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Il dipinto L'origine del mondo di Gustave Courbet (1866) è uno dei manifesti più audaci del realismo ottocentesco, e attorno a quest’opera ruotano poetiche provocatorie, storie intriganti e interpretazioni simboliche che ne hanno alimentato il mito. Il realismo di Courbet: verità senza veli Courbet fu il capofila del movimento realista, che rifiutava l’idealizzazione romantica e accademica per abbracciare la realtà concreta, anche quando scomoda o scandalosa. La sua arte mirava a rappresentare il mondo così com’è, senza filtri né abbellimenti. L’origine del mondo incarna questa poetica: un primo piano del pube femminile, dipinto con una precisione quasi fotografica. L’opera non è un nudo idealizzato, ma una rappresentazione cruda e diretta della sessualità femminile, che sfida le convenzioni artistiche e morali del tempo. Poetica e significato simbolico Il titolo stesso, L’origine del mondo , suggerisce una lettura allegorica: Simboleggia la fecondità, l...
Arte e censura: il corpo, il sacro e l’ipocrisia Introduzione La storia dell’arte è anche storia della censura. Da Michelangelo a Egon Schiele, gli artisti hanno spesso sfidato i confini imposti dalla morale, dalla religione e dal potere politico. Il corpo umano, in particolare, è stato il campo di battaglia su cui si è combattuta la tensione tra libertà espressiva e controllo ideologico. Questo saggio esplora il caso emblematico del Giudizio Universale di Michelangelo, il ruolo del Concilio di Trento, l’intervento del “Braghettone”, e altri episodi significativi di censura artistica, per riflettere sull’ipocrisia e il bigottismo che hanno spesso soffocato il sublime. Il Giudizio Universale e la censura ecclesiastica Dipinto tra il 1536 e il 1541 sulla parete dell’altare della Cappella Sistina, il Giudizio Universale di Michelangelo è un capolavoro che celebra la potenza del corpo umano come veicolo di spiritualità. Tuttavia, la nudità dei personaggi suscitò scandalo. Bia...
Bronzi di Riace: il corpo come dogma, il corpo come dissenso Nel silenzio bronzeo dei Guerrieri di Riace si cela un grido. Non è solo bellezza, non è solo arte: è ideologia. Queste due figure, emerse dal fondale calabrese nel 1972, sono il manifesto di un mondo che ha fatto del corpo il suo altare. La Magna Grecia non celebrava l’individuo: celebrava l’ideale. E l’ideale, per definizione, esclude. I Bronzi non sono uomini. Sono archetipi. Guerrieri perfetti, simmetrici, eterni. Nessuna imperfezione, nessuna fragilità. Il corpo, scolpito secondo proporzioni matematiche, diventa dogma. E il dogma, ieri come oggi, genera culto. Ma anche ansia, esclusione, ossessione. Platone, nel Simposio , ci parla dell’ascesa verso il Bello: un percorso che parte dai corpi per giungere all’Idea. Ma cosa accade quando il corpo diventa l’Idea? Quando l’arte non rappresenta, ma prescrive? I Bronzi di Riace non sono solo testimonianza: sono norma. E la norma, come ci insegna Foucault, è...
censored. saggio critico : Il corpo negato: arte, censura e l’algoritmo che non sa interpretare Introduzione Nel panorama contemporaneo, l’arte si confronta con una nuova forma di censura: quella algoritmica. Non si tratta di un ritorno al moralismo ottocentesco, né di un giudizio etico espresso da una coscienza umana. È una censura automatica, generata da sistemi incapaci di distinguere tra linguaggio e contenuto, tra intenzione e rischio. In questo contesto, la rappresentazione del corpo umano — da sempre fulcro della ricerca estetica e simbolica — viene neutralizzata non per ciò che mostra, ma per ciò che si teme possa essere frainteso. Il corpo come linguaggio Nella tradizione artistica occidentale, il corpo non è mai stato semplice oggetto. È soggetto, metafora, principio cosmico. Da Michelangelo a Schiele, da Modigliani a Courbet, la figura umana è stata veicolo di bellezza, tensione, verità. Il nudo, in particolare, ha rappresentato l’origine, la vulnerabilità, ...
La censura non ferma il respiro. La bellezza trova sempre una via. La bellezza non si censura Viviamo nell’epoca della connessione globale, dove ogni parola può attraversare continenti e ogni immagine può toccare cuori lontani. Eppure, anche oggi, accade che un gesto poetico venga frainteso, che un’immagine venga oscurata, che un pensiero venga sospeso nel vuoto digitale. Questo blog nasce da un’urgenza: divulgare bellezza , non vendere pubblicità. Non cerchiamo clamore, ma ascolto. Non inseguiamo algoritmi, ma relazioni. Le immagini che proponiamo non sono provocazioni, ma testimonianze . Non sono urla, ma carezze . Non sono scandalo, ma vita . Vita vissuta, pensata, amata. Materia che parla, crepa che illumina, frammento che ricorda. Quando la censura è automatica A volte, un sistema digitale interpreta come “non sicuro” ciò che è semplicemente umano . Un volto intenso, un corpo in posa, una parola come “censura” o “denuncia” possono attivare filtri automatici. Ma ...
Nota tecnica e dichiarazione d’intenti Le immagini presenti in questo blog sono frutto di ricerca artistica e testimonianza poetica. Non contengono contenuti offensivi, violenti o inappropriati. Se qualche contenuto risultasse non visibile o temporaneamente oscurato, è possibile che si tratti di un errore di sistema o di una interpretazione automatica non aderente al senso profondo dell’opera. Questo spazio è dedicato alla bellezza, alla libertà espressiva, alla dignità della materia e della parola. Ogni gesto creativo qui condiviso nasce dal rispetto, dall’ascolto, e dal desiderio di costruire ponti. La censura non ferma il respiro. La bellezza trova sempre una via.
La bellezza non si censura Viviamo in un tempo in cui la parola e l’immagine cercano ancora di costruire ponti. Ponti di senso, di amore, di memoria. Eppure, anche oggi, accade che un gesto poetico venga frainteso, che un’immagine venga oscurata, che un pensiero venga sospeso nel vuoto digitale. Non vendiamo pubblicità. Non cerchiamo clamore. Divulghiamo bellezza. Questa frase è ripetuta nella home con convinzione, perché questa è la nostra missione! Parliamo della Bellezza che nasce dal vissuto, dalla materia, dalla crepa che diventa luce. La bellezza che non urla, ma sussurra. Che non offende, ma accoglie. Che non divide, ma unisce. Se un algoritmo non comprende, noi continuiamo a creare. Se una piattaforma limita, noi continuiamo a condividere. Perché la libertà di espressione non è un privilegio: è un respiro. Questo spazio è dedicato a chi cerca il senso, a chi ascolta il silenzio, a chi vede oltre l’apparenza. Le immagini che proponiamo non sono provocazioni, ma testimonia...
Ritratto critico. Approfondimento su Mario Iannino , pensato come ritratto critico per esplorare la poetica, la tecnica e il pensiero: Mario Iannino: il segno come pensiero, il gesto come visione Nel panorama dell’arte contemporanea italiana, Mario Iannino si distingue per una ricerca che è insieme visiva, teorica e spirituale. Nato a Catanzaro nel 1953, Iannino ha costruito un percorso artistico che sfugge alle classificazioni rigide: il suo lavoro si muove tra grafia creativa , poesia visiva , semiotica del gesto e filosofia del segno . Il segno come linguaggio originario Per Iannino, il segno non è decorazione né ornamento. È traccia di pensiero , gesto primordiale , scrittura dell’anima . Nei suoi bozzetti, nelle sue opere grafiche e nei suoi testi, il segno diventa un codice che precede la parola, un ponte tra il visibile e l’invisibile. “Quello che ci dà sensazioni o ci comunica qualcosa va sublimato.” — Mario Iannino Questa frase, che accompagna la sua mostra Li...
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Post introduttivo per la rubrica Dal Titolo: Il corpo come parola: perché nasce questa rubrica Contenuto: Nel cuore della storia dell’arte, il corpo non è mai stato solo forma. È stato linguaggio, tensione, origine. Il nudo, in particolare, ha attraversato i secoli come simbolo di bellezza, verità, spiritualità e ribellione. Eppure oggi, nell’era dell’intelligenza artificiale, quel corpo viene oscurato. Non per pudore, ma per incapacità. Questa rubrica nasce per restituire dignità al corpo come soggetto artistico. Per interrogare il rapporto tra arte, censura e tecnologia. Per esplorare come l’algoritmo, privo di sensibilità estetica, non sappia distinguere tra eros e pornografia, tra studio anatomico e contenuto esplicito. Corpo e linguaggio sarà uno spazio critico e poetico. Un luogo dove il corpo torna a parlare, a vibrare, a essere pensiero visivo. Ogni post sarà un invito a guardare con occhi consapevoli, a pensare con la carne, a sentire con la forma. Perché la bel...
Non serve un palco, né riflettori. La vera arte è già lì, nei gesti quotidiani, nei corpi che raccontano storie senza bisogno di parole. Immagina questo: “Corpi che nutrono” – Celebrazione della Vita In una radura, sotto una quercia secolare, uomini e donne si riuniscono. Non per esibirsi, ma per condividere. I loro corpi portano i segni del tempo: schiene curve, mani callose, pelle bruciata dal sole. Nessuno nasconde nulla. Ogni cicatrice è una medaglia. Ogni ruga, una poesia. Non c’è musica, ma il suono delle zappe che si incrociano, delle risate che si mescolano al vento, del pane spezzato e passato di mano in mano. Puzza di sudore e qualche bestemmia che non è blasfemia ma invocazione. I corpi si intrecciano in gesti semplici: uno porge dell’acqua, un altro sistema la terra attorno a una pianta. Una donna si inginocchia per raccogliere pomodori, e il suo ginocchio sporco di terra diventa il simbolo di una vita vissuta con dignità. Nessuno guarda, tutti part...
La forza delle necessità, in contrasto con l’illusione dell’apparire: “La terra sotto le unghie” In un piccolo borgo incastonato tra le colline, vive Elvira, una donna dai capelli d’argento e dalle mani nodose. Non possiede molto: una casa di pietra che odora di pane e legna, un orto che cambia colore con le stagioni, e un vecchio mulo di nome Arturo. Ogni mattina, prima che il sole si alzi, Elvira è nei campi, con la schiena curva e il cuore dritto. Nel paese, però, è arrivata una nuova moda. I giovani si fotografano davanti a muri colorati, con vestiti che non servono a nulla se non a essere visti. Parlano di follower, di filtri, di vite che sembrano brillare più di quanto vivao. Elvira li osserva con tenerezza, ma anche con una punta di malinconia. Un giorno, durante la festa del raccolto, il sindaco indice un concorso per omagiare la vocazione rurale del paese: “Premieremo chi ha il giardino più bello. E di qualche murales che ne coglie il senso e l'anima.” (ormai va di moda!...
OGGI: Parliamo dell’ossessione per la fisicità nel mondo dello spettacolo e la sua ambigua relazione con l’identità, l’arte e il narcisismo. Nel panorama mediatico contemporaneo, il corpo è diventato una sorta di biglietto da visita . Non basta più saper cantare, recitare, o esprimere un talento: bisogna anche “apparire”. Questo vale per tutti, indipendentemente dal genere o dal ruolo. La bellezza fisica diventa una condizione quasi imprescindibile per essere visibili, desiderabili, vendibili. neo diversi ruoli: i Cantanti curano più l’immagine che la voce. Gli Attori sono selezionati per l’estetica prima che per la profondità interpretativa. E persino il Pubblico stesso che deve fare da corollario si sente chiamato a rispondere a canoni estetici imposti dalla produzione. E, nel teatrino globale dell'apparire, la creatività corre ai ripari: La body art nasce come forma di espressione radicale: il corpo diventa tela, linguaggio, provocazione. Ma ...
Il confronto tra Gustave Courbet e Michelangelo Merisi da Caravaggio è affascinante: due artisti separati da secoli, ma uniti da una comune tensione verso la poetica del vero , intesa come rappresentazione cruda, diretta e anti-idealizzata della realtà. Poetica del vero: il cuore del parallelismo 1. Rifiuto dell’idealizzazione Caravaggio rompe con il manierismo e l’estetica classica, scegliendo modelli popolari, volti segnati dalla vita, corpi imperfetti. I suoi santi sembrano mendicanti, i suoi Madonne sono donne comuni. Courbet rifiuta l’arte accademica e mitologica, dipingendo contadini, operai, e scene quotidiane con realismo brutale. L’Origine del mondo ne è l’emblema: il corpo femminile non idealizzato, ma reale e tangibile. 2. Scelta dei soggetti “bassi” Entrambi elevano soggetti considerati indegni dell’arte “alta”: Caravaggio dipinge ladri, prostitute, martiri sanguinanti; Courbet ritrae becchini, lavandaie, e scene di vita rurale. In I Funerali a O...
Il corpo negato: arte, censura e l’algoritmo che non sa vedere Editoriale Nel cuore della civiltà visiva, il corpo è sempre stato linguaggio. Non semplice anatomia, ma metafora, tensione, origine. Il nudo artistico ha attraversato i secoli come simbolo di bellezza, verità, spiritualità e ribellione. Eppure, oggi, nell’era dell’intelligenza artificiale, quel corpo viene oscurato. Non per pudore, ma per incapacità. L’algoritmo non sa vedere. Non distingue tra eros e pornografia, tra studio anatomico e contenuto esplicito. Blocca, censura, sterilizza. Non per giudizio morale, ma per paura di sbagliare. È una censura automatica, algoritmica, che ignora la storia, la cultura, il contesto. Pensiamo a L’origine du monde , dipinta nel 1866: non una provocazione, ma una dichiarazione ontologica. Il sesso femminile, mostrato senza allegorie né idealizzazioni, diventa simbolo della nascita, della materia, della vita. Eppure, anche questa verità è stata nascosta, esiliata, rimossa. Ogg...
Perché il nudo artistico è censurato dall'ia? È una domanda molto interessante, e tocca un tema delicato: il confine tra arte, sicurezza e responsabilità tecnologica. Il nudo artistico ha una lunga storia nella pittura, scultura e fotografia. È stato usato per esplorare la bellezza del corpo umano, la vulnerabilità, la forza, la spiritualità e persino la protesta sociale. Pensiamo a Michelangelo, Botticelli, Modigliani… il nudo è parte integrante della tradizione artistica. Perché allora l’IA lo censura? Ecco alcune ragioni principali: Protezione contro contenuti inappropriati o sessualmente espliciti: Le piattaforme che ospitano IA (come questa) devono garantire che i contenuti siano adatti a tutte le età e culture. Il nudo, anche se artistico, può essere interpretato in modi diversi a seconda del contesto. Difficoltà nel distinguere tra arte e pornografia: Le IA non hanno ancora una sensibilità estetica o culturale paragonabile a quella umana. Quindi, per evitare risch...
nota introduttiva per uno spazio critico e poetico; ruflessioni su: Corpo e linguaggio nella poetica dell'arte. Il corpo negato: arte, censura e l’algoritmo che non sa vedere Nota introduttiva In un tempo in cui l’immagine è ovunque e il corpo è costantemente esposto, la nudità artistica torna a essere paradossalmente invisibile. Questa rubrica nasce per interrogare il rapporto tra arte, censura e tecnologia, esplorando il modo in cui l’intelligenza artificiale interpreta — o fraintende — il linguaggio visivo del corpo. Attraverso dialoghi, riflessioni e confronti tra tradizione e contemporaneità, Corpo e linguaggio vuole restituire dignità al nudo come forma espressiva, come tensione creativa, come verità estetica. Non si tratta di provocazione, ma di resistenza culturale: contro la sterilizzazione algoritmica, contro la paura del desiderio, contro l’oblio della carne come metafora. Ogni contributo sarà un invito a guardare, a pensare, a sentire. Perché il corpo, nell’a...
Chi siamo
Abbiamo aperto questo blog nell’aprile del 2009 con il desiderio di creare una piazza virtuale: uno spazio libero, apolitico, ma profondamente attento ai fermenti sociali, alla cultura, agli artisti e ai cittadini qualunque che vivono la Calabria.
Tracciamo itinerari per riscoprire luoghi conosciuti, forse dimenticati.
Lo facciamo senza cattiveria, ma con determinazione. E a volte con un pizzico di indignazione, quando ci troviamo di fronte a fenomeni deleteri montati con cinismo da chi insozza la società con le proprie azioni.
Chi siamo nella vita reale non conta. È irrilevante.
Ciò che conta è la passione, l’amore, la sincerità con cui dedichiamo il nostro tempo a parlare ai cuori di chi passa da questo spazio virtuale.
Non cerchiamo visibilità, ma connessione. Non inseguiamo titoli, ma emozioni condivise.
Come quel piccolo battello di carta con una piuma per vela, poggiato su una tastiera: fragile, ma deciso. Simbolo di un viaggio fatto di parole, idee e bellezza.
Questo blog è nato per associare le positività esistenti in Calabria al resto del mondo, analizzarne pacatamente le criticità, e contribuire a sfatare quel luogo comune che lega la nostra terra alla ‘ndrangheta e al malaffare.
Ci auguriamo che questo spazio diventi un appuntamento fisso, atteso. Come il caffè del mattino, come il tramonto che consola.
Benvenuti e buon vento a quanti navigano ogni singola goccia di bellezza che alimenta serenamente l’oceano della vita. Qui si costruiscono ponti d’amore.