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domenica 25 settembre 2016

Altro che ripresa economica

1/2kg di carne macinata, un po' di pane raffermo. Un pugno d'olive. Mezzo chilo di pomodori, qualche foglia di basilico. Un peperone. E il pranzo è servito.


In tempi di restrinzione economica riscoprire l'economia domestica insegnata dalle mamme è un imperativo categorico da seguire diligentemente!

Negli anni sessanta le casalinghe spaccavano il capello in quattro per mettere qualcosa in tavola spendendo poche lire.

La carne sulle tavole dgli operai era difficile da vedere sottoforma di bistecca. E anche quando si era ammalati o convalescenti non c'era. Al massimo si poteva optare per il pollo. Oppure con della carne di terzo taglio da fare al sugo, ossa comprese.
Magari, qualche mamma riusciva a prendere un po' di macinato misto di maiale e bovino che, impastato con del pane raffermo e qualche uovo, esibiva in tavola delle gustosissime polpette fritte.

mercoledì 9 luglio 2014

Alla locanda dei Nonni per non soffrire di recessione

Dopo 10 minuti abbondanti e una serie infinita di musichetta caraibica finalmente sento una voce priva d'inflessione: “Pronto mi dica sono Anna da Tirana in cosa posso esserle utile?”.

“Considerando che chiamo dal sud Italia, lei mi risponde da dietro l'angolo!”. “come dice signore?”

“no, niente non ci faccia caso è una battuta...”

Tirana! Già in Italia alcuni lavori rasentano una forma di schiavitù figuriamoci là, in Albania quanto potranno prendere gli addetti ai call center?

Mentre faccio questa considerazione mi ritorna in mente quanto ho sentito di sfuggita l'altro giorno. Uno sfogo allucinante sul malessere che serpeggia anche tra noi in Italia e non lascia dubbi sugli effetti della recessione. Un dialogo, anzi dovrei dire una denuncia liberatoria, tra due donne giovani ma assai provate dalle difficoltà:

... che ne sai che devo firmare la busta paga e devo ritornare oltre la metà dei soldi al ragioniere!”
Come?! Perché?” “Questi sono gli accordi! Prendere o lasciare! E se lascio sai quanti ce ne sono in fila... pensa che non mi volevano dare neanche gli ottanta euro di Renzi” “Scusa ma chi te lo fa fare? Stai a casa. Rimani coi tuoi figli almeno te li godi! A proposito come fai con i figli li mandi all'asilo?” “No. Ci pensano i suoceri. Meno male che ci sono loro...”


E quando i nonni non ci sono?

mercoledì 30 ottobre 2013

Recessione e microcriminalità vanno di pari passo

courtesy M.Iannino©
courtesy M.Iannino©
Catastrofisti, positivisti e speranzosi si fronteggiano in tv, in radio e sui giornali.
Ieri ho sentito, presumo un imprenditore, lamentarsi con il conduttore radiofonico per le notizie catastrofiste diramate dai mass media sulle aziende che chiudono e sul lavoro che manca ma non evidenziavano le migliaia di nuove aziende che nascono da un momento all'altro.

Anche il Governo è ottimista.

Per Letta a fine anno ci dovrebbero essere i primi segnali di crescita reale.

Intanto, stamane, ho raccolto, mio malgrado e con estremo disaggio la rabbia di un uomo di mezza età. Indossava la divisa di lavoro.

“Mi è arrivato il preavviso. A fine mese non ci sarà lavoro... Andrò a rubare! Non l'ho mai fatto e non so neanche come si fa ma imparo. Devo pagare le bollette. Dobbiamo mangiare a casa. Ho moglie e figli... Loro, i capizzuni, problemi non ne hanno. A loro i soldi arrivano”

caro Letta, vedi di fare presto e che sia vera la notizia della ripresa perché qua rischiamo una sommossa popolare. Uno sbranarsi a vicenda. Una guerra tra poveri (sono ricominciati i furti “vandalici” alle macchine. Scompaiono le ruote, i tergicristalli, la benzina).

mercoledì 20 giugno 2012

Europa, Italia, Spagna, Grecia e lo spread

Stiamo dando i numeri!


400mila lavoratori «lasciati a terra» dalle nuove regole, il ministro parla di «dati fuorvianti che hanno impropriamente alimentato la polemica».
la tabella diramata dall'Inps «lasciava credere che fossero 400mila i lavoratori da salvaguardare, cosa che invece non è».
...ma anche i primi numeri dati dal governo sono inesatti e fino a ieri la versione ufficiale parlava di 65 mila unità danneggiate dalle nuove regole, ora a questa cifra si sono aggiunti altri 55 mila lavoratori. In tutto fanno 120 mila. ...

Numeri numeri numeri. L'errore di fondo sono proprio i numeri! L'errore macroscopico che stiamo facendo tutti è considerare le persone, i saperi, le coscienze, la politica come se fossero entità astratte: numeri! Numeri da far combaciare a esigenze economiche disumane e incivili. Conti in banca!
E la solidarietà!, il welfare!, l'intervento della politica che governa lo Stato e quindi i cittadini cosa ci sta a fare? Aspetta che il divario tra ricchezza e povertà si allarghi a dismisura fino a provocare azioni ben peggiori di quelle che si stanno presentando quotidianamente?

lunedì 14 maggio 2012

un Monti Masaniello per uscire dalla crisi?

Jp Morgan Chase, la prima banca americana, accusa 2 miliardi $ di perdite sui mercati finanziari nelle ultime sei settimane. Si tratta di operazioni sbagliate di copertura dei rischi, i famigerati derivati. Scommesse andate male. Lo dice l' amministratore delegato Jamie Dimon che aveva inizialmente detto di attendersi 800 milioni di perdite nel trimestre, riconoscendo un “portafoglio troppo rischioso, più volatile e meno efficiente di quello che si pensava. “Ora cercheremo di minimizzare i danni per i nostri azionisti”.


Ma in America sono seri e tre top manager di JPMorgan Chase, (tra questi Ina Drew, chef investment officer, è stato proprio l'ufficio della Drew a causare la maxi-perdita) si dimettono dopo la maxi-perdita di oltre 2 miliardi di dollari legata ai trade sui derivati. Con la Drew anche Achilles Macris e Javier Martin Arajo hanno chiesto di andarsene.

Mentre nell'€zona la bufera sembra non voler cessare!

In Germania i conservatori del Cancelliere tedesco Angela Merkel incassano un duro colpo alle elezioni nel land più popoloso registrando un risultato che potrebbe spingere l'opposizione di sinistra ad attaccare la linea di austerità imposta da Markel a livello europeo.
Le elezioni nel Nord Reno Westfalia, land della Germania occidentale, che ha una popolazione più alta dell'Olanda e un'economia pari a quella della Turchia, si sono svolte 18 mesi prima di quelle nazionali che vedranno Merkel correre per il terzo mandato.
In Grecia, i colloqui tra leader dei principali partiti politici per trovare una soluzione allo stallo negoziale in vista della formazione di un nuovo governo sembrano in alto mare. Ieri, un nuovo ostacolo lo ha posto il leader di SYRIZA, rifiutandosi di continuare a partecipare ai negoziati spiegando di non volere "entrare a far parte o sostenere" un governo deciso ad imporre l'austerity in cambio degli aiuti internazionali.

In Italia, il disagio sociale preoccupa il Presidente del Consiglio, Mario Monti. Il premier infatti è tornato a parlare della difficile situazione economica del nostro Paese e più in generale dell'Europea.
Davanti a una platea di ragazzi della comunità "Rondine", il prof Monti ha sottolineato che "il paese è segnato da una profonda tensione sociale" a causa della crisi che alimenta "il malessere, l'insicurezza, la frustrazione la rabbia". "Ma se continuiamo guardarci con reciproco sospetto, ha spiegato Monti, si alimenta la paura e si indeboliscono le nostre forze".

E se proprio dall'Italia partisse una proposta antica tradotta in melodia napoletana che cita Masaniello e la rivolta contro le gabelle del malgoverno per azzerare i deficit nazionali mondiali e ripartire daccapo?  

giovedì 29 dicembre 2011

Ici Imu, tassano i poveri tutelano i ricchi

Il bene casa.


Alla luce dei fatti non so più se possedere una o peggio due case sia davvero un bene da lasciare ai figli oppure risulta essere un'eredità a cambiale continua.

Al sud, in alcune zone, è d'uso dare in dote ai figli la casa o la biancheria insieme al mobilio quando si sposano, ed è per onorare questa tradizione ancora in atto che i padri di famiglia impegnano risparmi, tredicesima, tfr (trattamento di fine rapporto lavorativo) se dipendenti, anche a costo di sacrificare ferie, viaggi e lussi vari.

La mentalità della gente del sud è ancora educata al mattone: risparmiare per investire nella casa. Chi non conosce questo modo di pensare rimane esterrefatto quando si trova al cospetto di periferie fatte di costruzioni a metà, senza l'intonaco esterno ma abitate ugualmente da gente umile e dignitosa.

Ecco, queste cose vorrei che si ricordasse il professor Mario Monti quando legifera in merito alla casa di proprietà, anche perché, spesso, dietro quelle pareti popolari vive qualcuno senza sussidi vari o lavoro. Analoga cosa per quanto riguarda l'aumento dei carburanti: 20€ equivalgono alle vecchie 40milalire con le quali si faceva il pieno, oggi, alla pompa di benzina si mettono appena 11,90 litri di gasolio.
Buon nuovo anno e che il cielo illumini chi guida la comunità.

mercoledì 7 dicembre 2011

effetto Monti nelle tasche dei cittadini

aore12blog
effetto Monti
Ho perso la fiducia nella classe dirigente e per evitare rush cutanei evito di guardare i talk show della politica vecchia e nuova. A colmare definitivamente la misura ci ha pensato la squadra tecnica di Monti che pieni delle loro teorie stanno cercando di imbonire i cittadini vessati da sempre. C'è poco da teorizzare quando il piatto piange per gli ultimi. Certo, la pillola dei tagli e degli aumenti sarebbe stata meno amara e più sopportabile se avesse colpito i grandi capitali e gli evasori invece dei lavoratori che sono riusciti a realizzare qualcosa dopo anni di lavoro.
La manovra, così sviluppata, dimostra continuità tra il vecchio e nuovo modo d'intendere il sociale, anzi lascia spazi ai populismi e imbastisce alibi alla cattiva politica da quattro soldi che continua a diseducare il popolo.
Il disegno è chiaro! Questo è un governo che serve a dare respiro a squali, caimani, falchi. Predatori che detengono quel 10% delle ricchezze nazionali e che fanno il bello e cattivo tempo. Inutili quindi le lenzuolate giornalistiche comprate per urlare ADESSO BASTA! ma, ...e se si girano gli
eserciti e spariscono gli eroi se la guerra poi adesso cominciamo a farla noi non sorridete gli spari sopra sono
per voi  

venerdì 19 agosto 2011

chi deve pagare?

Crisi economica e umori popolari.
La crisi si tocca con mano e stritola nella miseria specie gli abitanti delle grandi città come Roma dove una larga fetta di cittadini per risolvere problemi impellenti impegnano oggetti carichi di affetti, importanti, che hanno tassellato ricordi lunghi una o più generazioni, con la speranza di poterli riscattare appena superata la recessione. Nel frattempo le polemiche montano e ce n’è per tutti. I laici se la prendono col Vaticano perché non paga le tasse come gli altri cittadini costretti a pagare ici irpef ecc. dimenticando gli accordi tra gli Stati che, considerata la situazione contingente di sofferenza nazionale, potrebbero essere rivisti dal governo italiano e dal Vaticano; i lavoratori, dipendenti e disoccupati, trovano il nemico nel capitalista e a sua volta l’industriale accusa il sistema fiscale italiano di non essere competitivo col resto del mondo globalizzato.
Insomma, la paura di ricadere nella povertà degli anni postindustriali preoccupa e coinvolge tutti, ma sembra non scalfire le facce di bronzo dei politici che imperterriti continuano nelle dissertazioni parolaie mentre infilano le mani nelle tasche dei soliti contribuenti.
Alcune testate giornalistiche pubblicano gli elenchi dei politici “ricchi” che percepiscono vitalizi e o hanno incarichi pubblici da nababbi. E poi ci sono i capitali rientrati in Italia dai paradisi fiscali grazie all’ultimo scudo fiscale di Tremonti che condonati assumono valenza giuridica sana ma che non concorrono al bene sociale nazionale al pari dei lavoratori in nero o agli evasori che beccati pagano una ridicola ammenda. Se solo ci fosse la volontà, sarebbe semplice arrivare ai colpevoli e pretendere i dovuti risarcimenti. E poiché questa manca, le acque si agitano ancora di più. Anche la giustizia fatta dagli uomini e applicata da certi uomini è volubile, creativa; come dire… ha lo sterzo? immancabilmente andrebbe a colpire anche chi non ha colpe, darebbe adito ad alzate di scudi settoriali, come avviene tra i calciatori che nonostante siano remunerati profumatamente dai club per giocare e dagli sponsor per pubblicizzare merce di dubbio valore trovano cavilli per non contribuire in prima persona al risanamento pubblico. Di contro i dipendenti pubblici, i pensionati e i cittadini censiti dal sistema tributario devono sottostare passivamente e pagare a muso duro il deficit causato dai predatori dell’economia globalizzata.

venerdì 31 dicembre 2010

Il calore della famiglia nell'Italia delle crisi


Il calore della famiglia, punto fermo nella tempesta mediatica e nell'instabilità economica contingente.

Le proiezioni per il 2011, basate sulle manovre economiche del governo, non lasciano presagire niente di buono.

Anzi si sentenzia un aggravio familiare  di circa 1000 e passa euro tra aumenti vari per non incappare nella stessa situazione della Grecia;
a farla breve aumentano i carburanti, la bolletta della luce, l’acqua, il gas, l’irpef e via discorrendo.

La benzina tocca un euro e cinquanta; e considerando il vecchio conio equivalgono a circa tremila lire, non possiamo fare a meno di confrontare l'euro alla lira visto che le buste paga (chi ce l’ha!) sono ferme alla lira in quanto a potere d’acquisto, viene da sé che la stretta economica induce la maggior parte degli italiani a stare in casa per non spendere.

Ma non finisce qui!

Siamo nell'impossibilità di comprare macchine nuove; vestiti nuovi; pagare mutui ecc. insomma siamo messi male! Eppure, lo spirito di sopravvivenza c’induce a guardare avanti. Brindare al nuovo anno e augurare i migliori auspici, aiutati dalle tradizioni e dal vero calore familiare che funge da collante nei rapporti interpersonali tra consanguinei, conoscenti e estranei.

Il calore della famiglia trasforma gli affetti in legami profondi, inscindibili malgrado le immancabili incomprensioni, gelosie e mugugni.

Possa, quindi, il 2011, essere l’anno della rinascita. Una rinascita che contempla i criteri sacri della vita nei fatti e attua, quindi, uno stato di fratellanza corale reale, insomma uno sconvolgimento della teoria dei bisogni così come concepita fino ad oggi nelle società consumistiche, rinnovata e attenta nel considerare e risolvere i problemi dei bisognosi dal punto di vista materiale (*panza chjina canta e no cammisa janca!). Secondo un vecchio adagio calabrese:

*Con la pancia piena si ragiona meglio e si è più propensi a rivolgere la mente a concetti più alti. Auguriamoci, perciò, un tranquillo anno nuovo per il bene di tutte le famiglie e della collettività.
buon 2011!!

lunedì 4 ottobre 2010

popolo viola e pseudointellettuali contro il berlusconismo

Popolo viola, sinistra e pseudointellettuali per abbattere il berlusconismo. Una buona fetta delle menti "impegnate" contro un malcostume sociale che è cresciuto nel tempo anche grazie a loro.

E' la ricetta giusta?


Mentre una parte degli italiani si mobilita per dire no alle manovre del governo perché non risolvono la crisi ma la peggiorano perché causano altre perdite di posti di lavoro nella scuola, nelle fabbriche e nell’indotto, situazione, questa, vissuta in prima persona dai contestatori, una piccola schiera di “intellettuali” analizza la situazione contingente e lancia una “sfida al berlusconismo”. Si tinge di viola e ne elenca i mali; dichiara solenni proposte d’intenti ma non va oltre. Anche l’opposizione si dice scandalizzata, stanca di assistere allo scempio della democrazia però sta ferma, no!, anzi lancia le solite accuse ma non fa nulla di concreto. Non presenta un piano di recupero economico, morale e d’immagine al paese e al Presidente della Repubblica Napolitano. in poche parole non ha il coraggio di sfiduciare apertamente il governo.

Non c’è che dire, ancora una volta si rasenta il grottesco! Anziché studiare strategie che aiutino a superare e risolvere la crisi economica ci si avventura in deliranti masturbazioni mentali. Si coniano nuove ideologie: il berlusconismo, appunto, e si lascia in soffitta il buon senso per correre dietro alle storielle, vere o presunte mentre la nave affonda. In simili situazioni le accuse o le invettive sono aspetti secondari e non risolvono i problemi che stiamo vivendo in Italia e nel mondo: Grecia, Spagna, Francia, Brasile, Argentina, Afghanistan e si potrebbe continuare all’infinito, rifare il giro completo come un ritornello per non vedere cambiare niente e incontrare sempre e comunque l’aspetto inquietante che accomuna i destini degli uomini: intolleranza e avidità!

lunedì 20 settembre 2010

emergenza recessione, economica, civica, morale

Chi ben comincia è a metà dell’opera!

Forti del saggio motto, certa gente inizia di buon mattino a darsi da fare. C’è chi va a fare la spesa ai mercati generali per risparmiare qualche centesimo, chi s’improvvisa meccanico e aggiunge olio alla macchina, chi filtra l’olio da cucina usato per aggiungerlo al gasolio.

La crisi induce a risparmiare! Acuire l’ingegno per salvaguardare i pochissimi euro che rimangono in casa dopo avere pagato luce gas telefono mutuo rata della macchina, insomma, i pochi spiccioli che, stoicamente, sfuggono all’idrovora e macchina consumistica.

E c’è pure, chi, con estrema naturalezza, scarica nei cassonetti della spazzatura inerti di risulta allorché costretto a eseguire urgenti lavori di manutenzione casalinga e chi, invece, fa scaricare dai dipendenti la cisterna dell’autospurgo nella condotta fognaria cittadina. Però, quest’ultima operazione, non so se è legittimata da qualche accordo, tipo, la ditta paga un tot all’amministrazione comunale per il servizio depurazione fognante. Boh, non so… sta di fatto che le anzidette azioni di malcostume, alquanto strane, non giustificate dalla recessione economica accadono in barba al sensibilità di chi rispetta i criteri della civile convivenza e attua la raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani.

domenica 20 giugno 2010

E' finito il tempo delle vacche grasse

Si stava meglio prima!


C’è stato un tempo in cui si credeva alle favole non perché ingenui o sprovveduti ma perché supportati dall’enfasi giovanile di cambiare, svecchiare la burocrazia scolastica, abolire i baroni nelle università e formare una società a misura d’uomo. Un tempo in cui c’era fermento creativo, voglia di fare,voglia di cambiare. L’entusiasmo giovanile contagiava tutto e tutti. Si voleva cambiare il mondo, migliorarlo; buttare alle ortiche il perbenismo bigotto che imbrigliava ipocritamente nelle buone maniere dettate da una logica piccolo borghese la vita.

Per un certo periodo, all’incirca trent’anni, se pur con alti e bassi, tra il 1970 e il 1990/2000, le cose sembravano andare discretamente bene. Non si è sofferto molto per le varie crisi economiche. i governi s'inventavano le una tantum, l'iva e altri balzelli che non gettavano gli italiani nell'angoscia perché tutto sommato, i giovani, finita la scuola, trovavano con una certa facilità un posto di lavoro nello stato, parastato e privato. L’età media degli sposi era sui vent’anni e c’era la possibilità di frequentare ristoranti, cinema, teatri e programmare viaggi, pianificare nascite, affrontare un mutuo.

Si contestava il sistema, la politica, o meglio, il modo di fare politica ma il sistema ha saputo assorbire e guidare i contestatori, li ha resi parte integrante dell’apparato sociale e partitico, li ha fatti diventare classe dirigente, membri di partiti, dirigenti di società e oggi è difficile sposarsi, fare figli, avere un lavoro, non essere ricattati da chi detiene il potere…

lunedì 10 maggio 2010

euroscudo solidale per la Grecia

Solidarietà alla Grecia

Il caso Grecia ha scoperchiato il malcostume e la scarsa propensione alla gestione sana della finanza pubblica. Bilanci gonfiati e fondi pubblici spesi male per la nazione ma benissimo per i destinatari privati hanno determinato la bancarotta greca. Le nazioni dell’euro, per evitare mali maggiori, hanno deciso di intervenire con prestiti che senz’altro si trasformeranno in donazioni data l’impossibilità reale della Grecia di onorare il debito e restituirli. L’Italia è tra le nazioni aderenti e, dopo molti sbagli, finalmente mostra la parte migliore del popolo italiano. Poco importa se la Grecia rimborserà la somma ricevuta, ciò che conta è la lungimiranza politica di quanti, nel parlamento europeo, hanno evitato l’assalto degli speculatori che stavano per avventarsi come avvoltoi sulla carcassa in decomposizione. Al di là delle posizioni politiche e delle letture economiche che altri faranno, questo è un atto di solidarietà nei confronti di una nazione in difficoltà. Analisi e correttivi saranno valutati in seguito dalle persone preposte dai governi aderenti alla zona dall’euro, da esperti, studiosi economisti, sociologi e politologi.

Di fatto, un pacchetto da 500 miliardi di euro fra prestiti e garanzie di prestiti, più la possibilità di aggiungerne altri 250 da parte dell’Fmi, più gli acquisti sul mercato secondario dei titoli di Stato dei paesi "fragili" dell’eurozona da parte della Banca centrale europea, e ancora gli impegni di questi stessi paesi (per ora Spagna e Portogallo) a fare sforzi aggiuntivi per consolidare i propri bilanci più in fretta e con più rigore: sono, in estrema sintesi, le decisioni che il Consiglio dei ministri finanziari dell’Ue ha preso in una riunione cominciata alle tre di ieri pomeriggio e conclusa alle 3 e un quarto di questa mattina.

L’Ecofin ha approvato la creazione di due diversi dispositivi per rispondere all’attacco dei mercati all’eurozona. Il primo è il meccanismo comunitario di stabilizzazione (prestiti da 60 miliardi di euro), gestito direttamente dalla Commissione europea e garantito dal bilancio Ue, che sarà creato sulla falsariga del dispositivo di sostegno alla bilancia dei pagamenti dei paesi non membri dell’eurozona e il secondo è racchiuso nel regolamento approvato da ministri Ue basato sull’art.122 del Trattato che prevede la possibilità di «concedere un’assistenza finanziaria dell’Unione» a uno Stato membro «che si trovi in difficoltà o sia seriamente minacciato di gravi difficoltà a causa di calamità naturali o di circostanze eccezionali che sfuggono al suo controllo».

Questi provvedimenti basteranno a stabilizzare l’eurozona e a convincere i mercati a desistere dall’attaccare i paesi i finanziariamente più deboli che oggi sono i paesi iberici dopo la Grecia, domani l’Irlanda e poi forse persino l’Italia? o serve associare anche qualcosa di non "scritto dai parlamenti in tempi di crisi", qualcosa che alimenta le coscienze evolute dalla notte dei tempi e guida il pensiero etico solidale su alte vette?

domenica 2 maggio 2010

e se dopo la Grecia toccasse all'Italia?

Di sicuro non sarò io a cambiare il mondo: non ho né la forza fisica e nemmeno il carisma del capopopolo per trascinare le folle in deliranti “volete voi…” ma una cosa voglio dirla visto che ho l’opportunità di farlo attraverso le pagine di questo blog: credo fermamente nell’intelligenza umana, nell’opportunismo degli uomini e nel servilismo genuflesso dei succubi. Bèh dove sta la novità? Si chiederà qualcuno. Nessuna novità! Ho voluto ricordare la determinazione intellettuale dei pochi che nonostante le avversità costruite dalle lobby di potere economico e politico e le debolezze umane impegnano le proprie risorse per migliorare la società. La stessa determinazione che caratterizza i santi, i pazzi o gli eroi e oggi ne servirebbero molti. Non necessariamente eroi ma persone comuni dotate di onestà intellettuale e carisma da eleggere nei luoghi istituzionali per fronteggiare la ciurmaglia demagogica che determina i destini di intere nazioni e si crea personalissimi scudi per arginare le avversità.

D'altronde è risaputo che la recessione, vissuta dalla stragrande maggioranza, non tocca i potenti uomini d’affari che posseggono yacht da milioni di euro e redditi stratosferici. Gente che brucia 20 30mila euro per un giretto fino in Sardegna con la “barchetta”… ma non la voglio farla lunga né tantomeno fare i conti in tasca a chi ha soldi e potere, Però chiedo: non sarebbe opportuno che questi signori si mettessero davvero una mano sulla coscienza e attuassero un regime di austerità solidale? quante famiglie potrebbero campare con l’equivalente somma di un pieno? Nella maggior parte delle famiglie italiane 20 30mila euro equivalgono al reddito annuo!

Ma c’è chi sta peggio dell’Italia…
La Grecia sta pagando l’allegra gestione dei governi precedenti e quello attuale è costretto a tagliare le spese. e, secondo le notizie, i tagli non partono dai parlamentari, dagli affaristi, dalle banche cioè da quei soggetti che l'hanno portata alla bancarotta; no! partono dai dipendenti pubblici che si vedono decurtato lo stipendio, la tredicesima, aumentate le aliquote. Insomma nulla di nuovo sotto il cielo della politica cerchiobottista.

Altra anomalia, anzi fantasiosa finanza creativa, che per tutelare il copyright e gli autori non trova nulla di meglio che aumentare i prezzi degli hard disk fissi e mobili giacché in rete si scarica gratis musica e film. Non c’è che dire! Belle bellissime trovate, complimenti allo scienziato o scienziati…

Ma i parlamentari nostrani, imprenditori, banchieri e affaristi in genere come si comporterebbero se messi di fronte a una pesante recessione? oppure costretti a essere cittadini modello? Io un’idea ce l’ho… *“a nu parmu do culu meu duva cogghia cogghia!”

*vecchio adagio calabrese che tradotto grosso modo recita così: basta che non tocchi me… a chi piglia piglia.

Ps. Pare che questo antico detto abbia contaminato un po’ tutti, leghisti pagnottisti e gente dello spettacolo come la simpatica Lucianina Littizzetto che nella trasmissione “chetempochefa” andata in onda dopo la pubblicazione del presente post ha sciorinato un bel po’ (questa volta) di cazzate in merito agli aiuti che l’Italia dovrebbe dare alla Grecia, con buona pace dei concetti europei e della solidarietà umana che dovrebbero annullare le meschinità campanilistiche tanto care alla lega e non solo.
Senza parlare dell’amarezza causata dalla trasmissione successiva: “Report” che ha fatto il punto, questa sì, drammaticamente reale, sulla sanità pirata e arraffona della laboriosa e civilissima Lombardia col suo sistema da esportazione data l’efficienza con cui gonfiano i conti in banca di cliniche private e medici a contratto. Bell’efficienza impiantare valvole cardiache e effettuare operazioni inutili per guadagnare di più! Unico dato disarmante, idilliaco è che qui regna e gestisce l’affare economico il partito dell’amore…

giovedì 30 aprile 2009

Cultura, mercato affari e etica

In affari non c’è etica!, questo il laconico commento esternato da un signore dopo aver pagato una parcella esosa, naturalmente in nero.

Pur di guadagnare si vende l’anima al diavolo!

Certamente il signore in questione sarà meno avventato in futuro. Senz'altro, quando avrà bisogno di qualsiasi intervento che implichi un rapporto di prestazione d'opera chiederà dei preventivi, magari più di uno, cosi da poterli confrontare e scegliere per non cadere nelle grinfie dei voraci im/prenditori.
sembra, questa, una considerazione giusta per prevenire sgradite sorprese.
Tutto inutile!
Anche con i preventivi sottoscritti e accettati dalle parti si è esposti a brutte sorprese.

Purtroppo, l’attuale recessione fa aguzzare l’ingegno, e, chi può cerca di ottenere il massimo profitto.

Non ci sono soldi! Non c’è lavoro!

Le poche realtà produttive sono incalzate dalla crisi: piccole imprese chiuse o che sono lì lì per farlo. I colossi, quelli cresciuti con i finanziamenti statali accusano i contraccolpi e denunciano esuberi. Le banche non fanno credito. Le attività commerciali, escluse quelle di prima necessità, sono al collasso.
Le famiglie monoreddito stentano ad arrivare a fine mese…
Insomma, siamo alla frutta! Qualcuno dice che la colpa è di quanti potevano e dovevano sorvegliare e non l’hanno fatto. Cosicché, i piccoli e medi risparmiatori hanno perso i risparmi per essersi fidati delle persone sbagliate…
LA BOLLA è SCOPPIATA!, ed ha travolto le moderne popolazioni aderenti al concetto di mercato globale.

Art. 28.
I funzionari e i dipendenti dello Stato e degli enti pubblici sono direttamente responsabili, secondo le leggi penali, civili e amministrative, degli atti compiuti in violazione di diritti. In tali casi la responsabilità civile si estende allo Stato e agli enti pubblici.

Ma forse le banche, le fabbriche, I FINANZIERI che hanno drogato la borsa ed il mercato non sono associabili alle categorie dell’art. 28 della Costituzione Italiana.
Senza dubbio sono dei grandi figli di… che continuano a fare affari ed a promettere nuovi mondi

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