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venerdì 3 dicembre 2010

WikiLeaks: verità destabilizzanti o gossip?

Tendenzialmente sono favorevole alla libertà di pensiero e di stampa, per questo motivo ho dato immediatamente credito e appoggiato la libertà d’espressione nel web. Però, qualcosa nella vicenda Wikileaks non è convincente. Ha il sentore del gossip e dell’affare in generale, specie se si analizzano i numeri. Ma vediamo di capirci qualcosa spulciando in rete:

A partire dallo scorso 28 novembre l'organizzazione della quale Assange è a capo ha iniziato a pubblicare 251.287 cablogrammi (cables) diplomatici provenienti dalla intranet del Dipartimento di Stato Usa. Si tratta di documenti che stanno mettendo in grande imbarazzo i leader mondiali e Wikileaks si è accordata con alcune testate internazionali per l'esclusiva e quindi stanno pubblicando in modo autonomo le informazioni ricevute: si tratta di “the guardian, der spiegel, the new york times, el pais e le monde”.

Sono dispacci inviati da 274 ambasciate, consolati e missioni diplomatiche statunitensi ubicate in varie parti del mondo. I documenti si riferiscono agli ultimi 3 anni ma possono risalire fino al 1966. I più recenti risalgono al febbraio 2010. Su 251.287 documenti, 15.652 sono classificati come segreti.
Sul sito di WL finora ne sono stati pubblicati una minima parte e gli altri sono programmati per i prossimi mesi. La documentazione in questione, disponibile sulla rete di comunicazione interna del ministero della Difesa Usa, poteva essere consultata da 3 milioni di persone, soprattutto militari.

Secondo i militari Usa, all'origine della fuga di notizie ci sarebbe un soldato americano, B. M., 22 anni, che si sarebbe vantato online con un hacker di aver sottratto i materiali e ora sotto processo.
Ma torniamo all’analisi:
Il quotidiano britannico Guardian ha messo a punto una mappa interattiva assieme a una serie di articoli e a una selezione dei documenti suddivisi per paese, regione e persona, visionabili anche in ordine cronologico. Der Spiegel, una mappa interattiva consultabile per data; mentre la mappa dello spagnolo El Pais evidenzia il numero di documenti pubblicati relativi a ogni singolo paese; The New York Times ha una sezione con documenti dai quali ha eliminato alcuni nomi per proteggere la sicurezza di diplomatici o la privacy di privati cittadini e Le Monde ha messo online una sezione dedicata ai documenti di Wikileaks.

Secondo Wikileaks e il Guardian, i dispacci provenienti dall’ambasciata americana a Roma sono 2890: 1271 non riservati, 1364 confidenziali, 255 segreti. Alcuni già accessibili su Wikileaks e nei principali siti di informazione che hanno ottenuto l’esclusiva.

Tralasciando l’affare che ruota attorno all’esclusiva con le testate giornalistiche, (o forse è proprio questo il punto?) perché hanno iniziato a far circolare i dispacci confidenziali, per altro già noti, e non sono andati subito alla crema? Vale a dire quelle notizie, se esistono, che fanno tremare le gambe di chi ha commesso illeciti e crimini contro l’umanità?

1271 non riservati, 1364 confidenziali, 255 segreti: questi i numeri dell’ambasciata americana a Roma. Troppo rumore mediatico per spazzatura priva di valore reale.

nuovo indirizzo per Wikileaks

Il dominio è stato ucciso dagli Stati Uniti, scrive Wikileaks sulla sua pagina Twitter. E dopo circa sei ore di bleck out, ecco l'indirizzo diretto IP http://213.251.145.96/ o www.wikileaks.ch .
Il provider che forniva il dominio wikileaks.org, EveryDNS.net, ha reso noto, in una dichiarazione, di aver interrotto la fornitura del dominio a Wikileaks.org alle 22 di ieri, ora della costa orientale americana, per avere violato la clausola che afferma “il membro non deve interferire con l'utilizzo o la fruizione del servizio da parte di un altro membro o con l'utilizzo e la fruizione di servizi simili da parte di un altro soggetto”. Sempre secondo la nota diramata, l'interferenza sorge dal fatto che wikileaks.org è diventato l'obiettivo di numerosi e diffusi attacchi di rifiuto di servizio (DDOS). Questi attacchi hanno minacciato e potrebbero minacciare in futuro la stabilità dell'infrastruttura di EveryDNS.net, che premette l'accesso a quasi 500.000 altri siti web.

Intanto Wikileaks pare abbia trovato sede in un bunker dentro una montagna svedese. Il server che ospita il sito di Julian Assange è situato in un bunker della guerra fredda ed ha sistemi di continuità provenienti da un sottomarino atomico.
Il sito di Julian Assange è stato oscurato da Amazon.Com e anche Tableau Software, dopo la pubblicazione dei dispacci delle ambasciate Usa nel mondo.
Secondo Assange le decisioni sono state prese per le specifiche pressioni del senatore statunitense Joe Lieberman, presidente della Commissione del Senato Usa sulla sicurezza nazionale.
Le compagnie hanno spiegato che Wikileaks non ha rispettato i termini del contratto circa l'uso «responsabile» dello strumento offertogli.

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