Visualizzazione post con etichetta anni 70. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta anni 70. Mostra tutti i post

sabato 11 agosto 2012

25 lire per una favola

Semplici e poeticamente patetici. Questa la definizione più appropriata per rappresentare l'atmosfera degli anni sessanta e settanta quando si iniziavano a vedere dappertutto le prime copie dei fotoromanzi. All'inizio fu il bianco e nero a narrare gli amori ingenui conditi con un pizzico di maliziosa morbosità consentita dalla censura del tempo.
Gli “attori” sembravano statuine posizionate in atteggiamenti plastici inverosimili, impensabili nella realtà.
E i testi? Elementari, sintetici, efficaci!
Era la realtà virtuale dei primi anni settanta venduta per poche lire nelle edicole.
Non c'era luogo frequentato da donne, ma anche dai maschietti, esente di almeno una copia fotoromanzosa. Quasi in tutte le case come dal parrucchiere, dal dentista e persino dal meccanico si poteva trovare una copia di “Grand Hotel, Sogno” e sfogliare un amore a fumetti.
Anche i cantanti non disdegnavano il racconto per immagini e trasbordavano volentieri dal mondo della musica in quello del racconto fotografico. Per loro era una mossa astuta di marketing. Regalavano storie d'amore ai fans e promuovevano l'ultima canzone.

giovedì 9 agosto 2012

personaggi degli anni 70 sotto l'ombrellone

confidenze attorno al fantastico mondo degli anni 70.

Il caldo ammoscia. Neanche la reazione di un tuffo improvviso ritempra dalla calura e dall'apatia di questa estate micidiale. Troppe incertezze all'orizzonte...

Ehi ragà c'è Franco Califano alla rotonda io ci vado sapete l'ho conosciuto... era un corpo stupendo un … sapete ho lavorato con lui nei foto romanzi. Ma voi non li conoscete, non sapete neanche che sono i fotoromanzi. No io li conosco. Nina ma i baci com'erano? Ah ahah ahhhh bella lei va subito al sodo. No ma sai io ero piccola e quando mi dicevano ci baciamo come nei fotoromanzi noi ci davamo un bacio allo stampo. Ah ah ah... dipende da chi e con chi facevi lo scatto. C'era un fotografo che ci diceva fatemi du ova al tegamino...
ho conosciuto anche Franco Gasparri: un uomo dalla bellezza perfetta! Sembrava una donna tanto era bello. E poi c'era anche un frocio che andava tanto di moda, un francese... no, no ricordo il suo nome. Ma con Franco era diverso. Lui ha avuto un giro di donne e soldi da fare invidia a mezzo mondo. Quando andava in giro per i locali di Roma aveva un codazzo dietro che non lo abbandonava mai. Franco ha visto girare un sacco di grana e ne ha spesa tantissima. Era uno generoso che aiutava gli amici senza farsi tanti scrupoli. Poi c'è stato l'arresto, il declino. E come sempre gli amici sono scomparsi! E po c'è stato Fiorello che l'ha rimesso in pista. Ricordate la sua gag “me magno l'abbacchio ale 6 no ale cinque dela matina”. Si ma quella sua partecipazione a quel reality... russava, era ingrassato, vecchio, cadeva dal letto mentre dormiva... una pena veramente.
E pensare che una notte, mentre giravamo un fotoromanzo, mi sono messa una camicia da notte che ho comprato per l'occasione, ho bussato alla sua porta con una scusa. Lui mi disse: avanti, è aperta. Entrai e lui era steso sul letto con quel suo fisico da paura. Fumava. Gli ho chiesto un parere sulla camicia da notte e lui mi parlò tutta la notte di Cristina. Che rabbia! E tu perchè non gli sei saltata addosso? Avevo appena 18 anni. Ero ancora molto giovane e inesperta... Ma stasera vado alla rotonda. Lo voglio salutare. Chissà se si ricorda ancora di me...

venerdì 30 marzo 2012

volantini BR all'asta per 17mila €



Ironia della sorte: il prodotto delle BR diventa oggetto storico con annesso valore economico per la “società malata” che i teorici del movimento sorto negli anni di piombo volevano guarire sovvertendola con la violenza e la lotta armata ove necessario.
A distanza di anni nell'opinione pubblica rimane il ricordo di una violenza incomprensibile vigliacca e per certi aspetti gratuita pianta dagli orfani e dalle vedove dei “nemici del popolo proletario”.

Ragionando per assurdo e ammettendo la validità terapeutica della violenza, visti i risultati ottenuti che si condensano nel vuoto assoluto di democrazia e emancipazione del proletariato, si può desumere che in Italia ci sarebbe stato un regime militarizzato con annessi e connessi.
D'altronde, gettando uno sguardo nei Paesi governati con la forza ideologica che non ammette confronti anche qui in Italia, America permettendo, se le BR avessero inasprito la violenza e avessero vinto col loro farneticante piano ideologico cosa sarebbe potuto accadere? Davvero qualcuno è così cieco da ipotizzare un orizzonte sereno per le classi povere quando spesso la tirannia maggiore è del povero sul povero?

La violenza delle idee è differente dalla forza delle idee, dalla determinazione che il pensiero evoluto, opposto alla violenza di qualsiasi tipo, contamina pacificamente la società.

Per concludere, il dato storico degli anni di piombo si condensa nei 17mila € con i quali Dell'Utri si è aggiudicato i volantini delle br che hanno solo saputo mietere vittime e sancire la sconfitta della ragione.

Il valore economico (che si potrebbe, parafrasando il buon Karl, definire plus, in barba a quanti credono al valore intrinseco che ogni essere vivente porta in sé fin dalla nascita, ovvero la vita!) carico di dolore per i morti degli anni di piombo ricorda una triste pagina di storia che volentieri avremmo fatto a meno di rammentare.



venerdì 27 gennaio 2012

le speranze dei giovani cantautori

Accadono cose che inevitabilmente s'insinuano tra i ricordi e gli affetti cari di ognuno di noi. A volte basta uno sguardo, un suono, poche note scanzonate che, pur contestando la realtà, invogliano a vivere la quotidianità appieno nonostante le contraddizioni, i dolori personali le tragedie collettive. Insomma pubblico e privato si mescolano nei testi di Stefano Rosso, Rino Gaetano, De Andrè, Dalla, De Gregori, Vasco Rossi, Luigi Tenco, Paoli, Lauzi...
Il piano bar fa sembrare il cantante meno irraggiungibile, perde l'aurea del divo e si cala nella vita comune, anche per una questione di marketing, e sta vicino ai suoi fans nelle discoteche. Attorno alle grandi star orbitano satelliti di varia natura e entità, il loro raggio d'azione sconfina principalmente nella moda ma non disdegnano gli altri filoni che il mercato globale offre.

Le canzoni popolari narrano la quotidianità, gli amori e le conseguenze che questi apportano nelle vite delle persone. Alcuni cantautori, negli anni '70, intraprendono un filone nuovo per la musica italiana. Da Rino Gaetano a Vasco Rossi passando per Fabrizio De Andrè, testi e musiche modificano la propensione alla melodia popolare. Non narrano più amori o passioni struggenti, anzi, fanno dell'ironia e la musica cambia marcia. Da greve, maestosa o struggente passa ad allegre e ritmate disarmonie.
Nascono gli urlatori, la musica beat; la batteria, le chitarre elettriche, le tastiere e cinque o sei ragazzi che suonano questi strumenti si danno nomi ironicamente provocatori che identificano la loro filosofia di vita e quindi la musica. È un fiorire di complessi musicali e di cantautori rock pop.

Ovviamente le grandi città, da Roma in su, diventano palcoscenici preferiti dei giovani anche in virtù delle sedi televisive e degli studi discografici ubicate tra Milano, Torino, Genova.
Erano gli anni della fantasia al potere. Gli anni del “mettete i fori nei vostri cannoni” e di “c'era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stone”, di “Bandiera Gialla”. Anni di fermenti culturali creativi ad opera di giovani che credevano di poter cambiare la società.

martedì 25 gennaio 2011

spazio Artisti in Calabria, Rotella, Marziano, Toraldo, Celi, Mamone

aore12
Giovanni Marziano, olio su tela, (1978)
Massimiliano
Rivoluzione industriale, rivoluzione culturale, anni di plastica, società dell’usa e getta. Sono termini coniati per definire i vari fermenti sociali e culturali esplosi nei mitici anni sessanta.

Anni importanti per la crescita culturale mondiale.

In America come in Europa si vive un clima effervescente, si passa dalla fase preistorica industriale del ferro all'impiego dei derivati del petrolio, alla plastica; e grazie alla ricerca, in poco tempo, gli utensili di nuova generazione invadono i mercati, le case e infine le strade; ed è proprio dalle strade che inizia la trasformazione dell’oggetto.

Da oggetto alienato che ha concluso la sua funzione vitale, diventa, per mano dell’artista, un’altra cosa.
Diventa linguaggio; testimonianza di un’epoca.

È l’evoluzione del pensiero duchampiano; il ready made; l’oggetto ritrovato che sviscerato dalla sua funzione originale si fa linguaggio altro.
La provocazione di Duchamp contamina il fotografo e artista Man Ray e il resto della cultura visiva degli anni 60.
Anche Andrew Warhola, meglio conosciuto come Andy Warhol si lascia contaminare dai fermenti innovativi di quegli anni e sfrutta al massimo le potenzialità pubblicitarie. Infatti riprodusse, anzi fece riprodurre gli oggetti fotografati o disegnati in serie, e li immise sul mercato dell’arte.

Le serigrafie di Warhol sono diventate un cult. Per alcuni sono opere d’arte degne di nota mentre per altri no! Comunque si voglia intendere, è da convenire che Andy Warhol ha avuto quell’attimo d’illuminazione Zen, come diceva Mimmo Rotella, che lo ha spinto oltre il comune senso della visione settoriale parcellizzata.
Insomma, Warhol si trova nella condizione storica di poter proporre multipli a basso costo e a chiunque.
D'altronde è da sciocchi stare a lisciare la tela per giorni quando basta un clic ben azzeccato; l’importante è l’idea; il linguaggio poetico che l’artista evoca col suo gesto e trasmette. Anche la pittura, intesa come lavoro artigiano è preistoria! Perché non avvalersi delle nuove tecnologie?
 Indubbiamente, il bel dipinto rimane l’unico mezzo per dimostrare valenza pittorica, ma nulla di più!, se non vi è dentro l’anima di chi lo ha realizzato!

Anche Mimmo Rotella, coi suoi decollage, è stato bistrattato e offeso. I detrattori non hanno capito la genialità dei linguaggi metropolitani. Cosa che invece Mimmo Rotella ha saputo raccogliere e donare all’arte.

Gli anni sessanta sono stati anni importanti per la crescita culturale e sociale; hanno dato spunti a scienziati, tecnici, industrie, lavoratori, artigiani e artisti in generale.
Le innovazioni, contaminando i percorsi di pensiero, determinano nuovi lemmi nei linguaggi creativi; da ciò si evince la consequenziale fioritura formale dei lessici figurali ed è altrettanto ovvio che chiunque li adoperi ne tragga beneficio; per cui, anche la figurazione intesa in senso strettamente tradizionale trova possibilità esplicative differenti. Viene da sé che il pittore della domenica non rimane tale in eterno e neanche il neofita; se ama davvero l’arte e la reputa volano di crescita collettiva si spinge al di là del fattore puramente formale pittorico, approfondisce studi e ricerche per migliorare pensiero e linguaggio.

Negli anni 70 sono visibili i risultati dei fermenti esplosi nel decennio precedente.

Consumismo e pubblicità la fanno da padroni. Inutile elencare gli artisti che a vario titolo hanno adoperato materiali pubblicitari per esprimersi e smuovere le coscienze. Molti di questi prodotti ora si trovano nei musei o fanno bella mostra nelle esposizioni private, altri li hanno staccati dalla parete e riposti in cantina.

Anche se, i linguaggi innovativi, in certi casi, hanno creato nuovi geni o mostri giacché Sacro e Profano è stato mescolato per tesaurizzare anche i prodotti effimeri, è indubbia la valenza semantica apportata dall'osservazione creativa dei Maestri.

Gli anni settanta sono importanti per chiunque, anche per me!
Sono gli anni della frequentazione culturale e artistica; gli anni dell’impegno sociale anche attraverso la pittura. Incontri e scontri dialettici con gli amici pittori e poeti che sfociano nella costituzione di un centro culturale nel ’77.
Alcuni di quegli amici non ci sono più, altri continuano nel lavoro artistico. La loro presenza, comunque, rimane viva.

Ho già parlato, in post precedenti, di Enzo Toraldo, Aniceto Mamone, Pino Celi. Adesso aggiungo Giovanni Marziano.

Di Giovanni Marziano c’è in casa una presenza costante: la tela col ragazzo in maschera realizzato nel suo vecchio studio di via arcivescovado, nel centro storico di Catanzaro.
Ricordo Giovanni in uno dei rari momenti di pausa. Si discuteva di tutto e si scherzava. Gli chiesi un dipinto. Lui mise una tela sul cavalletto, fece sedere Massimiliano, mio figlio, e iniziò a lavorare. Dopo qualche ora mi diede la tela e mi disse: ecco è Massimiliano tra qualche anno.

In effetti il ragazzo raffigurato aveva qualche anno anagrafico in più; ma lui, Giovanni, da artista attento, seppe ravvisare i tratti che col tempo si sarebbero, e si sono, palesati in un Massimiliano grandicello.

Ovviamente nessuno è rimasto ancorato all'esperienza iniziale. Io faccio ricerca e studio i linguaggi visivi e tutto ciò che stimola la creatività attraverso il gioco. Giovanni ha sempre voluto cimentarsi nella figurazione e oggi produce un linguaggio che ha radici profonde, che per certi aspetti può trovare assonanze nella poetica di Warhol e ben oltre; una figurazione precisa, reale più della realtà stessa, che potrebbe essere, a mio avviso erroneamente, inserita nel filone dell'iperrealismo, perché non credo che questa sia la giusta collocazione, anzi risulterebbe riduttivo giacché nasce e si sviluppa attraverso i nuovi media asserviti, però, alla creatività soggettivizzata di Giovanni Marziano. Insomma, siamo agli sviluppi estremi di teorie e pratiche di artisti come Man Rey, che rivisitati concettualmente oltre che tecnicamente assurgono a "concetti visivi" unici e vanno a coprire quella parte di figurazione narrante, ancora cara nella finzione visiva, e ricercata dai più.

sbirciando qua e là

sbirciando qua e là
notizie e curiosità
non vendiamo pubblicità. Divulghiamo BELLEZZA ...appunti di viaggio...at 12 o'clock post in progress
AMBIENTE CULTURA TERRITORIO EVENTI e elogio della BELLEZZA ...appunti di viaggio... at 12 o'clock post in progress
non vendiamo pubblicità. Divulghiamo BELLEZZA ...appunti di viaggio...at 12 o'clock post in progress
non vendiamo pubblicità. Divulghiamo BELLEZZA ...appunti di viaggio...at 12 o'clock post in progress

Post suggerito

Le seduzioni dell'arte

Mario Iannino, 2007, a scuola di seduzione C'è un universo abitato da più categorie di persone che lascia spazi a gestualità inusu...

a ore 12 ... ...at 12 o'clock ... post in progress, analisi e opinioni a confronto
a ore 12 ... ...at 12 o'clock ... post in progress ... analisi e opinioni a confronto
a ore 12 ... ...at 12 o'clock ... post in progress, analisi e opinioni a confronto

Sulle tracce di Cassiodoro

Sulle tracce di Cassiodoro
Flussi e riflussi storici

SPAZIO ALLA CREATIVITA'

SPAZIO ALLA CREATIVITA'
La creatività è femmina

un pizzico di ... Sapore

Un pizzico di ---- cultura --- folklore --- storia --- a spasso tra i paesi della Calabria e non solo. ---Incontri a ore 12 Notizie & ...Eventi ...at 12 o'clock... Opinioni ... works in progress, analisi e opinioni a confronto
Itinerari gastronomici e cucina mediterranea

Cucina Calabrese

Cucina Calabrese
... di necessità virtù
a ore 12 ... ...at 12 o'clock ... post in progress, analisi e opinioni a confronto

post in progress

a ore 12 ...accade davanti ai nostri occhi e ne parliamo...at 12 o'clock post in progress
e-mail: arteesocieta@gmail.com
...OPINIONI A CONFRONTO ...

...OPINIONI A CONFRONTO ...

POST IN PROGRESS

Dai monti al mare in 15' tra natura e archeologia

A spasso tra i luoghi più belli e suggestivi della Calabria

Da un capo all'altro

Da un capo all'altro
Tra storia, miti e leggende

UN PONTE

UN PONTE
SULLA IR/REALTA'

Per raggiungere le tue mete consulta la mappa

ALLA SCOPERTA DELLA CALABRIA

ALLA SCOPERTA DELLA CALABRIA
PERCORSI SUGGERITI

Translate