Era u tempu de' mali vestuti
Santa Maria di Zarapoti, il borgo ritrovato.
Un tempo, quando si saliva su per Catanzaro, ai piedi dei trecolli, vanto dei catanzaresi, lungo la provinciale c'era piantata una targa rosicchiata dalla ruggine e dal tempo. Per noi era il segnale di "siamo quasi arrivati" e ci preparavamo a scendere dal postale.
Quella targa non c’è più da diversi anni. La moderna toponomastica espone una semplice targa con su: santa Maria di Catanzaro. Zarapoti, l'origine storica, si è persa.
Nessuno, forse neanche i “santamarioti”, probabilmente hanno fatto caso o sono a conoscenza dell'origine del nome che indica questo pezzo di terra argillosa ma che ha dato e continua a dare buoni frutti che, al tempo dei mali vestuti, cioè quando la povertà uccideva, dava loro la possibilità di sopravvivere .
Il tempo cancella dalla mente la memoria e avvolge la storia locale nell'oblio, ma una cosa non riesce a cancellare: la nomea con cui vengono apostrofati gli abitanti del borgo! È Una sorta di marchio di fabbrica, dovuto alle attività della totalità dei residenti in tempi di magra.
Attività che i locali hanno mantenuto anche oltre i tempi bui della fame che induceva a cibarsi delle risorse naturali, cioè di lumache e cicoria. E questo, tradotto in catanzarese, quasi in forma dispreggiativa, è diventato il loro titolo in gergo locale: “vermiturari e cicorari”.
Cicoria e lumache, Due alimenti naturali che la natura benigna dona e rende i terreni ricchi. Di una ricchezza povera, spartana ma che da sola riesce a mantenere in forza i corpi emancipandoli dalla fame atroce conosciuta dai nostri avi anche se oggi sono leccornie ricercate. Escargot! Alla francese, che se richiesti in un menù anche non necessariamente stellato costano un botto.
E sì, queste due semplici risorse hanno permesso ad intere famiglie di campare. Ancora oggi, c’è qualche "santamarioto" che vende per strada la cicoria o le lumache a cadenza regolare come tradizione e natura vuole. Senza scontrino. In nero come direbbe qualcuno storcendo il naso. Anche se non sono questi i grandi evasori che erodono il bilancio dello Stato.


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