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giovedì 28 gennaio 2021

Gratteri, servo dello Stato o ...

E anche “cuore matto” è stato ridimensionato. E allora c'è da chiedersi: possibile che le indagini del procuratore Gratteri non vadano a buon fine? No, perché se è cosi per negligenza da parte degli organi investigativi allora, la conclusione è che si sono spese inutilmente energie e soldi pubblici magari spendibili per altre azioni più rilevanti e seri per il bene della comunità.

Se invece è il contrario, e cioè che la molteplice interpretazione delle leggi fa sì che quello che per qualcuno è reato per altri non lo è in parte o per niente del tutto.

Ma c'è un'altra possibilità d'interpretazione. E cioè che ci siano interessi e forze contrarie alle intenzioni di legalità e giustizia.

Sia ben chiaro: che i dipendenti del “Sant,Anna hospital” abbiano nuovamente un lavoro da svolgere è cosa assai positiva e gradita per l'intera Calabria! Ciò non toglie che se ci sono state “sviste” nella gestione queste debbano essere corrette secondo le norme vigenti.

Intanto il dott. Gratteri, nell'immaginario collettivo inizia, forse, a perdere credibilità. E questo è un interrogativo che dovremmo porci serenamente. Comprendere se il caso Palamara è servito a fare chiarezza sulla parte politicizzata della magistratura. Valutarne la bontà delle indagini parlamentari e quelle svolte in seno alla magistratura. E se ancora qualche fuocherello vacuo o cespuglio selvaggio continua ad esistere nei meccanismi della “legge uguale per tutti”.

Per intenderci: il dott. Gratteri insegue fantasmi oppure no? E il suo entourage durante le fasi investigative lavora con abnegazione per cercare la verità oppure compie grossolani errori perché indotto da frenesie e spirito di protagonismo?

lunedì 10 febbraio 2020

Delinquere non conviene!




È determinato, Nicola Gratteri.  

Tra le varie domande e risposte che riceve e dà alla giornalista Lucia Annunziata viene fuori un quadro semplice, quasi naif. Semplice ma non riduttivo dei costumi mentali della società contemporanea.
Il suo modo schietto disarma chi lo ascolta e senza mezzi termini dice ciò che pensa:

“Il problema corruzione nella magistratura c’è, possiamo parlare del 6-7 per cento. È grave, inimmaginabile, terribile. Noi guadagniamo bene. Io prendo 7.200 euro e si vive bene e non c’è lo stato di necessità. Io penso che sia un fatto di ingordigia. Il potere è avere incarichi o chiedere incarichi per amici degli amici”.

Da Magistrato ragiona sui misfatti e applica le leggi scientificamente.

Nicola Gratteri è convinto che si debba fare intendere in modo assoluto che delinquere non conviene! E l'inconvenienza si dimostra con la determinazione assoluta dell'applicazione delle leggi. Strumento a disposizione dei magistrati. Quindi indagini, intercettazioni, processi equi, sequestro dei beni e tolleranza zero.

L'emotività non esiste. Non ha margini d'esistere. Ci sono le leggi e si applicano!

L'equazione è semplice!

Vorrei soffermarmi sull'aspetto dell'ingordigia da lui citata.

L'ingordigia ha due aspetti.
La prima, la più drammatica è dettata dal bisogno, e chi percepisce una rendita dignitosa non conosce. Come giustamente afferma il dottor Gratteri.

La seconda è più subdola, potrebbe essere associata alla patologia nevrotica di chi ha fame e non riesce a colmarla.
Quindi,
Sete di potere. Ricchezza. Egocentrismo. Miti amplificati dall'eccessiva esposizione mediatica. Vanagloria...

Entrambi gli aspetti sono delle “necessità”. E le necessità quando diventano patologie necessitano di cure. Restrittive, scientifiche, ma anche culturali, educative. Perché la sensibilità individuale e collettiva è una piantina che per crescere e rimanere verde necessita di stimoli ambientali sani; buoni esempi. Sane letture. E, perché no! Buoni programmi ludici creativi.

sabato 22 febbraio 2014

Governo Renzi. Chi scrive e chi corregge

Renzi fa la sua formazione. Berlusconi la corregge. Napolitano corregge e ratifica.


Oggi, possiamo dire che è un gran bel giorno:

in Ucraina il Parlamento sfiducia e caccia Yanukovich mettendo fine alla guerra sanguinaria in atto. Il popolo, quindi lo Stato, si riappropria della democrazia e, solo ora, alla luce di quanto si vede dalle foto postate nel web, ci possiamo chiedere a che gli servisse un galeone parcheggiato nel laghetto del giardino. ...
Va be', possiamo comprendere le macchine e le moto d'epoca, le monete d'oro e persino il cesso a forma di trono d'oro, ma il galeone proprio no!

Comunque, tornando alla giornata speciale, anche noi in Italia siamo spettatori di un altro piccolo golpettino tutto nostrano dettato dalla democrazia che si preoccupa della crescita del popolo sovrano.
Dal già tanto chiacchierato #staiserenoenrico a #fattipiùinlàenrico il passo è stato breve. Anzi brevissimo. Il tempo necessario per organizzare le truppe ed ecco il cambio del campanello ceduto da un freddo Enrico Letta ad un adrenalinico Matteo Renzi che sprigiona felicità da tutti i pori.

Tante cose si sono dette e molte di queste sono state smentite. Per esempio, pare che il giudice Gratteri fosse lì lì per essere Ministro della Giustizia in virtù del suo chiaro cv ma all'ultimo minuto è stato sostituito. Qualcuno dice da Napolitano per evitare tensioni. Altri dicono che il veto sia venuto da Berlusconi..

Per me queste sono cose inspiegabili; lontane dal mio modesto pensiero.

Non so capire neanche come un Alfano che è andato davanti al tribunale di Milano per protestare, se non sbaglio era anche ministro, comunque, un parlamentare che ha protestato contro la Giustizia, quindi, per capirci meglio, ha contestato platealmente un organo dello Stato mentre celebrava un processo in ossequio alle leggi in vigore, come può essere riconfermato al Viminale? Alfano Angelino Ministro!

Cioè, mi chiedo, fino a quando questo urlatore di vento farà squadra con Renzi e fino a quando terrà fede al giuramento dei Ministri?



mercoledì 13 novembre 2013

Papa Francesco nel mirino della 'ndrangheta?

Quando i media vogliono creare caos e terrorismo psicologico ci riescono.

aore12blog

Ho letto sui social che la 'ndrangheta starebbe pensando di “eliminare” Papa Francesco. La cosa mi sembra abnorme. Un'azione impopolare come questa è fuori dalla mentalità della 'ndrangheta che si nutre di riti religiosi e sciorina religiosità.

Comunque nulla è impossibile. Perciò cerco notizie.

L'origine sta in queste dichiarazioni che Nicola Gratteri, procuratore aggiunto di Reggio Calabria, fa al “fatto quotidiano”:

“...il comportamento del Santo Padre non viene visto di buon occhio dai boss della mafia calabrese.
Papa Francesco sta facendo innervosire la mafia finanziaria. Se i boss potessero fargli uno sgambetto, non esiterebbero. E di certo ci stanno già riflettendo. Questo Papa è sulla strada giusta. Ha da subito lanciato segnali importanti: indossa il crocifisso in ferro, rema contro il lusso. È coerente, credibile. E punta a fare pulizia totale.
E sarebbe proprio questa pulizia totale a far storcere il naso ai boss che per anni hanno riciclato denaro nutrendosi “delle connivenze con la Chiesa e del potere e della ricchezza che derivano direttamente dalla Chiesa”.

Appunto, “se potessero”, condizionale. Ma non possono! Perché un'azione simile non sarebbe capita e “giustificata” nemmeno dal popolo delle 'ndrine.

Gratteri parla della mafia finanziaria non necessariamente 'ndranghetista, forse contigua ma con criteri e apparati autonomi. E questo a chi studia i fenomeni sociali deviati, siano essi denominati mafia, 'ndrangheta etc, non sfuggono.

Questo non significa che Papa Francesco sia al sicuro! Le cronache sono piene di morti ammazzati per interessi economici e finanziari. Quindi, formiamo un cordone solidale attorno a Papa Francesco

giovedì 29 aprile 2010

Nicola Gratteri e Giuseppe Scopelliti sulla lotta alla 'ndrangheta

Il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, nel corso della trasmissione “Radio Anch’io” così ha risposto al ministro della Difesa Ignazio La Russa:

“Gli arresti dei latitanti che si susseguono negli ultimi tempi non rappresentano un merito del governo ma delle forze dell’ordine, che però lavorano con grandi sacrifici perché hanno organici insufficienti”.

Per il procuratore Gratteri, il Governo ha fatto due cose importantissime:
il primo, l’abolizione del patteggiamento in appello, che, sempre secondo Gratteri, era uno scandalo ed un regalo alle mafie
e il secondo, la modifica della normativa sul sequestro e la confisca dei beni, resi più facili e feloci.
Il resto dei provvedimenti adottati dall’esecutivo, però, sembrano palliativi. Per il procuratore, “bisogna attuare un’inversione di tendenza perché è da oltre dieci anni che si fanno concorsi nelle forze dell’ordine in numero insufficiente, tanto che non si riesce a coprire i vuoti che si determinano per i pensionamenti. Altro provvedimento inadeguato, sempre evidenziato nella trasmissione da Gratteri, consiste nell’uso dell’esercito contro la criminalità perché “bisogna stabilire, in questo senso, un rapporto qualità-prezzo. Non è possibile, per esempio, pensare di fare intervenire l'esercito anche in zone periferiche a causa dei costi dell’operazione che sarebbero troppo elevati. Non bisogna, inoltre, abolire le intercettazioni telefoniche ed occorre informatizzare il processo per farlo durare di meno e per fare diminuire il potere discrezionale. Si risparmierebbero milioni di euro e non ci sarebbero più abusi in termini di notifiche e di trasmissione di atti”.

Alla trasmissione Rai ha partecipato anche il presidente della Regione Giuseppe Scopelliti, che ha sottolineato la partecipazione giovanile di Reggio e non l’applauso riservato al boss in manette da parte di familiari ed amici. “La vicenda, ha detto il presidente Scopelliti, deve essere letta così come si è presentata. E cioè:
Soltanto pochi familiari del boss erano lì ad applaudire e ad urlare.
È molto facile dare le prime pagine, mettendo in negativo aspetti che, forse, sono molto marginali ma se si considera che la Questura di Reggio è al centro della città, è chiaro che molti erano lì a curiosare, ma ad applaudire e ad urlare erano veramente pochi.
Fa più effetto vedere quella formazione spontanea della sera di circa trecento persone e quella di ieri mattina di giovani con striscioni, studenti universitari che sono andati sotto la Questura a manifestare spontaneamente il loro consenso, il loro plauso alla magistratura reggina che sta facendo uno straordinario lavoro, alle forze dell’ordine, a tutta quella società che è impegnata, ogni giorno, a costruire un percorso nuovo. Queste immagini, a mio avviso, meritano la prima pagina, perché sono il segnale della crescita di una città che vive certo questi momenti di difficoltà, visto la presenza del crimine organizzato, ma che sa reagire ed i segnali di crescita sono evidenti”.

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