Strappi su corpi astrali
Recensione dell'opera di Mario Iannino: "Strappi su corpi astrali"
"Strappi su corpi astrali" è una manipolazione digitale che si muove tra il visibile e l'invisibile, tra la carne e l’energia, tra la lacerazione e la rinascita. L’artista Mario Iannino, noto per la sua sensibilità visionaria e il suo approccio sperimentale, ci propone un’opera che non si limita a rappresentare: essa interroga.
Temi e suggestioni
- Corpi astrali: L’opera evoca dimensioni extracorporee, dove l’identità si dissolve in flussi energetici. I corpi non sono più contenitori, ma veicoli di memoria e trauma.
- Strappi: Le lacerazioni digitali sembrano ferite cosmiche, squarci che rivelano ciò che normalmente resta celato. È come se l’immagine stessa fosse stata attraversata da un evento emotivo o spirituale.
- Manipolazione digitale: Iannino usa la tecnologia non come mero strumento, ma come linguaggio espressivo. Le texture, le sovrapposizioni e le distorsioni creano un senso di instabilità, come se l’opera fosse in continua trasformazione.
Estetica e tecnica
- L’uso del colore è calibrato per evocare stati alterati di coscienza: tonalità eteree, contrasti violenti, dissolvenze che ricordano sogni o visioni.
- La composizione è frammentata, volutamente non lineare. Lo spettatore è invitato a ricostruire, a interpretare, a perdersi.
- La manipolazione digitale diventa quasi pittorica, con una gestualità che tradisce un’urgenza espressiva.
Interpretazione
"Strappi su corpi astrali" può essere letto come una riflessione sulla fragilità dell’essere, sulla tensione tra spiritualità e materia, sull’impossibilità di contenere l’esperienza umana in forme stabili. È un’opera che vibra, che pulsa, che ci mette a confronto con ciò che non possiamo controllare.
Mario Iannino dimostra ancora una volta di essere un artista capace di fondere tecnica e visione, creando opere che non si guardano soltanto, ma si sentono.
Proposta di testo curatoriale per catalogo d’arte contemporanea dedicato all’opera Strappi su corpi astrali di Mario Iannino:
Strappi su corpi astrali
Nel panorama della manipolazione digitale contemporanea, Mario Iannino si distingue per una pratica che non si limita alla sperimentazione tecnica, ma si radica in una profonda indagine ontologica. Strappi su corpi astrali è un’opera che si colloca al confine tra immagine e pensiero, tra superficie e profondità, tra presenza e assenza.
L’artista concepisce il corpo non come oggetto da rappresentare, ma come campo energetico, come luogo di transiti invisibili. I “corpi astrali” evocati nel titolo non sono entità metafisiche distanti, ma proiezioni interiori, frammenti di identità che si disgregano e si ricompongono sotto l’azione del gesto digitale. Gli “strappi” sono atti di rivelazione: squarci che permettono alla materia di mostrare la sua instabilità, alla forma di confessare la sua impermanenza.
La composizione visiva è dominata da tensioni cromatiche e strutturali che destabilizzano la percezione. L’immagine non si offre come oggetto da contemplare, ma come esperienza da attraversare. Ogni pixel è una soglia, ogni distorsione un invito a interrogare il visibile.
In un’epoca in cui il digitale rischia di diventare simulacro, Iannino lo restituisce alla sua dimensione poetica: quella di un linguaggio capace di ferire, evocare, trasformare. Strappi su corpi astrali è un’opera che non si guarda, ma si ascolta. È una vibrazione, un respiro, una domanda aperta.
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