Ornella, testimone di un tempo
Prima che il gallo canti, presto, molto presto la moka gorgoglia sul fuoco. L’aroma di caffè profuma casa. Scendo dalla cyclette. Riempio una tazza di caffè nero bollente. Metto su un lp e torno indietro con la mente. Quanti ricordi. Erano gli anni della rivoluzione studentesca. Emancipazione femminile e impegno civico trasformavano le piazze i immensi raduni. Il mondo della music faceva la sua parte: Guccini, De Andrè, De Gregori, Dalla, i nomadi, La PFM. Rappresentavano l’energia di quel tempo. E poi c’erano gli altri cantanti, quelli ritenuti meno impegnati politicamente ma cghe avevano un peso in quanto a narrazione di sentimenti. Ornella Vanoni era tra questi. E anche se non schierata apertamente la sua vita privata e sentimentale fece discutere.
Ornella Vanoni, l’ultima diva senza filtri
Tra musica, fascino e sincerità disarmante: la scomparsa di una voce che ha attraversato generazioni
Ancora una volta siamo stati travolti da una valanga di
notizie. La morte di Ornella Vanoni, a 91 anni, ha scatenato un’onda di
ricordi, gossip e rivelazioni che hanno invaso lo spazio pubblico. È il destino
di chi ha scelto la musica come mestiere e ha sacrificato la propria privacy
sull’altare dell’arte.
Vanoni è stata una professionista instancabile, capace di
costruire una carriera solida e longeva. Le sue canzoni hanno accompagnato
momenti salienti della vita di molti italiani, diventando colonna sonora di
epoche diverse. Non tutti l’hanno amata in modo viscerale, ma quasi tutti
l’hanno riconosciuta come voce autorevole della musica popolare.
Donna di indiscusso fascino, Ornella ha incarnato
un’immagine sensuale e libera in un’Italia ancora borghese e bigotta. Ha fatto
sognare uomini e ha sfidato convenzioni, diventando simbolo di emancipazione
femminile in un contesto che spesso non perdonava.
Che avesse un figlio e lo avesse lasciato dai nonni non lo
sapevo, ma questo non mi cambia la vita. Penso al bambino cresciuto senza l’affetto
di una famiglia e al dramma sentimentale ed emotivo dell’assemnza. Nient’altro!
Negli ultimi anni, la sua presenza fissa nei programmi
televisivi – da Fabio Fazio a Mara Venier – l’ha trasformata in una sorta di
“nonna nazionale”, ma decisamente fuori dagli schemi. Schietta, ironica, capace
di ribattere senza remore, ha dimostrato che la sincerità può essere più
potente di qualsiasi linguaggio politicamente corretto.
La sua morte non è solo la fine di una carriera, ma anche la
chiusura di un capitolo di autenticità. Ornella Vanoni ha detto pane al pane e
vino al vino, senza maschere né ipocrisie. In un Paese spesso corroso
dall’apparente perbenismo, la sua voce – dentro e fuori dal palco – resta un
monito: meglio la verità scomoda che la bugia elegante.
Ornella Vanoni è scomparsa il 21 novembre 2025 a Milano,
all’età di 91 anni, stroncata da un arresto cardiocircolatorio. La notizia ha
suscitato un’ondata di commozione e ricordi, confermando quanto la sua voce e
la sua personalità abbiano segnato la cultura italiana.
Una carriera lunga settant’anni:
- Debutto nel 1956: Vanoni iniziò con il repertorio della
“canzone della mala”, raccontando storie di vita e marginalità.
- Oltre 55 milioni di dischi venduti: un traguardo che la
colloca tra le interpreti più amate e longeve della musica italiana.
- Ha pubblicato più di 100 progetti tra album, raccolte ed
EP, attraversando generazioni e stili musicali.
gli EP della Vanoni sono mini‑dischi che hanno contribuito a
costruire la sua enorme discografia, permettendole di attraversare generazioni
e stili con più di 100 progetti complessivi
- È stata la prima artista a vincere due Premi Tenco,
riconoscimento massimo per la canzone d’autore.
È stata una voce senza filtri. Ha incarnato un’immagine
sensuale e libera in un’Italia ancora conservatrice, diventando simbolo di
emancipazione femminile.
- Nonostante non fosse apertamente schierata politicamente,
la sua sincerità e la sua vita privata hanno alimentato dibattiti e
gossip.
- Negli ultimi anni della sua vita è stata una presenza
fissa nei programmi televisivi, trasformandosi in una sorta di “nonna
nazionale”, ironica e schietta.
Negli ultimi giorni aveva parlato di un forte dolore alla
schiena in un’ultima telefonata, poco prima del malore. È stata colpita da un arresto
cardiocircolatorio nella sua abitazione di Milano, intorno alle 23 del 21
novembre. La sua ultima apparizione televisiva risale al
2 novembre 2025, ospite di Fabio Fazio, dove aveva scherzato persino sulla
morte.
La camera ardente è stata allestita al Piccolo Teatro di Milano,
e una lunga fila di persone accorse per salutarla ha fatto da corollario nel
luogo che l’ha avviata e consacrata al mondo dell’arte. Un momento toccante
davanti al Piccolo Teatro, tra le macchine: l’abbraccio tra Renato Zero e il
figlio Cristiano Ardenzi, che ha ricordato come la madre avesse avuto “una vita
colma d’amore”.
Ornella Vanoni lascia un’eredità fatta di autenticità,
eleganza e verità scomoda, qualità che hanno reso la sua voce un monito contro
l’ipocrisia. La sua scomparsa non è solo la fine di una carriera, ma la
chiusura di un capitolo irripetibile della musica e della società
italiana.
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