Medici di base e burocrazia in Calabria
"c'è, tra la gente affetta da patologie croniche e non solo, la sensazione che i medici di base siano costretti dai protocolli interni a limitare le spese e ridurre al minimo i servizi ai pazienti in merito a prestazioni specialistiche e analisi, screening preventivi per gli ammalati cronici e prescrizione farmaci, quasi tutti a pagamento! anche quelli inseriti nei programmi terapeutici dagli specialisti ai malati cronici quando sono classificati in classe C!"
In Calabria, come nel resto d’Italia, i farmaci di classe C sono quelli non essenziali e non rimborsabili dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Il loro costo è interamente a carico del cittadino, e comprendono medicinali per patologie lievi, sintomi transitori o uso occasionale — come antidolorifici da banco, antistaminici, alcuni ansiolitici, e farmaci da automedicazione.
Secondo il Dipartimento Salute regionale, la Calabria ha una spesa farmaceutica convenzionata tra le più alte d’Italia, con un’incidenza sul Fabbisogno Sanitario Regionale del 7,44%, superiore alla media nazionale. Questo significa che, nonostante i limiti di accesso alla sanità pubblica, i cittadini calabresi spendono molto in farmaci — spesso proprio perché costretti a ricorrere al privato o all’automedicazione.
Da tutto ciò, la certezza, più che la sensazione di andare a Lourdes per una grazia piuttosto che recarsi nelle sedi asp calabresi, è un dato condiviso da molti cittadini e, in parte, trova riscontro nei protocolli regionali e nazionali che impediscono ai medici di base di operare per il benessere degli assistiti.
In Italia, i medici di base operano all’interno di un sistema regolato da Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), che definiscono quali prestazioni devono essere garantite dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Tuttavia, ci sono vincoli e controlli che possono influenzare la libertà prescrittiva del medico.
🧾 Cosa dicono i protocolli
- Prescrizioni limitate per screening preventivi: Alcune Regioni, come la Puglia, hanno introdotto sistemi di controllo che bloccano la prescrizione diretta di screening di primo livello per pazienti asintomatici nelle fasce d’età previste dai programmi di prevenzione (es. mammella, colon retto, cervice uterina).
- Esenzioni condizionate: Le prestazioni specialistiche ambulatoriali sono soggette a ticket, salvo esenzioni specifiche per patologie croniche, invalidità, reddito, ecc. Ma anche in questi casi, la prescrizione deve rispettare criteri di appropriatezza clinica.
- Controlli sulla ricetta dematerializzata: Alcuni sistemi regionali impediscono la prescrizione automatica di alcune prestazioni se non rientrano nei criteri previsti.
🩺 Impatto sui pazienti cronici
I pazienti con patologie croniche hanno diritto a esenzioni e monitoraggi periodici, ma:
- Devono rientrare in specifici codici di esenzione (es. D01-D05, R99, ecc.)
- Le prestazioni correlate alla patologia devono essere giustificate clinicamente
- Alcuni screening preventivi non sono accessibili se non si è sintomatici o fuori fascia d’età
💬 In sintesi
Non è tanto una volontà dei medici di “risparmiare”, quanto una conseguenza di un sistema che cerca di razionalizzare le risorse e evitare abusi, ma che rischia di penalizzare proprio chi avrebbe bisogno di una prevenzione più attiva. I medici di base spesso si trovano in una posizione difficile: tra il dovere di cura e i limiti imposti dai protocolli.
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