Ipocrisie svelate

 Un urlo di sdegno per bloccare lo stermino


Quasi sempre il ruolo di chi è alla guida della collettività, anche se risicata, condiziona la pancia del popolo, cioè gli effetti prodotti da determinati fattori ed ai quali si vorrebbe reagire con maggiore veemenza. È la testa che deve vincere le emozioni. Lo impone il ruolo; anche se le emozioni represse nel linguaggio traspaiono dal linguaggio spontaneo del corpo ché difficile da reprimere.


Davanti a certi fattori è necessario mantenere un equilibrio ma di fronte ad uno sterminio anche padre Pio avrebbe tuonato parole di fuoco e fatto roteare il cordone mimando botte da orbi sui corpi dei capipopolo che comandano distribuzione e morte dei fragili.

Ho visto, a tal proposito, una Meloni in difficoltà. Dallo schermo usciva un volto insolito, non baldanzoso e reattivo nei confronti di quanti le chiedevano chiarimenti in merito allo sterminio palestinese compreso l’assedio per fame imposto da Netanyahu. Le lunghe file di camion carichi di generi di prima necessità parcheggiati alle porte di Gaza sono uno schiaffo alla civiltà dell’accoglienza. Un imbruttimento inaccettabile! Che grida giustizia e carità al cospetto di quel Dio d’Israele e per il quale Gesù patì la croce. Oggi, a Gaza e in Palestina moltissime piccole croci sono conficcate tra le macerie fisiche e mentali.

Se davvero ha motivo di esistere la comunità internazionale ed ha una sua autonomia deve urlare contro quello che si è dimostrato essere il più crudele della storia.


L’urlo deve essere un boato assordante per Netanyahu e i suoi consigliori.

E, Giorgia, consentimi, tu come mamma oltre che rappresentare gli italiani, devi uscire dagli schemi istituzionali e rappresentare lo sdegno contro le azioni insane per la ritorsione di una parte di Israele, dalla bestialità di hamas di quel tragico 7 ottobre del 2023


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Abbiamo aperto questo blog nell’aprile del 2009 con il desiderio di creare una piazza virtuale: uno spazio libero, apolitico, ma profondamente attento ai fermenti sociali, alla cultura, agli artisti e ai cittadini qualunque che vivono la Calabria. Tracciamo itinerari per riscoprire luoghi conosciuti, forse dimenticati. Lo facciamo senza cattiveria, ma con determinazione. E a volte con un pizzico di indignazione, quando ci troviamo di fronte a fenomeni deleteri montati con cinismo da chi insozza la società con le proprie azioni. Chi siamo nella vita reale non conta. È irrilevante. Ciò che conta è la passione, l’amore, la sincerità con cui dedichiamo il nostro tempo a parlare ai cuori di chi passa da questo spazio virtuale. Non cerchiamo visibilità, ma connessione. Non inseguiamo titoli, ma emozioni condivise. Come quel piccolo battello di carta con una piuma per vela, poggiato su una tastiera: fragile, ma deciso. Simbolo di un viaggio fatto di parole, idee e bellezza. Questo blog è nato per associare le positività esistenti in Calabria al resto del mondo, analizzarne pacatamente le criticità, e contribuire a sfatare quel luogo comune che lega la nostra terra alla ‘ndrangheta e al malaffare. Ci auguriamo che questo spazio diventi un appuntamento fisso, atteso. Come il caffè del mattino, come il tramonto che consola. Benvenuti e buon vento a quanti navigano ogni singola goccia di bellezza che alimenta serenamente l’oceano della vita. Qui si costruiscono ponti d’amore.

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