la voce di Ezio Greggio (o Gerry Scotti, a scelta):

“E ora parliamo della Flotilla della Fame, quella missione umanitaria che ha fatto più rumore di una pentola vuota! A bordo, parlamentari italiani, pacifisti e qualche scatoletta di tonno. Destinazione: Gaza. Obiettivo: portare aiuti. Risultato? Una risposta diplomatica degna di un tutorial su come non compromettere rapporti internazionali.”

🎤 In collegamento da Palazzo Chigi, la finta Giorgia Meloni:

“Abbiamo a cuore la sicurezza dei nostri cittadini. Anche quando decidono di fare i pirati umanitari nel Mediterraneo. Li tuteleremo, certo. Ma magari la prossima volta usate Amazon Prime, che arriva prima e non crea incidenti diplomatici.”

Sottopancia: “Aiuti umanitari? Sì, ma con tracking number.”

Intanto, il Tapiro d’Oro si avvicina alla sede del governo, ma viene respinto da un funzionario con guanti bianchi e un manuale di geopolitica in mano.

Voce fuori campo:

“Nel frattempo, a Gaza, la fame miete vittime come le bombe, anzi peggio. Ma tranquilli: l’Italia c’è. Con un comunicato stampa, una stretta di mano invisibile e un invito a usare canali più efficaci. Tipo... il silenzio.”

Chiusura con stacchetto delle Veline e slogan finale:

“Quando la solidarietà diventa scomoda, meglio metterla in quarantena diplomatica. A Striscia, almeno, il tonno arriva in tempo!”

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Abbiamo aperto questo blog nell’aprile del 2009 con il desiderio di creare una piazza virtuale: uno spazio libero, apolitico, ma profondamente attento ai fermenti sociali, alla cultura, agli artisti e ai cittadini qualunque che vivono la Calabria. Tracciamo itinerari per riscoprire luoghi conosciuti, forse dimenticati. Lo facciamo senza cattiveria, ma con determinazione. E a volte con un pizzico di indignazione, quando ci troviamo di fronte a fenomeni deleteri montati con cinismo da chi insozza la società con le proprie azioni. Chi siamo nella vita reale non conta. È irrilevante. Ciò che conta è la passione, l’amore, la sincerità con cui dedichiamo il nostro tempo a parlare ai cuori di chi passa da questo spazio virtuale. Non cerchiamo visibilità, ma connessione. Non inseguiamo titoli, ma emozioni condivise. Come quel piccolo battello di carta con una piuma per vela, poggiato su una tastiera: fragile, ma deciso. Simbolo di un viaggio fatto di parole, idee e bellezza. Questo blog è nato per associare le positività esistenti in Calabria al resto del mondo, analizzarne pacatamente le criticità, e contribuire a sfatare quel luogo comune che lega la nostra terra alla ‘ndrangheta e al malaffare. Ci auguriamo che questo spazio diventi un appuntamento fisso, atteso. Come il caffè del mattino, come il tramonto che consola. Benvenuti e buon vento a quanti navigano ogni singola goccia di bellezza che alimenta serenamente l’oceano della vita. Qui si costruiscono ponti d’amore.

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