Pandemia covid19. Fase 2.
Inesorabili come la morte arrivano i
primi mugugni.
Arrivano da tutte le direzioni i se e i
ma al dpcm che regolamenta la fase 2. il governo Conte, per arginare
le falle e convivere coi problemi connessi al virus, ha dovuto
trovare dei “compromessi” necessari e obbligati.
Qualcuno scrive sul suo contatto di
facebook che dopo 45 giorni vuole tornare a uscire, lavorare e
guadagnare (sic!). Qualcun altro invoca la libertà di culto.
A entrambi sento di dire che è meglio
per tutti essere cauti! In quanto il primo pare non abbia mai
lavorato davvero neanche un minuto fin ora in vita sua, se per lavoro
intendiamo una forma di attività produttiva utile a sé e agli
altri. E a chi invoca la libertà di culto, senza citare le
innumerevoli funzioni religiose irradiate in tv e sul web, comunque
contemplata dalla Costituzione e, per i cristiani, coi patti
lateranensi, è opportuno ricordare che le persone convintamente
devote pregano ovunque e in qualsiasi momento rivolgono pensieri
positivi al proprio Dio chiedendogli sostegno e ringraziandolo, in
sintonia con la propria cultura, per i doni ricevuti.
Ma veniamo alla cruda laicità del dpcm
che deve guardare in ogni direzione e tutelare possibilmente tutti.
Interventi alle imprese.
Per chi ha avuto già il bonus da 600 euro si sta sperimentando la possibilità di un rinnovo automatico. “Nel prossimo decreto ci saranno più aiuti alle imprese, l'obiettivo non è avere più sussidiati ma più occupati”. Dice Conte.
- Annullare il confino forzato a chi è fuori sede.
Consentire il rientro nel proprio domicilio o residenza.
- Riaprire ville e parchi pubblici nel rispetto delle distanze
e delle prescrizioni di sicurezza.
Dal 4 maggio via libera alla ristorazione con asporto.
- Si entrerà uno alla volta e il cibo si deve consumare a
casa.
- La riapertura delle aziende interessate è consentita sul
presupposto del rispetto dei protocolli di sicurezza. Ci sarà un
protocollo di sicurezza anche per le aziende di trasporto, afferma
il premier, annunciando per il 18 maggio la riapertura del
commercio al dettaglio. Sempre il 18 maggio torneranno alla
semi-normalità anche le mostre, l'accesso ai musei e persino gli
allenamenti delle squadre.
Nel dpcm della fase 2 si dà il via libera a chi vuole rientrare nel proprio domicilio. Il premier precisa che rimarranno in vigore le autocertificazioni. Comunque sia - spiega - le nuove misure non rappresentano un "libera tutti".
Sulle messe e le cerimonie funebri c'è "stata, queste le parole di Conte, una fitta interlocuzioni con il comitato tecnico-scientifico che non ha nascosto la propria rigidità" ed ha sottolineato, spiegando la proroga delle restrizioni per le messe e l'apertura ad un massimo di quindici persone tra i congiunti, delle cerimonie funebri, possibilmente all'aperto e mantenendo il distanziamento sociale.