LE CONSONANTI DELLA GUERRA E DELLA PACE
Tre P, la consonante usata per tre parole, che dominano la scena mondiale su quelle quattro tavole ammalorate su cui si sta recitando la farsa più drammatica della storia dell’ultimo ventennio. P come pace. P, come pacifisti. P, come pacificatori. A queste si aggiungono altre tre P. P come Potenza. P, come potere. P come Pane.
É il culto della potenza che genera la violenza. Ovunque, dalle scuole primarie fino agli ambiti sociali più complessi, passando per la famiglia, luogo in cui segretamente si pratica la violenza, sia contro le donne, sia contro i bambini. Potenza muscolarequella utilizzata dai governi prepotenti e autoritari, nei confronti di Stati e paesi deboli, come anche dei propri cittadini considerati alla stregua di sudditi. Potenza, come strumento di cui intende dotarsi l’uomo politico mediocre e privo di ragione, che voglia imporsi sugli altri. Sul popolo, sugli avversari, sulle istituzioni, sulla legge. C’è qualcuno tra chi mi legge che avrebbe individuato i tanti uomini ambiziosi di potenza che si sentono i padroni del mondo? Certamente sì. I loro nomi sono scritti a caratteri cubitali tra gli spazi di queste parole, nelle virgole e nei punti. P come potere, lo spazio nel quale sempre più che si sia persa idealità e valori della Polica, che nudo si impone nel mondo attraverso quella logica di potere e di potenza muscolare che lo informa. Potere, quindi, come forza fisica, e quindi anche militare, che prescinda dallo scopo principale e dall’etica per il quale gli uomini lo hanno inventato. Poter fare, cioè, il bene degli altri. Di tutti. E non di lobby, persone, gruppi, partiti. P, come Pane. Pane come simbolo di bisogni e diritti.libertà e giustizia. Dignità e democrazia Democrazia. Pane, come solidarietà e fraternità. Pane come alimento di vita, che dalla vita della terra nasce e dalle mani dell’uomo il grano si trasforma e diventa il bene più prezioso Insieme all’acqua per non la sussistenza delle persone, ma per la costruzione di un vero progresso.quello in cui diritti, lavoro, tecnica, leggi, operano per creare ricchezza.la ricchezza per tutti. E equamente e proporzionalmente distribuita tra tutti coloro, e sono la totalità del genere umano, che la costruiscono, da cui il diritto a goderne. Per tutti.Pane infine, come come strumento di pace, sottratto dalle mani di chi pretende di distribuirono a secondo di chi per loro debba vivere o non. Si pensa Solo per un attimo al pane negato alle popolazioni sotto le macerie della guerra in Ucraina in Yemen, in Siria, e nelle altre regioni in cui i conflitti bruciano tutto ciò che incontrano, dalla terra ai frutti alle case ai beni alle persone. Si pensi, trattenendo nella mente le immagini orribili che ci arrivano Dai quei territori in cui Israele con la complicità di tutti, in particolare della superpotenza, da mesi impediscono, nella striscia di gazza, l’ingresso l’ingresso alle migliaia di camion contenente tra che contenenti ceneri di prima necessità, in particolare il cibo. Infine, ma non per concludere, tutte quelle P sotto un’altra. La P di pazienza. Quella che le le popolazioni colpite dalle più brutali P di potenza e di potere, devono avere perché i padroni della guerra decidono di sedersi a un tavolo.per chiuderla, questa guerra, intanto Che si realizzi davvero, evento difficilissimo, direi quasi impossibile, ad oggi, la P di Pace. Pazienza nel sopportare le visibili dichiarazioni contenute in esternazioni dei potenti tanto ridicole quanto crudeli. Una fra tutte: “tra qualche giorno parlerò con Putin. Poi convincerò Zelens’kyj. E successivamente chiederò al Papa di ospitarci in Vaticano per siglare, magari all’interno dell’ufficio più grande più bello del mondo, la basilica Basilica di San Pietro.” E sempre silenzio intorno all’azione devastante, specialmente quella iniziata qualche giorno fa, di Nania e del suo potente esercito, armato fino ai denti, per l’occupazione totale dell’intero dell’intero territorio dei palestinesi. Pazienza quindi di vedere per tanti giorni ancora migliaia di di palestinesi e ucraini civili e soldati russi e ucraini, specialmente donne e bambini, morire in questa lurida sporca, orribile guerra, che ci vede tutti i colpevoli.
Franco Cimino.