Michelangelo Pistoletto nell'area archeologica scolacium in Calabria
“siamo tutti locali”
Michelangelo Pistoletto è in Calabria. Cura gli ultimi particolari delle sue installazioni nel parco archeologico Scolacium, alle porte di Catanzaro lido, lungo la ss 106 per l’inaugurazione del 25 luglio 2010.
mario iannino e michelangelo pistoletto |
Ma, gli allestimenti importanti sono disseminati tra le rovine storiche; tra gli ulivi i reperti archeologici e le mura della cattedrale normanna dedicata a Santa Maria.
Le opere, collocate sui resti di antichità greco normanne romane che stanno rivedendo la luce lentamente grazie anche al connubio tra arte contemporanea e manufatti antichi, e gli artisti contemporanei animano i luoghi, annullano le distanze epocali grazie, appunto, ai linguaggi dell’arte che rende attuali e contestualizza i percorsi storici di antichissime civiltà. Ed è qui, tra gli ulivi, all’ombra del pensiero magno greco, che ho incontrato il maestro Michelangelo Pistoletto, artista attento, sensibile e propositivo. Attento alle problematiche contemporanee, alle esigenze culturali dei popoli e al continuum ideale tra “vecchio e nuovo pensiero” traslato egregiamente nelle sue opere.
Le installazioni di Pistoletto s’inseriscono bene, non sono invasive: dialogano col territorio, con la gente! Propongono percorsi linguistici più che strutturali. Invitano al dialogo e alla comprensione.
Siamo tutti locali… mi dice il maestro Michelangelo. I luoghi non hanno padroni, aggiungo io, sono di chiunque passa e lascia qualcosa di sé. Qualcosa di buono o cattivo, non ha importanza ai fini del “passaggio epocale”. La contaminazione è immediata! Sta ai successori analizzare e trasformare, proporre affinché gli avvenimenti umani non rimangano mera “traccia” folkloristica ma identità culturale, orma primordiale che si fa impronta concreta per un divenire evoluto.
Linfa vitale antica e moderna nello stesso tempo e quest’anno, a proporre il suo pensiero, ospite eccellente, è Michelangelo Pistoletto, artista minimalista contemporaneo, che indica e suggerisce vie alternative al respingimento in chiave artistica, sì, ma possibile! La sua opera disseminata tra gli ulivi, composta da cubi che indicano il mediterraneo, non come forma geografica ma come bacino di popoli che ci vivono. Popoli che dialogano con la natura; che entrano in osmosi. Catene, grovigli giganteschi che riportano alla mente la struttura scientifica delle molecole primordiali: il dna del cosmo!
Pistoletto vuole pacificare uomo e natura e con gli scarti delle macchine domestiche, i cestelli delle lavatrici, costruisce il “tempio” sacrale del contemporaneo e lo “innesta” nel ventre della cattedrale normanna, mentre statue in bronzo di vario colore, che puntualizzano i colori delle razze umane, dialogano con la natura e infine, nell’anfiteatro, imponenti blocchi marmorei, che ricordano la venere coi cassetti di Dalì, compongono i giganti della mitologia e della contemporaneità. Sta a noi saperli assemblare nel modo giusto e consono alla nuova era: al terzo millennio!
(mario iannino)