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Il ramo e il mare
Il ramo pende come un pensiero antico, carico di foglie e di un solo frutto: un melograno, maturo, silenzioso. Sotto di lui, la terra respira piano, tra ciuffi d’erba secca e fiori rossi che sembrano trattenere il sole. Il sentiero, appena visibile, si snoda come una domanda non ancora fatta.
L’uomo è lì, in piedi, con le mani dietro la schiena. Non cerca nulla, ma tutto trova. Il mare, in fondo, brilla come una promessa che non ha bisogno di parole. Il Golfo di Squillace si apre davanti a lui, azzurro e inquieto, come la memoria di chi ha lavorato, amato, resistito.
Ogni foglia è una lettera. Ogni ramo, una frase. Ogni respiro, un capitolo . L’uomo non scrive con la penna, con lo sguardo alimenta il pensiero e culla la bellezza. Cura quel giardino come si curano le storie: con pazienza, con rispetto, con la certezza che anche il silenzio ha voce.
Il melograno non è lì per essere colto. E' lì per essere visto. Come i mestieri che l’uomo ha fatto, uno dopo l’altro, senza mai smettere di seminare. Operaio, pittore, impiegato, professore, tuttofare. Ogni ruolo è stato un seme. E ora, sotto quell’albero, il raccolto, silenzioso, non è fatto di applausi, ma di testimonianza.
Il vento arriva dal mare, leggero. Sfiora le foglie, accarezza il frutto, solleva un pensiero. L’uomo sorride. Non è solo. Ogni cosa intorno a lui parla. E lui ascolta.
Con la pelle e il cuore, sente l'energia del Creato e ne è pervaso
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