Luna calante o crescente?

Luna calante o crescente? non l'ho mai capito anche se consulto spesso i siti astrologici. Ogni volta che guardo la luna me lo chiedo, non perché devo fare le provviste, quelle le faceva mia nonna e lei era davvero una conoscitrice delle fasi lunari.


 Mia nonna Angela, anima e cultura contadina, anche dopo essersi spostata in città continuava a fare le provviste. Non molte ma quanto bastavano per togliersi qualche sfizio. 

Ricordo i boccacci di olive schiacciate, lasciate in acqua per addolcirli e poi piggiate nei boccacci insieme agli aromi, finocchio e aglio  con qualche foglia di alloro. Lei, mi raccontava, ai suoi tempi non c'erano così tanti boccacci di vetro come adesso, ma avevano i "salaturi", dei recipienti in cotto che servivano per le provviste di ogni genere, per la salsa di pomodoro e per conservare il grasso di maiale per condire le pietanze.

Oggi, 11 ottobre 2025, la Luna è gibbosa calante, con un’illuminazione del 75% 🌖. Sta scendendo verso l’ultimo quarto, che arriverà il 13 ottobre.

Prendiamo spunto dalla riflessione ch'è splendida e più che una domanda, è un piccolo rito di memoria per raccontare della cultura contadina in Calabria. 

La Luna che osserviamo nel cielo in questo periodo, sospesa tra giorno e notte, è come un ponte tra il presente e il sapere antico. E nonna Angela, con i suoi “salaturi” e le olive schiacciate, custodiva quel sapere con gesti semplici e profondi dati dall'esperienza. Lei non consultava il web. Ma noi, possiamo:

🌙 Come riconoscere se la Luna è crescente o calante

Ecco un trucco pratico, che forse tua nonna avrebbe approvato:

  • Luna crescente: la parte illuminata è a destra. Cresce ogni sera, fino alla Luna piena.
  • Luna calante: la parte illuminata è a sinistra. Diminuisce ogni sera, fino alla Luna nuova.

In italiano si dice: “Gobba a ponente, Luna crescente – Gobba a levante, Luna calante.” Un proverbio che segue il movimento apparente della Luna nel cielo serale.

Ma torniamo all'archeologia contadina:

I “salaturi” in cotto più che contenitori: erano custodi di stagioni. Ogni conserva era un atto di fiducia nel tempo che verrà. Le olive schiacciate, addolcite nell’acqua e poi aromatizzate con finocchio, aglio e alloro, non erano solo provviste: erano memoria commestibile. E il grasso di maiale, conservato con cura, diventava condimento per i mesi freddi, un gesto di resistenza e sapienza. E in questo i movimenti dell'asse terrestre e le conseguenti fasi lunari erano tenute in considerazione.

🌾 La Luna e le provviste: un legame antico

La Luna non serviva solo agli astrologi, ma ai contadini per:

  • Seminare e raccogliere: si dice che la Luna crescente favorisca la crescita, quella calante la potatura e la raccolta.
  • Fare le conserve: molte tradizioni consigliano di preparare sott’oli e marmellate in Luna calante, per una migliore conservazione.

Nonna Angela lo sapeva, forse non con parole scientifiche, ma con l’intuito di chi viveva in sintonia con il cielo e la terra.

Nonna Angela si alzava presto, anche quando non c’era più il gallo a svegliarla. In città, il canto lo sentiva dentro, come un’eco di terra battuta e panni stesi. Sul balcone, tra le piante di peperoncino e le cassette di legno, osservava la luna. Non per fare magie, ma per sapere quando schiacciare le olive.

«La luna non si guarda solo per sognare,» diceva, «si guarda per sapere quando agire.»

Aveva un quaderno dalla copertina rigida, con le pagine segnate da macchie d’olio e appunti in dialetto. Ogni mese, annotava la luna e le provviste. Non c’erano emoji, ma c’erano segni: una foglia per l’alloro, una spirale per il finocchietto, una croce per il giorno di riposo.

Nel salone, sotto il mobile della televisione, teneva ancora un piccolo salaturu in cotto. Non serviva più per la salsa, ma dentro ci metteva i ricordi: un cucchiaio di legno, una foto sbiadita, qualche aroma e un rametto d’ulivo benedetto.

Nonna Angela non pensava all'“astrologia” quando osservava la luna. La guardava e anche di sfuggita diceva “la luna comanda”. E non comandava con autorità, ma con ritmo. Come una danza lenta tra il cielo e la dispensa.



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