Noi che

11 maggio, 2025 domenica, festa della mamma.


"naufraghi, op.digit ©m-iannino"

La giornata si presenta calma. Non un alito di vento. Il cielo è coperto ma l’aria è calda. È “sciroccosa”. L’umidità penetra gli indumenti e li incolla alla pelle. Il caldo percepito è sofferenza. Certo non la stessa sofferenza di quanti sono costretti a scappare sotto il sole cocente del deserto e poi caricati sulle vecchie carrette che solo un miracolo può fare attraccare indenni sulle sponde europee del mediterraneo.


Sul lungomare di Catanzaro lido, affollato, si sta bene. Stiamo bene, noi italiani, tranne i venditori ambulanti a maggioranza indù fissi dietro le bancarelle di giocattoli di plastica e dalle ceste colme di cover. Camminiamo distrattamente. Guardiamo distratti il via vai, attenti solo ai nanetti sulle bici e sui monopattini nonostante la pista ciclabile che affianca il lungomare preferiscono usare la passeggiata riservata ai pedoni.

È piacevole camminare lentamente e osservare le giovani famiglie a spasso con i piccoletti. Un bimbo, vestito di tutto punto come un vero rider e con il casco, trascina la minimoto dal manubrio. Non la lascia neppure mentre accarezza il barboncino riccioluto in braccio alla padrona.

Sulla spiaggia un uomo dai capelli bianchi incita il nipotino. Sì, senz’altro è un nonnino che ha portato il nipotino al mare in questa bella giornata di maggio che prontamente si tuffa in mare. Gli schizzi provocati dal giovane corpicino aprono un varco accogliente; l’acqua del mare si richiude immediatamente e accoglie il bambino in un abbraccio molle e carezzevole. Il nonno documenta le prime prodezze che anticipano l’imminente stagione con il cellulare.

Più avanti, i pali conficcati nella sabbia di uno stabilimento balneare in costruzione, dicono che la stagione è imminente.

I bambini chiedono incuriositi ai genitori i perché della costruzione e già proiettano i loro desideri. Lontani dall’immaginare che altri bambini non vedranno più sorgere il sole sul mare Jonio e in nessuna altra parte del mondo.

In un punto sperduto di quel maestoso mare Mediterraneo divenuto tristemente noto e ribattezzato “cimitero dei migranti” un altro dramma si è consumato.

Anche oggi, davanti alla tv, comodamente seduti davanti alla tavola imbandita, apprendiamo dal tg dell’ennesima carretta del mare soccorsa in mezzo al mediterraneo carica di disperati: 37 salvati dall’ong allertata da un sos. Purtroppo 2 bambini di 3 anni e un trentenne non hanno sopportato le immani fatiche della traversata e sono deceduti a causa del freddo e per le ustioni da carburante delle pelli esposte al sole malamente protette.

 

 


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