Me-Rc, Calabria e Sicilia e il ponte impossibile
Il Ponte che divide
Il Ponte sullo Stretto di Messina è tornato al centro del dibattito politico e istituzionale. Da un lato il ministro Salvini e la società Stretto di Messina, guidata da Pietro Ciucci, ribadiscono che i lavori partiranno secondo il cronoprogramma ufficiale. Dall’altro, la Corte dei Conti e le opposizioni mettono in dubbio la legittimità dell’iter e la sostenibilità economica del progetto.
Ripercorriamo le tappe per sommi capi:
- Salvini definisce il Ponte “opera strategica” per ridurre i costi dell’insularità e integrare la Sicilia nel corridoio europeo Scandinavo-Mediterraneo.
- Ciucci conferma il completamento entro il 2033, insistendo sulla validità degli atti e sulla continuità del progetto.
- Il cronoprogramma prevede cantieri imminenti e benefici dichiarati: risparmio di tempo per veicoli e treni, sviluppo economico e occupazionale. le criticità sollevate da analisti e organi dello Stato preposti alla valutazione del progetto:
- Corte dei Conti: ha bloccato due volte la registrazione degli atti CIPESS e della convenzione, segnalando problemi di legittimità e deroghe ambientali.
- Opposizioni: chiedono di destinare i fondi a Sicilia e Calabria per opere cantierabili (Alta Velocità, Statale 106, A2 del Mediterraneo, sanità).
- Dubbi economici: mancano miliardi di euro rispetto ai fabbisogni stimati, e i costi del Ponte rischiano di sottrarre risorse a infrastrutture urgenti.
- Nonostante sia parte integrante del progetto, la Calabria rischia di restare senza copertura per opere fondamentali.
- Alta Velocità Salerno–Reggio Calabria, Statale 106 Jonica e tratti dell’A2 necessitano di interventi immediati.
- Senza rifinanziamento, il paradosso è evidente: un Ponte moderno che collega territori ancora privi di infrastrutture adeguate non ha senso logico.
- Il Ponte sullo Stretto è diventato simbolo di una frattura politica e istituzionale. Salvini e Ciucci insistono sulla continuità, ma la Corte dei Conti e le opposizioni denunciano un progetto fragile, che rischia di isolare ulteriormente la Calabria e di sottrarre risorse a opere già pronte.
La domanda di fondo resta aperta: ha senso costruire un ponte se le strade che vi conducono restano dissestate?
Altra incongruenza la ridefinizione nel dl di oggi che assegna i fondi destinati alla costruzione del ponte sullo stretto alle regioni Sicilia e Sardegna per migliorare la viabilità delle isole. E la Calabria? La regione Calabria non necessita di nessun intervento per migliorare e ampliare con aggiornamenti tecnici le strade e i viadotti?
In sintesi: il nuovo emendamento alla Manovra ha effettivamente spostato parte dei fondi FSC dal progetto del Ponte sullo Stretto verso opere infrastrutturali in Sicilia e Sardegna, ma la Calabria non è stata esclusa dal dibattito: diversi esponenti politici hanno chiesto che anche la regione riceva risorse per strade e viadotti, e alcuni emendamenti menzionano proprio la riassegnazione dei fondi anche a Calabria
La comunicazione politica ha messo in evidenza soprattutto
Sicilia e Sardegna, legando i fondi al tema dell’“insularità”.
- Tuttavia, la Calabria è parte integrante del progetto del
Ponte e ha infrastrutture critiche (strade, viadotti, collegamenti ferroviari)
che necessitano di aggiornamenti.
- La discrepanza nasce dal fatto che il decreto ha
enfatizzato le isole, ma nel dibattito parlamentare la Calabria è stata
comunque menzionata come destinataria potenziale delle risorse.
In una interpretazione più ampia, la vicenda riflette una tensione politica: da un lato la volontà di non bloccare fondi inutilizzati, dall’altro il rischio di penalizzare la Calabria, che sarebbe direttamente coinvolta nel Ponte e che ha bisogno di investimenti infrastrutturali. In sostanza, non è vero che la Calabria sia stata
dimenticata del tutto, ma la comunicazione ufficiale ha dato
priorità a Sicilia e Sardegna, creando l’impressione di una disparità.
Comunque, In Calabria le opere che rischiano di restare senza copertura finanziaria riguardano soprattutto l’Alta Velocità ferroviaria Salerno–Reggio Calabria, l’Autostrada A2 del Mediterraneo (tratti da ammodernare), e la Statale 106 Jonica, che necessita di interventi di messa in sicurezza e ampliamento. Mancano miliardi di euro rispetto ai fabbisogni stimati, e senza fondi aggiuntivi queste infrastrutture strategiche rischiano di rimanere incompiute.
In sostanza, se le intenzioni di Salvini restano ferme, senza un rifinanziamento mirato, la Calabria
rischia di avere un "Ponte fantasma" sullo Stretto senza infrastrutture interne adeguate,
con un effetto paradossale: collegare due territori ancora in forte
difficoltà.
Sintesi: Salvini e la società Stretto di Messina (guidata da Pietro Ciucci) insistono che il Ponte sullo Stretto sarà completato entro il 2033, nonostante i due stop consecutivi della Corte dei Conti, che ha negato il visto di legittimità agli atti CIPESS e alla convenzione. Le opposizioni e i giudici contabili sollevano dubbi su sostenibilità economica, rispetto delle norme ambientali e copertura finanziaria.
Il contrasto è netto: da un lato un cronoprogramma che
promette il completamento entro il 2033, dall’altro rilievi giuridici e
politici che mettono in dubbio la fattibilità. La Calabria, nel frattempo,
rischia di restare senza copertura per opere urgenti .
Commenti
Posta un commento
LA PAROLA AI LETTORI.
I commenti sono abilitati per chiunque passa da qui, si sofferma, legge e vuole lasciare un contributo all'autore del post.
ATTENZIONE! Chi commenta i post del blog è responsabile di quanto scrive. Pertanto non è prevista nessuna moderazione o censura ai commenti salvo evidenti illiceità.