Ancora delitti a Gaza.
Lo sterminio prosegue. Sembra un film proiettato nelle case della gente seduta comodamente davanti al piatto fumante e lontana dalla schifosa sorte toccata agli abitanti della Palestina.
Una fiction reale girata in presa diretta in
cui, a differenza dei format studiati per stuzzicare i pruriti dei guardoni, bambini
e persone inermi colpevoli di essere nati lì muoiono innocenti.
Sembra essere lontana da noi la guerra. Forse non riusciamo a distinguere, sempre connessi come siamo ai devices, la realtà dalla finzione.
Intanto a Gaza si muore in uno stato disumano di degrado. Non
ha valore niente!
La vita è uno sputo insignificante per i macellai sporchi di
sangue impolverato dalle macerie dei bombardamenti.
Il numero dei morti ammazzati assume aspetti incredibilmente
stratosferici per poter giustificare le oscenità dei registi.
Netanyahu, in
medio oriente, deve fermare lo sterminio dei palestinesi! Questo è un dato, un
imperativo assoluto! Se davvero, l’uomo è supportato dalla ragione e non
dominato da bassi istinti.
Putin deve
trovare un accordo politico con Zalenski. Un accordo di pace duratura. Con
Trump e tutti gli
altri Capi di Stato a latere delle trattative. Perché nessuno più dei diretti
interessati conosce i veri motivi dei dissapori. Noi possiamo solo supporre. Fare
congetture, inutili alla causa di pace.
Costruire ponti, secondo le parole di papa Leone, significa
incontrarsi a metà strada. Senza rumore, silenziosamente. Senza telecamere
accese e puntate sugli istrionici pavoni, personaggi, alcuni, d’avanspettacolo,
pronti a promettere pur sapendo di ingannare perché niente possono davvero in
situazioni analoghe. Situazioni drammatiche lontani dal loro raggio d’azione
territoriale e decisionale.