Il vento soffiava forte quel giorno. Agitava
l'acqua del mare e alzava la sabbia in piccoli vortici. Qualche
ombrellone volava. Come se una mano invisibile lo strappasse con
forza dalla buca appena scavata volava via portando con se la
maglietta appesa ai raggi smembrati della tela capovolta.
Dalla fessura delle palpebre socchiuse
intravidi una massa imponente che veniva nella mia direzione.
Vestiti appesi svolazzanti, costumi da
donna e da uomo e cappelli ancorati con maestria stavano lì alla
mercé della furia del vento e avvolgevano l'uomo che li trasportava.
L'ambulante marocchino si era costruita
una sorta di croce ambulante che fungeva da bancarella: due
ombrelloni tenuti insieme da due traverse tubolari in metallo e due
piedi per poggiarla al suolo per la sosta e la vendita della
mercanzia.
Un buon risultato di creatività
applicata! Non c'è che dire!
La struttura costruita dal “cugino”
marocchino, corredata da una rete fissata alle traverse, simile a una
creatura fantastica, si lasciava trasportare dal vento senza
decollare.
L'ambulante si ferma, sosta affianco a me e mi chiede
dell'acqua. Gli porgo la bottiglia. Beve a canna. Ne versa un po' nel
palmo della mano e si lava il viso, non una goccia cade a terra.
Nonostante le difficoltà ambientali e la stanchezza che avrebbe
provato chiunque nel trasportare quel catafalco, lui, ha saputo
sfruttare appieno la ricchezza del prezioso liquido: l'acqua!
Apro di più le palpebre dopo avere
inforcato gli occhiali e valuto che il mio interlocutore ha un bel colore ambrato e non ha più
di 16, 18 anni. Esile. Fisico tonico. Con un gran sorriso parla un
italiano dall'accento francese.
Dice di essere senegalese. Che fa la
stagione in Calabria. Fa qualche soldo e poi torna a Roma dove si
presta a fare la comparsa a Cinecittà.
È sposato. E la moglie è in Senegal
in dolce attesa. Lui spera che siano due bambini perché, mi dice, perché sarebbe un evento fortunato. Ne è convinto, glielo aveva
pronosticato il nonno.
Toglie dal marsupio il telefonino; scorre la galleria e mi fa vedere delle foto della sua
famiglia:
La moglie è bellissima, una diva da copertina. E il nonno, un anziano capo di qualche tribù vestito coi paramenti tribali, ha una lanugine ricciolina grigiastra e un bel sorriso che lascia intravedere l'assenza di un incisivo.
Non so se mi prende in giro. Ma è
piacevole parlare con lui. Dimostra uno spirito sornione nei
confronti delle paranoie nostrane ed è felice di esistere e essere
sotto il cielo nonostante le difficoltà che non risparmiano nessun
essere vivente sulla terra.
Il vento continua a creare mulinelli di
sabbia e i vestiti appesi svolazzano.
Lui ringrazia e riprende il cammino
sospinto dal vento.